Titolo: Immaginando te
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yamada Ryosuke
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Avrebbe voluto urlare Ryosuke. Avrebbe voluto urlare per estirpare dal suo corpo tutta quella sofferenza, sofferenza che non si meritava.
Note: Scritta per la terza giornata del “Carnevale delle Lande” indetta da
momenti_perduti e per la
khorakhane_ita con il prompt “C'è una lacrima che nessuno mi sa disegnare”.
WordCount: 899@
fiumidiparole Prompt fillato: “[Hey! Say! JUMP] Dopo il concerto del DVD 2008/09, e il tentativo di Chinen di baciare Yuya. ” di
vogue91 **
Si sentiva soffocare, come se tutta l'aria fosse stata improvvisamente aspirava via dai polmoni. Si appoggiò contro un appendiabiti, gli occhi fissi sul piccolo schermo che trasmettevano tutto quello che succedeva sul palco.
Yamada non riusciva più a guardare, a tenere gli occhi aperti. Si guardò intorno, cercando degli occhi amici, ma Daiki era sul palco, accanto a Chinen e Yuya.
Avrebbe voluto urlare Ryosuke. Avrebbe voluto urlare per estirpare dal suo corpo tutta quella sofferenza, sofferenza che non si meritava.
Aveva sempre fatto il suo dovere e non capiva perché il destino si abbattesse su di lui in maniera tanto crudele.
Perché lo aveva fatto innamorato di Chinen, perché lo ossessionava con lui quando sapeva che non avrebbe mai potuto farlo suo come realmente desiderava? Si odiava per quell'inutilità e si odiava perché non poteva fare niente per smettere di amarlo.
Lo aveva davanti quasi ogni giorno e ogni mattina si svegliava dicendosi che quello sarebbe stato il giorno giusto, quello in cui avrebbe guardato Chinen e non avrebbe provato niente per lui.
Eppure tutte le sere tornava a casa, devastato da quella vicinanza che era una lama a doppio taglio. Chine era sempre al suo fianco, ma allo stesso tempo era lontano. Il suo corpo era accanto a lui in ogni momento della giornata, ma la sua testa, il suo pensiero e i suoi occhi erano con Yuya.
Ovunque esso fosse. Era sempre con lui, anche quando era fisicamente impossibile.
E Yamada non poteva fare a meno di raccogliere le briciole, perché a quello lui era destinato.
Era destinato a guardarlo, a sognarlo, a desiderarlo, ma senza poterlo mai toccare. Ogni volta che allungava la mano, che tentava di farlo suo, Chinen si dissolveva in una nuvola di fumo, per riapparire poco lontano da lui, stretto invece a Yuya.
E in quel momento, durante un concerto, durante una delle tappe più importanti, Yuri aveva osato.
Si era alzato sulla punta dei piedi per raggiungere le labbra del più grande. Si era avvicinato e Yuya lo aveva respinto solo perché si trovavano su un palco. Altrimenti sarebbe andata a finire come finiva tutte le volte che il più piccolo lo provocava.
Come quando, poco tempo prima, dopo le prove aveva sentito i gemiti di Yuya e Chinen sotto la doccia, coperti malamente dal rumore dell'acqua.
Li aveva sentiti e non era più riuscito ad entrare. Li aveva immaginati, i loro corpi avvinghiati e bagnati dall'acqua, le loro labbra che si cercavano, famelica, le loro mani che sfioravano posti che per Yamada era sempre stati preclusi.
Li aveva immaginati mentre facevano sesso. Era un incubo frequente ormai e non riusciva più a dormire con la dovuta serenità.
Li sognava e sperava, ogni volta, di poter essere al posto del più grande, ma ogni volta si limitava ad essere uno spettatore, a cui non è possibile intervenire. Come quel giorno sotto le docce.
Li aveva solo sentiti. E come sempre non aveva potuto fare altro.
Portare a termine il concerto fu difficile, ma ci era riuscito. Alla fine non era rimasto per più di due minuti a festeggiare con gli altri ed era scappato a casa.
Si era chiuso nella sua stanza, mentre i pensieri di Yuri nudo, mentre magari in quel momento era ancora sotto il getto dell'acqua a fare sesso con Yuya, lo tormentavano.
Si appoggiò alla porta di casa, si abbassò velocemente i pantaloni, afferrandosi l'erezione già dura a solo quei pensieri.
Immaginava Chinen, la faccia distorta dal piacere mentre Yamada lo penetrava, sentendolo caldo intorno a sé. Immaginava il ragazzo che gemeva al tocco della sue mani, immaginava di poterglielo prendere in bocca, di poterlo sentire gemere e urlare. Immaginava le sue spinte, profonde dentro al suo corpo, mentre gli chiedeva di continuare, di farlo ancora più suo.
Yamada gemette a voce alta, prima di venire nella sua stessa mano. Scivolò a terra, portò le gambe a petto e vi nascose la faccia.
Pianse a lungo, anche se nessuno dei suoi avrebbe mai saputo della sua sofferenza, del suo dolore.
Piangeva, ma nessuna di quelle lacrime sarebbe mai stata disegnata.
**
Erano passate settimane da quando Yamada si era masturbato pensando a Chinen. Quella storia doveva finire, quelle immagini doveva scomparire dalla sua testa o, ne era sicuro, sarebbe impazzito.
Eppure non poteva farci nulla. La tensione sessuale che c'era fra Yuya e Chinen lo distraeva dai suoi stessi pensieri.
Li guardava e li vedeva vicini, mentre quasi per caso una mano di Yuri finiva sulla gamba di Yuya oppure il più grande lo abbraccia, sussurrandogli chissà che cosa all'orecchio.
Erano là, felici di quella felicità di cui Yamada si sentiva invece privato. Erano là, davanti ai suoi occhi, testimone di una realtà a cui lui non era permesso accedere.
Si sfogò, come accadeva fin troppo spesso negli ultimi tempi, con Daiki.
Daiki lo consolava, Daiki gli asciugava le lacrime, Daiki lo toccava, Daiki lo scopava.
Ed era l'unica cosa che sentiva di poter fare Yamada. Chiudersi fra le braccia di un'altra persona, illudersi del suo amore, sperare con lui le cose potessero finalmente un giorno cambiare.
Anche quella notte Yamada guardò Daiki, addormentato dopo estenuanti ore di sesso selvaggio.
Era steso tranquillamente nel suo letto, accanto a lui, rilassato e, sperava, felice. Si avvicinò alla schiena nuda del più grande, baciandolo dolcemente. Gli sfiorò il volto, i capelli e il collo.
Sorrise, sentendo il mostro nel petto calmarsi lentamente.
Socchiuse gli occhi, mentre la sofferenza si placava, permettendogli finalmente di fuggire da quella realtà.
Chiuse gli occhi, addormentandosi.
Senza nemmeno accorgersene, stringeva nella sua la mano di Daiki.
Forse il giorno in cui si sarebbe svegliato e avrebbe guardato Chinen senza provare più niente, stava finalmente arrivando.
Fine.