Autrice: Simphony
Titolo: Gomen
Fandom: Arashi - Hey!Say!JUMP
Genere: Slash
Avvertimenti: One - Shot
Pairing: Ohno Satoshi; Chinen Yuri
Introduzione: Lui non stava con Ohno. Probabilmente non lo considerava nemmeno. Eppure... si sentiva così... tradito.
Wordcount: 842 @
FiumiDiParolePrompt:
90. Immagine **
Quella mattina Ohno si era svegliato abbastanza presto. Era sabato e aveva la giornata libera.
Voleva rilassarsi, magari avrebbe passato la giornata a dipingere, dato che gli era stata affidata una nuova mostra per quell'anno.
Aveva deciso di lasciare un po' da parte la pesca, nonostante la sua passione, per dedicarsi a quella nuova occasione.
Non avrebbe visto così spesso i suoi amici, ma alla fine, non contava. Se aveva davvero voglia di vederli, lo avrebbe fatto in un modo o nell'altro.
Tornò nel salotto, dopo aver controllato di avere tutti i colori, i pennelli, i diluenti per togliere, mescolare i colori o pulire la tavolozza e gli attrezzi.
Si avvicinò al gas. Nino gli diceva sempre che gli sarebbe convenuto comprarsi una macchinetta del caffè invece di utilizzare la solita caffettiera, antica, che gli aveva regalato sua madre quando si era trasferito a vivere da solo.
Versò il caffè nella tazza grande, aggiunse delle zollette di zucchero sul piattino e poi ci mise anche un goccio di latte.
Portò la tazza al tavolo, accanto al telecomando. Poi lo prese, accendendo il televisore sul telegiornale del mattino. Allungò la mano verso la credenza e prese i biscotti.
Aveva fame.
Si sedette. Stava per inzuppare il primo biscotto, affamato, quando sentì il campanello suonare.
Era tentato di ignorarlo, chiunque esso fosse, ma il suono si fece più frenetico. Sbuffò e andò ad aprire.
Rimase stupito quando, di fronte a lui, si trovò Chinen, ansimante e con dei fogli stretti in una mano.
« Chinen - kun! » esclamò sorpreso « Cosa ci fai qua? »
« E' vero? » gli chiese solo il più piccolo.
« Cosa? »
« E' vero che stai con Ninomiya - kun? » esclamò a voce alta Chinen, mostrandogli dei fogli stampati dove si parlava della loro cena qualche giorno prima.
Il più grande non rispose. Chinen si morse un labbro. Sembrava che stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro.
« Entrai dai. Stavo facendo colazione. Così parleremo più tranquillamente. »
Chinen annuì. Entrò lentamente, guardandosi intorno. Lo seguì in cucina, dove si sedette su una sedia, abbastanza lontana da quella dove si sarebbe dovuto sedere Ohno.
« Vuoi qualcosa da mangiare? O da bere? Una tazza di caffé? » domandò poi.
« … del caffè, grazie. »
L'altro eseguì, senza dire nulla. Chinen avrebbe voluto sotterrarsi. Non sapeva che cosa gli era passato nella mente quando si era ritrovato davanti a casa sua, a suonare il campanello, devastato.
Lui non stava con Ohno. Probabilmente non lo considerava nemmeno.
Eppure... si sentiva così... tradito.
Era come se qualcuno avesse infilato una mano nel suo petto e gli avesse strappato il cuore.
Aveva sempre cercato di ignorare come Ohno e Nino fosse due calamite, sempre appiccicati insieme, sempre abbracciati o altro.
Eppure... non riusciva a pensare a niente di concreto.
« Sai Chinen. » iniziò Ohno sedendosi davanti a lui, prendendo la propria tazza di caffè e porgendogli la sua « Io e Nino siamo sempre stati compatibili. Io non invado i suoi spazi, lui mi lascia la libertà che sento di necessitare. Lui è geloso, io invece lo sono molto poco. Lui è intelligente e io stupido. » rise, da solo « Quindi ci siamo innamorati. Ma è successo molti anni fa, non è recente. Quella è solo una delle tante serate in cui siamo usciti da soli. »
Chinen chinò lo sguardo, osservando la tazza stretta fra le sue mani. Capiva che cosa gli stava dicendo, lo capiva bene.
Era stato un idiota nel pensare di poter suscitare in lui qualche interesse. Era un bambino per lui.
13 anni di differenza. Era semplicemente un ragazzo innamorato di lui, che lo ammirava come artista e lo amava come uomo.
Capiva che Ohno invece amava Nino. Ma era troppo doloroso sentire quella verità detta proprio da lui.
« Già. Io... non so... cosa mi sia passato per la testa. » ammise alzandosi in piedi e dirigendosi velocemente verso la porta.
Ohno lo fermò sulla soglia.
« Mi dispiace. Ma sappi che per qualunque cosa, puoi chiamarmi. Io ci sarò sempre, come amico. »
« Grazie. Davvero. » mormorò Chinen, cercando di metabolizzare tutto quello che gli era stato detto.
Ohno gli sorrise e gli si strinse il cuore. Non voleva farlo preoccupare, perciò finse un sorriso a sua volta.
« Magari qualche volta potremo uscire per una birra. Tu, io, gli Arashi e i tuoi compagni. »
« Certo. Perché no? Ora vai a casa e riposati. Avrai avuto una settimana pesante. »
Gli mostrò un sorriso un po' più sincero e lasciò la casa, leggermente sollevato.
Ohno fissò la porta chiusa e sospirò. Era stato difficile. Aveva sottovalutato i sentimenti di Chinen e lo aveva ferito.
Ma per lui... era come un fratellino. Nulla di più.
Qualcuno lo abbracciò, da dietro. Si strinse in quell'abbraccio e si voltò per baciare Nino, appena sveglio.
« E' stato difficile? » domandò l'altro, assonnato, contro le sue labbra.
« Un po'. Ma andava fatto. »
Nino annuì e si diresse in cucina.
« Prendo il caffè. » borbottò sbadigliando.
Ohno sorrise e tornò a fare colazione. Strinse a sé Nino, che cercò di divincolarsi, infastidito. Il più grande ridacchiò e iniziarono a fare colazione, insieme.
Fine