[Hey!Say!Jump] I want you, forever

Jan 02, 2013 15:07

Titolo: I want you, forever
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Nakajima Yuto x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: A Yuri non piaceva particolarmente l’estate. Faceva caldo, sudava in maniera esagerata, non poteva fare sesso come e quanto voleva e il carico di lavoro, con tutta quell’afa, sembrava essere il doppio.
Note: Scritta per la diecielode con il prompt “Estate”, per la Maritombola di con il prompt “Y intende fare una sorpresa ad X, ma non ha fatto i conti con Z”, per la 500themes_ita con il prompt “189. Nel mezzo”, per la Zodiaco!Challenge di fiumidiparole per sconfiggere Balam e Aak.
WordCount: 2846 fiumidiparole

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A Yuri non piaceva particolarmente l’estate. Faceva caldo, sudava in maniera esagerata, non poteva fare sesso come e quanto voleva e il carico di lavoro, con tutta quell’afa, sembrava essere il doppio. Per non parlare poi del fatto che, da quando si trovava nello stesso letto con Kota e Yuto, dormire era diventato per lui praticamente impossibile.
Rimaneva sveglio fino a tardi, si sentiva la pelle appiccicosa ed era costretto a farsi docce su docce, rischiando di svegliare l’intero quartiere.
E del sudore poi non aveva nemmeno voglia di parlarne. Lasciava macchie ovunque. Macchie sulle camice, macchie sotto le braccia delle magliette. Lo odiava e nessuna crema o deodorante o sapone riusciva a mandare via adeguatamente quegli aloni insostenibili.
In più, dato che si trovavano ad Okinawa, a tutta quella serie di sfortune si aggiungeva anche la sabbia che si infila in ogni centimetro dei vestiti.
Odiava la spiaggia, odiava la sabbia, odiava il caldo e odiava l’estate. Avrebbe odiato anche Yuya, preso com’era dalla sua spirale di odio verso il mondo, se non avesse voluto sentire dall’amico esattamente come erano andate le cose quel pomeriggio.
Kota non era tipo da sbandierare ai quattro venti le sue emozioni, né era un tipo che prendeva seriamente a pugni la gente. Voleva sapere che cosa gli aveva detto Hikaru per farlo arrabbiare così tanto, non perché non si fidasse, come aveva insinuato Yuto poco prima, nella loro stanza, ma perché la curiosità lo stava lacerando dall’interno e non avrebbe sopportato l’attesa per arrivare al giorno dopo illeso.
Per di più Kota avrebbe dovuto sbollire in fretta i postumi del post-sbronza, prima di arrivare agli studi televisivi per le registrazioni e sarebbe stato quindi abbastanza irritato e lui non avrebbe voluto aumentare inutilmente il suo nervosismo.
Yuya quindi doveva spiegargli tutto e in fretta, ma non sembrava avere la sua stessa premura e camminava lentamente accanto a lui, rimanendo in un ostinato mutismo.
« Allora? » domandò Yuri tentando di incentivarlo al diavolo.
« Cosa? C’è poco da dire no? Yabu ha preso a pugni Hikka, tutto qua. »
« Grazie Yuyan. » replicò sarcastico il più piccolo « Volevo sapere il perché. Che cosa gli ha detto per averlo fatto scattare in quella maniera. »
Yuya sospirò. Non gli piaceva fare la spia, anche se non c’era nulla da nascondere. Pensava solo che certe situazione andassero risolte fra fidanzati. O amanti. O quello che erano Yuri e Kota, in fondo non gli importava molto in che rapporti fossero.
« Senti Yuri. So che c’è qualcosa fra te e Yabu, quindi non me la sento di… »
« Yuya, voglio solo sapere la verità, senza essere costretto a fare il terzo grado a Kota. Sai che non parla volentieri dei suoi sentimenti. »
Il più grande si morse un labbro, indeciso, poi annuì, incapace come ogni volta di negare qualcosa a Yuri.
« Hikaru voleva chiarire le cose con Yabu, ma lui non voleva e le cose quindi si sono scaldate. Poi Hikaru gli ha detto che non avrebbe reso felice nessun’altro, che non si meritava l’amore di nessuno e allora Yabu è scoppiato. E… il resto beh, lo hai visto. »
Yuri lo fissò a bocca aperta, quasi non credendo alle sue orecchie. Era vero, con Kei il suo fidanzato non si era mai comportato nel migliore dei modi, eppure vedeva che con lui e Yuto c’erano stati dei miglioramenti. Seppur a fatica si apriva con loro, s’impegnava per renderli partecipi della sua vita, interessandosi a loro, mostrando interesse per quello che facevano, tentando di ricordarsi ciò che per loro era importante.
Certo, a volte era difficile stare con lui, sopportare le sue paranoie e i suoi capricci, ma in fondo Kota era come tutti loro, un essere umano e Yuri amava sia lui che Yuto su ogni fronte, sia i loro pregi che i loro difetti.
« Sono sconvolto dalla meschinità di Hikaru. » si limitò a dire, trattenendo a stento la rabbia.
« Pensate entrambi alla felicità di chi amate, è così terribile? » domandò a mezza voce Yuya, come se temesse di scatenare l’ira del più piccolo.
« Lui è stato sleare nel dire a Ko quelle cose. E’ Hikaru che non avrebbe dovuto portarsi a letto Kei quando Kota lo amava ancora e per di più era il suo migliore amico. Insomma, quale persona orribile farebbe una cosa del genere? »
« Questo è vero, ma in quel momento era arrabbiato, non si sarà nemmeno accorto di quello che diceva. »
« Perfetto. Direi che è un’ottima mossa farlo soffrire ancora di più mentre stai implorando il suo perdono. » sputò Yuri.
Yuya rimase in silenzio, senza aggiungere altro. Quello in cui si stava infilando era un terreno pericoloso e non aveva voglia di litigare con Yuri, considerando che lo conosceva abbastanza bene da sapere che, quando si parlava di Kota, il più piccolo aveva la straordinaria abitudine di vedere solo bianco o nero. In quel caso sarebbe stata la divisione fra con o contro di lui e lui preferiva tenersi lontano da quelle discussioni.
« Inizia a fare freddo. Rientriamo in albergo, ok? » domandò alla fine.
Yuri si guardò intorno, pensando che solo la notte prima lui, Kota e Yuto erano nella caverna poco lontano, mentre faceva sesso con i due fidanzati nella caverna. Invece in quel momento si trovava in spiaggia, Kota era chiuso nella sua stanza a sbollire la sbornia e Yuto era sotto le coperte da solo, nella loro stanza.
Sbuffò annuendo. Odiava Hikaru, con tutto sé stesso. Rientrando si passo le dita sulle tempie, massaggiandole delicatamente per prevenire l’emicrania. Improvvisamente non vedeva l’ora di tornare a Tokyo.

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Con sua sorpresa al rientro nella stanza trovò Yuto steso nel letto che leggeva un manga e Kota alla scrivania che lavorava, bevendo una enorme tazza di caffè.
« Ko, tutto bene? » esclamò andandogli vicino.
L’altro gli rivolse non sorriso stanco, ma annuì.
« Abbastanza. Mi dispiace essere scomparso, volevo rimanere un po’ da solo. »
Yuri vide con la coda dell’occhio Yuto alzare gli occhi al cielo, per poi fingersi di nuovo concentrato sul manga. Anche a lui aveva dato fastidio quella scomparsa, ma non aveva voglia di discutere, quindi strinse la mano di Yabu fra le proprie e si sforzò di sorridere.
« Su. » mormorò « Andiamo a letto, è tardissimo e siamo tutti stanchi. »
Il più grande non se lo fece ripetere sue volte e si lasciò guidare verso il letto. Sia lui che Yuto si strinsero intorno al più piccolo, senza dirsi una parola, cercando ognuno nel calore dell’altro la forza per potersi lasciare alle spalle quella difficile giornata.

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Yuri quella mattina si alzò in piedi prima dei suoi fidanzati. Era insolito per lui, anche quando lavoravano, ma quella era una giornata speciale e non voleva passarla a poltrire. Controllo per l’ennesima volta il calendario, giusto per sicurezza, trovando di nuovo conferma che sì, quello era il 10 di agosto.
Si morse un labbro, emozionato. Era qualche giorno che sfuggiva alle attenzioni di Yuto, facendo così crescere in lui ancora più impazienza e voglia. Era stata una sofferenza anche per lui passare quel forzato grado di castità, ma era tutto per una causa nobile e superiore, quella sera Yuto stesso se ne sarebbe accorto.
Ah, sarebbe stato un compleanno che il fidanzato non avrebbe mai dimenticato, così come non avrebbe scordato nemmeno il regalo, incredibilmente uno nel suo genere.

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Fortunatamente Yuri poteva contare su migliori amici seri e fidati. A dire il vera era solo uno, cioè Ryosuke. Il ragazzo era l’unico al quale aveva detto di Yabu e Yuto e l’unico al quale poteva fare una richiesta del genere senza passare per pazzo o per uno che ha secondi fini.
Con addosso solo i boxer osservò Yamada stringere debolmente le manette intorno ai suoi polsi, lasciandogli libertà di movimento. Poi gi legò una benda su occhi e bocca, stando ben attento a lasciargli libero il naso per respirare.
« Ok Yuri, qua ho finito. Posso fare altro? » domandò ironico e l’altro lo scacciò con le gambe, nervoso « Va bene, va bene. Yuto dovrebbe arrivare a momenti, vado prima che fraintenda. Domani mi devi raccontare tutto, lo sai? »
Il ragazzo annuì, e il più grande sorrise maliziosamente, anche se il più piccolo non poteva vederlo.
« In bocca al lupo. » cantilenò poi, lasciandolo finalmente solo nel suo appartamento.

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Effettivamente la previsione di Ryosuke si rivelò corretta. Dopo qualche minuto di solitudine, in cui Yuri si era messo a pensare a come si sarebbe divertito da lì ad una manciata di secondi, udì la porta di casa scattare la voce del fidanzato che urlava il classico “sono a casa!” a delle stanze che credeva vuote.
Lo udì togliersi le scarpe e lasciar cadere le chiavi sul mobiletto dell’ingresso. Iniziò ad agitarsi, leccandosi le labbra per quanto gli era concesso dalla benda, ma non aveva fatto i conti con l’altro fidanzato, che evidentemente aveva pensato a sua volta di fare una sorpresa a Yuto per il suo compleanno.
« …Sì Ko. » sentì ad un certo punto « Ovvio che sono libero questa sera. Eh? Davvero? E’ il mio ristorante preferito! » esclamò emozionato.
Yuri tentò di mugolare per attirare l’attenzione, ma la stanza da letto era troppo lontana e il tono della voce di Yuto troppo alto e nemmeno muovere rumorosamente le manette contro le sbarre del letto attirò le sue attenzioni.
« Hai già chiamato Yuri? Ah, lo chiami tu? Ok, va bene. A fra poco, allora, ciao! »
Yuri sbarrò gli occhi. Provo a mugolare ancora più forte, ma non ci fu nulla da fare. Nel giro di un minuto a fargli compagnia ci fu solo il silenzio della sua casa.

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Yuto raggiunse con il sorriso il luogo del suo appuntamento, trovando Kota davanti al rito stante che dondolava dai talloni alle punte, il telefono fra orecchio e spalla. Aveva impiegato più del previsto ad arrivare là, causa il traffico, ma il più grande non parve averci fatto molto caso.
« Yutti, hai sentito Yuri per caso? » lo salutò Kota, dandogli un veloce bacio sulla guancia e accennando un sorriso « E’ quasi un’ora che provo a chiamarlo, ma non mi risponde. »
Il più piccolo alzò le spalle, scuotendo la testa.
« Non lo so. Oggi è il suo giorno libero, magari sta solo dormendo. Lo sai com’è fatto no? » gli rispose ridendo e sfiorandogli lievemente la spalla « Non essere troppo ansioso, Yuri sa badare a sé stesso. »
Kota annuì, mordendosi di nuovo il labbro, guardandosi intorno nella speranza di vedere arrivare il fidanzato.
« Ti dà fastidio se proviamo a ornare a casa a controllare? Magari ha solo il telefono senza suoneria. »
« Certo che non mi dà fastidio. » controllò l’orologio al polso « Inizio ad essere preoccupato anche io in effetti. »
« Bene, andiamo. La macchina è al parcheggio sotterraneo qua vicino. » lo informò iniziando ad incamminarsi velocemente mente Yuto lo seguiva a passo spedito.

**

Raggiunta casa Yabu si precipitò in casa, togliendosi appena le scarpe e controllando in tutto l’appartamento.
Era rimasto in apprensione per tutto il tempo, immaginando i peggiori scenari che la sua mente riusciva a partorire.
Arrivato nella stanza da letto Yabu si senti quasi svenire, tornando a ritrovarsi nella testa ogni immagine terribile vista nei telefilm. Si scapicollò sul letto, togliendo al ragazzino la benda sulla bocca e sugli occhi, tentandosi poi di togliere anche le manette.
« Yuri che cosa è successo? » domandò sull’orlo di una crisi di nervi, spostandosi verso il comodino per cercare le chiavi in tutte i cassetti, mentre Yuto era ancora immobile sulla soglia della stanza.
« Dove siete stati? » esclamò a voce alta Yuri, prendendo a massaggiarsi i polsi.
« Noi… volevo portarti fuori a cena, ma non… chi ti ha fatto questo? » chiese poi Kota.
« Ryosuke, ovvio. Io… volevo farvi una sorpresa per il compleanno di Yutti. » borbottò il più piccolo, un po’ imbarazzato per la pessima figura fatta « Ma tu lo hai invitato fuori a cena e non è venuto in camera a trovarmi. » esclamò voltandosi poi verso Kota con fare accusatorio.
Il diretto interessato lo fissò interdetto per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere, seguito a ruota da Yuto, finalmente ripreso dallo shock e si avvicinò lentamente al letto, sedendosi vicino a loro.
« Yuri, potevi almeno avvisare me, no? » domandò ancora fra le risate il più grande « Così ci saremo fatti trovare a casa insieme per la gradita sorpresa. » mormorò poi sfiorandogli la spalla.
Yuri gonfiò le guance, in imbarazzo, scostandosi divertito dal tocco del fidanzato.
« Il regalo era per Yuto, non per te. E poi che ne sapevo che lo avresti invitato fuori a cena? » sospirò, lasciandosi ricadere sul materasso.
Yuto si stese accanto a lui, accarezzandogli la fronte dolcemente.
« Mi sono spaventato quando ti ho visto legato al letto. Io… non farlo più in questa maniera, ok? » mormorò piano.
Yuri si alzò lentamente a sedere, chinando la testa sul petto, mordendosi un labbro con aria colpevole.
« Mi dispiace. Io… non volevo farvi preoccupare. Pensavo di farti un piacere. » sussurrò cercando dia tutti i costi di trattenere le lacrime.
Si sentiva un idiota per l’idea che aveva avuto. Non aveva pensato alla loro preoccupazione, né ad un risvolto come quello Non aveva immaginato che potesse essere lasciato da solo, né tutta la loro ansia. Insomma, era stato un vero e proprio cretino.
Yuto si avvicinò al più piccolo, abbracciandolo e baciandolo lentamente.
« Dai, adesso non preoccuparti. » accostò la bocca al suo orecchio « In realtà quando mi sono reso conto che stavi bene mi sono eccitato. Eri bello. » mormorò suadente mordicchiandogli l’orecchio.
Il più piccolo alzò lo sguardo, con gli occhi lucidi.
« Davvero? » sussurrò sfiorandogli i pantaloni all’altezza del cavallo.
« Sono serio. » rispose Yuto scivolando con le labbra lungo il collo « Sei veramente eccitante Yuu. » continuò sfiorandogli il petto con le mani « E poi anche Kota si è eccitato, anche se non vuole ammetterlo. » mormorò mordendosi un labbro in direzione del più grande.
Kota annuì allungando di nuovo la mano per sfiorare le clavicole di Yuri, che gemette sommessamente, lasciando ricadere la testa all’indietro permettendo a Yuto di avere maggior libertà di azione sul collo.
Kota gli toccò il petto, stuzzicandogli i capezzoli e mordendogli le labbra, sfiorando contemporaneamente le braccia di Yuto. Il ragazzo si tese maggiormente verso il corpo di Yuri, stretto fra il suo e quello di Kota e il solo sentirne la pelle bollente gli fece girare la testa.
« Kota… » ansimò il più piccolo « Vi voglio, entrambi. » sussurrò poi guardando tutti e due con occhi pieni di passione.
Yuto sorrise, malizioso, guardando Kota.
« Adesso o mai più. » ridacchiò complice il più grande, baciando Yuto, per dedicare un attimo le sue attenzioni a Yuri.
Yuri si stese sul letto, permettendo ai due ragazzi di toccarlo come volevano. Il più piccolo si sentì trasportato in un vortice di emozioni e di eccitazione che provava sempre più spesso da quando stava con loro. Non sapeva contro quale mano spingersi, non riusciva ad ignorare la bocca di Yuto sulla sua erezione, non riusciva ad ignorare le dita di Kota dentro di lui mentre lo preparava. Kota si sedette con la schiena contro il muro, permettendo a Yuri si salire su di lui, prima di penetrarlo lentamente.
Yuto, al suo fianco, gli prese la testa, spingendola contro la propria lunghezza, gemendo ogni volta che la bocca di Yuri lo succhiava o la sua lingua lo leccava facendolo impazzire, mentre il più grande spingeva sempre più velocemente dentro di lui.
Yuto allora sorrise verso Kota e si sistemò di nuovo dietro Yuri. Leccò leggermente l’erezione del più grande, spingendo la sua lingua dentro Yuri che si artigliò alle spalle di Kota senza riusciva a smettere di gemere e ansimare i loro nomi.
Fu a quel punto che Kota spinse indietro il bacino di Yuri e Yuto allargò lentamente le natiche del più piccolo, iniziando a penetrarlo a sua volta.
Yuri gemette a voce alta di dolore, ma resistesse, mordendo la spalla di Kota, permettendo a Yuto di spingersi fino in fondo e i due ragazzi non persero molto tempo prima di riprendere a spingere, sempre più forte, sempre più in fondo fino a che non raggiunsero l’orgasmo.
Yuri rimase immobile per dei secondi interminabili, mentre sentiva ogni centimetro di tutte e le erezioni scivolare via dal suo corpo, lasciandolo incredibilmente vuoto. Gli era piaciuto, nonostante il dolore e aveva ancora voglia, ma non sapeva se il suo corpo sarebbe riuscito a sostenere un altro po’ di quel ritmo micidiale.
« Un compleanno bellissimo. » mormorò Yuto steso al suo fianco.
« Grazie Yuri. » sussurrò Kota.
« Siete stati incredibilmente brutali con me, sono piccolo, posso rompermi, lo sapete? » li riprese lui ancora steso sopra Kota.
Yuto gli diede una poderosa pacca sul sedere e rise, mentre Yuri si stese fra di loro, come ogni sera.
« Ora ho sonno. Buonanotte e buon compleanno Yutti. » sussurrò baciandolo per l’ultima volta.
Yuto ricambiò il bacio e si strinse a lui per farsi stringere anche da Kota, divertito dai loro battibecchi.
« Siete voi il mio più bel regalo di compleanno. » mormorò Yuto prima di baciare Kota.
Si addormentarono anche loro, più felici di prima, desiderando solo quella stessa felicità per tutto il resto della loro vita.

challenge: 500themes ita, challenge: maritombola 2012, challenge: diecielode {celes. sunshine}, pairing: yabu x nakajima x chinen, fandom: hey!say!jump, challenge: zodiaco!

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