[Hey!Say!JUMP] Our Family

Dec 29, 2013 16:46

Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Arioka Daiki x Yamada Ryosuke
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Appena messo piede in casa, Daiki sentì un piacevole profumo di biscotti riempirgli le narici del naso infreddolito. Strofinò le mani fra di loro, cercando di dargli un po’ di calore e in fretta si tolse le scarpe bagnate, lasciando poi l’ombrello in un angolo e le buste di regali nell’altro.
Note: Scritta per la 500themes-ita con il prompt “174. Incantato;
WordCount: 1.953 fiumidiparole

Appena messo piede in casa, Daiki sentì un piacevole profumo di biscotti riempirgli le narici del naso infreddolito. Strofinò le mani fra di loro, cercando di dargli un po’ di calore e in fretta si tolse le scarpe bagnate, lasciando poi l’ombrello in un angolo e le buste di regali nell’altro.
A Tokyo pioveva, aveva nevicato da poco e faceva freddo e Daiki si ricordò improvvisamente del perché odiasse l’inverno. Non era stata progettata per lui quella stagione. Maglioni, magliette, pantaloni pesanti, scarponi, sciarpe, guanti e cappello. Li odiava, dal primo all’ultimo. Ogni volta che usciva di casa, gli sembrava di essere un panzerotto troppo basso e troppo farcito, incapace di fare anche il più semplice dei movimenti.
Andare poi a prendere i regali di Natale per la famiglia e gli amici in mezzo ad una folla urlante, stipato nei centri commerciali, costretto ad un continuo sbalzo termico fra il freddo glaciale della città e il caldo torrido dei negozi, lo aveva innervosito ancora di più.
« Sono a casa. » urlò Daiki alla casa, sperano di sovrastare il rumore delle musichette di Natale che riempievano la casa.
Yamada quel giorno non aveva da lavorare quindi, evidentemente, si era dato alle pulizie, alle cucine e…
Con un po’ d’ansia il più grande notò in un angolo del salotto delle scatole provenienti dalla cantina e lui conosceva bene quelle scatole.
Anche perché, la scritta in cima che riportava “Addobbi di Natale”, non lasciava molto spazio a fraintendimenti vari.
Daiki si morse un labbro. Fare l’albero con Ryosuke era un po’ come lasciare a piede libero un bambino troppo cresciuto.
La musica si abbassò un po’, segno che forse il compagno lo aveva sentito.
« Sono a casa. » ripeté il più grande addentrandosi dentro l’appartamento, raggiungendolo poi in cucina.
« Ciao Dai-chan! » esclamò il ragazzo sorridendogli apertamente « Finisco di infornare questi biscotti e ti saluto. »
« Fai con comodo. »
Daiki osservò il resto dei biscotti già cotti sul tavolo, tutti di forme diverse e tutti rimandanti in qualche modo al Natale, a forma di pacchetti da regalo, di stecca di caramelle, di pupazzi di neve e piccoli giocattoli.
« Hai fatto il cuoco oggi? » domandò ironico Daiki, afferrando un biscotto, mangiandolo prima che la mano del fidanzato lo fermasse.
« Sei impossibile, Dai-chan! » lo riprese l’altro « Non li devi mangiare, sono per gli altri. »
« Per… gli altri? Gli altri chi? »
Yamada sbuffò.
« Chi saranno mai “gli altri” Dai-chan? »
« Tutto il gruppo? Qua? Oggi? A casa nostra? Questo appartamento è già troppo piccolo per me, te e… »
Il più piccolo interruppe, baciandolo dolcemente sulle labbra.
« Tranquillo amore. Andrà tutto bene. Ora su, vai a farti la doccia per riscaldarti un po’ che sei freddo, mentre io pulisco la cucina. Ok? » sussurrò con tono accomodante, mentre lo spingeva delicatamente verso il corridoio.
« Ok. Va bene. Forse una doccia mi aiuterà a sopportare la calca che ci sarà a breve in casa. » commentò mesto andando in bagno, trovando già l’acqua ancora calda e i vestiti pronti per il pomeriggio.
Daiki aveva ben altri pieni per quella loro giornata libera dopo tanto tanto tempo. Per carità, gli piaceva la sua vita, tutti i risvolti che aveva avuto, tutte le sorprese e le cose belle (anzi, bellissime) che gli erano capitate. Alla soglia dei trent’anni, poteva dirsi assolutamente soddisfatto della sua vita.
Gli piaceva l’idea della famiglia che lui e Ryosuke avevano creato, ma fra la vita privata e la vita pubblica era raro aveva bene una giornata a loro disposizione.
Sospirando, si spogliò e si immerse nell’acqua, lasciandosi sfuggire un gemito di sollievo e quando vi si ritrovò completamente immerse fino a metà del viso.
Stava quasi per addormentarsi nell’acqua, quando bussarono alla porta.
« Dai-chan, i ragazzi stanno per arrivare. Su, svegliati. » sussurrò piano Yamada accovacciandosi accanto a lui, appoggiandosi al bordo della vasca.
« Mh, non voglio. » esclamò Daiki, mettendo il broncio « Ho voglia di stare con te. Da solo. »
« Abbiamo tutta la vita per stare insieme Daiki, concediamoci un pomeriggio in compagnia. Ho anche cucinato un sacco di cose per questo pomeriggio. »
Negare del cibo a Yamada, cibo che per di più aveva cucinato lui, quindi si era sottoposto ad una tortura psicologica per impedirsi di mangiare tutto mentre prepararava, era effettivamente crudele da parte sua, quindi Daiki ridacchiò, alzandosi in piedi e infilandosi l’accappatoio.
« Va bene, va bene. » gli diede un altro bacio « Però dopo voglio il premio di consolazione, ok? » sussurrò sulle sue labbra, stringendogli lievemente i fianchi, tirandolo a sé.
« Farò del mio meglio, promesso. » replicò divertito il più piccolo, prima di andarsene.
Daiki rimase solo, arrendendosi così al suo destino e iniziando a vestirsi.

I primi ad arrivare, ovviamente, furono Hikaru, Keito e Yuto. Keito era famoso per essere una persona puntuale, anche troppo puntuale e Daiki si era già immaginato le scene in casa loro dove lui era fermo sulla soglia di casa già da un’ora mentre probabilmente Yuto e Hikaru erano ancora in pigiama a bighellonare fra le stanze.
La sola idea, effettivamente, lo fece sorridere. Insieme rientrarono in casa e quasi subito Yamada abbandonò i fornelli mentre raggiungerli, iniziando subito a tormentare Keito. Keito, nonostante ormai gli anni, non era ancora in grado di reagire o di ignorare il fidanzato. Anzi, quando Ryosuke ricordava a tutti l’episodio in cui l’amico si era quasi messo a piangere durante una puntata dello School Kakumei perché aveva detto di aver cancellato il suo numero, il diretto interessato ci rimaneva ancora male.
Hikaru e Yuto, nemmeno a dirlo, si divertivano insieme al più piccolo nel prenderlo in giro, ma, complici gli anni di relazione, con loro invece Keito riusciva un po’ a controbattere, tentando, inutilmente, di darsi un certo tono.
Dopo di loro fu il turno di Yuri e Yuya. Il più piccolo dei due saltellò quasi subito verso la cucina, ignorando i compagni di gruppo. Aveva fame e poco male che nel frattempo Yamada avesse iniziato a rimproverarlo, avrebbe mangiato.
Daiki allungò la testa, osservando il fidanzato e l’amico discutere, mentre il più piccolo iniziava a prendere cibo un po’ da tutti i vassoi.
Nemmeno quando Ryosuke urlò qualcosa di simile a “Yuyan, inibisci il tuo fidanzato”, ci fu una reazione. Yuya ridacchiò e rimase seduto vicino alla porta finestra accostata, continuando a fumare, ottenendo così che il cuoco di casa mettesse su un broncio che Daiki non avrebbe mai smesso di considerare adorabile.
Infine arrivarono quelli che Daiki aspettava più di tutti. Non dovette aspettare nemmeno un secondo, perché quando Hikaru andò ad aprire la porta, un piccolo ciclone armato di gonnella, codine e zucchero filato spalmato su tutta la faccia lo raggiunse, aggrappandosi alla sua gamba.
Gli occhi di Daiki si illuminarono, prendendo in braccio la sua piccola Ryoko.
La decisione di adottarla era stata lunga e difficile per lui e Ryosuke. Ottenere ogni persone era stato più che complesso, ma alla fine, quattro anni prima, Daiki era riuscito a stringere fra le braccia un piccolo fagotto che dormiva e con folti capelli neri.
Era la loro piccola. Parte della sua famiglia. Li chiamava “papa” ed era l’unica cosa che per lui importava davvero.
« Ciao piccola. » esclamò Daiki, stringendola a sé « Sei stata bene oggi con zio Kota e zio Kei? »
« Si. » esclamò la piccola baciandogli una guancia e sporcandola di zucchero filato « Siamo andati al luna park e poi zio Kei mi ha fatto le codine e mi ha vestito una principessa. »
« Oh, sei meravigliosa infatti. Si vede che zio Kei ha un certo feeling per le principesse, vero? »
« Sì. Anche lui è una principessa. Ma è un segreto ha detto. Fra lui e lo zio Kota. »
Dal fondo della sala giunsero delle risatine, appartenenti a Yuya e Hikaru e qualcosa di molto simile a “E poi Kota gioca al principe e alla principessa tutte le notti”, prima che Yamada li raggiungesse.
« Niente discorsi strani di fronte alla mia bellissima bambina. » li riprese raggiungendo la figlia, coprendogli le orecchie « E’ ancora piccolo e non voglio che diventi come voi, intesi? »
« Ehi, come se fosse una cosa brutta essere intelligenti. » replicò Yuri, comodamente accomodato sulle gambe del fidanzato.
« Comunque sia. » replicò Yamada ignorandolo, prendendo a sua volta in braccio la bambina « Il cibo è pronto in tavola. »
Daiki invece si avvicinò a Kota.
« E’ stata brava? »
« Sì. Ha giocato con le bambole con Kei, si sono truccati come le principesse e poi hanno deciso di fare lo shopping delle principesse, ovviamente con la mia carta di credito. Poi abbiamo mangiato al fast food e poi siamo andati al luna park. Forse si è divertito di più Kei di Ryoko. » commentò Kota osservando il fidanzato che tentava di rapire la bambina dalle braccia del padre, mentre mangiavano.
« Non avrei detto che a Kei piacessero i bambini. »
« Infatti non credo sia così. » ridacchiò Kota « Vanno d’accordo perché si dicono a vicenda di essere delle principesse. Penso che sia un normale rapporto di reciproca convenienza. »
Daiki scoppiò a ridere, annuendo.
« Sai che? Penso proprio che tu abbia ragione Kota. » continuò a ridere, fino a che non rischiò di mancargli il fiato « Andiamo anche noi. Direi che è arrivata l’ora di mangiare qualcosa, prima che Ryosuke e Ryoko finiscano tutto quanto. »
« Almeno non moriranno mai di fame. » fu l’ultimo commentò che udì da Kota prima che venisse trascinato via, dalla parte opposta del tavolo, da Kei.

Quando rimasero finalmente da soli, Daiki si ritrovava semi sdraiato sul divano, con gli occhi assonnati e in procinto di addormentarsi con Ryoko stesa accanto a lui. La guardò, con tenerezza, accarezzandogli una guancia paffuta, mentre la bimba aveva la bocca semi aperta e la manina stretta intorno al suo dito.
« Direi che è arrivato il momento di portarla a letto, che ne dici Dai-chan? » sussurrò piano Yamada sedendosi sul pavimento vicino a loro.
Daiki lo osservò per qualche secondo, mentre osservava a sua volta la figlia e aveva preso ad accarezzargli i capelli. Era bellissimo. Così come lo era la loro bambina. Era incantato da tutta quella bellezza e quella felicità. Non riusciva a crederci che finalmente il suo sogno di era avverato.
Era quello che aveva sempre sognato da piccolo. Una famiglia tutta sua. Sua e di Ryosuke.
« Dico che guardare voi due insieme è la cosa più bella di questo mondo. »
Yamada alzò lo sguardo su di lui, sorridendogli e poi allungò il collo per baciarlo. La bambina si agitò nel sonno, mugolando e rischiando di cadere giù dal divano. Ryosuke fece passare le braccia sotto le gambe e la schiena, stringendola a sé e, dopo che il fidanzato ebbe tirato giù le lenzuola la stese nel letto.
« Andiamo a letto Dai-chan. » sbadigliò Yamada « Sono distrutto. »
« Sì. Anche io. Aspetterò il prossimo giorno libero per molestarti sessualmente, ora sono esausto. » esclamò lasciandosi ricadere sul letto.
« Ah. Un tempo lo avresti fatto lo stesso. Stai invecchiando Dai-chan, forse dovrei trovarmi un fidanzato più giovane. »
« Sì, eh? »
Daiki lo afferrò per la vita, tirandolo giù sul letto, stringendolo a sé e baciandolo mentre gli faceva il solletico.
« Daiki smettila! Sveglieremo la bimba. »
« Diamine, sembrano quasi discorso porno, i tuoi. »
« Che idiota di fidanzato che ho. » sibilò il più piccolo fra le risate, tentando di reprimerle e tentando allo stesso tempo di tenere un broncio.
Daiki lo abbandonò dopo pochi secondi e quando riuscirono a stendersi sotto le coperte, Yamada si accoccolò contro di lui.
« Sai una cosa Daiki? »
« Mh? »
« Ti amo. » sussurrò piano al suo orecchio.
Daiki strinse il più piccolo contro di sé, sorridendo.
« Ti amo anche io Ryo-chan. »
Dopo pochi minuti, Daiki si addormentò con Yamada ancora stretto a sé. Nonostante la stanchezza, non vedeva l’ora di svegliarsi per un’altra giornata con il suo piccolo principe e la sua piccola principessa.

challenge: 500themes ita, fandom: hey!say!jump, pairing: arioka x yamada

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