[Arashi] - Insieme, oltre l'ignoto {Raccolta random di pairing altrettanto random} - Parte 02

Aug 01, 2011 13:25



Nell'altro post erano finiti i caratteri ._____________.

Continuo in questo post xDDD Pensavi di esserti liberata di me, vero? *risata malvagia*
Titolo: Desiderio
Fandom: Arashi
Pairing: Matsumoto x Ohno
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: Ok, qua ho dato sfoggio alla mia perversione. Adoro questa scena. Spero che il finale ti piaccia **

**

Jun lo desiderava. Così ardentemente che aspettare la fine delle registrazioni fu un dramma.

Voleva toccarlo.
Voleva spogliarlo.
Voleva scoparlo.

Perché solo per quel motivo Satoshi Ohno si trovava su quella terra. Perché Jun se lo portasse a letto.
Perché lo facesse urlare, piangere, pregare.
Perché lo legasse ad una tastiera e lo possedesse per tutta la notte, incurante della stanchezza, della fame, della sete.

Usciti dagli studio, Jun lo afferrò per un braccio e lo buttò nella macchina.
Ordinò al suo autista di dirigersi verso casa. Tirò su il finestrino oscurato che separava la parte del guidatore da quella dei passeggeri.

Dalla borsa Jun tirò fuori delle manette. Legò i polsi di Ohno alla maniglia. Poi lo imbavagliò.
Poi lo spogliò.
Con il traffico avrebbero impiegato almeno un’ora per tornare a casa. E lui di certo non poteva aspettare tutto quel tempo.

Nudo sotto di lui, Ohno ansimava. Le dita di Jun lo stavano solo sfiorando sull’erezione e lui già gemeva.

« Sei proprio una piccola puttana. » ridacchiò Jun.

Ohno schiuse gli occhi. Quello sguardo sexy, lascivo. Come se fosse lui ad essere in possesso del gioco.
Come se non fosse legato e imbavagliato, completamente alla mercé di Jun.
Gli spostò leggermente il fazzoletto.

« Però ti piace come te lo succhio, vero Jun? » sussurrò il suo Riida.

Jun alzò un sopracciglio.
Sì. Amava la lingua di Ohno sulla sua erezione. La adorava. Forse erano stati gli anni dell’adolescenza passata a Kyoto, forse era stata la troppa vicinanza con una popolazione quasi esclusivamente maschile, ma Jun sapeva che prima di debuttare Ohno si era dato un gran da fare con i suoi coetanei.

Forse era per questo che era così bravo a farsi scopare dagli altri.
Forse era per questo che Ohno era così bravo a succhiarlo.

Jun si tolse i pantaloni e glielo mise poco gentilmente in bocca. Ohno non si fece pregare. Lo leccò e lo succhiò, fino a che, pochi minuti dopo, Jun non gli venne sulla lingua, quasi fino alla gola.

Ohno socchiuse gli occhi. Ecco. La sua parte preferita.
Quando Jun lo penetrava era decisamente poco delicato.

Ma a lui piaceva così.
Perché odiava i preliminari dolci. Lui non era tipo da coccole, lo sapevano entrambi.

Jun sapeva sempre come accontentarlo. Lo penetrò, dopo essersi a malapena preoccupato del lubrificante e del preservativo.
Ohno si morse un labbro a sangue per trattenere i gemiti.
Faceva male.
Terribilmente male. Ma doveva solo abituarsi.
Dopo… sarebbe stato più bello. Meraviglioso.

Jun rimase fermo solo per un minuto, o forse anche meno. Poi iniziò a spingere.
Sempre più velocemente. Cercando di volta in volta di trattenere i gemiti di piacere. Baciando la bocca calda di Ohno per soffocare i sospiri di entrambi.
Fino a che non venne dentro di lui. Fino a che anche Ohno, grazie alla mano di Jun, non venne.
Fino a che non si accasciarono esausti sul sedile del passeggero.

Una volta libero, Ohno ridacchiò, appoggiandosi al sedile.

« Perché ridi? » chiese perplesso Jun.

« Ti amo Jun. » si avvicinò a lui, baciandogli dolcemente le labbra, in maniera completamente diversa da prima « Mi piace quando sei… irruento e passionale. »

Jun arrossì. Non era abituato ai complimenti o alle esternazioni di affetto. Abbozzò comunque un sorriso.

«… Ti amo anche io Satoshi. »

L’altro si limitò a stringergli la mano e a fissare fuori dalla finestra. Jun si appoggiò al suo fianco, ricambiando la stretta.

Sì. Anche a lui piaceva quell’Ohno particolarmente remissivo.
Magari la prossima volta avrebbero potuto invertire le parti…

Fine

Titolo: Rifiuto
Fandom: Arashi
Pairing: Matsuoka x Nagase ; Matsuoka x Ohno
Rating: NC-17
Genere: One - Side, Sentimentale, Erotico
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: Ok, ci sono riuscita. Sì. Fa schifo. Lo so. Ne sono consapevole ._. Ma è l’impegno quello che conta no? Bene, qua di impegno ce ne è anche troppo, quindi fammi tanti complimenti ** E’ un pHiccolo Matsu-nii innamorato di pHiccolo (altissimo) Nagase e nel mentre si tromba una pHiccolissima puttana di nome Oh-chan.
Sì lo so. Sono bellissimi **

**

Matsuoka si trovava da solo nella sua casa. Si trovava seduto al tavolo del salotto, a fissare la sua bottiglia di sakè quasi vuota e il bicchiere invece pieno.
Era stanco di bere.
Era stanco di sentire il liquore caldo scivolargli giù lungo la gola, fino a bruciargli lo stomaco.

Socchiuse gli occhi. Poi prese il bicchiere e ingoiò il contenuto fino all’ultima goccia.
La gola bruciava. Era fuoco vivo.
Si chiese ancora perché non avesse deciso di andare al solito pub a bere, ma poi la risposta gli torno alla mente, prepotente.

Là ci andava sempre Nagase.
Nagase Tomoya, l’uomo che gli aveva distrutto quel cuore che era riuscito a preservare, che non era stato mangiato dalla fama e dal successo. Che non si era inaridito dopo anni di relazioni fallite perché non voleva ammettere con sé stesso di essere semplicemente omosessuale.
Relazioni fallite, gettate nel cesso perché non voleva ammettere con nessuno, tanto meno con la razionalità del suo cervello, che da anni ormai era innamorato di Nagase e che tutte le volte che gli presentava qualche ragazza e riceveva incoraggiamenti da lui, pacche sulle spalle, consigli d’amore, sentiva la rabbia contrargli le viscere.

Era arrabbiato perché non lo aveva ammesso prima. Perché Nagase non lo amava. Perché Nagase, a differenza sua, era un uomo felicemente etero e, nonostante tutto, non poteva stargli vicino come Matsuoka desiderava.

Il suo amico non era stato brusco nei suoi confronti.
Anzi. Si era scusato, infinite volte di non poter fare di più. Di non poterlo amare. Di non potergli stare accanto.
Aveva pianto il suo Nagase quando aveva visto che Matsuoka piangeva. Aveva pianto anche lui.
Anche lui soffriva per quella relazione che non sarebbe mai esistita.

Ed era grottesco. Erano grotteschi i messaggi che riceveva da almeno due settimane. Messaggi di scuse. Messaggi di incoraggiamento. Messaggi pieni di amicizia sincera.
E lui non ne poteva più.
Preferiva l’indifferenza a quell’ostentazione di buoni sentimenti.
Eppure non riusciva a fargliene una colpa.
Si era innamorato di lui anche per il suo cuore tenero.

All’improvviso prese il telefono.
Doveva distrarsi. Doveva toccare qualche uomo.
E doveva chiamare l’uomo che gli aveva fatto capire di che pasta era realmente fatto, che gli aveva fatto capire che gli piaceva scoparsi gli uomini.

**

Era passata poco meno di un’ora.
Suonarono al campanello della porta. Matsuoka andò ad aprire, leggermente brillo.

Ohno Satoshi lo guardava, con il solito sguardo perso nei propri pensieri.

« Mi dispiace. » si limitò a dire il ragazzo più piccolo.

Matsuoka scrollò le spalle.
Era stanco anche di quelle parole. Anche se sapeva che anche ad Ohno dispiaceva davvero.

Perché si era circondato di persone sincere? Erano davvero insopportabili.

« Ho voglia di fare sesso. Lo sai vero? » domandò brusco.

« Sei stato piuttosto esplicito al telefono sì. » replicò con un sorriso il Riida degli Arashi.

Il ragazzo si gettò sul grande divano, accavallando le gambe e distendendo le braccia sullo schienale del divano.

« Sicuro che vada bene così? Scopare solo perché Nagase - kun ti ha rifiutato? » chiese Ohno guardando il suo sempai che beveva un altro bicchiere di sakè.

L’altro accennò ad una risata.

« Buffo sentire queste cose da uno che è accorso subito quando gli ho detto che volevo fare sesso. »

Anche Ohno ridacchiò. Di una risata fredda.

« Non ho mai negato che mi piaccia il sesso. Non ho relazioni che me lo impediscono, ma di certo non sarò io ad dirti come comportarti. »

Seccato da tutti quei discorsi, Matsuoka si sedette sopra Ohno, tappandogli la bocca con la propria.
Era stanco.
Voleva solo fare sesso. Non gl’interessava quale fosse il motivo reale, quale fosse quello ufficioso.

Le mani di Ohno si strinsero sui suoi fianchi. Matsuoka sentiva le dita da sopra la maglietta leggera che indossava che gli penetravano nella carne.
Matsuoka si strusciò sul corpo del più piccolo, che adesso aveva aperto le gambe, per permettergli di sentire come ce lo avesse già duro.

Era vero quello che diceva Ninomiya. Ohno era davvero un animale quando si parlava di sesso.
Il batterista gli tolse la giacca e la maglietta, lasciandolo a petto nudo. Poi gli tolse i pantaloni. Ohno non si fece di certo pregare. Gli tirò già i pantaloni e i boxer.
Si sistemò sulle ginocchia e gli prese l’erezione in una mano, iniziando a succhiare.

Matsuoka fremeva. Non aveva voglia di preliminari dolci o di giochi erotici. Tolse la mano di Ohno e lo afferrò per i capelli, spingendo il pene fino in fondo alla gola per poi continuare in quella maniera, con il proprio ritmo, la propria voglia che si faceva via via sempre più crescente.

Il Riida non cercò di rallentare o di cambiare qualcosa. Semplicemente, si adattò. Gli strinse una mano sulla coscia solo quando Matsuoka gli venne in bocca, fino in gola, rischiando di soffocare.
Ohno si allontanò, tossendo e cercando di riprendere fiato.

« S-Scusa. » borbottò Matsuoka « N-Non volevo, non mi ero accorto… »

Ma l’altro agitò la mano, per dirgli di lasciar perdere.

« Tranquillo. Nessuno è mai morto per un pompino. » si limitò a dirgli, sorridendogli.

Si alzò sulle ginocchia, arrivando all’altezza di Matsuoka. Poi lo baciò, infilando la lingua nella bocca dell’altro, mentre Matsuoka riprendeva a toccarlo, a graffiarlo, a stringerlo.
Fremeva talmente tanto che non si preoccupò di nulla.

Fece girare il ragazzo davanti a lui, piegandolo sul divano.
Non aveva né preservativi, né lubrificante a portata di mano. Quindi infilò direttamente tre dita dentro Ohno, il quale s’irrigidì leggermente.
Non disse comunque nulla.
Lo preparò per un po’, mentre gli mordeva la schiena, mentre gliela leccava, mentre il ragazzo sotto di lui gemeva.

Tolse le dita.
Infilò il proprio pene. Rimase fermo qualche secondo. Poi iniziò a spingere. Velocemente. Violentemente.
Forse facendogli male. Ma non gl’interessava.

Spingeva, spingeva, spingeva.
Lo tirava fuori quasi tutto, poi con una nuova spinta lo metteva tutto dentro Ohno.
Era un ciclo.
Era eccitante. Era bello scopare con un uomo, Ohno aveva proprio ragione.

Poi gli venne dentro.
Una spinta più rapida, più decisa. Quella definitiva.
Matsuoka uscì bruscamente dal corpo di Ohno e si sedette, stremato. Ohno si sdraiò di pancia sul divano, osservando l’uomo accanto a lui.

« Posso utilizzare la doccia? » chiese poi alzandosi in piedi.

Matsuoka ansimava, ma annuì. Osservò il corpo nudo di Ohno dirigersi verso il bagno e poco dopo sentì il getto d’acqua.

Passò solo una manciata di minuti.
Ohno era già tornato. Indossava un asciugamano intorno alla vita. Si rivestì davanti a lui.

« Ti senti soddisfatto? » domandò al batterista.

Matsuoka fissò dritto davanti a sé, gli occhi incredibilmente lucidi. Eppure non doveva andare così.
Avrebbe dovuto annuire, stringergli la mano, e dirgli che si sarebbero visti alla prossima seduta di pesca, come sempre.
Sarebbe dovuto andare a letto soddisfatto. Invece no.
Era stata una scopata meravigliosa. E lui piangeva, come una femminuccia che non era stata invitata al ballo scolastico.

Ohno si sedette accanto a lui, porgendogli un fazzoletto.

« Sono abituato a sentire i miei amici piangere per delle delusioni amorose. Vuoi parlarmene? »

Matsuoka annuì, mordendosi un labbro.

Passarono la notte così. A sfogarsi. Uno ascoltava e l’altro piangeva.

Il mattino dopo li trovò addormentati sul divano, entrambi però con un accenno di sorriso sulle labbra.

Fine
Titolo: Dormire… o No?
Fandom: Arashi
Pairing: Ohmiya
Rating: Verde
Genere: Fluff
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: Ok, lo ammetto. Ero partita con in mente una porn selvaggia (una di quelle di cui parlava GiulyB, hai presente?) eppure mentre scrivevo è uscita… questa roba O.o Spero ti piaccia ugualmente.

**
Quel ragazzo era davvero difficile da accontentare.
Decisamente difficile.
Iniziava a diventare più un lavoro che un divertimento.

Nino si gettò sul letto.
Aveva litigato con sua madre e il primo luogo che gli era venuto in mente era stata la casa di Ohno.
Non un albergo.
La casa di Ohno.

La madre del fidanzato l’aveva accolto a braccia aperte. Era felice che il suo stupido figlio stesse con lui, così ripeteva da anni e anni.
Mina, al contrario, non lo poteva vedere.
Lo accusava di far soffrire il suo stupido fratello.

Quella donna non si rendeva davvero conto che spesso invece era quello stupido essere che lo faceva star male.
Più per disattenzione del fidanzato, che per reale malignità. Nino lo conosceva bene al suo Riida.
Era difficile tirare fuori la parte cattiva che c’era in lui.

Nino sospirò.
Il letto matrimoniale di Ohno era comodo. Gli faceva venire sempre di dormire. O di scopare.
O entrambe.
Ancora non riusciva a capire in quale sequenza, ma l’importante era che le due fasi non coincidessero mai.
Sarebbe stato un gigantesco problema.

Ohno lo raggiunse, dopo essersi fatto la doccia. Posò i vestiti che indossava fino a venti minuti prima sulla sedia della scrivania. Lo aveva raggiunto all’improvviso, mentre dipingeva.

Il padrone di casa si sdraiò al suo fianco, socchiudendo gli occhi e incrociando le braccia dietro la testa.
Nino si avvicinò, gattonando sensuale. Sempre rimanendo ad occhi chiusi, Ohno sorrise. Allungò un braccio e strinse Nino e a sé, baciandolo.

Nino si sedette sul suo Riida, piegandosi per continuare a baciarlo.
Le mani di Ohno si strinsero sui suoi fianchi, poi lo guardò negli occhi.

« Ho sonno. » disse solo sbadigliando.

Il più piccolo lo guardo, atterrito.

« Ma… Ma io ho voglia. Adesso. Dai Satoshi! » iniziò a lamentarsi strattonandolo « Non puoi dormire sempre. Io ho voglia. »

« C’è tutto il tempo domani. » borbottò l’altro infilandosi sotto le coperte « Davvero, sono stanco. »
concluse poggiando la testa sul cuscino.

Nino sbuffò, sonoramente, coprendosi a sua volta. Ohno si avvicinò a lui, poggiando la testa sul petto di Nino.

« Ti amo Kazu. » borbottò piano strusciando la sua guancia contro la pelle del fidanzato.

« Non lo dire solo quando sono scontento. » sibilò l’altro.

« Lo dico quando ho voglia di dirlo. » commentò lui stringendosi contro il piccolo corpo di Nino e continuando a sistemare le coperte su di loro.

Nino non replicò e socchiuse gli occhi, circondando le spalle di Ohno con un braccio.
Ohno gli prese la mano, stringendola nella sua. Passò qualche minuto di pieno silenzio, poi il più piccolo accostò la bocca all’orecchio del fidanzato.

« Ti amo anche io. » bisbigliò accennando un sorriso.

Ma Ohno dormiva già. Nino lo sapeva, perché lentamente la stretta di Satoshi sulla sua mano si era allentata e il suo respiro si era fatto lento e regolare.
Eppure a quelle parole sul volto del fidanzato apparve un sorriso.

Nino era soddisfatto così.
E lo sarebbe stato sempre.

Fine
Titolo: L’artista che è in Te
Fandom: Arashi
Pairing: Aiba Masaki x Ohno Satoshi
Rating: Rosso
Genere: Sentimentale, Erotico
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: Ok, siamo arrivati finalmente al gran finale. Non so bene che cosa accadrà, perché… boh, non so. Comunque sì. Sembra che ti abbia rubato l’idea. Ma a differenza della tua… beh, è una MasaToshi u.u

**

Quando non aveva niente da fare, e con il “niente da fare” si intendeva sessioni di pesca, di disegno o di sonno profondo, ad Ohno Satoshi piaceva correre sugli argini costruiti intorno alle campagne intorno a Tokyo.

Gli piaceva l’aria fresca sul volto, l’aria piena di umidità del mattino. Gli piaceva sentire la suola delle scarpe scricchiolare sulla ghiaia e il sudore scivolargli lungo il collo.

Come ogni mattina, Ohno stava correndo. Per quel giorno era previsto molto lavoro alla sua galleria d’arte e sentiva il bisogno di scaricare tutto il nervosismo che gli aveva stretto lo stomaco già dal risveglio.

Corse più velocemente per tornare verso casa. Era in ritardo come sempre. Entrò in casa, salutato dal tipico odore di caffè che sua madre aveva messo sul gas pochi minuti prima.
Andò di corsa a farsi una doccia e poi, dopo aver indossato un paio di jeans scoloriti e una camicia a mezze maniche, scese di nuovo al piano di sotto.

Sulla soglia di casa infilò le scarpe, bevve il caffè che la madre gli aveva lasciato sul mobile al’ingresso e scappò via, urlando un veloce saluto alla sua famiglia.

**

Arrivò alla galleria in ritardo. Come al solito.
Sulla soglia si trovava Ninomiya, il suo ex fidanzato. Aveva le braccia incrociante e si trovava sulla soglia della galleria.

« Sei in ritardo. Anche questa mattina. Satoshi, sei veramente senza alcun ritegno. » lo rimproverò.

« Scusami. Stavo correndo e non mi sono reso conto dell’ora che si era fatta. Sono già arrivati i clienti? »

« No fortunatamente. E per tua fortuna non è arrivato ancora Jun. Lo sai che è pignolo sul tuo lavoro. E il fatto che tu sia… »

« …L’artista del momento non mi dà il diritto di fare quello che voglio. » lo interruppe Ohno concludendo la frase al posto, sbuffando « Lo so, lo so. Ma non lo faccio apposta. »

L’altro scosse la testa.
Matsumoto li raggiunse poco dopo. Era impeccabile nel suo completo nero, i capelli sistemati, gli occhiali da vista calati sul naso mentre scriveva sulla sua agenda elettronica.
Si avvicinò a Ninomiya e gli diede un veloce bacio sulla guancia, accennando un sorriso.

Sì. Il suo ex ragazzo e il suo direttore di galleria stavano insieme.
Aveva sofferto all’inizio. Perché stava bene con Nino. Ma sapeva che non sarebbe durata e quindi adesso, dopo qualche mese riusciva a guardarli e a sorridere.

« Satoshi. Sei in ritardo. Il fatto di essere l’artista del momento non ti autorizza a fare quello che vuoi. »

Ohno e Nino si scambiarono un rapido sguardo, poi scoppiarono entrambi a ridere.
Matsumoto li guardò, al di sopra dei suoi occhiali, con fare perplesso. Smise di porsi delle domande e tornò a scrivere sulla sua agenda.

Afferrò Ohno per la giacca e lo trascinò dentro.

« Lo sai che oggi hai l’apertura della tua nuova mostra? Lo sai che dovrai parlare delle tue opere? Lo sai che dovrai trattare con persone di ogni genere? » domandò Jun muovendosi con sicurezza fra i corridoi dove erano esposti tutti i dipinti di Ohno.

L’artista invece gli arrancava dietro, mentre non riusciva a smettere di sorridere.

**

La giornata finì tardi.
Ohno sapeva che doveva la sua fortuna grazie a quelle decine e decine di persone con cui parlava ogni giorno.
Eppure non poteva sopportarle a volte.

Lui non era abituato ad atteggiarsi. Gli piaceva dipingere. Lo faceva sentire bene. Quindi non percepiva la fatica del lavoro.
Ma a volte avrebbe voluto alzarsi e spaccare il muso a qualcuno. Fortunatamente Matsumoto, che lo conosceva meglio di quanto si aspettava, passava proprio in quei momenti, prendendo in mano la conversazione.

E si chiedeva ancora, dopo anni di lavoro, come riuscisse a scucirgli dalle mani un assegno sostanzioso, mentre osservavano qualche dipinto che lasciava la galleria.

Sulla soglia della galleria, Ohno salutò Nino e Jun, che si diressero dalla parte opposta alla sua per andare verso casa.
Raggiunta la sua macchina, Ohno s’immobilizzò.

C’era un ragazzo appoggiato alla sua macchina, con un sorriso imbarazzato e degli sgargianti vestiti addosso.

“ Che ci faceva là? ” fu l’unica cosa che riuscì a chiedersi l’artista.

« Oggi il mio migliore amico ha comprato un tuo quadro. » esordì il ragazzo, un po’ impacciato « Sakurai Sho. Te lo ricordi? »

Ohno cercò di fare mente locale. Ah sì. Era quel ragazzo che l’aveva tempestato di domande sulla sua vita. Su quello che faceva, su quello che gli piaceva.
Ohno non era riuscito a liberarsene, fino a quando Jun non era corso in suo aiuto, distogliendo l’attenzione del giovane dall’artista sui suoi quadri.

« Sì, ricordo. Lo hai mandato in avanscoperta? » domandò l’artista divertito.

L’altro accennò un sorriso.

« Sono timido. Non sarei mai riuscito a parlarti questa mattina. » si grattò la testa « A dir la verità, è qualche giorno che lo mando a spiarti. Mi dispiace averti creato fastidio. »

« Ho finito ora di lavorare. » esordì Ohno dopo qualche secondo di silenzio « Vuoi andare a bere qualcosa? »

**

Satoshi non credeva di poter di nuovo sfiorare le vette della felicità che aveva raggiunto fra le braccia di Nino.
Eppure si stava incredibilmente sbagliando.

Aiba Masaki, quello era il nome del ragazzo appoggiato alla sua macchina, lo faceva stare bene.
Lo appaga, specialmente a letto.

In quel momento Masaki lo stava baciando sul collo, mentre li stava graffiando con le unghie su tutto il corpo.

Nell’aria si sentivano solo i loro gemiti. Aiba gli gemeva contro il collo, mentre Ohno aveva la testa lanciava all’indietro per lasciargli più libertà di azione.

Aiba gli strinse un capezzolo, mordendolo l’altro. La mano libera si strinse sulla sua erezione, iniziando a muoversi in un movimento ritmico che lo fece gemere ancora di più.
Sorridendo leggermente, Masaki aumentò il ritmo.

Poi la sua bocca si portò sulla erezione del compagno.
Lo prese in bocca, leccando e succhiandolo, fino a quando non sentì il corpo di Ohno serrargli e tendersi sotto di lui, fino a quando la mano che era ancorata fra i suoi capelli non si strinse fino a fargli male, fino a quando il suo artista non gli venne in bocca.

Aiba si alzò, soddisfatto, ingoiando tutto quando
Ohno, sotto di lui, ansimava, sudato e soddisfatto. Ma l’altro non lo era. Si diede appena il tempo di preparare il ragazzo e poi penetrò.

Voleva sentirlo intorno a sé, caldo e morbido. Ohno era una valvola del sesso. Quando iniziavi non finivi più.
E Aiba ne voleva di più, ancora di più. Non riusciva a smettere di spingere, mentre ansimavano, mentre Aiba si chinava su di lui e lo baciava, mentre le braccia di Ohno si stringevano intorno al suo collo e gemeva il suo nome, nella sua bocca.

Anche dopo essere venuto, Aiba fremeva. Avrebbe voluto continuare, ma il suo corpo glielo impediva.
E allora si lasciava andare a quei piccoli momenti di coccole, che gli permettevano comunque di toccarlo, di farlo suo.

Si stringevano l’uno contro l’altro, prima di crollare addormentati.

**

Ohno continuava a fare tardi a lavoro la mattina. Continuava a dipingere, a correre la mattina presto, ad andare a pesca. Continuava a ridere con Nino alle spalle di Jun, che ormai si era reso conto di non dover badare solo ad un bambino, bensì due.

La quotidianità di Ohno era cambiata solo in una cosa.
Al suo fianco adesso c’era Masaki. Con il suo sorriso, con il suo abbraccio, con il suo corpo, con la sua allegra travolgente.

Era felice.
E questa volta avrebbe fatto di tutto per tenersi stretto quella felicità.

Fine

lista fiction compleanno, pairing: matsuoka x ohno, pairing: aiba x ohno, fandom: arashi, pairing: matsuoka x nagase, pairing: ohno x ninomiya

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