Notte Bianca III Dump a Fic [White Collar; Star Trek; Supernatural; Glee; Inception]

Jun 15, 2011 23:56

Falling at the edge of forever; Star Trek; Scritta per la Notte Bianca III per il prompt Transfert Emotivo ; Hints Spock Prime/Kirk Prime; PG13; 632 (Fidipù)

Chiunque abbia mai detto che i Vulcaniani non provano nulla ha detto una gran stronzata - e se Jim vuole usare la parola “stronzata” lo farà perché ha un maledetto Vulcaniano dentro la sua testa e Vulcano colpa dolore Madre Vulcano milionidivite sensodicolpa Madre Vulcano Jim JimJimJimJim perdita dolore non sa cosa fare.
Spock - questo Spock che è troppo vecchio e troppo gentile - si insinua nella sua mente senza grazia, sbattendole contro e inondandola con il suo dolore (dolore perdita sensodicolpa dolore dolore dolore)e Jim non è certo di essere più in grado di respirare, non è certo di voler continuare a vivere, non quando fa così male (e sa che non sono i suoi sentimenti, che non è il suo dolore e si chiede come possa l’altro sopportare tutto quello).
Cerca di aggrapparsi a qualcosa, ma sta cadendo, sta cadendo come prima sulla sonda, ma non deve salvare Sulu ora, non c’è nessuno con loro, sta solo precipitando (troppo in fretta, troppo a lungo) senza nessun appiglio. Vorrebbe urlare, ma non può, e il suo pianeta è appena esploso ed è tutta colpa sua - tutta colpa sua. Prima Romulus e ora Vulcano e lui non ha potuto fare nulla per fermarli. E ora toccherà alla Terra (la Terra che sua madre ha sempre amato, la casa di Jim - JimJimJim); se non riusciranno a fermare Nero toccherà anche alla Terra e non può permetterlo, non può permetterlo.
È Spock ed è così solo, è stato solo per così tanto tempo (JimJimJim) e non sa più cosa fare, non sa più se ci sia qualcosa che possa fare. È Spock ed è in un universo che non conosce, con un Jim Kirk troppo giovane (è sbagliato, non dovrebbe essere così giovane, ma è così bello rivederlo, è così bello rivedere il suo viso) e senza Vulcano.
Poi improvvisamente è di nuovo James Tiberius Kirk (no, è Spock, no è Jim, è entrambi, non è nessuno - ha un gran mal di testa) e Spock gli sta chiedendo scusa e sta dicendo qualcosa come «Un transfer emotivo può risultare in seguito ad una fusione mentale,» e a Jim non importa. A Jim non importa davvero perché ricorda ancora il dolore cocente, la voglia di chiudere gli occhi e far finta che non sia successo nulla. La solitudine agghiacciante.
Ricorda tutto come se fossero ferite inflitte sulla sua pelle, tagli profondi che continuano a sanguinare ancora, che non si richiuderanno mai.
«Quindi voi provate dei sentimenti,» mormora, ma non è quello che vorrebbe dire. Vorrebbe urlare, vorrebbe abbracciarlo, vorrebbe spingerlo via. Si volta di nuovo verso Spock e si rende conto che c’era qualcos’altro dietro a tutto il dolore e la solitudine, dietro la disperazione e il senso di colpa.
Ricorda l’amore e il desiderio e la voglia (incontrollabile), la gioia e la speranza. Sono nascosti, ma Jim li sente, li riconosce e non sa esattamente cosa dire. C’è una parte di lui che non riesce ad accettare cosa potrebbero voler dire (perché è semplicemente ridicolo), ma non ci sono dubbi.
A poco a poco comincia a sentirsi di nuovo se stesso (solo lui e nessun’altro, solo Jim) e quei sentimenti cominciano ad acquietarsi; non spariscono, sono ancora lì, ma non sono più l’unica cosa a cui riesce a pensare quindi chiude gli occhi e fa finta che non esistano.
Ha un mondo da salvare (il mondo di sua madre, il mondo di Jim, l’unica casa che ha, orm- no, è Jim, non Spock. Jim) e non ha il tempo di pensare ad altro. Non ha il tempo di pensare allo sguardo di Spock, al modo in cui sembra stargli un po’ troppo vicino. Non ha tempo ora.
Non ha tempo. Però riesce a sentirlo ancora il fuoco e la disperazione e cade. Cade e non può fermarsi.

Stop, Walk, Stop; White Collar; Scritta per la Notte Bianca II per il prompt "Because you're the only one who could change my mind." ; Neal/Kate, Peter/Neal; PG13; Spoiler S1; 388 (Fidipù)

Non è una questione di amore, perché Neal ama Kate (la ama come ama il profumo della tempera, come ama la seta e una buona fedora. La ama come si ama la parte più libera e bella della propria anima, come si ama la libertà e il buon vino e la sensazione di essere invincibili) ed è pronto a seguirla fino alla fine del mondo e ritorno. È pronto a cambiare centinaia di nomi, a cambiare viso, a ricominciare da zero mille e mille volte ancora.
Non è una questione d’amore - se lo fosse sarebbe così semplice, pensa, se fosse solo amore e sesso e desiderio, sarebbe così facile.
È invece c’è rispetto e amicizia e amore e desiderio di approvazione e lealtà. Ci sono così tanti sentimenti mescolati tra loro che non riesce nemmeno a separarli e studiarli per bene.
È difficile e complicato quello che prova per Peter - diverso da quello che prova per Kate, che è sempre stato semplice e lineare, come uno dei tratti di uno dei suoi dipinti preferiti che sembravano prendere forma senza alcuno sforzo.
Quindi non dice nulla a Peter, non gli da la possibilità di complicare anche quella decisione - perché con Peter tutto diventa complicato, tutto, e non può permettergli di complicargli anche Kate, non può farlo.
Eppure è Peter e quindi lo scopre (ovviamente lo scopre, chi voleva prendere in giro) e Neal non riesce a guardarlo negli occhi. La sua presenza è una costante della sua vita, lo rende calmo, gli fa venire voglia di fermarsi. E Neal non può fermarsi.
Non mentre Kate continua a camminare.
«Perché non me l’hai detto?» gli chiede Peter, come se sapesse già la risposta (ed è anche possibile, Peter è sempre stato troppo bravo a capire cosa pensa).
Per un attimo pensa di non rispondergli, di rimanere in silenzio, di continuare a camminare (non fermarti, non fermarti) e non dargli una spiegazione… eppure questo è Peter e Neal non ci riesce davvero ad ignorarlo.
«Perché sei l’unico che potrebbe farmi cambiare idea,» ed è probabilmente la cosa più vera che abbia mai detto in tutta la sua vita (che è una cosa un poco triste a pensarci bene).
E poi nulla ha più importanza perché l’aereo esplode (Kate, Kate Kate Kate oddio Kate) e anche se Neal non volesse fermarsi non ha più verso cosa camminare.

Obsession; White Collar; Scritta per la Notte Bianca III prompt fem!Neal/fem!Peter - Genderbender; fem!Neal/fem!Peter, mentions male!Kate/fem!Peter, male!Elizabeth/fem!Peter; PG15; 599 (Fidipù)

Noelle Caffrey sarà la sua rovina un giorno, Peterika “Peter” Burke non ha dubbi al riguardo.
Sin dalla prima in volta in cui le è capitato il suo caso davanti, Peter non è mai riuscita a pensare ad altro.
Le sue giornate erano sempre piene di “Cosa potrebbe star pensando Caffrey?” o “Quale sarà il suo prossimo colpo?” o ancora “Dove si starà nascondendo?”. Nessuno l’aveva mai chiamata un’ossessione - perchè quello era il suo lavoro e lei era maledettamente brava nel suo lavoro - ma tutti la riconoscevano per quella che era.
Per anni non aveva fatto altro che vivere Noelle, la sua mente, le sue idee; si era immedesimata in lei così nel profondo che a volte pensava di conoscere meglio la ladra che suo marito. Non era una cosa che la preoccupava particolarmente.
Non almeno fino a che Noelle non era altro che un puntino all’orizzonte che Peter doveva raggiungere, che Peter doveva mettere in manette e lasciare a marcire in una cella. Il problema è che a Peter, Noelle, piace.
Noelle è intelligente, furba, colta e maledettamente bella (e lei non si vergogna certo di dire che il suo periodo di sperimentazione al college non è mai stato semplicemente sperimentazione e ama Eliott ma….) e Peter non la vuole davvero a marcire dentro una cella, non quando può sfruttarla per così tante cose. Non quando la sua mente è così bella.
Il problema però è che Noelle è una ladra e Peter una poliziotta e non c’è niente che può fare a riguardo.
Almeno fino a che non si presenta l’opportunità, quando Kent scappa chissà dove (deve trovarlo, perché Noelle non smetterà mai di cercarlo e lei deve trovarlo per prima e ingegnarsi un piano per tenere Noelle al suo fianco) e improvvisamente lei è lì, ogni giorno, con i suoi stupidi vestiti firmati e i suoi tallieurs e i completi che non dovrebbero stare così bene su una donna (camicia, giacca, cravatta, fedora) ma su di lei sono perfetti (non che Peter glielo dirà mai).
Ed è un problema perché una parte di Peter non si fida di Noelle, probabilmente non si fiderà mai di lei, ma un’altra parte la desidera come poche altre cose al mondo. Non solo sessualmente (anche se, sì, completi e una bellezza mozzafiato e i suoi capelli lunghi e i suoi occhi, il suo fisico perfetto e i suoi seni grandi al punto giusto) ma la vuole seduta dall’altra parte della sua scrivania a prendere i criminali con lei e prenderla in giro per la tazza “Detective N° 1” che le ha regalato Eliott.
Peter vuole ed è un desiderio consumante, che a volte la lascia incapace di controllare i suoi sentimenti, incapace di ragionare serenamente con l’altra perché - maledizione, perché non può cambiare? Perché non può rinunciare a quella parte della sua vita e diventare permanentemente parte della sua?
E quindi a volte sbatte Noelle contro il muro, con forse un po’ troppa forza, e cominciava a baciarle il collo, la punta dell’orecchio, infila con forza una gamba tra le sue e struscia il ginocchio sul sesso dell’altra da sopra i pantaloni. E magari pensa (ma non lo dice mai, non ne ha il diritto, non davvero) “Mia, maledizione, mia. Non ti lascio andare questa volta, non ti lascio andare via” e Noelle geme sotto di lei, così bella e persa e sua.
Ed è un’ossessione, un problema che non ha modo di risolvere. Deve trovare Kent e convincerlo a lasciargli Noelle. Convincerlo che una vita con lei sarebbe la cosa migliore per Noelle.
Deve. Perché Peter non sa più come fare a non volere Noelle Caffrey.

A love as joyful as thunder; Inception; Scritta per la Notte Bianca III per l'arena; Hints Arthur/Eames; Arthur, Eames, Ariadne, Yusuf, OFC; PG13; 616 (Fidipu)
Leoni: Faustino, Annabella, Federica, Silvietto e Tessa

«Quindi il marito di questa signora è morto combattendo nell’est asiatico? È una storia commovente,» dice Ariadne, guardando la bussola gigantesca che rimane ferma davanti a loro, stoica.
Ci sono tre lancette nella bussola, tutte e tre che puntano verso est.
«Se è il marito ad essere morto lì, perché ci sono tre lancette?» chiede Eames, appoggiandosi di più contro di lui, Arthur si sposa lentamente a destra, cercando di farlo desistere. Quello è Eames però e lo segue senza nemmeno preoccuparsene. Arthur a volte lo odia un poco.
«Ritengo che sia il metodo che il suo subconscio ha deciso di utilizzare per nascondere e informazioni che cerchiamo, dobbiamo cercare di convincere la sua mente a puntare con le rimanenti due lancette su cosa ci serve,» spiega Arthur, mentre tutti guardano le tre porte che li circondano.
«La lancetta più piccola dovrebbe essere per le informazioni più importanti, giusto? Quindi dobbiamo seguire quella, no?» ragiona Eames, avvicinandosi alla bussola e aprendone la cassetta di vetro «e se provassimo a spostare con la forza la lancetta? Arthur, Yusuf venite a darmi una mano! È un’idea perfetta!»
«Io mi dissocio, non credo che possa funzionare, non puoi semplicemente pensare di spostare qualcosa nella mente di una persona e sperare che-» cominciò Arthur, prima che Eames lo interrompesse abbastanza rudemente.
«Sì, sì, tesoro, sei attraente, intelligente ed hai una scopa nel culo, lo sappiamo, Yusuf mi aiuti?»
Yusuf si avvicinò all’altro mentre Arthur lanciava coltelli mentali alla schiena di Eames (fortunatamente erano nella mente di Ariadne) e la ragazza cercava di nascondere le sue risate. Ad Arthur un tempo piaceva Ariadne, un tempo.
I due provarono a spostare la lancetta più piccola, spingendo verso il basso con tutta la loro forza. Arthur sbuffò, non l’aveva forse detto che non poteva funzionare? E poi qualcuno stava urlando dietro di loro, uno stridio assolutamente intollerabile come di unghia che strisciano contro una lavagna. Arthur cercò di tapparsi le orecchie senza risultato. E poi apparve una donna - la loro cliente, maledizione - che aveva la bocca aperta ed era evidentemente l’origine dell’urlo.
La mia lancetta, il mio amore, come osate toccarlo. Deve puntare ad est, devo sapere dov’è, devo sapere dove si trova. Dov’è l’est, dov’è l’est, dov’è il mio amore, stava urlando direttamente dentro i loro cervelli e, Arthur reallizò, questo nuovo composto che aveva inventato Yusuf ne amplificava gli effetti.
La donna si lanciò contro Eames, che era impegnato a coprirsi le orecchie come tutti loro, e gli diede uno schiaffo dritto in viso. Il mio amore, il mio amore, est est est est.
Arthur urlò quando il volume dell’urlo aumentò ancora, mandandogli ondate di dolore, pena, disperazione. Prese la pistola e senza realmente pensare sparò prima ad Ariadne, poi a Yusuf ed infine ad Eames. La donna smise di urlare.
«Il mio amore,» stava dicendo, il vuoto privo di ogni espressione, la sua voce un mero bisbiglio. Arthur stava ansimando, la testa che pulsava per il dolore e per il ricordo dell’urlo. «Non toccate il mio amore,» continuò, voltandosi verso di lui.
«Prometti?» e Arthur non sapeva cosa dire, avrebbe potuto semplicemente spararsi e farla finita, ma pensò a quella donna, sola con una bussola che puntava sempre verso il ricordo di una persona che non c’era più. Pensò a questa donna che aveva perso tutto quello che aveva di più importante nella sua vita. E poi pensò ad Eames.
«Prometto,» disse, portandosi la pistola alla testa. La donna sorrise e ad Arthur venne voglia di vomitare.
Quando si svegliò gli altri tre erano intorno a lui che lo guardavano un poco spaventati, un poco rassicurati (forse avevano paura non si sarebbe svegliato).
«Dobbiamo trovare un altro modo,» disse loro (e non era una domanda). Eames annuì.
«Tutto quello che vuoi, tesoro.»

What little girls are made of; Glee; Scritta per la Notte Bianca III per il prompt fem!Kurt/fem!Blaine - Prom; fem!Kurt/fem!Blaine; PWP; NC-17; 1576 (Fidipù)
Settata nello stesso 'verse di We will liquefy e basata su questa fanart della bellissima flannery_flame

Courtney non vuole pensare alla serata del prom - sarebbe dovuta essere la serata più bella della sua vita, ma li poteva sentire tutti che parlavano alle sue spalle, che sussurravano perché Blaine - bellissima bellissima Blaine - le prendeva la mano o le si poggiava un poco di più contro la spalla.
Non vuole pensarci, specialmente non mentre Blaine, nel suo vestito bordeaux, la guarda con un misto di eccitazione, paura e indecisione. Probabilmente Courtney dovrebbe sentirsi un poco più imbarazzata con il vestito alzato fino alle anche e le mutandine al vento, eppure non ci riesce.
Perché la serata può essere andata com’è andata, ma Courtney è tornata a casa con Blaine - Blaine con i suoi capelli neri ondulati, che ha cantato in maniera assolutamente oscena sul palco, accarezzando il microfono come se stesse facendo tutt’altro.
E Courtney ora le bacia il collo, la clavicola, mordicchia quel posto sotto la mascella che la fa ridere come una bambina. E cosa le importa di tutto il resto? Ha un vestito mozzafiato e una ragazza che è di una bellezza assurda (ha visto come l’hanno guardata prima di rendersi conto che era lì con lei, come i loro occhi hanno seguito la curva del suo vestito). E Blaine la sta baciando ora, spostandole una ciocca di capelli dal viso e sfiorandole leggermente il collo (un tocco sbarazzino e leggero, che la lascia desiderosa di qualcosa di più) e «Sei sicura?» le bisbiglia nell’orecchio e Courtney non sarebbe in grado di dire no nemmeno se lo volesse (non lo vuole).
Perché Blaine è lì ed è calda e rossa e i suoi capelli le incorniciano il volto in maniera adorabile. Ed è sua ed è lì. Come potrebbe Courtney dire di no? Dopo che l’ha voluta per mesi pensando di non avere alcuna speranza, dopo che ha assaggiato il suo collo che sa del profumo alla cannella di cui Blaine va matta?
Quindi le alza il vestito con le mani, facendo attenzione a non rovinarlo (è davvero un bel vestito) prima di lasciarlo cadere a terra «Non potrei essere più sicura,» le dice, perché è vero e si gode il sorriso - il bellissimo sorriso, quello che l’ha fatta innamorare quel giorno di tanto tempo prima - che illumina il volto della sua ragazza.
E poi prende uno dei seni di Blaine tra le mani, passando ad aprirle il reggiseno con l’altra - essere una ragazza è conveniente in quelle situazioni, è in grado di slacciare un reggiseno con una mano, bendata in meno di sei secondi, se vuole. E oh, vuole, decisamente vuole - e poi prende uno dei capezzoli dell’altra tra i denti, piano prima di leccarlo prima il capezzolo, spostando poi la sua lingua un pochino più a sinistra, godendosi i gemiti dell’altra.
La voce di Blaine è splendida (quando canta e quando geme il suo nome, sempre e comunque) e Courtney vuole farla gridare, vuole sentirle urlare il suo nome mentre viene. Quindi la spinge sotto di lei e le accarezza i fianchi, l’interno coscia e oh, Blaine spalanca le gambe per lei immediatamente, con un leggero “ahh” che sa di meraviglia e di stupore.
Courtney ama quel piccolo ah, Courtney ama tante cose e porta una mano ad accarezzare il sesso di Blaine da sopra le mutande nere che indossa, sentendola arcuarsi sotto il suo tocco.
«No- ah,» mormora Blaine, prima di alzarsi sui gomiti «non che non trovi che quel vestito ti stia d’incanto, ma sei troppo vestita,» e non se lo fa ripetere due volte.
Si toglie il vestito aiutata da Blaine che poi fa vagare le sue mani fino alla schiena, sporgendosi in avanti per baciarle il collo, soffiando leggermente. Courtney non riesce a trattenere un piccolo brivido di piacere per il fiato caldo di Blaine sulla sua pelle.
E poi si stanno baciando di nuovo e sono entrambe in mutande, i loro seni che continuano a sfiorarsi piacevolmente, ma Courtney non riesce a stare ferma per l’eccitazione, per la voglia di sentire la lingua di Blaine sul suo sesso o infilare le dita dentro l’altra, sentire il suo calore avvolgerla. Quindi fa un poco più si forza e costringe Blaine a sdraiarsi di nuovo, rimuovendole le mutandine e fermandosi a guardarla per giusto qualche secondo.
È bellissima ed è sua. È sua. E Courtney ha sempre avuto un sacco di vestiti e borse e un cane quando aveva sette anni, prima che sua madre morisse, ,ma pensare a Blaine come sua… pensare a Blaine come sua è un’altra cosa. Ha un sapore diverso sulla sua bocca, ha un sapore diverso mentre lo mormora contro l’apertura di Blaine che si spinge contro di lei quasi senza rendersene conto. Prova a leccarla, a farci entrare la lingua, ma non sa bene cosa fa - hanno usato solo le dita fino ad ora, ma ora Courtney vuole sapere che sapore abbia, vuole assaggiarla fino in fondo, memorizzare ogni singola cosa di lei.
Prova ad infilare un dito prima allora, guardando mentre l’altra si muove contro di lei a metà tra l’eccitazione e il fastidio. Lo muove circolarmente, cercando di allargarla un poco, prima di spingere, cercando di comprendere i suoi gemiti. La allarga un altro poco prima di infilare anche il secondo dito e spingere. Li muove un poco cercando di - «Ah!» geme Blaine, spingendosi contro le sue dita e Courtney memorizza il punto, continuando a spingere contro di esso.
E la voce di Blaine riempie la stanza e Courtney non riesce a resistere, si poggia sulle ginocchia, alzandosi un poco e cercando di rendere quella posizione scomoda quanto meno accettabile - non che ci stia riuscendo tanto bene, ma ne vale la pena.
E mentre spinge contro Blaine con le dita, porta l’altra mano alla sua apertura e la spinge dentro e non sente nemmeno quel solito fastidio perché è troppo eccitata da Blaine, dal modo in cui geme e si spinge contro di lei, portando le sue dita più a fondo, accogliendola così bene.
Però non vuole aggiungere un terzo dito, non vuole farla venire in questo modo, rimuove le due dita, ignorando le proteste di Blaine, toglie anche l’altra mano, utilizzandole entrambe per aprire le gambe dell’altra e portando il viso dentro le sue cosce.
E ora è più facile penetrare l’apertura dell’altra con la lingua, e il sapore di Blaine è qualcosa che non saprebbe spiegare, è meglio che sentire semplicemente il suo odore, ma simile in qualche modo.
E ora Blaine sta dicendo qualcosa come “Courtney, oddio, Court, io- ah, ah!” e lei si beve ogni piccola parola come se fosse un tesoro.
Sa che Blaine sta per venire, se ne rende conto dai piccoli tremiti delle sue gambe e sinceramente ne è un po’ felice, perché la sua lingua sta cominciando a stancarsi. Quando Blaine viene, Courtney si ritrae, passandosi la lingua sulla bocca per recuperare ogni singola goccia.
L’altra ragazza fa un verso che è qualcosa tra un grugnito e un gemito e le si getta addosso, baciandola con ardore, ribaltando le loro posizioni e penetrandola direttamente con due dita. Courtney è così eccitata che nemmeno se ne accorge, e anzi cerca di fare entrare le due dita più in profondità, dove sa che si trova quel punto lì (no, Courtney non riesce ancora a pensare cose come… no, ecco, è un poco troppo ancora) e Blaine l’accontenta facilmente, trovando il punto con facilità e scendendo torturarle i seni con la bocca.
Non ci vuole molto per lei, viene presto, già eccitata dallo spettacolo di Blaine che si agitava sotto di lei.
Rimangono lì ansimanti per qualche minuto a guardarsi negli occhi (e wow, Courtney non è mai stata così felice del fatto che i genitori di Blaine passano metà del loro tempo all’estero, davvero) e Blaine le si lascia cadere addosso, troppo stanca per fare altro.
Courtney comincia a giocare con uno dei suoi boccoli - convincerla a non farsi la coda è stata un’impresa che Courtney non è certa di aver le forze di replicare, ma ne è valsa interamente la pena.
«Io… wow,» mormora Blaine e Courtney ride perché sì, wow.
«La prossima volta dobbiamo provare ad uscire i giocattoli dal comodino,» scherza, perché non può davvero farne a meno e Blaine affonda il viso sulla sua spalla con un grugnito.
«Riuscirai mai a dimenticartene? Tipo quando saremo due novantenni piene di rughe?» Blaine sta per addormentarsi, Courtney lo capisce da come sta dicendo le parole, da come tendano ad inseguirsi ed unirsi in strane combinazioni. Non le dispiace per nulla sapere cose simili.
«Mi dispiace deluderti, io non avrò mai delle rughe,» la informa, e Blaine ridacchia.
«Ti amo,» dice Blaine, ad un certo punto, ma prima che Courtney possa dire altro (o possa cominciare ad iperventilare perché oh, oh, ti amo, è una cosa importante, no? Una cosa molto importante e…) Blaine si è addormentata.
Courtney rimane ferma, cercando di calmare il suo cuore impazzito perché non vuole fare altro che svegliare Blaine e dirle che l’ama anche lei. Che la ama completamente e che vuole passare il resto della sua vita con lei, e apparentemente non riesce a stare abbastanza ferma perché Blaine le dice “Shh, Court,” e tutto quello che Courtney riesce a fare è sputare fuori «Trasferisciti con me a New York dopo il liceo!» che non è quello che voleva dire, ma va bene comunque.
Blaine sposta leggermente il viso verso di lei, e sta sorridendo - è ancora mezza addormentata e dovranno parlarle meglio domani, ma per ora Blaine dice «Ovviamente,» e per Courtney è abbastanza.

La macchina del capo ha un buco in una gomma (detta anche amichevolmente "Così"); Supernatural; Scritta per la Notte Bianca III con prompt Dean/Impala; Dean/Human!Impala, Sam; Cracky crack; PG13; 561 (Fidipù)

Dean ne ha viste milioni di cose strane in tutta la sua vita, maledizione praticamente la sua vita è una definizione di strano da manuale. Dean ha visto demoni, mutaforma, vampiri, licantropi, fantasmi, angeli, cupido (e Dean non vuole pensarci, non davvero).
E ognuna di queste cose voleva ucciderlo o usarlo per far scoppiare l’apocalisse o altre cose carine di questo genere (la sua vita, signori, la sua fottutissima vita). Gli sembra solo giusto che a volte ci esca una piccola ricompensa, no?
Anche se è una ricompensa incredibilmente strana.
Ha i capelli neri lisci, un davanzale da far paura e due gambe mozzafiato e Dean si sente incredibilmente fiero perché ehi, è la sua bambina, ovviamente è una pupa da paura.
A quel punto Sam tossisce leggermente e oh, sì «Allora, ehm… ti ricordi chi sei?» le chiede, stando attento a non spaventarla (anche se si sente un poco stupido). Insomma deve essere un’esperienza traumatica quella di diventare una donna all’improvviso. Sam non gli ha voluto dire com’è stato essere l’impala quella volta con Gabriel, quindi deve andarci ad istinto.
Lei inclina leggermente la testa di lato, ma non parla. «Oh, ehm, puoi capirmi?» prova, perché è una macchina, potrebbe benissimo non capire l’inglese e… «Sai chi sono io?» chiede poi, quando l’Impala continua a rimanere in silenzio.
E improvvisamente lei si alza dal letto, sorridendo leggermente e uh, sì, decisamente una pupa e gli si butta addosso - abbastanza letteralmente. «Cos-?» prova perché ehi, non è che non sia felice di avere una stanga formosa tra le braccia - lo è, davvero davvero tanto - ma è pur sempre la sua macchina. E probabilmente c’è qualcosa di profondamente sbagliato nell’avere un’erezione per la propria macchina, anche quando è incredibilmente bella come la sua bambina.
«Impala, piccola,» dice, cercando di allontanarla un poco (uh, il suo seno, è davvero un bel seno) ma lei continua a fare le fusa (no, davvero, sta facendo le fusa, come quando cambia una marcia e il motore fa quel piccolo rumore, come se fosse felice e oh, ora tutta la questione sta diventando semplicemente inquietante) e Dean non sa esattamente che fare.
«Beh,» si intromette Sam, evidentemente divertito «a quanto pare qualsiasi forma abbia, la vostra relazione continua a rimanere altamente impropria.»
E Dean non può fare altro che mostrargli il terzo dito «Sei solo geloso, Sammy, lo capisco, il nostro è un amore che va oltre il tempo,» e Sam ride e ride e ride. E potrebbe anche smetterla di ridere, ecco, giusto per dire.
«Okay, facciamo così, tu rimani qui a prenderti cura di lei - perché non possiamo portarla in giro, è troppo pericoloso, e io vado a cercare quella strega,» conclude Sam, uscendo dalla camera senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.
Sammy cominciava a prendersi un po’ troppe libertà ultimamente, solo perché è il vestito preferito del diavolo mica deve cominciarsi a comportare come un bastardo.
Solo che ora ha altri problemi a cui pensare, ovvero la sua macchina, trasformatasi in una donna, che gli si stringe addosso in maniera indecente.
«Quindi… che facciamo?» prova, cercando di nuovo di togliersela di dosso senza alcun risultato. E poi la macchina/donna/oddio lo getta sul letto, senza alcuna esitazione.
«Cosa…? » strilla - perché la sua macchina si sta sedendo a cavalcioni sul suo bacino ed è la sua macchina. E non sa parlare, ma apparentemente sa fare sesso… Dean è così fiero di lei.

character: ariadne, character: yusuf, fandom: inception, fandom: supernatural, character: spock prime, character: peter burke, character: kurt hummel, character: eames, !fan fic, *notte bianca, fandom: white collar, character: dean winchester, paring: arthur/eames, character: arthur (inception), character: neal, character: impala, fandom: star trek; character: jim kirk, character: blaine anderson, paring: peter/neal, serie: fem!dalton, paring: dean/impala, fandom: glee, paring: klaine

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