Ho Messo Via

Jan 07, 2010 16:18


Fandom: Originale - Racconto Sovrannaturale;
Pairing: Charles/Hikaru;
Rating: Pg15;
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale;
Beta: Narcissa63;
Summary: La storia di due vampiri, Hikaru e Charles, tra passato e presente.
(Scritta per la community The Soft Nightmare e per Narcissa63).

Dedicata alla mia carissima Cissy, perché - anche se noi ci amiamo tanto - i nostri Vampiri non fanno che litigare come una vecchia coppia di coniugi, e in qualche modo dovevo rimediare XD
Inoltre la ringrazio per il betaggio come sempre fenomenale ^__^

DISCLAIMER: Personaggi, luoghi citati e quant’altro appartengono a me, quindi serve il mio esplicito consenso per usarli; sono tutti miei tranne Charles de Temperance, che è di proprietà di Narcissa63, la quale ne detiene i pieni diritti e me l’ha “prestato” per l’occasione

Ho Messo Via

Ho messo via un po’ di illusioni
che prima o poi basta così
ne ho messe via due o tre cartoni
comunque so che sono lì.
Ho messo via un po’ di consigli
dicono è più facile
li ho messi via perché a sbagliare
sono bravissimo da me.*

Il vociare eterogeneo degli avventori, le note ritmate di un brano punk-rock ed il ronzio dei macchinari elettrici creano un brusio di sottofondo che ti rilassa e ti fa sentire parte del mondo, immerso nel suo calore e nella sua quotidianità, mentre stai seduto nell’ angolo più nascosto di una caffetteria affollata, con la sola compagnia di un buon libro e di una tazza di thè verde che non berrai.
«Ti piace ancora immergerti tra i mortali, eh Hikaru?» una voce dolorosamente familiare ti riscuote dalla tua lettura. Avevi già avvertito la sua presenza, ovviamente. Sin da quando ha messo piede in città, il battito del suo cuore ha cantato per te come una sirena, ma evidentemente sperare che passasse oltre e ti ignorasse era una mera utopia.
«Charles de Temperance» scandisci bene il suo nome e ne riassapori il gusto agrodolce, lasciando che dopo secoli rotoli sulla tua lingua.
Alto quasi due metri, magro e muscoloso. I suoi occhi sono due stralci di cielo al crepuscolo ed i capelli dorati gli ricadono come un velo sulle spalle ampie. Il volto ha i tratti volitivi e decisi di una statua greca ed il collo di un morbido dolcevita bianco fa capolino dal bavero di uno sgargiante cappotto rosso. Il tuo Master non ha perso il vizio di farsi notare… come se un uomo della sua stazza non attirasse già a sufficienza l’attenzione!
«I Sonetti di Shakespeare?» nota lui, osservando la copertina del volume che tieni ancora tra le mani.
«Pensavi di trovarmi a leggere il Genji Monogatari?»* ribatti atteggiando il volto ad una maschera inespressiva.
«Più che altro Memorie di una Geisha. So che ti piacciono le cose moderne» le labbra di Charles s’incurvano beffarde.
«Pensi di restare in piedi per molto?» chiedi, ignorando volutamente le sue parole. Detesti che qualcuno torreggi su di te.
«Non riesci ad essere più cortese?» sbuffa il tuo Master accomodandosi di fronte a te.
Vederlo con quegli abiti moderni addosso ti fa una strana impressione, anche se sai come abbia sempre conformato il suo aspetto alle mode locali od a quelle del secolo in cui si trovava a vivere. L’unica cosa che ha seguitato comunque a portare con sé, attraverso i tempi, è il suo spadone, cimelio del suo passato da Cavaliere Templare e per questo, fuggevolmente, ti chiedi dove l’abbia lasciato ora.
«Certo che ci riesco, semplicemente non voglio esserlo» rispondi con un sorriso amabile.
Il suo viso si accende di qualcosa che sembra puro affetto: «Non sei cambiato per niente» constata, per nulla turbato.
Il tuo sguardo si perde tra la folla, mentre la frase che ti sussurrò al vostro primo incontro, così tanto tempo fa che ti pare si tratti di un’altra vita - e forse, in un certo senso, è proprio così - risuona nella tua testa.
«Vivrai per sempre»
Ricordi come se fosse ieri il suo abbraccio che ti aveva ghermito in una morsa, non lasciandoti nemmeno il tempo di sguainare la katana. Lui, l’Oni* che stava decimando la città di Kyoto, ti aveva sillabato quelle parole all’orecchio, prima di azzannarti il collo e banchettare con il tuo sangue.
Avevi perso i sensi ed a risvegliarti era stato il sapore del suo, di sangue, che ti scivolava in gola, denso, ferroso e maledetto… irresistibile. Aveva acceso il tuo corpo di vita e di una nuova consapevolezza di te stesso.
Tutto era diventato più nitido e, d’un tratto, colori, suoni, odori e percezioni tattili erano divenuti talmente vividi da essere violenti. Ed il sangue... il sangue aveva vorticato nelle tue vene, infiammando il tuo corpo di bisogno.
Ma Charles era venuto in tuo soccorso, i suoi baci avevano placato la tua ansia ed il suo sangue la tua fame. Ti eri abbandonato tra le sue braccia, fremente ed esigente come un bambino, e lui si era impossessato del tuo corpo, scatenando in te un piacere ed una brama che non avevi mai provato.
Il mondo ti aveva aperto le sue porte, potevi fare tutto e potevi essere tutto, la notte era la tua amica più fidata ed il giorno, all’improvviso, ti era ostile. Scoprire i tuoi poteri era stato un gioco entusiasmante, ma la Fame ti colpiva ad ogni risveglio e ti rodeva come un tarlo. Eri diventato un mostro.
Eri quindi stato costretto ad abbandonare la tua famiglia - la tua giovane moglie, tua madre e la tua sorellina, che dipendevano da te - ed il tuo lavoro, gettando disonore sul tuo stesso nome.
«Non potrai vederle mai più».
«Non puoi impedirmelo».
«Certo che posso, sono il tuo Master. Fino a quando non sarai forte quanto me, dovrai ubbidire ad ogni mio ordine».
Lo avevi odiato con tutto te stesso per quelle parole, non potevi perdonarlo per averti trasformato. Eppure la sua presenza era il tuo unico conforto, e ti sentivi spezzare in due da quei sentimenti opprimenti e contrastanti. Non avevi potuto fare altro che attendere e tentare di fuggire quando la frustrazione diventava eccessiva.
«Esco».
«Dove vai?»
«A caccia».
«Non stai dimenticando qualcosa?»
«Di cosa parli?»
«Voglio che, tutte le volte che ti allontani da me, tu mi dia un bacio».
Solitamente non ti faceva pesare il suo potere di Master, ma a volte - quando avvertiva che stavi tentando di prendere le distanze da lui - ideava questi piccoli ricatti, ricordandoti chi comandasse tra voi due.
Il suo sangue, che avrebbe potuto renderti più forte, era divenuto un dono proibito e ti rimase un solo modo per accrescere i tuoi poteri: assassinare più umani e dissanguare altri Vampiri.
Allora eri troppo inesperto per riuscire a controllarti e nessuno ti aveva mai spiegato che, con uno sforzo di volontà, avresti potuto cibarti di più vittime, lasciandole tutte in vita. Ti ci era voluto parecchio tempo per comprenderlo e, quando te ne eri reso conto, il tuo rancore nei suoi confronti era aumentato ulteriormente. Certo, avevi ucciso delle persone anche quando eri mortale, ma si trattava di nemici o criminali, non di gente ignara ed innocente.
Charles ti aveva ripetuto spesso che bere sangue era una questione di sopravvivenza; ora, come Vampiro, eri in cima alla catena alimentare, tutto lì. Ma lui era cristiano, non scintoista, non poteva capire il valore che il tuo popolo dava ad ogni vita sottratta, anche alla più infima.
Anno dopo anno, decennio dopo decennio, la situazione si era fatta sempre più insostenibile. I litigi erano continui e, ad ognuno di essi, seguivano pesanti silenzi, mentre voi vi trinceravate nel vostro orgoglio. Intanto, però, i tuoi poteri si erano accresciuti ed, infine, avevi preso quella che ti era sembrata la decisione migliore, per entrambi.
«Me ne vado»
«Dove?»
«Ancora non lo so».
«E quando tornerai?»
«Non tornerò stavolta. Sayonara, Charles».
Sei certo che non potrai mai dimenticare il suo ultimo bacio, così tremante, così addolorato… sapeva di lacrime non versate.
Se solo fossi stato più maturo, avresti potuto capire meglio quello che il tuo Master provava.
Se fossi stato meno egoista, avresti compreso subito che ti aveva trasformato perché si sentiva solo.
Se fossi stato meno prevenuto, ti saresti reso conto che con le sue parole - in apparenza così secche e fredde - cercava solo di proteggerti ed evitarti nuovi dolori.
Se fossi stato più coraggioso, avresti deciso di affrontare la situazione, anziché gettare la spugna e fuggire.
Charles ti accarezza il viso con il dorso delle dita, richiamando la tua attenzione, ed i tuoi occhi s’incatenano ai suoi, pregni di una muta domanda.
“Mi odi ancora? Potrai mai perdonarmi?” sembrano chiedere.
«Hai intenzione di fermarti qui per molto?» lo interroghi.
Ti sei trasferito in quella piccola città per passare più tempo con Septienne, il tuo Novizio, ma tre Vampiri cominciano ad essere troppi per quel posto; almeno uno di voi dovrà andarsene.
La sua mano si scosta dal tuo volto, come se all’improvviso bruciasse, e tu comprendi di averlo inavvertitamente ferito, così ti affretti ad aggiungere: «Pensavo di fare un viaggetto a Parigi. Immagino non ti dispiacerebbe rivedere la tua terra natia» ed il suo sguardo così sorpreso ti strappa un lieve sorriso.
Forse, dopotutto, non è troppo tardi per rimediare a certi errori.

Mi sto facendo un po’ di posto
e che mi aspetto, chi lo sa,
che posto vuoto ce n'è stato, ce n'è, ce ne sarà.
Ho messo via un bel po’ di cose
ma non mi spiego mai il perché
io non riesca a metter via te.*

FINE.

*La strofa d’introduzione e quella conclusiva sono prese dalla canzone di Luciano Ligabue che da il titolo a questa storia.
Il “Genji Monogatari” non è altro che “Genji il principe splendente”.
Gli Oni sono creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni e agli orchi occidentali.

Spazio Autore: Se volete saperne di più su Hikaru Ryu, vi consiglio di leggere “ Who Wants to Live Forever” oppure di venire a trovarci su The Soft Nightmare.

Potete trovarlo anche su:
EFP;
Fire&Blade;
Marauders Archive;

personaggio: hikaru ryu, personaggio: charles de temperance, autore: hikaru ryu, racconti

Previous post Next post
Up