Titolo: It's my fault
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei
Rating: R
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: […] « Tu e Yuya... c'è qualcosa e lo sai bene. Quindi, te lo ripeto anche adesso, smetti di vederti con lui o giuro che in breve tempo tutti quanti sapranno della nostra relazione. »
Note: Scritta per il COW-T2 di
maridichallenge con il prompt “ricatto”
WordCount: 1183 @
fiumidiparole *°*
Quella sera Yabu Kota aveva bevuto decisamente troppo. Così come era troppo il livello di alcol nelle sue vene, altrettanto alta era la sua rabbia nei confronti del fidanzato.
E così, da solo in un bar vicino casa, aveva iniziato a bere, senza riuscire più a fermarsi, anzi, incoraggiato da altri quotidiani frequentatori del bar, non era più riuscito a fermarsi, fino a che non era crollato sul bancone, senza nemmeno riuscire ad alzare la testa.
**
Yabu si sentì scuotere leggermente per una spalla. Scostò la mano, borbottando qualcosa, senza aprire gli occhi. Gli facevano male.
La mano si poggiò nuovamente sulla spalla, ma questa volta non trovò la forza di toglierla. Mosse lievemente il capo, continuando a rimanere comunque fermo. Sentì qualcuno che gli alzava il braccio e poi un altro braccio, probabilmente di quell'inopportuno che era andato a disturbarlo, passargli intorno alla schiena, cingendolo, cercando di tenerlo fermo.
Aprì gli occhi quando si sentì alzare. Accanto a lui c'era Kei, con in volto un'aria decisamente contrariata. Il più piccolo si sforzò di fare un sorriso al barista e lo trascinò, con fatica, verso l'uscita.
« Dai, il taxi è arrivato. » mormorava piano Kei continuando a trasportarlo.
L'aria fredda gli colpì il volto con violenza. Non aveva nemmeno un cappotto dato che era uscito prima di cena, con un diavolo per capello, intenzionato comunque a tornare poco dopo.
Invece fuori era buio pesto, quindi notte fonda. Non c'era nessuno lungo la strada, se non loro, il taxi e qualche altra macchina che passava casualmente per il quartiere residenziale di Ueno.
Yabu vide, senza riuscire a metterlo completamente a fuoco, un uomo uscire dal taxi e aiutare Kei. Si sentì buttato sdraiato nel sedile posteriore e la portiera chiusa contro i suoi piedi.
Kei si sedette davanti.
Li sentì mormorare qualcosa, ma Yabu non riusciva a capire quello che dicevano e la testa era d'altronde pesantissima.
Ricadde nuovamente addormentato.
**
In casa si sentì già meglio. Riusciva almeno a tenere gli occhi aperti e a rimanere eretto sulla poltrona in camera.
Vide Kei buttare sul letto il suo pigiama e poi avvicinarglisi. Si inginocchiò davanti a lui, togliendogli prima i calzini, poi i pantaloni.
Yabu ridacchiò e afferrò Kei per le spalle, tirandolo su di sé.
« Stai cercando di eccitarmi, Kei - chan? »
L'altro lo guardò, freddamente, e si scansò dalla sua presa. Senza dire altro gli infilò i pantaloni del pigiama, poi gli tolse il maglione e la maglietta.
Ignorando il suo silenzio, Yabu lo prese per i fianchi, costringendolo comunque a sedersi su di lui.
« Kota, che cosa vuoi? Ho sonno, voglio andare a letto. » si lamentò l'altro cercando di scendere, ma senza successo.
« Io voglio te. Adesso. »
« Poche ore fa non volevi nemmeno vedermi e adesso vuoi addirittura fare sesso? Sei ubriaco, parlare con te è inutile. »
« Non sono così ubriaco Kei - chan. E non essere così freddo con me. Non vedi? Davvero, ho voglia di fare sesso »
Kei spostò lo sguardo verso il sesso di Yabu, visibilmente duro fra le sue gambe. Si morse un labbro, ma lui non era ubriaco e quindi si ricordava bene del loro litigio.
Non avrebbe ceduto.
Cercò di scendere, ma ancora una volta le mani di Yabu si artigliarono intorno alla sua vita, impedendogli di alzarsi.
« Kei - chan... insomma, perché fai così? » borbottò il più grande poggiando la testa sul petto di Kei, per poi risalire lentamente e annusargli la pelle del collo, baciandola lievemente.
Kei socchiuse gli occhi, ma s'impose un certo ritegno. Gli allontanò la testa, guardandolo in faccia.
« Faccio così perché abbiamo litigato e tu sei andato via di casa urlando come un folle. Ecco perché mi comporto così. »
L'altro si limitò a ridacchiare.
« Ah già. Tu mi hai accusato di avere una storia con Yuyan. » rise ancora più forte e Kei sentì il volto andare in fiamme dalla rabbia.
« Sì. Perché io a differenza tua non sono un visionario. » esclamò « Tu e Yuya... c'è qualcosa e lo sai bene. Quindi, te lo ripeto anche adesso, smetti di vederti con lui o giuro che in breve tempo tutti quanti sapranno della nostra relazione. »
« Questo è un ricatto! » protestò Yabu alzando pigramente la testa e fissandolo negli occhi.
« Vedila come ti pare. Io sono disposto a lasciarti andare con quel... »
Kei s'interruppe. Yabu si era alzato in piedi, tenendolo in braccio e lo spinse sul letto, salendo sopra di lui.
Yabu lo fissò, con un lieve ghigno e l'alito che puzzava di alcol.
« Kota, smettila immediatamente, io non ho voglia e tu sei ubriaco. E poi stiamo litigando. »
« Mh... quale modo migliore per fare pace? » sussurrò prima di baciarlo e di alzargli la maglietta per toccargli il petto.
« Yabu, lasciami immediatamente. Sei ubriaco e io voglio andare a letto. »
« Mh... ma io... »
Improvvisamente Kei alzò la mano, tirando uno schiaffo in pieno volto a Yabu che cadde al suo fianco.
Irritato, Kei si voltò verso di lui e lo vide ridacchiare ancora. Poi, nel giro di pochi secondi, cadde addormentato.
Il più piccolo sbuffò, lasciandosi ricadere sul materasso e massaggiandosi la fronte con le dita. Osservò l'orologio, che segnava le quattro del mattino, poi tornò a guardare Yabu.
Forse era davvero un visionario nell'immaginarsi quella relazione fra Yabu e Yuya. Effettivamente quel pomeriggio aveva dato in escandescenza per nulla.
L'università era stata più stressante del normale, in più aveva litigato con sua sorella. Al rientro a casa aveva visto Yabu seduto sul divano, mentre Yuya aveva appoggiato la testa sulle sue gambe, mentre guardavano entrambi la televisione. Era una puntata dello Shounen Club, dove Yabu e Yuya si prendevano in giro.
Kei era rimasto a fissarli per meno di una manciata di minuti, poi era esploso, Yuya era letteralmente scappato via e aveva iniziato a litigare con Yabu, arrabbiandosi sempre di più.
Poi Yabu era uscito di casa e... tutto il resto era anche troppo vivido nella sua testa.
Sospirò di nuovo.
Sì, aveva davvero esagerato, sia con Yuya che con Yabu. Si alzò in piedi e finì di mettere il pigiama a Yabu, poi lo trascinò sotto le coperte e si cambiò a sua volta, stendendosi al suo fianco.
Socchiuse gli occhi e cadde addormentato a sua volta.
**
La mattina dopo Yabu si alzò con un tremendo mal di testa. Kei al suo fianco non c'era e si disse che era stato un vero imbecille.
Kei era solo stressato, non c'era bisogno di aggredirlo così tanto e non c'era nemmeno bisogno di farsi riportare a casa ubriaco e di molestarlo.
Entrò in cucina, dove trovò la colazione già fatta con un biglietto.
Sono all'università.
Scusami per ieri. Ho sbagliato.
Dimentica tutto quello che ho detto.
Ti amo.
Yabu sorrise e si sedette, iniziando a mangiare. Gettò un'occhiata all'orologio, era quasi ora di pranzo e, effettivamente aveva ancora fame.
Prese il telefono, per mandare una mail a Kei, chiedendogli se aveva voglia di pranzare insieme, per passare un po' di tempo solo loro due.
La risposta arrivò immediatamente ed era affermativa.
Felice di aver chiarito quel piccolo malinteso, Yabu andò a farsi velocemente una doccia: Kei era un tipo piuttosto puntuale e non voleva arrivare in ritardo al loro piccolo appuntamento.
Fine