Inception; X-men; it100; MDF; Arthur/Eames + Charles/Erik

Jul 29, 2011 20:02

Fandom: Inception
Titolo: Not with a bang but with a whisper
Rating: PG13
Conto Parole: 500
Personaggi/Pairing: Arthur/Eames
Avvertimenti: High School!AU
Prompt-Subject: MDF Sfida 3: Inglese I
Note dell'Autore: Boh, improvvisamente Arthur che mi recitava Elliot mi è venuto in mente ed ho orgasmato.
WHATEVER. La poesia è ovviamente di Elliot e non mia.

«Lo sai, ho come questa impressione di averti portato sulla cattiva strada, tutto da solo,» mormora Eames, inspirando una boccata dalla sigaretta. Arthur rotea gli occhi togliendogliela dalle mani ed aspirando a sua volta.
«Certo, Eames, è tutta colpa dei tuoi poteri da cattivo ragazzo, ovviamente, non ci fossi stato tu ora sarei in casa sommerso da valanghe di libri a ripetere la stessa identica solfa,» Arthur vorrebbe ridere a quel punto, perché la sola idea che Eames l’abbia portato da qualsiasi parte è un po’ ridicola. Eames probabilmente coglie il suo tono sarcastico e gli si butta addosso, baciandogli il collo.
«No, no, non va bene, Arthur,» lo riprende, ma sta sogghignando - Arthur sente il ghigno sul suo collo, mentre le sue labbra gli accarezzano lentamente la pelle - «ripetimi qualcosa, devi prepararti per domani,» e Arthur? Arthur è assolutamente preparato, sa già che prenderà uno dei voti migliori della sua classe, ma non è quello il punto o almeno, è questo che dicono le mani di Eames.
«We are the hollow men, we are the stuffed men, leaning together Headpiece filled with straw. » ripete, ed Eames non si muove, lascia solo che la sua mano gli accarezzi i fianchi, lentamente. «Alas! Our dried voices, when we whisper together Are quiet and meaningless,» continua ed Eames gli cattura il labbro infieriore tra i denti.
Sono a casa di Eames, che è una specie di monolocale in cui, normalmente, Arthur non metterebbe piede nemmeno pagato, ma il pensiero della sua camera ora lo fa rabbrividire. Non ci sono rumori, non c’è assolutamente nulla se non Eames e le sue mani e… e il cellulare di Arthur che comincia a suonare.
«Tesoro, se rispondi a chiunque sia io giu-» ma prima ancora che Eames abbia concluso il pensiero, Arthur prende il cellulare in mano e risponde ad Ariadne (che sta studiando con Mal e Dom, anche se Mal e Dom - come Eames, d’altronde - sono universitari e potrebbero perfettamente dirle di andare a quel paese).
«Okay, vi aspettiamo a casa di Eames,» dice alla fine, vedendo l’altro che gli manda uno sguardo di puro odio, Arthur scuote le spalle ed Eames sbuffa, sapendo perfettamente che qualunque cosa dica sarebbe inutile.
Chiude la telefonata e gattona un attimo verso Eames, bisbigliandogli sulle labbra «This is the way the world ends, not with a bang, but with a whisper,» ed Eames sorride.
«Se non fossi, per motivi a me ignoti, piacevolmente abituato alla tua presenza, ora ti caccerei via e mi andrei a trovare qualcosa da fare altrove,» gli dice, sbuffando (anche se sanno entrambi che non è vero, che Eames ci ha provato due settimane prima - quando Arthur gli aveva dato buca per studiare con Ariadne - e la serata si era conclusa con Eames alla sua finestra alle quattro di notte (Arthur non ne era stato contento)).
«E’ la notte prima degli esami, Eames, devi accontentare il maturando,» si limita a rispondergli ed Eames sbuffa di nuovo, ma si limita a fregargli la sigaretta tra le mani.

Fandom: X-men First Class
Titolo: Wandering in the street light
Rating: PG
Conto Parole: 400
Personaggi/Pairing: Erik/Charles
Avvertimenti: AU
Prompt-Subject: MDF Sfida 3: Inglese II
Note dell'Autore: Questa è stata la sfida che mi ha dato più problemi e il motivo per cui ho ritardato tanto. Alla fine Erik mi ha sventolato la sua cittadinanza in mano e OH *_*

Erik cercò di nascondersi le braccia sotto le maniche della maglietta (troppo grande, ma almeno lo teneva al caldo, almeno era così calda) nascondendo così i numeri che erano marchiati sul suo polso (e che, sebbene fossero ormai lì da molto tempo, sembravano pulsare esattamente come il primo giorno).
Si morse il labbro, guardandosi intorno.
Scappare era stato incredibilmente difficile e ancora Erik non era certo di come ci fosse riuscito (non ricordava molto di quei giorni, del viaggio in treno, di quello in nave) e non era nemmeno certo del perché fosse andato proprio in Inghilterra - c’erano tanti altri posti in cui si sarebbe potuto rifugiare, eppure questo gli sembrava il più sicuro (forse perché era un’isola? Come se dell’acqua avesse potuto fermare Shaw).
Erik avanzò, cercando di attirare l’attenzione di uno dei passanti e provando a chiedere dove potesse trovare un hotel (non conosceva che qualche parola di inglese, troppo poche per farsi capire).
Le persone continuavano a scuotere stancamente la testa leggermente dispiaciute prima di superarlo, senza aver compreso cosa aveva chiesto loro.
“Hotel… dovmive…” aveva provato, ma il suo accento tedesco rendeva la comprensione difficoltosa e non aveva ancora trovato nessuno disposto a fermarsi abbastanza per ascoltarlo.
E poi aveva sentito una mano sulla spalla e si era voltato così velocemente che aveva quasi dato una gomitata in viso al nuovo arrivato (ma tutto quello a cui riusciva a pensare era Shaw, Shaw l’aveva trovato, Shaw che l’avrebbe riportato nel labroratorio e…)
Invece il ragazzo che aveva davanti non era Shaw, sembrava di qualche anno più piccolo di lui, con gli occhi azzurri e un sorriso gentile.
«Stai cercando un posto dove dormire, vero? » chiese, ma Erik non riusciva a capire quindi aggrottò le sopracciglia, confuso. Stava per riprovare a mormorare le due parole di prima, quando aveva sentito qualcosa dentro la sua testa, come se qualcuno gli stesse parlando, ma senza l’utilizzo di parole.
Guardò l’altro, sconvolto, ed il ragazzo rise, senza alcuna vergogna. La voce, che non era esattamente una voce, nella sua testa disse “Siamo molto più simili di quanto tu pensi, seguimi, Erik, hai bisogno di un posto in cui dormire, no?”.
Ed Erik lo fece, anche se non aveva idea del perché questo tipo poteva lavorare per Shaw eppure tutto quello a cui riusciva a pensare era “Non sono solo”.
Ed era abbastanza.

Fandom: Inception
Titolo: Hallmark Love
Rating: PG
Conto Parole: 200
Personaggi/Pairing: Arthur/Eames
Avvertimenti: ///
Prompt-Subject:MDF Sfida 3: Inglese III
Note dell'Autore: #nonhonientedadire #nonsocomedifendermi

«Cosa stai facendo a quel computer, Eames? »
«Nulla tesoro, assolutamente nulla, sto solo, surfando la rete!»
«Sur- Lascia immediatamente andare quel mouse, Eames, o giuro che ti conficcherò una pallottola in testa.»
«Oh, avanti tesoro, è solo un poco di shopping! Completamente innocuo, vedi?»
«Innocuo? Eames, posso vedere fin da qui che la maglietta che stai guardando ha semplicemente troppi colori per non essere illegale in almeno quattro stati. Ti ho già promesso che ti avrei portato a fare compere nel week-end, perché…»
«Tesoro, senza offesa, non ho la minima intenzione di vestirmi come un pinguino troppo cresciuto. Capisco che questo look funzioni per te, davvero, sei molto affascinante e hai questo aspetto letale, ma non fa per me. Io sono più… Hallmark è un poco più il mio gener- Arthur? Cosa stai face- oh. Oh. Sì, credo anche io che quella cravatta stia meglio a terra, assolutamente. Anche la camicia, credo, la cravatta si senta sola sai…»
«Eames, dimmi che verrai a fare compere con me questo fine settimana, perché credo di avere bisogno di aiuto per i panta- ecco, bravo, e ah… oddio chiudi quel dannato computer, non riesco a fare niente con l’immagine di quella dannata maglietta davanti.»

character: eames, !fan fic, fandom: inception, paring: arthur/eames, paring: erik/charles, character: arthur (inception), *it100, fandom: x-men, character: charles xavier, character: erik lehnsherr

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