Titolo: Hope you don't mind.
Autrice:
sorella_erba .
Fandom: RPF Calcio.
Personaggi/Pairing: Pep Guardiola, Bojan Krkić, Pejan.
Rating: PG 13.
Warning: accenni slash.
Disclaimer: nulla di quanto detto pretende di descrivere la realtà e non vuole essere offensivo in alcuna maniera.
Note: consideriamola una future!fic: Bojan è alla Roma da due anni e Pep, dopo secoli di silenzio, decide di andarlo a trovare. È breve, è scontata ed è forse sciocca. Però ne avevo bisogno. Questo, alla fin fine, è il mio OTP e di conseguenza il mio rifugio.
«Sei un ragazzo buono.»
Di tutte le parole che potesse trovare, Pep ha scelto le meno adatte alla circostanza.
Bojan si è lentamente abituato al silenzio dei due anni che li ha tenuti separati; non accenna a frantumarlo nemmeno con una delle sue risate cristalline e gorgoglianti, sebbene siano sdraiati sul letto della sua casa a Roma. S'intravede il cupolone del Pantheon e il panorama che dà la finestra è esattamente quello che Pep ricorda di aver lasciato, dopo aver preso la decisione di trasferirsi a Brescia.
«Tu sei un uomo che vorrei tanto capire.»
Pep si sistema su un fianco, accoccolandosi con le braccia unite a schermarsi il petto nudo. Gli occhi di Bojan si soffermano un istante sulle mani raccolte, pallide sulle nocche come se stessero sotto l'effetto di una forza a stento reprimibile.
«Non c'è nulla da capire.»
Finalmente si guardano in viso, senza imbarazzi di sorta od ombre di qualsiasi tipo di espressione. Sono facce imperturbabili, serene a primo colpo d'occhio.
«Invece sì,» ribatte Bojan. «Perlomeno, per quel che mi riguarda.»
«Io…» Una delle mani di Pep si stacca dal petto e si posa sulla guancia di Bojan in una carezza timida e leggera. Trema, Bojan lo sente sulla pelle. «Non volevo farti male. E volevo solo che lo sapessi.»
«L'hai fatto comunque. Ma va bene così, Pep, davvero. Va bene così.»
Bojan ritorna a essere il ragazzo dei ricordi più preziosi di Pep: scopre i denti bianchi in un sorriso abbozzato e tenero, stringendo un po' gli occhi verdi. Sulla guancia - eccola là, proprio sul punto in cui è sempre stata - spunta una fossetta appena accennata e Pep ne percorre la lieve, morbida sagoma con la punta di un dito. Gli sorride di riflesso, senza frenarsi in tempo, e quando se ne accorge, abbassa lo sguardo, impacciato.
«Scusami» dice.
Il bacio che si posa sulla sua guancia, irruvidita dalla barba di una settimana, è l'assoluzione a ogni singola colpa che ha confessato in un soffio a stento udibile. Va bene così, allora. Va tutto nuovamente bene.