Ok. Questa raccolta è scritta per il compleanno di
vogue91 Dato che mi piace complicarmi tanto la vita ho pensato che non bastasse una sola one shot. E nemmeno due. E tanto meno tre.
Non mi ricordo il numero preciso, ma sono taaaaaaaaaaaaaante e le ho scritte per tuuuuuuuuuuuuuuuutto il tempo da quando è partita da Pisa.
Perciò, anche se le hai già lette questa notte, le pubblico anche qua, così sarai costretta a commentarle tutte quante *buahahahahah, che mente malvagia, vero? u.u*
Perciò, clicca sul cut e gustale di nuovo!
Titolo: Immobile
Fandom: Arashi
Pairing: Ohno x Matsumoto
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo
Avvertimenti: FlashFic; Slash
Note demenziali dell’autrice: Ok. Vediamo di dire qualcosa. Ohno si scopa Jun. Fin qui tutto normale. Sì. Infatti è così. Una semplice porn introspettiva. Già, perché ovviamente uno come Ohno che si segamentalizza dalla mattina alla sera, si fa le paranoie anche mentre tromba. .___.
Meno male che si chiama fanfic. Via. Divertiti u.u
**
Jun serrò gli occhi, afferrando il suo Riida per le spalle e inarcando la schiena, gettando lentamente la testa all’indietro.
Il suo Ohno lo stava trattenendo per i fianchi, mentre spingeva dentro di lui.
Spingeva con forza, Ohno.
Con tutta quella che aveva. Come se non ci fosse più il giorno dopo. Come se quegli attimi rubati al mondo non ci potessero più essere.
Jun si strinse ancora di più contro Ohno, che appoggiò la fronte sudata contro la sua spalla.
Il tavolo su cui era appoggiato cigolava, sempre di più, sempre di più ad ogni spinta di Ohno dentro di lui.
La fronte del ragazzo scivolava leggermente. I suoi gemiti si facevano sempre più alti.
Jun scostò con fatica la fronte del ragazzo contro la sua spalla e gli tappò violentemente la bocca con la propria.
Ne voleva di più.
Ne voleva sempre di più.
Non poteva farne a meno. E per continuare a vedersi, per continuare a farsi scopare in pace dal suo Riida, non dovevano farsi scoprire.
Ohno gli morse le labbra, quasi fino a farlo sanguinare. Gli gemeva nella bocca, cercando di riuscire a fermare le sue mani impazzite.
Ogni volta che scopava Jun, Ohno credeva di poter soffocare quel sibilo della coscienza che gli diceva di smettere.
Perché era un suo compagno di gruppo.
Perché a più di trenta anni era ora che si facesse una famiglia. Che trovasse una brava ragazza, che mettesse al mondo dei figli, che desse dei nipoti a sua madre.
Invece no.
Stava là, a scoparsi un ragazzino che non era più ragazzino da un bel pezzo.
Stava là, a spingere dentro di lui, ogni volta sempre più velocemente, incurante dei suoi gemiti di sofferenza.
Stava là, a coccolarlo, a viziarlo.
Stava là, a gemere nella sua bocca, mentre Jun gemeva nella sua. Mentre Jun lo toccava, lo stringeva, si avvicinava, si muoveva in quella maniera diabolicamente lasciva.
E lui allora non ci vedeva più.
Ragionava solo con gli ormoni. Voleva vedere quel volto d’angelo deformarsi dal piacere. Voleva che fosse lui a dargli piacere.
E non riusciva a smettere.
Non riusciva a fermarsi. Era più forte di lui.
Venne, finalmente, con un gemito strozzato dentro il corpo di Jun. Il suo corpo continuava incurante a spingere, mentre l’erezione diventava via via sempre più debole.
Ansimò.
L’orgasmo era stato travolgente. Troppo. Doveva darsi una regolata. Non aveva più diciotto anni o anche venti o venticinque.
Ormai aveva superato i trenta.
Osservò Jun. Era felice. Aveva goduto.
Ohno sorrise a sua volta. Gli accarezzò il volto.
No, non sarebbe mai cambiato lo sapevano entrambi.
Ormai era troppo tardi per smettere.
Fine
Titolo: Affetto
Fandom: Arashi
Pairing: Sakurai x Aiba
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Romantica
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: Sì. Mi dispiace. Ma non mi riesce proprio di scrivere porn su questi due ç_ç E’ più forte di me. Non ci riesco. Ma in compenso è tanto fluffosa! Spero di piaccia.
**
Aiba si mosse leggermente nel letto, forse in preda a qualche incubo, fino ad incontrare il corpo del suo fidanzato. Aprì gli occhi di scatto e lo fissò. Resosi conto che era solo Sho, sorrise, sollevato.
Gli poggiò una mano sul volto, lievemente, temendo di svegliarlo.
Voleva che dormisse almeno quelle due ore, prima della sveglia, prima di dover iniziare una nuova impegnativa giornata gli lavoro.
Sho serrò gli occhi, troppo stanco anche solo per aprire gli occhi. Appoggiò una mano sul suo petto, all’altezza del cuore, poi la fece ricadere. Gli circondò la vita con le braccia, nascondendo il volto nella sua maglietta.
Sospirò. Poi tornò a dormire.
Aiba rimase qualche secondo immobile, perplesso. Sho non si lasciava mai andare a gesti estremi di affetto.
Rimase quindi fermo. Appoggiò la mano sulla spalla del ragazzo, cercando una sistemazione più comoda anche per lui.
Appoggiò la testa sul cuscino. Socchiuse gli occhi.
Si addormentò di nuovo.
E fino al mattino dopo, Aiba fu convinto che nessun incubo gli avesse dato più fastidio.
Fine
Titolo: “Ho sonno!”
Fandom: Arashi
Pairing: Ohno x Aiba
Rating: Rosso
Genere: Sentimentale, Erotico
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: Ecco la prima parte del vero regalo. Il resto lo sappiamo tutti è solo da contorno.
Volevi una MasaToshi e io per dispetto parto con un’OhBa. Ma tranquilla, è tanto dolce anche questa. Dio che carini! **
**
« Ti amo. » le parole mi escono spontanee dalla gola.
Lui si stringe a me, sorridendo, quasi facendo le fusa come un gatto piccolo. Si accoccola e io gli accarezzo la testa.
Fare l’amore con Masaki è liberatorio. Non è un semplice istinto dettato dagli ormoni.
Mi rilasso. Sto bene. Libero la testa e mi lascio andare.
E vorrei che lui stesse al mio fianco per sempre, perché non posso immaginare il mio futuro senza il suo sorriso, senza il suo inguaribile ottimismo, senza la sua persona che mi rende l’uomo migliore che sono adesso.
« Anche io Satoshi. » mi sorride, ancora più apertamente.
Mi giro, su di lui. Gli salgo a cavalcioni sull’addome, baciandolo. Lui mi accarezza la schiena, lentamente e io scivolo lungo il suo collo, soffermandomi prima dietro l’orecchio. Masaki socchiude gli occhi, sospirando.
Gli stringo i fianchi scivolando lungo la sua pelle scura. Gli succhio lentamente i capezzoli, sfiorandogli la cintura con le mani.
Gliela tolgo, lasciandolo poi nudo, senza pantaloni e senza boxer. Anche lui mi sfiora, mi tocca, mi spoglia.
Prima di spostarla, la sua mano scivolava lenta sulla mia erezione. Gli sorrido, sistemandomi fra le sue gambe e prende la sua in bocca.
Mi stringe i capelli fra le mani, appoggia il palmo sulla mia testa, come a volermi indicare lui il ritmo. Ma sa che ho io il pieno controllo su di lui.
Lo sa bene, e non si lamenta.
Succhio, sempre più forte. Lecco la punta, quasi con golosità.
Mi piace stare con Masaki. Mi piace portamelo a letto. Mi piace ogni centimetro della sua pelle.
Mi piace.
Lo amo così tanto che ogni mattina, quando mi sveglio mi sembra un piccolo miracolo. Quello di essere finalmente felice,con lui al mio fianco.
Masaki viene nella mia bocca, improvvisamente. Quando mi alzo, pulendomi la bocca, lui mi guarda, imbarazzato.
« Scusa. » bisbiglia « Avrei dovuto avvisarti, ma… » arrossisce ancora di più e s’interrompe.
Ridacchio.
« Tranquillo. » mi stringo al suo fianco, baciandolo ancora. Lui si stringe ancora a me, sospirando e gemendo.
« Satoshi… » sussurra piano al mio orecchio.
« Mh? » mi limito a dire, baciandogli di nuovo il collo.
Lui geme ancora. Potrei morire per un gemito di questo genere.
« Satoshi… ho sonno. » sussurra pianissimo.
Mi fermo e lo guardo. E’ imbarazzato.
« E perché non me lo hai detto subito? Io… pensavo che tu… » arrossisco a mia volta.
« Mi andava. Ma sono stanco. Perché non manteniamo per forze per domani sera? Poi abbiamo la giornata libera, no? » mi guarda, languido.
Annuisco.
« Sì, ma sappi che non esci di casa. » ridacchio facendogli il solletico.
Lui ride a sua volta e si stringe a me. Copro entrambi con il lenzuolo e spengo la luce. Appoggia la testa sulla mia spalla. Posso quasi vederlo socchiudere gli occhi.
« Ti amo Satoshi. » mormora.
« Anche io Masaki. » gli tolgo dei ciuffi di capelli dal volto, ma è già addormentato.
Chiudo gli occhi anche io e mi addormento.
Fine
Titolo: Ti voglio
Fandom: Arashi
Pairing: Sakurai x Matsumoto
Rating: Verde
Genere: Sentimentale, Introspettivo, One - Side
Avvertimenti: Slash
Note demenziali dell’autrice: “Spero che gli spettatori, vedendomi pensino - Sakurai Sho si è davvero impegnato -. Spero solo questo”
Anche io spero che tu leggendo questa fic, pensi “Via, fa schifo, ma si è impegnata tanto” ç_ç
**
C’e stato un periodo in cui stavamo sempre insieme. In cui le sue braccia mi riscaldavano la notte. In cui i suoi baci mi cibavano.
Un periodo dove tutto mi sembrava bello. Dove finalmente potevo stare con la persona che ho amato per anni, segretamente.
Questo periodo è finito.
Forse si è reso conto che le cose fra di noi stavano diventando serie. Forse voleva solo divertirsi.
Forse si è tirato indietro perché non mi amava veramente.
Poi ci siamo rimessi insieme.
Poi mi ha lasciato, ancora.
E io non riuscivo a troncare definitivamente questo rapporto. Perché l’ho amato, lo amo e forse lo amerò per tutti i giorni che mi rimangono.
Lo amo.
Lo amo con una tale intensità che non mi importa quando in passato mi abbia fatto soffrire, perché posso avere, di nuovo, l’opportunità di averlo al mio fianco.
Dei ragazzi, l’unico che era a conoscenza della nostra relazione e del nostro continuo tira e molla, era Ohno.
Erano più le ore che passavo al telefono con lui a piangere, che quelle passate con Sho, felice.
Era sempre più difficile. Ogni giorno che passava non riuscivo mai a capire che cosa gli passasse per la testa.
Ohno mi diceva che ci voleva del tempo. Che forse era preoccupato per la sua famiglia, maledettamente tradizionalista. Che forse voleva fare chiarezza nei suoi sentimenti, perché non voleva illudermi che mi amasse.
E allora che cosa aveva fatto per tutto questo tempo?
Torno a casa, dopo le prove per un concerto.
Quando sto passando la fase di rottura, attendo disperatamente che lui mi chiami e mi dica “Amore, sono sotto casa tua. Andiamo a fare un giro”
Aspetto che mi abbracci quando scendo le scale. Aspetto che mi baci, quando siamo nella buia intimità della sua macchina.
Aspetto di svegliarmi, la mattina dopo con lui al mio fianco, le lenzuola buttate a terra, i vestiti ovunque sul pavimento.
Invece sono da solo.
E questa volta più a lungo del solito.
A volte passa meno di una settimana.
Invece è più di due mesi che Sho non mi parla. Non ci vediamo. Non ci parliamo.
Mi ha lasciato.
Definitivamente.
Non sono mai stato seriamente interessato alle sue motivazioni.
Stavo male, semplicemente. Nessuna scusa poteva riportarmi quella sensazione di tranquillità che solo Sho sapeva darmi.
Stavo male. Nessuna scusa avrebbe potuto alleviare quel dolore terrificante che provavo in mezzo al petto.
Il periodo più buio della mia vita è stato, appunto, quando sono stato lasciato, per davvero. Non volevo piangere. Non volevo soffrire.
Perché in fondo ero giovane. La vita per me era ancora lunga e sicuramente pieno di successo.
Questo mi ripeteva tutte le volte il Riida, quando piangevo le ore sulle sue spalle. Quando lo stringevo e piangevo e lui non sapeva che cosa fare. Quando gli chiedevo perché Sho mi avesse lasciato e lui rimaneva in silenzio.
Alla fine ci ho fatto l’abitudine.
Mi sono abituato alla solitudine. Allo svegliarmi da solo. A farmi forza da solo. A contare solo ed esclusivamente su me stesso.
Sono cambiato.
Ed è l’unica cosa che potessi fare.
O si nuota o si affoga
Ho deciso di nuotare, perché di affogare, a causa sua, non ne volevo sapere.
Non volevo passare il resto della mia esistenza a soffrire.
Volevo di nuovo svegliarmi e riuscire a sorridere.
Quel giorno deve ancora arrivare.
Forse è passato poco tempo da quando mi ha lasciato.
Forse non arriverà mai.
Ma è lecito sperare.
No?
Fine