[Hey!Say!Jump] I don't wanna break this chains

Oct 30, 2012 17:13

Titolo: I don't wanna break this chains
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Takaki Yuya ; Takaki Yuya x Chinen Yuri ; Yabu Kota x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Il corpo era caldo, bollente e lo sentiva ansimare e più i gemiti del ragazzo sotto di lui crescevano d’intensità, più Kota si eccitava
Note: Scritta per la khorakhane_ita con il prompt “Resta il passato e nulla più” per la 500themes_ita con il prompt “362. Come vetro infranto” e per la corte_miracoli con il prompt “Perché ti voglio da morire”.
WordCount: 2228 fiumidiparole

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Kota si muoveva lentamente dentro al corpo sotto al suo. Socchiuse gli occhi, sfiorando con i polpastrelli, la schiena del giovane.
Il corpo era caldo, bollente e lo sentiva ansimare e più i gemiti del ragazzo sotto di lui crescevano d’intensità, più Kota si eccitava, continuando a spingere e spingere dentro quel corpo che si apriva sotto le sue spinte.
Era stretto Yuya. Incredibilmente stretto e non comprendeva come potesse essere possibile dato che loro due erano come degli animali, che si saltavano addosso non appena avevano cinque minuti liberi.
Eppure in quel momento, nonostante tutto il trambusto che la loro storia aveva scatenato, si stava godendo ogni secondo di quell’amplesso, di quegli attimi perennemente rubati dai loro impegni e voleva imprimere tutte quelle sensazioni dentro la sua mente, in modo da non dimenticarli mai.
Amava Yuya. Lo aveva sempre amato, lo aveva sempre desiderato e quando se ne era finalmente accorto non aveva guardato in faccia nessuno pur di averlo. Come aveva sempre fatto, non si era fermato davanti a niente e alla fine Yuya era stato suo.
Aveva rinunciato a tutto perché si era reso conto di amarlo, di volerlo così tanto che pensava di morire. Ogni persona al suo fianco che non fosse Yuya lo infastidiva e nessuno riusciva a soddisfarlo così come lo soddisfaceva il suo ragazzo.
Venne dentro al suo corpo, beandosi del gemito roco e sensuale che uscì dalle labbra del fidanzato, il quale aveva raggiunto l’orgasmo una manciata di secondi prima di lui.
Rimase fermo dentro di lui ancora un po’, toccando la sua pelle e ascoltando il respiro di Yuya farsi sempre più stabile. Sorrise, dando un altro paio di morsi alle spalle dell’altro, godendosi la sua risata imbarazzata e poi scivolò al suo fianco, osservando Yuya, ancora steso a pancia in giù, che lo fissava.
Gli scostò le ciocche di capelli dal volto, accarezzandogli la guancia con le dita.
« Ti amo. » mormorò piano.
Yuya sorrise, imbarazzato.
« Anche io Kota. » si avvicinò al più grande, che lo strinse velocemente a sé, riprendendo a baciarlo lentamente.
Fece passare le sue mani di nuovo contro quella pelle di cui non riusciva a fare meno, baciando e mordendo le sue labbra morbide, mentre sentiva il corpo di Yuya accasciarsi contro il suo, abbandonandosi definitivamente alle sue carezze.
Quella notte Yuya sarebbe rimasto a dormire da lui, incastrando quel piccolo svago fra i loro lavori e Kota non voleva perdere o sprecare nemmeno uno di quei momenti.
Ma ogni tanto, si disse, era giusto stuzzicare un po’ il proprio rapporto sessuale.

**

Chinen entrò timidamente dentro la casa di Yuya e di Kota, seguendo uno dei due padrone di casa fino in salotto.
Non aveva ancora ben compreso che cosa volesse Yuya da lui, stava il fatto che lo aveva seguito fin la dentro quasi senza proferire una parola.
Lo vide andare verso il frigo e prendere una birra, per voltarsi poi verso di lui, visibilmente a disagio.
« Ne vuoi una? » chiese con voce roca.
Chinen scosse la testa, torturandosi il palmo di una mano nascosta dentro la tasca del pantalone.
Yuya osservò la bottiglia, poi la stappò con un gesto rapido, quello di chi è abituato a bere e poi, dopo averne preso un lungo sorso, lo raggiunse di nuovo in salotto.
« Yuya, perché siamo qua? Non… Non l’ho capito molto bene. »
L’altro poggiò la bottiglia sul tavolo in salotto, poi lo prese per mano, stringendo debolmente e lo trascinò in camera da letto. Yuri tentò di fare resistenza, prima di essere spinto sul letto. Yuya lo guardava e il più piccolo non aveva la più pallida di che cosa dovesse fare o dire.
« E’ un po’ che penso di farlo. » mormorò solo Yuya montando sul letto, scivolando su di lui, prima di baciarlo lentamente.
Yuri impiegò solo qualche secondo per riprendersi dallo shock e di rispondere al bacio, con più irruenza del collega. Yuya gli fece passare le mani sotto la maglietta, sfiorandogli la pelle lattea dei fianchi e della vita.
Il più piccolo avrebbe voluto riprendere fiato per poter chiedere a Yuya che cosa avesse in mente di fare con lui, ma non era sicuro di volerlo sapere. Sapeva che se si fosse azzardato a fargli una qualunque domanda, tutto di lui si sarebbe infranto come il vetro, come quando si lascia cadere a terra un oggetto di cristallo.
E di lui non sarebbe rimasto altro che piccole schegge di vetro infranto.
Decise quindi di godersi quel momento, senza voler ricordare di come Yuya si frequentasse e abitasse con Yabu, senza voler ricordare di essere stato già più o meno respinto dal più grande, mesi e mesi prima.
Non voleva sapere nulla della verità Yuri, quindi si abbandonò contro il materasso e contro quelle mani, che avevano iniziato a spogliarlo. Il più piccolo allungò le mani, sfiorandogli la pelle del collo e delle guance, prima di scendere rapidamente verso l’orlo della maglietta per sfilargliela con altrettanta velocità.
Yuya gemeva al tocco delle sue dita e questo rese felice Yuri più di ogni altra cosa. La faccia del più grande contorta in una smorfia di piacere mentre gli sfiorava la pelle dell’erezione ancora nascosta dai pantaloni, gli diede una lieve ebbrezza di potere.
Gli tirò giù i pantaloni, poco incline a voler essere più romantico. Sapeva bene quando l’altro potesse essere volubile, quindi non voleva perdere tempo, tempo che Yuya avrebbe potuto utilizzare per cambiare idea.
L’altro sembrò aver compreso la situazione e lo spogliò quasi con urgenza, lasciandolo nudo. Lo torturò baciandogli e mordendogli il collo, il petto, i capezzoli, leccandolo dietro l’orecchio e facendo passare lentamente i polpastrelli lungo la colonna vertebrale, godendosi i gemiti di piacere di Yuri.
Yuya lo afferrò per i fianchi, spostandolo verso il centro del letto e portandogli le mani sopra la testa.
« Ho voglia di legarti. » sussurrò di nuovo Yuya, con la voce rotta dai gemiti di piacere.
Yuri annuì e osservò il più grande che lo legava saldamente all’enorme testiera del letto, poi si aggrappò a sua volta all’intelaiatura del letto e sporse il bacino verso la bocca del più piccolo, appoggiandosi delicatamente sul petto di Yuri.
Quest’ultimo aprì quasi immediatamente la bocca, leccando avidamente la punta dell’erezione che si spingeva fra le sue labbra dischiuse. Quando Yuya non riuscì più a contenersi si spinse del tutto dentro la sua bocca, gemendo ogni volta che la lingua di Chinen lo stuzzicava, godendo di quel calore quasi improvviso.
Poi non resistette più. Uscì dalla sua bocca, ascoltando il gemito di disappunto del più piccolo, prima di stendersi fra le sue gambe, prepararlo frettolosamente, ma poco intenzionato a fargli male. Poi fece passare le braccia sotto le ginocchia di Yuri, alzandogliele e spingendosi dentro di lui.
Yuri affondò il volto nel petto di Yuya, mordendolo per trattenere i gemiti di dolore ad ogni spinta del più grande, fino a che non si adeguò al suo ritmo, alle sue spinte, ai suoi gemiti ansimati nell’orecchio, che lo eccitavano sopra ogni altra cosa al mondo.
Yuya spingeva dentro di lui, sempre più forte, afferrandogli malamente l’erezione, muovendo la sua mano su di lui allo stesso impetuoso ritmo delle spinte, fino a che quando il più grande non lo sentì venire, gemendo il suo nome a voce alta.
Yuya continuò a muoversi, sentendosi vicino all’orgasmo. Spinse le gambe di Yuri contro il suo petto, affondando sempre più in profondità, sentendolo sempre più stretto intorno a lui, fino a quando non venne con un verso animalesco, svuotandosi dentro il corpo di Yuri.
Si accasciò al suo fianco, ascoltando gli ansimi di Yuri mentre riprendeva fiato, cercando di stabilizzare lui stesso il proprio respiro.
Poi si avvicinò di nuovo al più piccolo, slegandogli le mani. Yuri si alzò a sedere, appoggiandosi con la schiena al freddo della testiera e voltandosi verso il più grande, che aveva ripreso a non guardarlo.
« Ti ha fatto così schifo che nemmeno mi guardi? » domandò a mezza voce.
« Non è questo. Mi è piaciuto ma… »
« Ma non è per questo che sei qua, Yuri. » lo interruppe una terza voce, entrando lentamente dentro la stanza.
Yuri si voltò osservando Yabu, che aveva un sorrisetto pieno di soddisfazione sulle labbra. Il più piccolo avrebbe voluto coprirsi, ma qualcosa gli diceva che il padrone di casa era sempre stato presente e che li aveva osservati fare sesso per tutto il tempo.
Non disse niente, anche perché a Yuri non piaceva non avere il controllo della situazione e se già sentiva di non averla dal momento in cui era entrato in quella casa, la presenza del più grande lo innervosiva e basta.
Kota salì sul letto, mettendosi al suo fianco, ignorandolo e tirando a sé Yuya per baciarlo, che ricambiò il bacio con la stessa passione, prima di tornare a dedicargli attenzioni. Gli sfiorò la pelle delle spalle.
« Che ci fai qua? » domandò piano Yuri.
« Volevo divertirmi. » ammise con disinteressa l’altro « E tu mi eri sembrato un buon passatempo. » la mano del più grande continuò a toccarlo « E poi io e Yuya pensavamo di mettere un po’ di pepe alla nostra relazione. Tu eri il candidato più adatto, no Yuyan? » chiese poi.
L’altro annuì, distogliendo lo sguardo da entrambi. Yuri si voltò verso Yuya, mordendosi un labbro.
« Quindi… ero solo un passatempo? Tu non avevi voglia di fare sesso con me? »
« E’ complicato il discorso Yuri. » si limitò a dire Yuya, prima di sentire di nuovo il corpo del più piccolo premuto contro il suo.
« A me non interessa. Potremo continuare a fare sesso insieme? Io e te? » chiese « Ti è piaciuto no? Hai goduto, vero? E allora… e allora farò tutto quello che vuoi te, quando vorrai, come vorrai. » si attaccò alle sue spalle.
Non gli importava di perdere la dignità. Non gli importava di sentirsi un oggetto nelle sue mani, una bambola che si chiama e si usa solo quando si ha voglia di fare sesso e raggiungere uno schifosissimo orgasmo.
Lo avrebbe accettato. Per avere un po’ di Yuya, un po’ di quel corpo e di quelle attenzioni che gli erano sempre state negate, avrebbe fatto di tutto, anche calpestare il proprio onore.
Yuri sentì le mani di Kota toccarlo con più forza, fino a che non lo voltò di nuovo verso di lui, alzandogli il volto e accostando la bocca al suo orecchio.
« Sono io che decido qua dentro Yuri. » sussurrò solo.
Yuri socchiuse gli occhi, reprimendo la voglia di scostarsi. Accennò un sorriso. Era disposto a tutto pur di continuare a sentire la voce di Yuya che gemeva il suo nome.
Voltò il proprio corpo contro quello ancora coperto di Yabu, nascondendo il volto nel suo collo, iniziando a morderlo e baciarlo.
« Suppongo di dover soddisfare anche te, vero? » ringhiò solo.
« Solo se vuoi continuare ad avere Yuya. » si limitò a dire l’altro, continuando a fissarlo con quell’aria di superiorità che non lo aveva mai abbandonato.
Yuri montò sopra di lui, strusciandosi sul suo corpo ancora vestito, permettendo al più grande di toccarlo, di graffiarlo, di morderlo.
Cercò di trattenere i gemiti, non voleva dargli la soddisfazione di vederlo gemere dal piacere. Ma sapeva che era impossibile e infatti quando le sue lunghe dita iniziarono a muoversi sulla sua erezione purtroppo già dura, lasciò perdere ogni contegno.
Sapeva di non aver comunque diritto a quella parte di dignità. Si aggrappò con le mani alle spalle di Yabu, mentre il fidanzato gli toglieva i pantaloni, succhiandogli leggermente l’erezione, già dura.
Le mani di Kota rallentarono per qualche secondo, prima di afferrarlo con decisione per i fianchi e spingerlo verso il proprio inguine.
Yuri si morse un labbro, prima di lasciarsi lentamente scivolare contro l’erezione di Yabu, che si tratteneva dall’entrare con un colpo secco di lui.
Quando lo sentì del tutto dentro di sé gemette. Si sentiva aprire in due, come poco prima era successo con Yuya e continuò a gemere quando Kota iniziò a spingere dentro di lui e si eccitò di nuovo quando vide invece Yuya, accanto a loro, toccarsi per provare di nuovo piacere.
Avrebbe voluto pensarci lui, ma sapeva che per ottenerlo avrebbe dovuto concedersi a Kota, convincerlo che poteva essere davvero il loro giocattolo da chiamare quando ne avevano voglia.
Andava bene così. Doveva solo resistere un altro po’. Gli ansimi di Kota si fecero sempre più alti, mentre Yuri si muoveva con più velocità su di lui, ormai prima di orgoglio. Gli piaceva. Meno di quanto gli piaceva Yuya, ma gli piaceva.
Venne nella mano del più grande, accasciandosi su di lui, reggendosi solo sulle sue spalle, mentre le spinte dell’altro si erano fatte urgenti. Lo sentì venire dentro di sé e lo sentì dare una spinta più poderosa, che gli avrebbe fatto male se non fosse stato stravolto dal proprio orgasmo.
Yuri non riuscì a scendere da sopra Kota, che Yuya si alzò in piedi, gli afferrò la testa per i capelli e si spinse di nuovo nella sua bocca, venendogli in gola. Ma di nuovo Yuri non disse nulla, nonostante gli mancasse il respiro e sentiva il proprio corpo tremare, non sapeva se per il freddo o se per l’eccessivo sforzo fisico.
Si lasciò scivolare di nuovo fra i due ragazzi, ansimando e pulendosi la bocca.
« Direi che va bene, no Yuya? »
L’altro annuì, senza dire altro.
Yuri si odiava. Odiava Yuya, odiava Kota. Ma in fondo, non poteva che odiare solo sé stesso che aveva permesso a tutti e due di fare di lui quello che volevano.
Ormai del vecchio Chinen Yuri restava solo il passato e nulla più.

Fine.

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