Titolo: Fight at amusement park
Fandom: Ninkyo Helper
Pairing: Izumi Reiji x Takayama Mikiya
Rating: R
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Odiava litigare con Reiji. Specialmente per le sciocchezze.
Note: Scritta per il
mmom_italia con il prompt “Voyer” del set Federica e per la
diecielode con il prompt “Discordia”
WordCount: 690
fiumidiparole **
Mikiya si lasciò andare stancamente sul letto della propria stanza. Sbuffò, osservando il soffitto. Era stanco di stare da solo.
Gettò un'occhiata distratta all'orologio. Izumi doveva essere tornato dal lavoro con suo padre da più di un'ora. Lo sapeva che avevano litigato, ma gli poteva almeno mandare una mail dove lo rassicurava dicendogli che era tornato vivo e vegeto dalle trattative con gli altri gruppi yakuza.
Sbuffò di nuovo.
Odiava litigare con Reiji. Specialmente per le sciocchezze.
Mikiya riconosceva che aveva esagerato con i capricci l'ultima volta che erano stati al luna park insieme, ma insomma!
Era la prima volta che Mikiya ci andava ed era del tutto su di giri. Reiji poteva assecondarlo un altro po' invece di tirare fuori le sue solite stronzate sul fatto che era il figlio di un boss della yakuza e che non doveva eccitarsi per le prime idiozie che trovava.
Mikiya ci era rimasto male e avevano smesso di parlarsi.
Adesso che ci ripensava, dopo quasi una settimana che non si parlavano, riconosceva che era stato infantile prendersela in quel modo. Da parte di entrambi.
Quella mattina era entrato di nascosto negli alloggi del fidanzato e aveva lasciato sul suo cuscino un biglietto, intenzionato a fare pace. Non era in grado di tenergli il broncio per molto tempo.
Era sempre lui il primo che chinava la testa, ma non gli importava. Sapeva come era fatto il fidanzato. L'importante era non dargliele tutte vinte.
Stava ancora pensando a quanto ci avrebbe impiegato Reiji, che bussarono alla sua porta.
Sorrise maliziosamente nel vedere il fidanzato sulla soglia. Le sue mani iniziarono mollemente a giocare con l'elastico della tuta che indossava.
« Reiji? » chiese solo.
Il più grande accennò un sorriso divertito, rigirandosi fra le dita il biglietto che Mikiya gli aveva lasciato quella mattina.
« Quando sono uscito dalla doccia ho trovato questo sul letto. » iniziò « “Buono per osservare il tuo bellissimo fidanzato mentre se la fa a mano. Utilizzabile solo una volta.” » lesse, sempre più divertito « E' sempre valido? »
Mikiya fece una faccia perplessa, mentre le dita scivolavano dentro il pantalone e guardò di nuovo l'orologio.
« Mh... ti aspettavo quasi un'ora fa ma... direi che per te posso fare un'eccezione. » concluse togliendosi i pantaloni e rivelando un'erezione già dura « Sai, mentre ti aspettavo pensavo a te e questo è il risultato. »
Reiji si morse un labbro. Avrebbe voluto saltargli addosso, ma per quella volta avrebbe assecondato i capricci di Mikiya. Chiuse la porta dietro di sé, abbandonandosi contro di essa.
Osservò la mano di Mikiya muoversi lentamente su e giù e Reiji sentì qualcosa dentro di sé iniziare a contorcersi.
Accavallò le gambe, cercando di non farsi notare, ma purtroppo per lui il più piccolo se ne accorse, aumentando così il ritmo della propria mano su di sé.
Venne poco dopo nella sua mano e Reiji sentiva il proprio fiato farsi sempre più pesante e fu in quel momento che Mikiya si alzò in ginocchio, afferrandolo per un braccio e tirandolo verso di sé.
Il più piccolo gli tolse velocemente i pantaloni, liberando l'erezione dura di fronte ai suoi occhi. Lanciò uno sguardo seducente al più grande.
« Prendilo come una nuova offerta di pace, che ne dici? » domandò poi prendendoglielo in bocca.
Reiji non riuscì a rispondere, ma si limitò ad afferrargli i capelli e a dettare immediatamente il ritmo della bocca e della lingua di Mikiya contro di sé. Era troppo eccitante quel ragazzo che, con la sua ingenuità e stupidità lo aveva tutto circuito.
Gli venne in bocca, senza troppe cerimonie e Reiji si accasciò sul letto, stremato. Poi si alzò su un fianco, osservando Mikiya che si stendeva accanto a lui.
« Dovremo litigare più spesso, lo sai? » commentò il più piccolo divertito.
« Dipende. Tutte le tue richiese di pace sono così? »
Mikiya scosse le spalle, socchiudendo gli occhi.
« Ti amo. » rispose solo.
Reiji lo circondò con le braccia, stringendolo a sé.
« Ti amo anche io. »
Rimasero in silenzio per qualche minuto.
« Quindi la prossima volta mi accompagni sulle montagne russe? » domandò Mikiya.
Il più grande sbuffò e, senza rispondere, annuì. Tanto, in un modo o nell'altro, Mikiya riusciva sempre a spuntarla.
Fine.