Titolo: Ora Esatta
Fandom: Originale-'
clockverse'
Rating: G
Scritta per: La
minidisfida di Halloween di
Criticoni.
Prompt: zucche
Ognissanti
In cima al camino, ore 20:00
E così è Hallowe’en, la festa di Ognissanti.
Una notte di leggenda e mistero, che per alcuni segna l’unico giorno in cui i defunti tornano sulla terra.
A volte mi domando cosa voglia dire vivere o morire.
Io esisto, penso, sono, ma non vivo.
Il movimento continuo del pendolo non può essere scambiato per il battito di un cuore, eppure risponde agli stimoli di un motore simile. Il ticchettio è il mio respiro, il mio battito di ciglia.
Non ha importanza, in realtà.
Assiso sulla mensola del camino come un ospite d’onore sorveglio il soggiorno: è presto per l’albero di Natale, ma in un angolo è sorto da quasi una settimana un piccolo orto di zucche intagliate, dalla più grande alla più piccola, delle dimensioni di una mela.
Ghignano e strabuzzano gli occhi ciechi contro il gatto di famiglia, intento a farsi le unghie sul pouf, il divano sul quale è gettato un plaid in fantasia scozzese, un bambino biondo accoccolato nel plaid, che si succhia il dito e osserva curioso il gatto.
Il felino sembra intuire le intenzioni pericolose del marmocchio, quindi dopo un’ultima sonora grattata scatta giù dal pouf lasciandosi dietro la scia e piccoli fiocchi di pelo fluttuanti.
“Mamma?”
La madre - giovanissima, con i capelli scuri e lucidi - torna in soggiorno con pezzo di torta alla zucca.
“Eccomi, Charlie.”
Si siede sul divano accanto al bambino e gli dà un bacio, poi gli porge il piatto col dolce. Porta istintivamente l’altra mano al ventre appena cresciuto, con un gesto teneramente protettivo.
“Stasera arrivano i nonni, sei contento?” commenta, accarezzando i capelli del bimbo.
Charlie fa sì sì e sgrana un bel sorriso, poi si dedica tutto concentrato al dolce.
Così questa sera avrò il privilegio insperato di rivedere il vecchio Charles.
In tutti questi anni si è tenuto lontano da me, ha trovato ogni scusa per evitarmi.
Ora non potrà sottrarsi.
Proprio la notte di Ognissanti Charles porterà con sé in questa casa l’ultimo saluto di chi ormai è polvere, insieme alla gioia stranita di chi è vivo per celebrare gli scomparsi.
Ma questa volta non è affare mio.
Accoccolato sulla mensola del camino osservo la piccola famiglia crescere e fiorire, aprirsi a nuove prospettive, accogliere nuovi membri - il più giovane è ancora microscopico e invisibile.
Osservo Charles e Angela serenamente invecchiati - Charles è tutto grigio, Angela ha delle rughe che non sottraggono nulla al suo fascino fanciullesco - giungere carichi di regali e sorrisi.
Osservo Charles, che si guarda intorno per abitudine, cercando la fonte del lento rintoccare.
Sono io, Charles, sono qui.
Puoi guardarmi, puoi persino avvicinarti, non ti farò del male.
Vedo il dubbio saettare attraverso il tuo viso maturo, costringerti ad aggrottare le sopracciglia.
Voglio darti una tregua, Charles.
Mi fermo.
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“Charles?” Angela si acciglia a vedere l’espressione del marito. L’uomo sta guardando con sospetto la pendola sul camino, il cui pendolo ha improvvisamente smesso di muoversi.
Nell’attimo di silenzio che segue, si sente la porta della cucina aprirsi e richiudersi, poi un tonfo rovinoso: Peter è tornato da fuori con dei ceppi per il camino e osservando la scena li ha lasciati cadere.
“Scusami papà, ci penso io,” dice, avvicinandosi al camino per nascondere la pendola. Sa che suo padre non sopporta la vista di alcun orologio.
Charles resta interdetto per un attimo, poi la sua fronte si spiana. Sorride, persino.
“Lascia perdere, Peter, non ha importanza.”
Un attimo dopo è come se non fosse mai accaduto niente.
Charlie si lancia in braccio al nonno, Angela si siede con Chris e le chiede come prosegua la gravidanza, Peter prende nota di portare la pendola nel suo studio e provare ad aggiustarla.
Domani, magari.
Per ora, si festeggia Hallowe’en.