[SHERLOCK BBC] when we were kids

Jan 27, 2012 20:01


Titolo: when we were kids
Autore: sidhedcv
Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes (+Molly Hooper - Greg Lestrade - Mycroft Holmes, Irene Adler)
Wordcount: 1117
Scritta per: maritombola di maridichallenge ; prompt: 20, X si perde - Y lo cerca.
Note: 1. Giuro su qualsiasi cosa che non è colpa mia. Il prompt mi ha letteralmente obbligato a scrivere questa cosa.
2. Ergo, mini!John e mini!Sherlock di più o meno dieci anni. Ricreazione. Scuole elementari. C’è da dire altro?
Per forza di cose ho eliminato del tutto qualsiasi possibile differenza di età. Pardonne-moi.

«Tana per John!» il grido affannato della bambina fu immediatamente seguito dal coro di risate divertite dei bambini che stavano seduti pazientemente ad aspettare la fine della partita.
John odiava quel gioco, e questo sembravano averlo capito tutti. Odiava non riuscire mai a trovare un nascondiglio perfetto - quella volta era stato certo di esserci finalmente riuscito, ma poi Irene si era precipitata dietro di lui, l’aveva spinto e via e sogghignando si era nascosta dietro la porta che dalla scuola elementare dava sul cortile, e lui era stato costretto a nascondersi da tutt’altra parte. Odiava essere sempre il primo a perdere a quello stupido gioco, odiava essere il nuovo arrivato e odiava non avere nessun amico con cui nascondersi.
Sarebbe stato molto meno brutto perdere in quel modo se qualcuno si fosse nascosto con lui, e forse sarebbe addirittura riuscito a vincere per una volta.
Ma John era quello nuovo e nessuno voleva mai sedersi vicino a lui o nascondersi con lui o fare i compiti con lui. Tutti avevano già i loro amici e così John si ritrovava a dover parlare con il pesce rosso di plastica che sua madre gli aveva regalato il primo giorno di scuola, il che non era particolarmente divertente o interessante: il pesce rosso non aveva mai nulla da dire e in realtà quegli occhi fissi e lucidi come biglie lo spaventavano un pochino.
Tornò con espressione mesta vicino all’albero che Molly - la bambina che voleva sempre giocare a nascondino - aveva scelto come tana, sedendosi per terra a gambe incrociate, poggiando i gomiti sulle ginocchia e il mento sul palmo delle mani. Mentre la bambina correva a cercare gli altri, John si guardò intorno, osservando gli altri bambini nel cortile fino a quando il suo sguardo non si posò sui due fratelli che sedevano a poca distanza da lui, impegnati apparentemente a fissarsi in silenzio.
Quando Molly gli aveva detto che quei due erano fratelli, John non ci aveva creduto: non si comportavano per niente come due fratelli, anzi, sembravano non conoscersi neanche da quanto poco spesso si parlavano o ancora peggio, giocavano insieme.
In effetti però nemmeno il comportamento di entrambi i fratelli Holmes, presi uno per volta poteva essere considerato esattamente normale.. Mycroft sembrava molto più grande dei suoi compagni ed era serio da far paura, e Sherlock-era semplicemente Sherlock, il bambino silenzioso dallo sguardo attento che spesso e volentieri se ne stava solo, sdraiato a pancia in giù sull’erba del giardino ad osservare per ore gli insetti che zampettavano davanti a lui.
Mycroft era semplicemente strano per lui, ma al contrario Sherlock lo incuriosiva parecchio. Avrebbe voluto parlargli o chiedergli di giocare insieme a lui, ma ogni volta che Molly o Irene o qualcuno degli altri bambini - ma specialmente Molly - andavano ad invitarlo a giocare con loro durante la ricreazione, Sherlock rispondeva sempre di no e John non aveva proprio voglia di fare di nuovo la figura dello stupido.
«Giochiamo di nuovo?» non si era nemmeno accorto che Molly fosse già tornata e soprattutto che fosse ferma davanti a lui, le mani sui fianchi e un’espressione impaziente sul viso.
«Io.. sono stanco» la bambina annuì senza farsi troppi problemi e corse via, lasciando John da solo a deprimersi per l’ennesima volta. Proprio quando stava per tornare in classe a prendere Pesce - era solo in prima elementare quando sua madre gli aveva regalato il pesce rosso e non aveva trovato un nome migliore da dargli -, un’ombra gli si parò davanti, costringendolo ad alzare lo sguardo e-
«Perché non giochi?» Sherlock si chinò piano su di lui, osservandolo con la stessa espressione attenta che aveva sempre. «Non mi va più di farlo» John si strinse nelle spalle, chiedendosi perché l’altro gli stesse facendo quella domanda.
«Non è vero, si vede benissimo che vuoi andare» il ragazzino dai capelli neri e arruffati rimase immobile, osservando l’altro sbattere le palpebre un paio di volte con aria confusa. John si chiese come avesse fatto l’altro ad indovinare la verità. Forse poteva leggere nel pensiero - l’ipotesi non gli sembrava poi tanto impossibile, visto lo sguardo con cui Sherlock lo stava fissando in quel momento; «Allora?»
John si riscosse, aggrottando appena la fronte e riportando lo sguardo sugli altri bambini; «non riesco mai a vincere».
«Non è così tanto difficile» aggrottò ulteriormente la fronte, risollevando lo sguardo su Sherlock e fissandolo con un’espressione corrucciata. Perché doveva essere così antipatico? «Per me invece sì. Non trovo mai un buon nascondiglio».
Sherlock rimase in silenzio, come se stesse riflettendo su uno di quei problemi di matematica che la maestra si divertiva tanto ad assegnare loro, e John in effetti non capiva perché stesse pensando a quello che gli aveva detto: non c’era nulla di complicato, John perdeva sempre e non voleva continuare a farsi prendere in giro dai suoi compagni.
Da lontano sentì Molly Hooper gridare di nuovo un «ho vinto!» e riuscì a sentirla correre via di nuovo indietro fino all’albero della vittoria.
«Vieni» senza capire alzò lo sguardo su Sherlock che aveva appena allungato una mano verso di lui.
«Cosa--?»
«Dai, vieni» Sherlock allungò di nuovo la mano verso di lui con aria impaziente e John decise che era meglio assecondarlo e non farlo arrabbiare, così afferrò la sua mano e mezzo secondo più tardi si ritrovò a correre vicino a lui fino a raggiungere Molly e l’albero.
«Giochiamo anche noi» quell’affermazione riuscì a stupire inevitabilmente tutti i bambini presenti nel cortile - eccezion fatta per Greg, troppo occupato a cercare di convincere Mycroft a giocare, se non con tutti gli altri almeno con lui - e perfino John si voltò di nuovo a guardarlo con un’espressione stupita.
«Oh.. Okay!» Molly si riscosse subito, voltandosi contro l’albero, chiudendo gli occhi e cominciando a contare.
Stringendo ancora la sua mano - e da qualche parte dentro di sé John si chiese con una punta d’ansia che cosa avrebbero pensato i suoi compagni nel vederlo in una situazione del genere con un altro maschio -  Sherlock si incamminò velocemente verso il fondo del cortile, praticamente trascinandosi John dietro.
Una volta che ebbe trovato il nascondiglio perfetto si sedette sull’erba, lasciando andare la mano dell’altro e sollevando lo sguardo su di lui, fissando in quel modo così irritante e strano con quegli occhi chiarissimi.
John si sedette al suo fianco, rimanendo in silenzio - cosa che comunque non sembrava affatto infastidire l’altro - e chiedendosi se anche quella volta Molly l’avrebbe trovato per primo, se anche quella volta gli altri avrebbero riso di lui. Sorrise quasi senza rendersene conto in direzione di Sherlock nel constatare che in ogni caso quel giorno sarebbe stato diverso: una volta tornato a casa avrebbe avuto qualcosa di interessante e bello da raccontare ai suoi genitori.

pairing: sherlock holmes/john watson, fandom: sherlock bbc, challenge: maritombola

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