Titolo: We will liquefy
Autore:
chibi_saru11 Beta:
meggie87 Fandom: Glee
Personaggi: fem!Blaine Anderson; Courtney Hummel (aka fem!Kurt Hummel)
Pairings: Klaine
Rating: PG
Avvertimenti: Genderbender, Femslash
Word: 2069 (FiDiPua)
Riassunto: Courtney Hummel si trasferisce alla Dalton e tutto è più o meno come si è immaginata. Più o meno.
Note:
1. Eh, le persone non possono mettermi come prompt genderswap e poi non pretendere che io cominci a scrivere CATEVERVE di FIC. Non esiste, semplicemente.
2. Io vorrei comunque dire che questa non è tutta colpa mia. C'era la
3x9_lover che discuteva allegramente di fare una fem!Kurt e io ho cominciato ad immaginarmi anche fem!Blaine e poi da lì tutto è sprofondato in una spirale di follia che ha portato a questo. Ecco. Quindi guardate male lei e aspettate con me la sua fic, su.
3. Genderswap per la settima settimana della COW-T @
maridichallenge Disclaimer: Glee non è mio, non riuscirei mai ad essere abbastanza troll per mandare avanti una cosa simile. Blaine non è mio, Kurt non è mio (anche se il fatto di aver dato loro delle tette è tutto merito mio. E di
3x9_lover )
A volte pensa che probabilmente suo padre abbia ragione, che è stata stupida e che poteva succederle molto, ma molto di peggio.
A volte si chiede come abbia fatto a dimenticarsene, a dimenticarsi del fatto che sebbene le sue parole siano più taglienti di una spada, il suo corpo è piccolo e minuto e Dio così fragile. Come ha fatto a dimenticarsi che il corpo di Karofsky - che giocava a football, che era più alto di lei di almeno due spanne e mezzo - è stato costruito per schiacciare e distruggere ed eliminare chiunque. Lei soprattutto.
A volte ricorda ancora le sue mani addosso, mentre lei cerca di spingerlo via, mentre lui la bacia ed è così sbagliato perché lei non vuole essere baciata in quel modo, non da lui. E non vuole essere toccata, sfiorata, nemmeno guardata e mentre lo schiaffeggia, mentre arretra così tanto da lanciarsi quasi contro gli armadietti (e ha paura, così tanta paura, una paura totalizzante) vede lo sguardo di lui, sconvolto e perso come si sente lei.
Lui non ha il diritto di sentirsi così, non dopo quello che le ha fatto, non mentre lei riesce ancora a sentire le sue mani sul suo seno.
Forse suo padre ha ragione, dunque, ma mentre ci ripensa non riesce a far altro che avere paura e non importa di chi sia la colpa, non importa perché tutto quello che riesce a ripetersi è quanto sia stata fortunata. Quanto sia piccola e fragile.
Courtney ha sempre combattuto con le sue parole, ferendo più che con una qualsiasi arma, colpendo più a fondo che con un semplice pugno e ha sempre pensato che sarebbe stato abbastanza. Ha sempre pensato di essere più forte di tutti gli altri.
Mentre suo padre le mette davanti un opuscolo della Dalton - una scuola femminile che costa fin troppo e che non si possono permettere - lei vuole dire di no con tutte le sue forze, ma invece dice sì, per favore e farò tutto il possibile.
Sa che suo padre non può dirle di no - non c’è mai riuscito, nemmeno quando lei gli ha confessato che le piacevano le ragazze e la prima cosa che suo padre ha detto, sconvolto, è stata “almeno non dovrò mai preoccuparmi di te e del… sai… rimanere incinta”.
Quindi quando va a dire ai suoi compagni del Glee che se ne va e che li adora tutti, ma deve farlo, non si volta indietro.
Ci sono giorni in cui pensa che quella sia stata la decisione più stupida che abbia mai preso (nei giorni in cui la divisa della Dalton le sta troppo stretta e la voce di Mercedes al telefono sembra troppo lontana) e giorni in cui crede sia la migliore cosa che le sia mai capitata.
La Dalton è come una scuola uscita da una cartolina con i suoi lunghi corridoi e le sue scalinate prese direttamente da Anastasia e Courney ne è affascinata, ma anche un poco intimorita. Non sa dove deve andare, non sa cosa deve fare e la divisa la fa sentire come se le mancasse l’aria.
È un nuovo mondo a cui non è abituata, che non sa come trattare, a cui non sa come abituarsi. Eppure si stringe di più la borsa al corpo - una bella borsa di pelle marrone che si abbina perfettamente alla loro divisa - e comincia ad andare avanti a testa alta, perché lei non è mai stata una codarda, nonostante tutto, e non comincerà certamente ora.
Sa che Blaine la sta aspettando nella sala in cui si erano esibite le Warbler, la prima volta che Courtney si è infiltrata alla Dalton (con poco successo, certo, ma almeno era riuscita a replicare una divisa della Dalton di tutto rispetto) e quindi si dirige lì, ripercorrendo gli stessi corridoi familiari della prima volta.
Quando vede Blaine, seduta sul divano che scherza con Weslie e Josephine si sente meglio, come se avere qualcuno di familiare in tutta quell’ondata di novità le permetta di aggiustarsi. Blaine ha i capelli stretti in una coda - li porta sempre così, anche se Courtney ha visto i suoi capelli sciolti e sono assolutamente stupendi - e le gambe incrociate, porta la gonna della divisa (che Courtney ha sempre pensato sia un po’ troppo corta, ma non ha mai trovato il cuore di lamentarsene quando le permette di guardare le gambe di Blaine in tutto il loro splendore) ma la giacca è stata abbandonata da qualche parte e la camicetta che porta sopra ha i primi due bottoni lasciati liberi.
Courtney sa che, in teoria, non dovrebbe occhieggiare alla sua prima amica lesbica in quel modo (Dio, persino Finn ha capito che ha una cotta mostruosa per Blaine) ma quando l’altra si alza e le getta le braccia al collo, tenendosela stretta e saltellando (facendo aderire i loro seni in maniera perfetta e, davvero, ma lo sta facendo apposta?) Courtney non riesce nemmeno a dispiacersene troppo.
Non succede nulla, ovviamente, lei e Blaine continuano a rimanere solo amiche perché la vita di Courtney è strana così, davvero.
A volte fa male guardare Blaine e desiderarla così tanto (con la sua voce perfetta e i suoi capelli ricci - che lei si piastra ogni giorno, convinta senza alcuna ragione che le stiano male - e le sue gambe che, davvero, una persona così bassina non dovrebbe poter avere gambe del genere) e non poter far altro che guardarla così tanto. Vorrebbe poter allungare una mano ed accarezzarle una guancia, prenderle le dita e stringerle forte sapendo che non è solo un gesto d’amicizia.
Eppure a volte è contenta che lei e Blaine siano solo amiche - o almeno, è contenta di avere Blaine come amica, così fottutamente contenta e riconoscente al mondo per avergliela presentata su un piatto d’argento che non le interessa realmente se sarà costretta a soffrire di una ridicola cotta non corrisposta per tutta l’eternità. E’ grata di averla al suo fiando quando l’abbraccia, accarezzandole i capelli corti, e la tranquillizza; quando va con lei a parlare con Karofsky e tutto quello che Courtney riesce a pensare è che è una follia perché Blaine è ancora più piccola di lei e così fragile e non potrebbe più vivere senza di lei. E invece Blaine rimane ferma davanti a Karofksy e poi la prende per mano e la porta a mangiare qualcosa, sostenendola quando lei crede di non farcela.
Certo, se potesse prenderla e passarle un dito sulle labbra, se potesse sporgersi in avanti e appoggiare la sua bocca sulla sua, forse sarebbe meglio, ma Courtney ha imparato presto a non volere troppo.
E quindi continua a guardarla da lontano, a ridere con lei e aiutarla a mettersi lo smalto anche se tutto quello che riesce a guardare è il modo in cui quella camicia da notte le metta in risalto il seno (e non farebbe mai nulla, ma non c’è nulla di male a guardare quando sono proprio lì, davvero) sperando che Blaine non se ne renda conto.
Dio, l’aiuta persino a fare quella stupida serenata in quello stupido negozio, anche se non vuole fare altro che correre lontano da lì e sbattere la testa contro il muro ripetutamente.
Le tiene le spalle mentre lei piange per essere stata respinta (e Courtney si chiede perché Blaine abbia dovuto dare qualcosa che lei vuole con tanto fervore a qualcuno che non l’ha mai voluta).
«Sai, pensavo che tu volessi cantarla a me… la canzone, dico,» le dice, perché per un secondo ci ha sperato, perché Blaine l’abbraccia ogni giorno e l’aiuta a farsi i capelli ogni mattina e Courtney è completamente innamorata.
Blaine la guarda sconvolta, gli occhi ancora gonfi per il pianto e il naso rosso e un poco screpolata (e Courtney pensa ancora che sia la cosa più bella che abbia mai visto ed è così patetico, maledizione) e si rende conto che l’altra non ci ha mai davvero pensato. Non l’ha mai nemmeno preso in considerazione.
Ride di se stessa e di quell’assurda situazione mentre Blaine si affretta a scusarsi, ed è così mortificata («Oddio io… non so davvero cosa sto facendo, capisci? Io non… non voglio rovinare questo, Courtney,» sta dicendo, guardandola con due occhi da cerbiatto che non dovrebbero essere legali) che lei non può fare a meno di appoggiarsi un poco di più addosso a lei e dirle che non fa nulla. Che va bene.
«E poi ho comunque l’acconciatura alla Meg Ryan, sebbene i tuoi siano un po’ troppo lunghi possiamo fare come Harry ti presento Sally,» dice, perché vuole fare capire all’altra che va tutto bene, che non è cambiato nulla.
Non sa se ci riesce sul serio (perché non va bene nulla ed è cambiato tutto perché ora Blaine sa e Courtney è terrorizzata), ma almeno ci ha provato.
Dopo quella imbarazzante confessione, però, le cose sembrano arrivare ad un certo equilibrio e non è come prima - a volte Courtney trova Blaine che la fissa con uno strano sguardo, come se stia cercando di comprendere un libro di fisica particolarmente complesso - ma è molto di più di quello che si era aspettata, molto di più di quanto aveva mai ottenuto dopo un fallimento spettacolare come quello.
Ci prova anche a lasciare andare Blaine, a guardare le altre ragazze dei Warbler o quella rossina che siede due posti davanti a lei a Francese, ma sebbene veda un sacco di ragazze attraenti nessuna di loro è Blaine. Nessuna di loro è la donna della sua vita, quella con cui poteva immaginarsi a trascorrere il resto della sua esistenza (e sì, magari Courtney era un poco troppo romantica, ferma in un mondo che si adattava più ai film Disney che alla realtà, ma non aveva mai capito perché avrebbe dovuto smettere di credere nel Principe Azzurro - o nella Principessa Azzura nel suo caso).
Quindi rimane a guardare (con la sua cotta fenomenale che non sembra mai scemare, ma si intensifica ogni giorno, come una specie di sadica vendetta per tutte le volte che ha preso in giro Finn sulla sua vita amorosa) mentre Blaine canta e balla e bacia Sam alla festa di Rachel (e davvero? Sam?) mentre Blaine le dice che magari potrebbe essere bi (anche se qui non si limita a guardare perché “Sam? Se credi di essere bi per aver baciato Sam, il ragazzo con la labbra più da donna che mi sia capitato di vedere in giro, allora hai seri problemi”) e a volte pensa che un giorno qualcuno le darà il premio Pazienza dell’Anno.
E poi improvvisamente Blaine la sta baciando e Courtney non riesce nemmeno a capire come ci siano arrivate, ma non le interessa realmente.
«C’è un momento in cui vedi qualcuno,» le ha detto Blaine, i suoi occhi che risplendevano in maniera strana, i capelli stranamente slegati che le ricadevano sulle spalle «e pensi: oh, eccoti, ti cercavo da sempre. Mi hai commosso quando stavi cantando per Pavarotti.»
E Courtney è una persona davvero meschina, ma Dio non potrà mai ringraziare abbastanza Pavarotti per essere morto.
Non cambia molto, a dire il vero. Continuano a camminare troppo vicine per i corridoi della Dalton e Blaine continua ad aggiustarle i capelli e lei l’aiuta a mettersi lo smalto. Solo che ora Courtney può piegarsi in avanti e toccare il seno di Blaine quando vuole - okay, magari no, perché sono comunque tutte e due completamente senza esperienza, ma la prima volta che lo prende tra le mani è un’esperienza incredibile e totalizzante - e può finalmente prendere da parte Marge della loro classe di fisica e dirle di andarsi a cercare un’altra ragazza a cui fare gli occhi dolci perché, sinceramente? Il modo in cui continua ad occhieggiare la sua ragazza con quel mascara messo male è disturbante. E no, tesoro, il viola non è il tuo colore e, anche se lo fosse, non starebbe bene con quello che indossi (okay, magari essere un po’ bastarda le era mancato, ma non era così facile lì alla Dalton dove erano tutte così fottutamente gentili).
Ed è assolutamente meraviglioso il modo in cui Blaine la saluta con un bacio sulla guancia (anche se pericolosamente vicino alla bocca) ogni mattina e il sorriso che le rivolge sotto la cascata di ricci - perché finalmente è riuscita a convincerla a smetterla con la piastra (“rovina i capelli, non lo sai? E io ci tengo particolarmente alla salute di qualsiasi capello, specialmente i tuoi”).
Quando Mercedes le chiede se è felice, Courtney pensa che no, non è felice. È qualcosa di più, molto ma molto di più.