Ecco qua il mio primo (unico?) parto per la fantastica P0rn Fest organizzata da
fanfic_italia!
Titolo: "Urla"
Rating: NC17
Pairing: Lucius/Narcissa
Avvertimenti: PWP all'ennesima potenza
Prompt: sotterranei
La pelle bianca dei suoi seni semiesposti all’aria gelida dei sotterranei è coperta di pelle d’oca, ma non è il freddo a provocarla. L’alito caldo di Lucius sul suo collo è elettrizzante, come le sue labbra che la sfiorano, l’assaggiano, esplorano la curva che scende verso la sua spalla. Lucius dice sempre che ha un collo da cigno, lungo, bianco e sottile, e Narcissa ama lasciare che vi si immerga; Lucius dice sempre che è la più bella di tutte le sue sorelle, e Narcissa ci crede, e si lascia desiderare, cosicché Lucius la ami sempre con quell’impeto, la guardi sempre con la stessa brama ardente, quando riesce ad averla.
Le mani di Lucius sono sui suoi fianchi sottili e premono nella sua carne. Narcissa la immagina arrossarsi sotto le sue dita e sorride, stringendo il capo del giovane al proprio petto. Lucius ha slacciato solo i primi bottoni della camicetta che indossa, quanto basta per scoprire il pizzo del suo reggiseno bianco e rivelare la leggera curva del suo petto. Non è abbondante quanto quello di alcune delle sue compagne, il suo seno, ma a Lucius piace così, e vi affonda il viso, inspirando a fondo il suo profumo.
“Cissy…”
Usa lo stesso soprannome che ha sentito dall’infanzia in bocca a sua madre, alle sue sorelle e alle sue amiche, ma nessuno l’ha mai pronunciato con quella voce, con tanto calore e desiderio. Narcissa si sente sciogliere ogni volta che la chiama in quel modo, e le sue barriere, la sua buona educazione, la sua condotta impeccabile l’abbandonano.
Una delle mani di Lucius scende lungo il suo fianco e le tira velocemente su la gonna da un lato, infilandosi al di sotto. Narcissa trema appena, per un’emozione che non ha nulla a che fare con la paura, e sospira. Le dita di Lucius scivolano leggere sulla sua pelle nuda, avventurandosi sempre più in alto, fino alle sue cosce. È primavera, ormai, i vestiti che porta sono leggeri; solo nei sotterranei fa ancora tanto freddo. Lucius è contento che Narcissa abbia smesso le lunghe collant in favore dei più pratici calzettoni, che le lasciano le gambe scoperte quanto basta perché lui la possa toccare anche in un momento come quello, in mezzo al corridoio.
Le mani di Lucius si spostano verso l’interno, sfiorandola appena attraverso lo strato sottile degli slip, e Narcissa soffoca un nuovo gemito, aprendo un po’ le gambe per istinto. Si sente calda, bollente, e sa che anche Lucius lo sente, e che gli piace. Con entrambe le mani dirige le labbra di Lucius sulle sue e una scossa di delizia esplode nel suo ventre e si spande alle gambe, rendendole incerte, mentre la lingua di Lucius si fa strada nella sua bocca.
Un dito di Lucius si insinua sotto gli slip, accarezzandola piano. Lei è gonfia e lui le apre le gambe un po’ di più, facendosi largo con un ginocchio, mentre un secondo dito si infila oltre la barriera di pizzo. Le carezze di Lucius si fanno più audaci, più invadenti. Preme con maggior decisione tra le sue gambe e il suo corpo si apre, accogliendolo. Le sue dita affondano dentro di lei e Narcissa soffoca i propri gemiti sulle sue labbra, incapace di continuare a baciarlo.
Lucius ritrae la mano, esce da lei, e l’accarezza con un lento movimento circolare delle dita, facendola sussultare, poi le spinge nuovamente dentro, con decisione, e le muove piano dentro e fuori. Ha delle mani bellissime, Lucius, mani da artista, con quelle dita lunghe e curatissime, e le sa usare con maestria. Narcissa si è chiesta quante donne abbia toccato, prima di toccare lei, ma la risposta è semplicemente che non importa, perché nessuna aveva il potere che lei ha su di lui, e Lucius sposerà lei, lei e nessun’altra. Lui spinge le dita più a fondo, aprendola un po’ di più, e Narcissa boccheggia, aggrappandosi alle sue spalle larghe e forti.
“Ti voglio…” le sussurra nell’orecchio, una richiesta che è quasi una supplica ma ha la forza dell’ordine.
Narcissa non dice niente, ma lascia che lui la tocchi, spingendola contro la parete. Il muro alle sue spalle è freddo, ma lei si sente calda e vagamente euforica. Lucius, di fronte a lei, è eccitato, lo sente attraverso i pantaloni neri e la gonna stropicciata che ancora le copre il grembo. Fa scivolare le mani lungo le sue braccia e lo scosta appena da sé, sbottonandogli solo il primo bottone dei pantaloni. È un segnale chiarissimo e lui la fissa intensamente, con quegli occhi metallici che sembrano calamite. C’è gente che dice che il suo sguardo è gelido, ma Narcissa ci vede il fuoco quando sono insieme a questa distanza.
Lucius non toglie la mano da sotto la sua gonna, piuttosto si affretta a slacciare i pantaloni quanto basta perché non cadano, ma affinché lui possa liberare la sua erezione dalla costrizione degli indumenti. Sono nel bel mezzo di un corridoio, in pieno anno scolastico; potrebbero essere scoperti in qualunque momento, il professor Slughorn potrebbe uscire dal suo ufficio e trasformare quel momento nel più imbarazzante della sua vita, o uno dei loro compagni, facendosi una capatina serale fuori dalla sala comune, potrebbe vederli e andare a raccontare in giro ciò a cui ha assistito. L’umiliazione sarebbe terribile, Bella l’ammazzerebbe prima che sua madre possa assordarla con il solo trillo delle sue urla; eppure Narcissa non riesce a pensarci in questo momento, perché il desiderio che ha di Lucius è più forte delle convenzioni e delle apparenze, o almeno lo sarà per qualche minuto ancora.
Lucius l’afferra per i fianchi, ora, e la solleva leggermente, intrappolandola tra il proprio corpo e il muro. Narcissa gli si aggrappa al collo e cerca di sostenersi, cingendogli i fianchi con le sue gambe lunghe. Lucius la bacia con foga, preparando il momento in cui la prenderà, perché un bacio dev’essere intenso se si tratta del preludio a un’esplosione di passione incontrollata, e le sue mani grandi scivolano sotto di lei, afferrando le sue natiche sode e stringendole. Narcissa si sente spingere ancor più contro la parete, tanto che potrebbe sostenersi senza nemmeno molto sforzo, poi Lucius sposta con un movimento abile delle dita il tessuto degli slip ed entra in lei con un colpo deciso.
Narcissa, istintivamente, butta indietro la testa, chiudendo gli occhi. Lucius la fa scendere lungo la sua erezione, la risolleva e di nuovo penetra in lei profondamente. La forza di gravità gli è complice, il suo corpo cede facilmente sotto la sua irruenza e lo sente completamente dentro di lei. Geme silenziosamente e lo sente sibilare un imprecazione, o forse una promessa d’amore, tra i suoi capelli biondi. Spinge, Lucius, spinge con forza, nonostante si possa muovere a malapena, e lo strofinio dei loro corpi così premuti insieme la fa boccheggiare.
Narcissa ansima, e apre gli occhi, cercando di fissare nella sua memoria questa scena. Lucius tiene gli occhi chiusi e la bocca serrata per non far rumore; ha la fronte corrugata per lo sforzo dovuto a quella posizione, e più lo guarda più Narcissa lo trova bellissimo. Il muro opposto non è lontano, e lei ha un’idea: allunga una gamba e con facilità poggia il piede contro la parete. Si affretta a fare lo stesso con l’altra, sostenendosi così tra un lato e quello opposto del corridoio, lasciando Lucius libero di muoversi. Ed è proprio quello che fa. Si ritrae e si spinge con più decisione, facendola gemere ad ogni colpo. La bacia, un fugace ma bruciante contatto di lingue, poi le attacca il collo, succhiandone la base.
Narcissa sente l’ondata di calore attraversarla e le proprie gambe tremare, e sa che sta per venire. Asseconda le spinte di Lucius, ansimando sempre più, arrivando quasi al limite; poi lui pare quasi fermarsi e lei contrae ogni suo muscolo per istinto, quando la sua voce le sussurra nell’orecchio “Urla.”
E Narcissa lo fa. Urla e viene, mentre Lucius si spinge furiosamente dentro di lei, riempiendola, e continua mentre lei ormai è un fantoccio senza forze aggrappato al suo collo, fino a esplodere con altrettanta passione in un gemito rauco.
La sostiene ancora, mentre sussulta piano, lasciandola scivolare con dolcezza sul pavimento di pietra. Narcissa si scosta i capelli dal viso e respira a fondo, riparata dagli occhi del mondo grazie alle braccia di Lucius, che sono appoggiate al muro ai lati del suo viso.
“Pazzo…” sussurra a occhi chiusi, aprendoli poi per sbirciare il suo ghigno soddisfatto, e lo trova lì, mentre una mano è andata a chiudere i pantaloni e ad aggiustare il maglione leggero che lui indossa.
Uno scalpiccio dal fondo del corridoio la riscuote bruscamente. Narcissa si volta di spalle e Lucius si para prontamente dietro di lei, nascondendola quasi allo sguardo di chiunque sia in avvicinamento. Ha il tempo di riabbottonarsi la camicetta e lisciarsi con cura la gonna, prima di sentire la voce ben nota del capo della loro Casa esclamare “Oh, Malfoy, sei tu! Hai sentito gridare qualcuno?”
“No, professor Slughorn,” risponde prontamente il giovane, e Narcissa sorride tra sé, immaginando la sua espressione di sfacciata innocenza.
“Probabilmente si è trattato di Peeves,” fa quindi lei, uscendo allo scoperto con tono pacato, aggiustandosi i capelli dietro un orecchio con naturalezza. “Avrà incrociato il Barone Sanguinario sulla sua strada.”
“Signorina Black,” la apostrofa il professore, aggrottando un po’ la fronte. “Che ci fa in giro da sola con il signor Malfoy per i corridoi a quest’ora? È un po’ sconveniente, non trova?”
“Ma stavamo giusto rientrando,” ribatte Lucius, prendendole la mano, e Narcissa lo guarda felice, sentendosi protetta.
“Oh, certo…” brontola Slughorn. “Ma cerca di dare il buon esempio, Lucius…”
Narcissa osserva l’uomo allontanarsi e tira un sospiro di sollievo.
“Ci hai quasi fatto scoprire,” rimprovera Lucius, fingendosi contrariata.
“Io?” domanda lui, ironico.
Lei gli rivolge una smorfia, e si incammina impettita verso l’entrata della loro Casa. Fa solo pochi passi, prima che Lucius l’afferri per i fianchi e la faccia girare su se stessa, stringendola poi a sé.
“Sei la donna della mia vita,” le sussurra a fior di labbra, e Narcissa gli crede ciecamente, perché Rodolphus non guarda mai sua sorella in quel modo, e Lucius non ha mai guardato un’altra in quel modo, quindi dev’essere così, dev’essere speciale. E poi lo ama troppo per non credere a ogni parola che esce da quella bocca insolente.
“Sposami allora,” ribatte civettuola.
Lucius la fissa e ghigna divertito.
“Mi metterai in una condizione davvero sconveniente, prima o poi,” dice poi Narcissa, allontanandosi dal suo abbraccio caldo a malincuore, ma senza darlo a vedere.
“Ah sì?”
“Già… Pensa se mi ritrovassi in attesa di un piccolo Malfoy prima ancora di avere un anello al dito.”
Lucius non risponde, e Narcissa ci rimane quasi male, per un secondo, finchè non gli sente mormorare “Dammi il tempo di finire quest’anno, Cissy, e poi te lo metterò, quell’anello al dito.”
E Narcissa sorride come non ha mai fatto finora.