Titolo: La realtà che ci sta stretta
Fandom: Tantei Gakuen Q
Pairing: Amakusa Ryu x Renjo Kyu
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?
Note: Scritta per la
think-angst con il prompt “Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”, per il COW-T3 di
maridichallenge con il prompt “L’essenziale” e per la
500themes-ita con il prompt “50. Tradimento”.
WordCount: 1362
fiumidiparole **
“Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”
Se qualcuno glielo avesse chiesto pochi mesi prima, probabilmente Ryuu avrebbe detto di no, che non ne sarebbe stato in grado e che anzi, non era intenzionato ad esserlo.
Non avrebbe mai voluto essere al centro dei pensieri di una persona sola, influenzarne le sue decisioni, i suoi pensieri, le sue stesse azioni. Il solo pensiero di poter stringere fra le mani la vita e la morte di un altro essere umano, in un certo senso lo spaventava.
Eppure in quel momento avrebbe tanto voluto poter rispondere che sì, lo voleva. Che sì, andava bene essere il sole di qualcun altro se era necessario per salvare una persona che si ama e che sì, si sarebbe preso ogni responsabilità per quello che sarebbe successo in futuro.
“Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”
Se qualcuno glielo avesse chiesto pochi mesi prima, probabilmente Kyuu avrebbe risposto di no, che non gli interessava essere il sole per qualcuno perché lui il suo sole personale, quello che faceva girare tutto il suo mondo e per il quale aveva ancora un sorriso sul volto, ce l’aveva già.
Non gli faceva paura quella sua morbosa dipendenza, perché sapeva, paradossalmente, anche quando fermarsi, quando era arrivato il momento di bloccarsi e di tornare con i piedi per terra perché vivere nel mondo dei sogni stava diventando pericoloso.
Eppure in quel momento avrebbe tanto voluto rispondere che sì, lo voleva. Che sì, gli andava bene essere il sole di qualcun altro se era necessario per salvare una persona che si ama e che sì, si sarebbe preso ogni responsabilità per quello che sarebbe successo in futuro.
“Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”
No, probabilmente non ne era in grado. Ryuu aveva sempre guardato sé stesso una persona egoista e fredda, perché se si fosse visto così e fosse riuscito a convincersi di esserlo davvero magari avrebbe sofferto di meno, magari si sarebbe attaccato di meno, magari sarebbe riuscito ad evitare quei legami che inevitabilmente ti portano alla rovina.
E per un po’ la sua opera di auto convincimento era andata anche a buon fine, perché era riuscito a tenere alla larga tutti, perfino Kyuu con il suo tremendo caratteraccio ottimista che si ritrovava, ma alla fine aveva ceduto.
Capitava sempre di cedere, è quello a cui portano i legami. Alla perdita della ragione e del controllo, di quel vantaggio che hai sulla vita stessa.
E il suo vantaggio lo aveva già perso da un pezzo, solo che, decisamente, non se ne era ancora accorto.
“Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”
No, probabilmente non ne era in grado. Kyuu sapeva bene per esperienza quanto potesse essere doloroso affezionarsi ad una persona e poi vederla scivolare via dalle proprie mani, quasi fosse semplice sabbia fra le sue dita e non una persona vera e in carne ed ossa.
Solo che in quel momento la persona che stava svanendo era Ryuu e lui, nonostante tutto, non sapeva come tenerla stretta a sé, come evitare di farlo scivolare verso un baratro di cui nessuno dei due vedeva la luce.
E Kyuu aveva scelto l’unico metodo che gli era venuto in mente per evitare che l’altro se ne andasse.
Si erano ritrovati troppo rapidamente sul divano dello studio, si erano ritrovati rapidamente senza vestiti e le loro mani che frugavano altrettanto rapide e avide sui loro corpi, sfiorandosi come se si conoscessero da anni e da anni e non come se fosse la prima volta che si guardavano.
Ryuu lo guardava con quegli occhi di cui Kyuu a volte aveva paura, perché gli sembrava che gli scivolassero dentro l’anima, che la scrutassero, osservando e carpendo ogni segreto più nascosto.
Kyuu si alzò sulle ginocchia, sistemando meglio e spingendolo con la schiena contro il divano, sistemandosi fra le sue gambe e stringendo nella mano la sua erezione, iniziando subito a succhiare la punta, farla scivolare fra i denti e sulla lingua, beandosi dei suoi gemiti, della sua voce strozzata, della sua mano fra i capelli e allora aprì maggiormente la bocca, accogliendolo del tutto e sentendo come l’altro ragazzo si spingesse con più forza fino in fondo alla sua gola.
E il famoso controllo e vantaggio che Ryuu pensava di avere, ormai era già andato a farsi fottere. Più o meno nello stesso istante in cui lo vide montargli sopra e scivolare lentamente sulla sua erezione, la faccia contorta in una smorfia di piacere puro, mentre le sue lunghe dita si stringeva sulle sue spalle, marchiandolo con le unghie. E Ryuu non riuscì a fare altro se non ad emettere un lungo gemito di piacere, affondando le proprie dita nella pelle morbida dei suoi fianchi, iniziando fin da subito a spingere, come se fosse la prima e ultima volta che avrebbero potuto farlo.
E forse era proprio così, solo che avevano troppa paura per accettare la realtà, quella realtà che proprio loro stessi si erano costruiti e che alla fine li stava tradendo.
“Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”
No. Ci avevano provato. Ci pensavano ardentemente, fin dal momento in cui si erano ripresi dall’orgasmo, fino a quando non avevano smesso di vestirsi e allontanarsi di qualche metro, come se avessero paura di una qualche ricaduta.
Kyuu evitava di guardarlo in faccia e si maledisse per quella debolezza. Si conoscevano da anni, quasi dieci ormai e l’unica cosa che era riuscito a fare era di farsi portare a letto, ignorando tutto il mondo che li circondava, ignorando quanto dolore gli avesse inflitto pochi anni prima, ignorando quanto avesse impiegato prima di riprendersi.
Perché si può passare sopra a tutto, ma non sopra alla tua migliore amica che annuncia il suo matrimonio con l’uomo che ami.
Quello di Megumi era stato un colpo basso, la causa della fine della loro amicizia. E lui, in fondo, aveva sofferto anche per quello, ma mai avrebbe pensato di poter essere meschina quanto lei. Si era sentito tradito da lei e in quel momento, sapere di aver portato Ryuu a commettere quello stesso tradimento non lo preoccupava.
Si faceva solo un pò schifo, ma avrebbe continuato a dormire sonno tranquilla, poco ma sicuro.
« E tua moglie? » chiese con fatica.
Ryuu scosse le spalle, come se alla fine non le importasse poi molto.
« Lei è lontana. Tu sei qui. Ti ho desiderato e ti ho avuto. »
Fu come se una secchiata d’acqua gelida gli fosse piovuta addosso.
« Solo sesso? » sussurrò con voce roca.
« Non possiamo avere una storia e lo sai Kyuu. »
« Certo. Perché sei sposato. »
L’altro sbuffò, passandosi una mano sul viso. Si odiava per tutto quello. Si odiava per aver ceduto, per aver stretto il corpo nudo di Kyuu contro il divano, per aver goduto, per aver assaggiato ogni singolo centimetro della sua pelle, godendo come mai aveva goduto in vita sua.
“Saresti in grado di rappresentare il sole per qualcuno?”
Forse. Forse con il tempo avrebbero imparato ad essere l’uno il sole dell’altro, il sostegno nei momento di difficoltà, quella persona indispensabile che riesce comunque sia a farti vedere che nel mondo, in quella brutta realtà che proprio loro avevano eretto, c’era sempre qualcosa di buono.
E Kyuu avrebbe voluto dirgli che era lui il suo sole, che erano anni che il suo mondo ruotava intorno a lui, che lo amava così tanto che si chiedeva perché ancora il suo corpo non si fosse distrutto tanto era forte e potente la luce che emanava.
E Ryuu avrebbe voluto dirgli che lo amava a sua volta, che si era sposato con Megumi perché lo aveva ricattato, perché non voleva dirgli che era parte di Pluto, non voleva fargli sapere che nelle sue vene scorreva lo stesso sangue di un criminale.
Avrebbe voluto dirgli che lo amava e che desiderava stare con lui e che sì, ci sarebbero riusciti.
Perché non potevano più tornare indietro, non poteva più fingere che i sentimenti e le emozioni reciproche non esistessero e che ormai avevano fatto una scelta. Perché ormai per lui Kyuu era l’essenziale, ciò che lo mandava avanti e che lo faceva respirare.
E che per salvare la persona che amavano dalla distruzione, si sarebbero assunti qualunque responsabile, a conto di abbattere mattone per mattone quella realtà che li aveva fatti troppo soffrire e dietro la quale non riuscivano ormai più a nascondersi.