[Tantei Gakuen Q] The ghost of the past
Titolo: The ghost of the past
Fandom: Tantei Gakuen Q
Pairing: Amakusa Ryu ; Renjo Kyu
Rating: G
Avvertenze: Slash, Death!Fic
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Ryu non aveva mai immaginato come poche parole avrebbe potuto distruggere tutto quello che aveva.
Note: Scritta per la 500themes_ita con il prompt “111. Il fantasma di una rosa”, per la maritombola di maridichallenge con il prompt “[Cit.]Tutto quello che è rimasto è il tuo fantasma” e per la think_angst con il prompt “Non sono riuscito a proteggere la persona che amavo. Con queste mani sporche di sangue, non posso stringere nessuno a me.”
WordCount: 538 fiumidiparole
**
« Megumi è morta. »
Ryu ricordava molto bene quel giorno, nonostante fossero passati ormai tanti anni da allora. Ricordava come se qualcosa dentro di sé si fosse spezzato, perché la sua migliore amica e la sua confidente era scomparsa. E non era andata via come era solita fare, sparire per qualche giorno per poi tornare come se nulla fosse.
Era morta. Non sarebbe più tornata sorridendo, non li avrebbe più presi in giro, non avrebbe più fatto nulla.
Semplicemente, era morta.
Nonostante fosse per strada, aveva ignorato il mondo che lo circondava ed era scivolato a terra, le ginocchia troppo deboli per poter reggere il peso del corpo e della notizia appena sentita.
La voce di Kyu gli arrivava flebile alle orecchie, a volte a tratti non riusciva a distinguere le parole oppure non era certo di riuscire proprio a comprendere il senso di quel discorso.
« E’ successo troppo in fretta, non ho potuto fare nulla. Stavamo indagando e un sicario di Pluto… ha sparato. »
Udì un singhiozzo. La voce di Kyu spezzata dal pianto e dalla disperazione fu la cosa che forse, per i mesi successivi, lo avrebbe fatto soffrire di più.
Ryu ricordava bene anche il funerale di Megumi. Era primavera e c’era il sole. C’erano loro dell’agenzia, stretti nel loro dolore, nella loro rabbia, nel loro desiderio di vendetta. L’amico era stretto fra lui e la lapide e tratteneva i singhiozzi in maniera quasi penosa, emettendo versi indecifrabili. Anche Ryo avrebbe voluto piangere se solo ci fosse riuscito.
Si sforzava di sentire gli occhi lucidi, ma era più forte di lui. Immobile, senza riuscire a muovere nemmeno un muscolo del corpo, ancora troppo sconvolto per riuscire a dire qualcosa.
Erano passate le settimane e i mesi. Kyu si spegneva lentamente, giorno dopo giorno, senza più riuscire a trovare quella piccola luce che lo animava, perché quella piccola luce era morta da troppo tempo ormai.
Kyu entrava tutti i giorni negli studi e vedeva sul mobile una rosa ormai secca, abbandonata dentro al suo vaso senza più che nessuno si occupasse di lei. Era il fantasma di una rosa, segno e ricordo dell’unico appuntamento che Megumi e Kyu avevano avuto, anni prima della sua morte.
E Ryu portava dentro al cuore ferite e cicatrici. Ferite causate dai rifiuti di Kyu, dal suo non volersi legare con nessuno, specialmente con lui.
Lo amava. Ryu non sapeva dire quanto lo amasse, quanto desiderasse solo vederlo felice e renderlo tale. Eppure Kyu non lo guardava, non lo considerava, non lo voleva.
Voleva solo rimanere da solo con i suoi ricordi, immaginare una vita che mai avrebbe potuto vivere, nemmeno se Megumi fosse stata viva.
« Non sono riuscito a proteggerla Ryu, non ho protetto la ragazza che amavo. Come posso stringere qualcun altro a me con queste mani sporche di sangue? »
Così gli aveva detto una volta, dopo l’ultimo rifiuto. E Ryu si era di nuovo sentito morire, per l’ennesima volta così come accadeva ogni volta che imperterrito provava a parlare all’amico di quello che provava.
E ormai non c’era nessuna possibilità per nessuno dei due di poter avere salva quell’anima che ormai avevano perduto, quel giorno lontano di primavera, mentre facevano compagnia ad una lapide.
L’unica cosa che gli era rimasta ormai, era solo la compagnia di un fantasma.
Fandom: Tantei Gakuen Q
Pairing: Amakusa Ryu ; Renjo Kyu
Rating: G
Avvertenze: Slash, Death!Fic
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Ryu non aveva mai immaginato come poche parole avrebbe potuto distruggere tutto quello che aveva.
Note: Scritta per la 500themes_ita con il prompt “111. Il fantasma di una rosa”, per la maritombola di maridichallenge con il prompt “[Cit.]Tutto quello che è rimasto è il tuo fantasma” e per la think_angst con il prompt “Non sono riuscito a proteggere la persona che amavo. Con queste mani sporche di sangue, non posso stringere nessuno a me.”
WordCount: 538 fiumidiparole
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« Megumi è morta. »
Ryu ricordava molto bene quel giorno, nonostante fossero passati ormai tanti anni da allora. Ricordava come se qualcosa dentro di sé si fosse spezzato, perché la sua migliore amica e la sua confidente era scomparsa. E non era andata via come era solita fare, sparire per qualche giorno per poi tornare come se nulla fosse.
Era morta. Non sarebbe più tornata sorridendo, non li avrebbe più presi in giro, non avrebbe più fatto nulla.
Semplicemente, era morta.
Nonostante fosse per strada, aveva ignorato il mondo che lo circondava ed era scivolato a terra, le ginocchia troppo deboli per poter reggere il peso del corpo e della notizia appena sentita.
La voce di Kyu gli arrivava flebile alle orecchie, a volte a tratti non riusciva a distinguere le parole oppure non era certo di riuscire proprio a comprendere il senso di quel discorso.
« E’ successo troppo in fretta, non ho potuto fare nulla. Stavamo indagando e un sicario di Pluto… ha sparato. »
Udì un singhiozzo. La voce di Kyu spezzata dal pianto e dalla disperazione fu la cosa che forse, per i mesi successivi, lo avrebbe fatto soffrire di più.
Ryu ricordava bene anche il funerale di Megumi. Era primavera e c’era il sole. C’erano loro dell’agenzia, stretti nel loro dolore, nella loro rabbia, nel loro desiderio di vendetta. L’amico era stretto fra lui e la lapide e tratteneva i singhiozzi in maniera quasi penosa, emettendo versi indecifrabili. Anche Ryo avrebbe voluto piangere se solo ci fosse riuscito.
Si sforzava di sentire gli occhi lucidi, ma era più forte di lui. Immobile, senza riuscire a muovere nemmeno un muscolo del corpo, ancora troppo sconvolto per riuscire a dire qualcosa.
Erano passate le settimane e i mesi. Kyu si spegneva lentamente, giorno dopo giorno, senza più riuscire a trovare quella piccola luce che lo animava, perché quella piccola luce era morta da troppo tempo ormai.
Kyu entrava tutti i giorni negli studi e vedeva sul mobile una rosa ormai secca, abbandonata dentro al suo vaso senza più che nessuno si occupasse di lei. Era il fantasma di una rosa, segno e ricordo dell’unico appuntamento che Megumi e Kyu avevano avuto, anni prima della sua morte.
E Ryu portava dentro al cuore ferite e cicatrici. Ferite causate dai rifiuti di Kyu, dal suo non volersi legare con nessuno, specialmente con lui.
Lo amava. Ryu non sapeva dire quanto lo amasse, quanto desiderasse solo vederlo felice e renderlo tale. Eppure Kyu non lo guardava, non lo considerava, non lo voleva.
Voleva solo rimanere da solo con i suoi ricordi, immaginare una vita che mai avrebbe potuto vivere, nemmeno se Megumi fosse stata viva.
« Non sono riuscito a proteggerla Ryu, non ho protetto la ragazza che amavo. Come posso stringere qualcun altro a me con queste mani sporche di sangue? »
Così gli aveva detto una volta, dopo l’ultimo rifiuto. E Ryu si era di nuovo sentito morire, per l’ennesima volta così come accadeva ogni volta che imperterrito provava a parlare all’amico di quello che provava.
E ormai non c’era nessuna possibilità per nessuno dei due di poter avere salva quell’anima che ormai avevano perduto, quel giorno lontano di primavera, mentre facevano compagnia ad una lapide.
L’unica cosa che gli era rimasta ormai, era solo la compagnia di un fantasma.