Titolo: I tuoi occhi su di me
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash, Junior!Era
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: //
Note: Scritta per la
think_fluff “Aranciata” e
24ore con il prompt “Buffo”
WordCount: 451
fiumidiparole **
Kei aveva sempre pensato a Yabu come ad un ragazzo buffo. Lo faceva sempre ridere e poi si preoccupava sempre per lui.
Era strano.
A volte si avvicinava, a volte rimaneva per i fatti suoi a fissarlo, altre volte lo respingeva e poi sembrava pentirsene, tornando da lui chiedendogli scusa.
Gli piaceva, nel complesso.
Gli piaceva quando si avvicinava e non lo guardava negli occhi e arrossiva.
Gli piaceva quando voltava di scatto la testa e Kei scopriva che lo stava fissando. Allora gli sorrideva e il rossore sulle guance di Yabu aumentava ancora di più.
Si divertiva allo “Ya-Ya-Yah” con loro. Rideva sempre. Era sempre felice.
E a volte pensava che si divertiva così tanto specialmente perché c’era Yabu. Lui con la sua stupidità, lui come delle frasi strane, lui che gli offriva il gelato dopo le riprese perché sapeva che gli piaceva mangiare il gelato nei pomeriggi estivi.
Oppure quando si ritrovavano solo loro due, durante l’ora di pranzo e di tanto in tanto il più grande tirava fuori dallo zaino delle lattine di aranciata e gliele porgeva, dicendogli che per sbaglio ne aveva comprate due al conbini.
Era quella gentilezza che rendeva Yabu affascinante e buffo, allo stesso tempo.
Allora lui chinava leggermente la testa, ridendo e prendeva la lattina, iniziando a berla a lunghi sorsi e Yabu si lamentava, preoccupato, che gli sarebbe andata di traverso se avesse continuato a berla in quella maniera.
Ma Kei lo ignorava, perché, sotto sotto, le attenzioni di Yabu gli facevano piacere e sapeva che non avrebbe mai avuto voglia di rinunciarci.
Anche quel giorno poggiò la sua lattina di aranciata sul tavolo e Yabu al suo fianco si agitava sulla sedia, senza che Kei comprendesse il motivo.
Poi Kei sentì la mano di Yabu sulla sua, mentre la stringeva debolmente. Si voltò verso di lui, stupito, come per chiedergli che cosa stesse facendo e allora Yabu iniziò a balbettare qualcosa che il più piccolo non comprese.
Infine lo sentì prendere fiato.
« Mi piace stare con te Kei. » iniziò piano.
Kei sussultò, perché fino a quel momento si erano chiamati solo per cognome e lui non comprendeva perché il suo cuore avesse iniziato a battere così forte nel suo petto.
« Io… volevo sapere se vuoi metterti con me. Perché mi piaci. Tanto. » concluse cercando di non perdere il suo filo di discorsi immaginario.
E Kei non fece altro che sorridere, abbracciandolo di scatto. Era talmente emozionato che riuscì solo ad annuire con vigore.
Fine