[Hey!Say!Jump] I have to risk my life to protect your smile

Feb 18, 2012 21:16

Titolo: I have to risk my life to protect your smile
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei ; Yaotome Hikaru x Takaki Yuya
Rating: PG
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Era arrabbiato, come mai gli era capitato di sentirsi in vita sua.
Note: Scritta per il terzo giorno di “"Carnevale delle Lande" indetto da momenti_perduti e per il COW-T2 di maridichallenge con il prompt “Indecisione”
WordCount: 2165@fiumidiparole

Prompt fillato: “[Hey! Say! JUMP] Inoobu, dopo le riprese del PV di Mayonaka no Shadow Boy” di vogue91

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Yabu entrò dentro la sua stanza del dormitorio sbattendosi la porta alle spalle. Era furioso, senza alcun dubbio ed era raro che perdesse le staffe.

« Cosa ti è saltato in mente? » urlò senza nemmeno preoccuparsi di abbassare la voce.

Kei, seduto sulla sedia della scrivania di Hikaru, il suo compagno di stanza, rimase in silenzio, senza rispondere.

« Perché ti diverti così tanto a mettermi in imbarazzo? Perché? Perché non riesci a capire che certe volte esageri e che non devi dire queste cose? » urlò ancora.

Era arrabbiato, come mai gli era capitato di sentirsi in vita sua. Tremava dalla rabbia e vedere Kei con la testa china sul petto e, soprattutto, in silenzio, lo faceva innervosire ancora di più.

« Mi vuoi rispondere? Tutto quello che fai è mandare all'aria i miei forzi per fingere che vada tutto bene e che fra noi non ci sia niente? Perché devi fare così? » esplose alla fine.

Si tolse con gesti nervosi le scarpe, il giacchetto e il maglione. Era nervoso, nervoso perché sembrava che a Kei non importasse nulla di loro e che cercasse solo pretesti per farlo arrabbiare.
Kei continuò a rimanere in silenzio e in quel momento la porta del bagno si aprì. Entrambi fissarono un imbarazzato Hikaru, in accappatoio, che non guardava nessuno dei due.

« Scusaci. » disse solo Yabu « Pensavo tu fossi nella stanza di Yuyan. » scosse la testa, sospirando « Non volevamo disturbarti. »

Hikaru si morse un labbro, poi guardò Yabu, a disagio.

« N-No sono tornato in camera perché ero stanco. Se mi date il tempo di vestirmi, vi lascio da soli. »

« Tranquillo. » commentò Yabu « Io me ne stavo andando. » prese un'altra volta il giacchetto e, senza infilarselo, lasciò la stanza, sbattendo un'altra volta la porta dietro di sé.

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Hikaru fissò interdetto la porta e poi spostò lo sguardo su Kei, sempre seduto sulla sua sedia ad occhi chini. Aveva le braccia incrociate al petto e si mordeva un labbro, tipico segno del più grande di quando si tratteneva dallo scoppiare a piangere.
L'altro sospirò, infilandosi un paio di boxer e il pantalone della tuta. Prese la sedia di Yabu e si avvicinò a Kei, prendendogli le mani.

« Yabu non voleva alzare la voce con te. » disse piano, cercando un contatto con gli occhi che non trovò « E' nervoso, lo sai che dà di testa quando... quando gli dici certe cose. » si limitò a dire, cercando di ricordarsi che cosa avesse detto di così eclatante Kei per farlo sbottare in quella maniera.

« Kota si preoccupa sempre di quello che possono pensare gli altri, ma intanto non si preoccupa mai di quello che posso provare io. » mormorò Kei con voce strozzata « E' sempre un “Pensa agli altri” o un “Non dobbiamo farci scoprire” oppure un “Stai esagerando, stammi lontano”. » tirò su con il naso « E lui non capisce che per me è difficile comportarmi come lui, perché io a differenza sua non sono un pazzo psicotico che vede complotti ovunque. » esclamò a voce alta alla fine senza più riuscire a trattenere le lacrime.

Hikaru sospirò, di nuovo e lo abbracciò. Rimasero così per un po', mentre sentiva i singhiozzi di Kei nell'orecchio e il suo corpo scosso che tremava. Gli batté un paio di volte la mano sulla schiena, per poi limitarsi ad accarezzargli i capelli.
Dopo un po' gli appoggiò le mani sulle spalle, allontanandolo leggermente.

« Sono convinto che Yabu ti ama. E tutto quello che fa lo fa per proteggerti. Sai che da quando Jin è stato mandato in America due anni fa lui è terrorizzato. So che non è sufficiente, ma... lui ti ama. Ha solo un modo contorto per dimostrarlo. Sono convinto che quando tornerà si sarà già dimenticato di tutto. Solo che tu devi aiutarlo, so che non ti piace, ma provaci. »

Kei annuì lentamente, continuando a mordersi il labbro, poi si asciugò gli occhi.

« Vuoi rimanere qua fino a che non torna? Il giro del quartiere non dura poi così tanto. » scherzò Hikaru sorridendogli.

« Grazie Hikka. » mormorò piano il più grande buttandosi sul letto di Yabu.

Hikaru finì di vestirsi e per un po' continuarono a rimanere in silenzio. Il più piccolo sentiva lo sguardo di Kei lungo la sua schiena e quando si voltò, lo trovò che effettivamente lo stava guardando.

« Kei, c'è qualcosa che non va? » domandò.

« No. E' solo che non hai ancora ricevuto una mail di Yuyan. Avete litigato? »

« Scusa? »

« Ogni volta che non state insieme vi mandate un sacco di mail. Come durante il promotional video di “Dreams come true”. Abbiamo girato in due giorni diversi e per tutto il tempo tu eri attaccato al cellulare. » scosse le spalle « Mi sembra strano che in più di un'ora non vi siate detti nulla. »

Hikaru sospirò. Perché Kei, nonostante l'apparenza, doveva essere così terribilmente perspicace?
Scosse la testa, non voleva pensare a quello che era accaduto nemmeno due ore prima, poco prima dell'arrivo di Yabu e Kei.

« Nulla, tranquillo. »

Kei rimase in silenzio per qualche minuto.

« Hikka, sai che con me puoi parlare sempre. Non ti sei fatto problemi quando... » esitò una manciata di secondi « Quando sei venuto da me a dirmi di essere innamorato di Yabu. Ti sono sempre stato vicino e tu mi hai sempre aiutato, come prima. Sai che... io ci sono sempre. »

Il più piccolo scosse la testa, sorridendo leggermente. Non credeva di poter mai raggiungere un livello più basso di quando si era confidato con Kei si essersi innamorato del suo fidanzato.
Aveva giurato, dopo quel giorno, che avrebbe cercato di essere più forte, ma nonostante tutto si ritrovava ancora ad aver bisogno di lui.
Parlava bene con Kei. Si aveva sempre la sensazione che stesse con la testa altrove, ma Hikaru sapeva che in realtà lo stava veramente ascoltando e stava pensando a come aiutarlo.

Ma quella che stava sentendo sanguinare in quel momento era una ferita ancora aperta, una ferita che non riusciva a chiudere e il solo pensarci lo faceva stare male.
Rimase in silenzio, sulla sua sedia, indeciso se parlare o meno, indeciso se mostrargli ancora una volta quel lato debole di sé stesso che non riusciva a mandare via.
Aveva paura che parlandone tutto quello diventasse realtà. Aveva paura che svelandogli tutto, quello che credeva essere solo un sogno, un incubo per la precisione, avrebbe finalmente assunto una sorta di tangibilità.
E non sapeva se sarebbe stato in grado di sopportarlo.
Kei aspettò, rispettando la sua indecisione, cogliendo nei suoi occhi una paura e una sofferenza che non gli aveva mai visto.
Nemmeno quando lo abbracciando piangendo e chiedendogli scusa di essere innamorato di Yabu lo aveva visto soffrire in quella maniera.
Era stato difficile per entrambi andare avanti, ma, nonostante tutto, il loro rapporto di amicizia era diventato ancora più solido e Kei aveva visto Hikaru che, lentamente, si riprendeva da quel colpo e tornava ad essere felice.
Aveva sempre immaginato che Yuya non lo avrebbe mai fatto soffrire e, per un secondo, sentì di essere arrabbiato con l'altro. Che cosa poteva aver mai fatto di così sconvolgente Yuya per rendere Hikaru così insicuro?

Attese ancora, in silenzio. Nell'aria non si sentiva nessuno e nei corridoi non c'era probabilmente più nessuno, complice l'ora tarda che ormai si era fatta. Gettò uno sguardo all'orologio da polso e sospirò.
Yabu non accennava a fare ritorno.

« Kei... io e Yuya ci siamo lasciati. Questa sera, dopo le registrazioni del promotional video. »

Il più grande si alzò di scatto a sedere, sbarrando gli occhi e sicuro di aver capito male.
Hikaru si limitò ad annuire, più a sé stesso forse che verso Kei e si morse un labbro.

« Mi ha detto... che da un po' si frequenta con Chinen. Che lo ama. Che con lui è felice. » annuì di nuovo e di nuovo sentì quel malessere, quello stesso malessere che lo aveva colpito anni prima, divorargli il petto « Sì, lui... sai... forse non sono stato bravo io a dimostrargli il mio amore. Si deve essere sentito mettere da parte e quindi... è andato a cercare altro. E quindi adesso sta con Chinen. »

Kei continuava a fissarlo a bocca aperta, senza riuscire a dire nulla. Poi si alzò e lo abbracciò. Lo strinse a sé e per un bel pezzo all'intero della stanza di sentivano solo i singhiozzi di Hikaru, soffocati nel maglione di Kei.

**

Quando Yabu rientrò, la stanza era immersa nel buio. Trovò la cosa scontata data che erano le due passate.
Era rimasto a rimuginare in un bar per tutta la sera e parte della notte, cercando di calmarsi e cercando di trovare le parole adatte per scusarsi.
Odiava litigare con Kei, odiava vederlo piangere, odiava vederlo soffrire sapendo che tutto quello che cercava di fare era invece renderlo felice. Sospirò, togliendosi silenziosamente le scarpe e si diresse lentamente verso la scrivania, accendendo la piccola luce che vi si trovava sopra.
Osservò Kei, addormentato nel letto, con una gamba scoperta e un braccio che sfiorava a terra. Aveva la bocca leggermente aperta e dormiva profondamente. Nell'altro letto invece Hikaru era raggomitolato sotto le coperte e si mosse leggermente, osservandolo.

« Non volevo svegliarti. » sussurrò piano, un po' in colpa.

« Non dormivo, tranquillo. » si alzò ed effettivamente Yabu lo trovò vestito con dei jeans e una felpa « Andiamo, devo parlarti. »

Yabu annuì, senza dire nulla. Infilò nuovamente le scarpe e lo seguì nei giardini interni. Si sedettero su una panchina, mentre c'era solo un leggero vento a fargli compagnia. Hikaru accavallò le gambe, senza guardarlo e Yabu non osò iniziare nessuna conversazione. Il più piccolo non gli sembrava dell'umore più adatto.

« Koppi, devi smetterla. Smetterla di trattare così Kei, smetterla di prendertela per ogni cosa, smetterla di... » Hikaru sentì gli occhi lucidi, ma non voleva che Yabu se ne accorgesse « Smetterla di darlo per scontato, perché non è detto che lui ci sia sempre, ad assecondare ogni tuo capriccio. Devi smetterla di pensare solo a te stesso, inizia a pensare anche a come si sente lui quando dai di testa, come questa sera. »

Yabu rimase in silenzio, ascoltando Hikaru che continuava a parlargli e a rimproverarlo e non poteva dirgli assolutamente nulla. Aveva ragione su tutta la linea. Non poteva dire niente a sua discolpa, non poteva dire nulla per scusarsi con il fidanzato, perché Hikaru aveva fottutamente ragione.
Aveva esagerato, aveva affondato troppo quel coltello e se ne era pentito amaramente. Ma non bastava toglierlo e tamponare la ferita, ne era consapevole. Non bastava andare da Kei e scusarsi e promettergli che non avrebbero mai più litigato.
Aveva esagerato e se Kei gli avesse detto che non voleva più vederlo, avrebbe avuto ragione.

« Mi dispiace. » disse solo con voce flebile « Ho aggiunto altri problemi ai tuoi, decisamente più importanti dei miei. »

Hikaru si portò le gambe al petto, sospirando e sbattendo più e più volte la fronte sulle ginocchia.
Si sentiva stanco, improvvisamente privo di forze, come se qualcuno avesse staccato la spina e non ci fosse nessuno che l'avrebbe più attaccata alla corrente.

« Prima... » iniziò nervoso Yabu « Ho parlato con Yuya. Ero andato da lui per sfogarmi e invece mi ha detto quello che è successo fra di voi. »

« Non ne voglio parlare Koppi. Ne ho già parlato con Kei e non... » prese fiato « Non penso di poter riuscire a parlarne di nuovo. Non adesso per lo meno. »

« Lo so e ti capisco. Sappi che sei uno degli amici migliori che io potessi avere e che mi dispiace per come siano andate le cose con Yuya. Io vorrei solo la tua felicità, sempre. »
ammise piano.

Yabu, nonostante fosse passato già qualche anno da quando Hikaru si era dichiarato, continuava a sentirsi in colpa per quel rifiuto. Continuava ad immaginare gli occhi pieni di tristezza di quel bambino che gli era sempre stato accanto e il non poterlo ricambiare lo aveva distrutto.
Aveva visto il sorriso di Hikaru sparire e solo con Yuya era tornato a vederlo. Aveva sperato con tutto il cuore di non vederlo mai più soffrire e invece se lo ritrovava ancora davanti, devastato.
Hikaru gli diede una poderosa pacca sulla spalla, ridacchiando e cercando di sdrammatizzare.

« Non è colpa tua se sono uno sfigato, Koppi. » si limitò a dire, anche perché non aveva le forze per continuare « Io voglio solo che Kei non soffra come me. Io so che lo ami, so che tu faresti di tutto per lui, ma ti chiedo solo di dimostrarglielo meglio. Perché non sempre lui lo capisce. »

Yabu annuì ancora, distogliendo lo sguardo. Aveva ancora molto da lavorare, lo sapeva, ma nonostante tutto la salita che gli si presentava davanti, non lo spaventava.
Avrebbe percorso con Kei, mano nella mano, quella salita impervia e, con lui al suo fianco, non si sarebbe mai lasciato andare a momenti di indecisione.

Fine.

challenge: carnevale delle lande, challenge: cow-t2, pairing: yabu x inoo, fandom: hey!say!jump, pairing: yaotome x takaki

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