Titolo: The first and last love
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Takaki Yuya x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash, AU!
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Perché nulla nel suo cervello era normale. Perché niente andava per il verso giusto e lui lo sapeva ma non riusciva a fare nulla per raddrizzarle.
Note: Scritta per la
24ore con il prompt “Mi conosci davvero?” e per il
mmom_italia.
WordCount: 1967
fiumidiparole **
Yuya stava rientrando a casa. Era uscito dieci minuti con suo fratello, giusto il tempo per andare a comprare le sigarette alle macchinette automatiche vicino casa.
Il più piccolo si divertiva sempre ad infilare le monetine dentro la macchinetta e quel giorno sarebbe stato felice. Yuya aveva finito i soldi della paghetta settimanale e aveva dovuto racimolare e cercare spiccioli in tutta casa.
Era arrivato al costo di un pacchetto per pura fortuna.
Yuri gli stringeva la mano e Yuya sentiva la sua mano, incredibilmente piccola e calda, stretta nella sua, così grande.
Nella mano libera il più grande stringeva fra le dita una sigaretta e si guardava intorno, cercando di fingere che tutto quello fosse normale, quando in realtà sapeva che non lo era.
Perché nulla nel suo cervello era normale. Perché niente andava per il verso giusto e lui lo sapeva ma non riusciva a fare nulla per raddrizzarle.
Sbuffò una nuvola di fumo, stringendo inconsapevolmente la mano di Yuri nella sua. Gli piaceva la sua pelle, il suo calore, il suo profumo.
Per avere solo quattordici anni, Yuri si curava, forse troppo avrebbe detto la gelosia nel suo cuore.
E lui, che ormai di anni ne aveva appena compiuti diciotto, sapeva che tutto quello doveva rimanere sigillato nel suo cuore e nella sua mente, perché non poteva più andare avanti in quella maniera e lo sapeva bene.
Continuò a tenere gli occhi fissi davanti a lui, cercando di ignorare il bambino accanto a lui che saltellava, felice.
Rientrati in casa, Yuya si stiracchiò. Si tolse le scarpe e, ricordandosi per l'ennesima volta che non c'erano i genitori a casa, si diresse verso il freezer, tirando fuori la scatola del gelato.
Si buttò sul letto della sua stanza, accendendo la televisione e mangiando. Yuri si sedette sul letto accanto a lui. Da quando si era accorto che per il più piccolo provava sentimenti decisamente poco consoni per un fratello maggiore, Yuya detestava dividere la stanza con lui e cercava di rimanere fuori casa il maggior tempo possibile.
Ovviamente quel giorno non era stato possibile. I suoi erano andati ad Osaka a trovare dei parenti e gli avevano affibbiato il fratello che, senza offesa, sapeva perfettamente badare a sé stesso.
Gli gettò una lieve occhiata. Yuri era seduto sul ciglio del letto, già in pigiama, le gambe leggermente divaricate e i palmi aperti, appoggiati sul lenzuolo.
Yuya sospirò di nuovo.
Accavallò le gambe, impedendosi di pensare troppo a lui e cambiò nervosamente canale alla televisione.
Yuri lo guardò e gli sorrise. Poi si stese accanto a lui, appoggiando la testa sul braccio steso.
Il ragazzo si irrigidì, cercando di spostarsi, ma senza successo. Yuri rimaneva appiccicato a lui.
Nervoso, appoggiò il gelato sul comodino, osservando l'ora sull'orologio digitale. Mancava poco all'una di notte. Il bambino doveva già essere a dormire, pensò girandosi su un fianco.
« Yuri, perché sei così vicino? Il tuo letto è più grande. » cercò di dirgli.
Ma il più piccolo non colse, o decise di non cogliere, e, sempre ad occhi chiusi, gli sorrise, scuotendo la testa.
« Sto bene accanto al mio onii-chan. » gli disse solo e Yuya si sentì quasi male a quell'affermazione.
« Sì, ma... »
« E onii-chan? Mi vuole bene? »
« C-Certo che ti voglio bene, che domande stupide. » borbottò Yuya stringendolo a sé chiudendo gli occhi.
Si morse un labbro, fermando la mano fra i suoi capelli, accarezzandoli debolmente, mentre si diceva che ancora pochi secondi e lo avrebbe cacciato nel suo letto.
Ma Yuri era decisamente di un altro avviso. Si sistemò ancora più vicino, facendo aderire i loro corpi.
Yuya inghiottì.
« Y-Yuri, devi andare nel tuo letto. Non è normale essere così vicini, lo sai? » brontolò ancora.
« Perché? Sei mio fratello. Posso farti quello che voglio. »
Yuya sbuffò. Cercò di allontanarsi, ma il più piccolo si sedette sopra di lui. Lo guardò per qualche secondo prima di stendersi su di lui, abbracciandolo e poggiando ancora la testa sulla sua spalla.
« Yuri, adesso basta. » esclamò a voce alta il più grande, il respiro già più pesante.
Yuri iniziò a baciargli le guance, lentamente. Yuya socchiuse gli occhi, le braccia immobili lungo i fianchi.
Sentiva qualcosa dentro di lui muoversi e pregò intensamente che non fosse l'inquilino del piano di sotto anche perché sarebbe stato abbastanza difficile spiegare a Yuri perché gli fosse diventato improvvisamente duro.
« Come quando eravamo piccoli. » continuò Yuri, imperterrito, avvicinandosi sempre di più alla bocca del fratello maggiore.
« Appunto, come eravamo piccoli. » replicò afferrandolo per i fianchi e spostandolo di peso, rigettandolo sul materasso « Ora siamo grandi, tu sei mio fratello e non possiamo fare queste cose. »
Yuri si alzò a sedere, incrociando le gambe e fissandolo storto. Yuya non sapeva che cosa aveva in mente il ragazzino con tutta quella messinscena di pessimo gusto, ma era deciso a non dargliela vinta.
« Yuri, che cosa vuoi? » ripeté di nuovo.
Il più piccolo si avvicinò a lui e nascose la faccia nell'incavo del collo, odorandolo lentamente e continuando a baciarlo. Le sue piccole mani nel frattempo si muovevano dei suoi fianchi alle sue spalle, stringendole leggermente.
Yuya sentiva i battiti del suo cuore raggiungere velocità quasi disumane e cercò di contenersi, mentre il corpo del più piccolo aderiva maggiormente al suo e sentiva le sue mani muoversi contro la sua pelle nuda.
« Yu-Yuri, smettila. »
« Fermami tu, se vuoi perché non ho intenzione di farlo. » sussurrò all'orecchio.
Yuya fremette nel sentire il fiato di Yuri dentro il suo orecchio e lo afferrò per i fianchi, stringendoli con forza. Lo sentì gemere e Yuya socchiuse ancora gli occhi.
Il più grande mosse timidamente le mani sul suo piccolo corpo, sfiorandogli la pelle candida e muovendo la bocca verso il suo volto, baciandolo. Le labbra di Yuri erano morbide e piccole proprio come si era immaginato e sentirle contro le sue lo fece eccitare ancora di più.
Lo strinse con ancora più forza, facendolo sdraiare sul materasso e stendendosi in ginocchio fra le sue gambe dischiuse, continuando a baciarlo e a toccarlo, mentre i gemiti di Yuri si facevano sempre più alti.
All'improvviso il più piccolo si alzò sui gomiti e appoggiò i palmi della sua mano contro il petto del più grande, spingendolo all'indietro. Yuri si inginocchiò davanti a lui, slacciandogli i pantaloni e stringendogli in una mano l'erezione già dura.
Yuya ansimò, serrando gli occhi. Quello in realtà non stava accadendo per davvero. Non si stava eccitando perché suo fratello minore lo stava toccando.
Cercava di auto convincersi, ma fu tutto inutile. La mano del più piccolo continuava a muoversi velocemente su di lui, mentre lo osservava. Yuri gli sorrideva leggermente, mentre la sua mano a volte rallentava per poi riprendere velocità.
Yuya lo osservava e sentire il suo sguardo addosso lo fece eccitare sempre di più. Gemette poi, quando le labbra di Yuri si posarono sulla punta, succhiando e leccandolo lentamente.
Yuya si lasciò andare, iniziando a muovere i fianchi contro la sua bocca, sentendo come tutta la sua erezione usciva ed entrava dentro di lui, mentre sentiva la sua lingua che lo toccava e le sue mani che si stringevano contro i suoi fianchi per tenersi in equilibrio.
Yuri sentì fremere e gemere il fratello e fu in quel momento che si staccò. Yuya gemette, nervosamente e lo guardò storto.
« Sei bravo per avere solo quattordici anni. » borbottò geloso.
L'altro scosse le spalle.
« Ho fatto un po' di pratica con Yamada - kun. Nei bagni della scuola. » ammise il più piccolo sorridendogli « Vedo che alla fin fine, non mi conosci davvero così tanto. »
Yuya sentì le guance arrossarsi e lo spinse con la schiena sul materasso, osservandolo negli occhi.
« Hai... anche fatto sesso con lui? » mormorò a voce bassa, poco desideroso in realtà, di conoscere la risposta.
« No. » negò l'altro « Volevo che la mia prima volta fosse con il mio onii-chan. » ammise senza guardarlo.
Dentro di sé Yuya si sentì felice. Erano mesi che desiderava quel momento, erano mesi che desiderava il suo corpo e che desiderava sentire il proprio corpo toccato da quello del più piccolo.
Lo spogliò del tutto, iniziando a masturbarlo a sua volta, alternando mano e bocca, osservando il volto del più piccolo distorto dal più piacere.
Ad un certo punto la sua lingua scivolò oltre l'erezione, leccando sensualmente la sua apertura, iniziando a penetrarlo lentamente con le dita e con la lingua, mormorandogli di non preoccuparsi troppo.
Rimase a lungo ad abituarlo perché la sola idea di fargli male lo atterriva. Fu solo quando sentì la voce del più piccolo incitarlo ad andare oltre, si decise.
Sfilò del tutto il pantaloni e si sdraiò sul materasso, facendo adagiare Yuri sopra di lui, iniziando a penetrarlo.
Osservò il volto del più piccolo, sussurrandogli dolcemente di non preoccuparsi, mentre lo toccava per fargli dimenticare prima il dolore, fino a che non fu del tutto dentro di lui. Asciugò delicatamente le lacrime del più piccolo, rimanendo a lungo dentro di lui per permettergli di abituarsi ancora una volta, iniziando a spingere delicatamente.
Lentamente le spinte dentro il corpo di Yuri si fecero sempre più veloci, fino a che il più piccolo non gli venne in una mano e Yuya non si svuotò dentro di lui.
Yuri si accasciò contro il corpo del più piccolo, scivolando poi accanto a lui e stringendosi a lui, in cerca di coccole.
Yuya sentì le lacrime spingere contro gli occhi mentre lo abbracciava e rimase in silenzio, mordendosi un labbro.
« Yuri... » mormorò dopo qualche minuto « Noi... è stato uno sbaglio, lo sai vero? »
Il diretto interessato non si scompose più di tanto e aprì gli occhi, osservandolo.
« Onii-chan... ti è piaciuto fare sesso con me? » domandò piano.
« Eh? Sì... certo. Io... sì mi è piaciuto. » balbettò imbarazzato.
« Ti è piaciuto di più o di meno di quando lo fai con Yaotome - kun? » chiese poi.
Yuya si alzò di scatto, arrossendo.
« Tu... che ne sai di lui? » domandò mentre il panico si diffondeva in lui.
« Perché tu e lui siete così scemi da fare sesso quando io sono in casa. Pensate che io dorma, ma i tuoi gemiti sono così alti che mi svegliano sempre. »
« Oh... »
« Comunque. Non mi hai risposto Yuya. » continuò il più piccolo.
« …Mi è piaciuto di più con te. Ma io... ti amo e... » si interruppe, non sapendo come continuare la frase.
« Anche io ti amo Yuyan. Ti amo da anni. Io ti voglio, come mio fidanzato. » replicò Yuri alzandosi a sedere
« Non possiamo. Davvero Yuri. Tu... sei mio fratello. »
« Mi ami. Non conta questo? » esclamò a voce alta aggrappandosi alle sue spalle e osservandoli con gli occhi lucidi.
« Non basta. Perché siamo fratelli e tutto questo non porterà a nulla di buono, lo sappiamo tutti e due. »
« Io non lo so onii-chan. Non... » schioccò la lingua innervosito « Dammi una possibilità. Io posso farti felice. E tu puoi fare felice me. Lo so che possiamo essere felici, ti prego. » si asciugò nervosamente le lacrime « Ti prego, non farmi questo. »
Yuya lo abbracciò, stringendolo a sé con forza, ascoltando il rumore dei suoi singhiozzi soffocati contro la sua spalla.
Avrebbe voluto fare qualcosa, qualunque cosa. Ma non riusciva a pensare. Aveva il cervello vuoto.
Una parte di sé gli diceva che sarebbero stati scoperti, che avrebbe solo sofferto. Un'altra parte gli diceva che era giusto essere felici con la persona che si amava.
Scivolò stretto a lui sotto le coperte.
« Adesso non pensarci Yuri. » mormorò piano al suo orecchio « Adesso dormiamo, che è tardi. »
« Yuya... voglio una risposta. »
Ma Yuya rimase in silenzio. Voleva solo godersi gli ultimi momenti che aveva a disposizione.
Quello che sarebbe accaduto da lì a poco, in fondo, non aveva importanza. Amava Yuri e lo avrebbe amato per il resto della sua vita.
Fine.