[Monthly Pilot] Febbraio

Feb 29, 2016 14:05




(© Giphy)

Ciao!
Speravate che non ritornassi ad ammorbarvi con le mie opinioni non richieste, vero?
Beh, diciamo che la real life si è messa d’impegno per distogliermi dal mio COFFlavoroCOFF di recensorA, ma ho vinto io. Più o meno. Tuttavia, questo mese la rubrica sarà un po’ stringata e divagante, dal momento che non solo non sono iniziati nuovi anime, ma io non ho avuto tempo/voglia di recuperare serie.



Kono Danshi, Mahou ga Oshigoto Desu
[miniserie]



Trama: Chiharu Kashima è il capitano dell’Unità di Crisi del Dipartimento della Magia. Un giorno, incontra un uomo amichevole di nome Toyohi Utsumi nel bar che frequenta di solito. Poco dopo il loro incontro, Utsumi confessa: “Mi sono innamorato di Kashima-san.” Dapprima, Kashima rimane sconcertato, ma in breve i due cominciano a trascorrere del tempo insieme.

Non guardo volentieri le commedie romantiche, a prescindere dal loro formato di origine, poiché è un genere che non mi intrattiene per niente, la maggior parte delle volte ci sono solo cliché a palate e situazioni irritanti come un cespuglio di ortiche. Tuttavia, questo anime aveva alcuni pregi non trascurabili, ad una prima occhiata: una grafica B-E-L-L-I-S-S-I-M-A, fumettosa nel senso positivo del termine, lo yaoi slash (*) canon e il fatto che parlasse di magia istituzionalizzata. Ora, quest’ultimo argomento non è stato approfondito quanto avrei voluto- è pur sempre una serie di quattro episodi da sette minuti ciascuno-, ma è bastato per convincermi alla visione.
E qui sono iniziate le sorprese.
Mi aspettavo qualcosa di carino, fluffoso e tanto dolce da cariare i denti e, invece, mi sono beccata una slavina di angst a tradimento, angst in cui peraltro mi sono immedesimata totalmente e dolorosamente, perché i dubbi e i timori di Kashima sono quelli con cui io cerco di venire a patti da anni, a fasi alterne, non sempre con successo. Diciamo che mi aspettavo una romanticheria leggera e mi sono trovata nel bel mezzo di una seduta psichiatrica.
Nonostante io non ami in particolar modo il meccanismo dell’immedesimazione, soprattutto come fruitrice- quando scrivo, invece, mi è indispensabile, anche per un personaggio completamente diverso da me-, ciò non mi ha impedito di apprezzare questa miniserie, che ho trovato davvero gradevole e ben fatta, completa nella sua brevità. Aggiungere altro sarebbe stato solo un inutile sbrodolamento, cosa che non tutti i fan sembrano voler capire quando reclamano a gran voce nuove stagioni/episodi/film/libri di serie che hanno raggiunto la loro naturale e necessaria conclusione.

(*) Breve digressione/rant sull’uso dei termini: dal momento che si tratta di anime, la mia mente divorata dall’OCD mi impone di definire il pairing come Yaoi. Tuttavia, io e questo genere abbiamo una relazione travagliata, in quanto io rigetto la maggior parte delle regole che codificano il genere e, anche trattando di personaggi di anime, finisco per scrivere/plottare Slash.
Lo Yaoi, i suoi cliché e i suoi stereotipi piantati qua e là come infestanti margheritine sono i motivi per cui, anni fa, avevo smesso del tutto di seguire l’animazione giapponese- diciamo che anche i siparietti chibi demenziali durante le scene drammatiche non hanno aiutato a distogliermi da questo proposito-.
Intendiamoci, io scrivo/leggo/plotto/amo il noncon, le coppie badwrong e tutto ciò che scava in menti sinistre e relazioni pericolose: appunto, SCAVA, non NOBILITA le violenze fisiche e mentali a casaccio senza un minimo d’indagine psicologica. I maschi Alfa dello Yaoi sono un compendio dettagliato del partner abusante, capaci soltanto di obliterare del tutto la personalità dell’uke- che è SEMPRE remissivo, debole, incapace di resistere alle angherie e, dettaglio tanto realistico quanto allucinante, ritiene di meritarsele-, rendere la vittima dipendente dal punto di vista sessuale e psicologico e poi convincerla che tutto questo sia l’AmoreVero.
What about a bloody NO?!
Se vuoi scrivere una storia di plagio psicologico e violenze sessuali, liberissimo di farlo, la scrittura non deve mai censurarsi, soprattutto su questi argomenti, ma sappi che devi farlo con la consapevolezza che questi comportamenti NON SONO ROMANTICI e NON VANNO ASSOLTI.
Sento che a E.L. James stanno fischiando fortissimo le orecchie, in questo preciso istante. Ah, a proposito, 50 Shades sarebbe stato carta da culo di qualità infima anche se i protagonisti si fossero chiamati Christian e Anthony. O Christine e Annabelle. O Christina e Andrew. #justsoyouknow

Così parlò Effe: nonostante l’angst, si tratta comunque di una miniserie carina e leggera, consigliata a chi ama il fluff e vuole trascorrere un’oretta di svago. E l’ho già detto che la grafica è B-E-L-L-I-S-S-I-M-A?

Noblesse: Awakening
[OAV]



Trama: Ptorr figlio di Kmer Cadis Etrama di Raizel si risveglia da un sonno durato 820 anni e inizia una nuova vita come studente delle superiori (#lolwut). Tuttavia, i suoi giorni tranquilli da studente vengono presto interrotti da un gruppo di malintenzionati noti come “Union”. L’OAV segue il vampiro Raizel e il suo fedele servitore, Frankenstein (#lolwut2), mentre cercano di salvare e proteggere i nuovi amici umani del vampiro da misteriose minacce. (© MyAnimeList)

A mia discolpa, posso dire che avevo terribilmente bisogno di svago e nessuna voglia di iniziare una serie da 12+ episodi fra quelle in sospeso. Ma andiamo con ordine.
Il vampiro protagonista, che per comodità da qui in poi chiameremo Costanfilzio, si risveglia da un sonno quasi millenario e, come prima cosa della sua nuova vita nel XXI secolo, decide di iscriversi al liceo.
Ora, essendo io #TeamWerewolves, ci sono parecchi dettagli della psicologia vampirica contemporanea che fatico a comprendere: ad esempio, ‘sta stramaledetta fissazione per frequentare una pulciosa scuola superiore.
Se io fossi un potentissimo, letalissimo e vecchissimo vampiro, come minimo cercherei di ottenere un posto di rilievo in qualche organo di governo, nel CdA di una multinazionale di successo o nel board dirigenziale di una banca mondiale, perché mai dovrei aver voglia di essere uno studente liceale, praticamente la base sfigata e imbelle della piramide sociale planetaria, dopo i professionisti dei Beni Culturali italiani? (← La Scrivente è anch’ella una semi-professionista dei Beni Culturali italiani, no offence intended)
Concediamo all’OAV il fatto che Frankenstein, il fedele servitore di Costanfilzio, è il preside della suddetta scuola superiore- preferisco non sapere a che genere di “lezioni di recupero” possano partecipare gli studenti che non superano gli esami-, quindi in questo caso la farsa da studentello liceale ha quasi una motivazione sensata. Più sensata che in Twilight e l’attacco dei suoi cloni, e non ci voleva chissà quale sforzo di fantasia. Dando per scontato di avercela, la fantasia. #badumtss
Dopo essersi ricongiunto con Frankestein e aver fornito materiale per fyccine p0rn-BDSM-yaoi da qui al prossimo millennio, Costanfilzio fa amicizia con tre studenti della scuola, simpaticamente incarnati dagli stereotipi Fancazzista, Pupa e Nerd, e vorrei star scherzando. Entriamo così in un’altra situazione clichettosa al massimo, ovvero il Tizio-di-epoca-antica-random alle prese con la tecnologia moderna, una roba che non fa più ridere dal 1990, se non sei uno scrittore/sceneggiatore/autore con i controrazzi, e non è questo il caso.
Mentre si consuma la commediola scolastica di terza categoria non pagante, seguiamo anche le vicende dei cattivi, i quali… beh, fanno cose da cattivi: ammazzano comprimari inutili, rubano l’antico vaso bare, rapiscono studentelli inermi, distruggono edifici sempre miracolosamente deserti, succhiano il sangue -perché questa sarebbe comunque una storia di stramaledetti vampiri-, e, infine, se le danno di santa ragione con Costanfilzio e servo, ovvero l’unica parte vagamente interessante in tutto questo marasma di inutilità assortite. C’abbiamo anche il Cattivo con i Rimorsi di Coscienza, il Passato Drammatico e il Tirapiedi Scimmiesco, ma Fedele, giusto per non lasciar giù nessuno dalla giostrina dei cliché.
Ovviamente, i buoni vincono e ‘sta cosa finisce, che ve lo dico a fare?
Tuttavia, scopro leggendo i commenti al sito da cui ho tratto la trama, visto che TvShowTime è piuttosto carente riguardo agli OAV, che questo sarebbe il RIASSUNTO di circa 80 capitoli del manwa originale. Lo riscrivo, così la drammaticità del concetto vi si imprime bene in testa: il RIASSUNTO di OTTANTA capitoli pieni di… fuffa, a questo punto, se già ‘sta roba in molti momenti sembrava perdersi per impervie strade di montagna senza il Tomtom.
Quella vocina che mi consigliava di rewatchare Kekkai Sensen, avrei dovuto ascoltarla.

Così parlò Effe: questo OAV fa ridere per tutti i motivi sbagliati, ovvero la sola ragione per cui vale la pena di dedicargli una mezz’ora del vostro tempo libero, se ne avete. Io no, perché è uscito il trailer esteso del second cour di God Eater e devo andare a morire di feels Soma/Kota.

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