Titolo: I still haven’t found what I’m looking for
Fandom: Glee RPF
Pairing/Personaggi: Darren Criss/Chris Colfer (oneside)
Rating: PG13
Genere: Angst, introspettivo
Warning: Slash
Disclaimer: No, non sono miei e non ci guadagno niente.
Riassunto: “Non posso essere ciò che vuoi”.
Chris non batte ciglio. E Darren si chiede se abbia fatto la scelta giusta.
Note: Scritta per la Nottebianca su prompt “Resa”.
I STILL HAVEN’T FOUND WHAT I’M LOOKING FOR
“Non posso essere ciò che vuoi”
Chris non batte ciglio. E Darren si chiede se abbia fatto la scelta giusta.
*
All’inizio non c’ha fatto caso. All’inizio era solo un lavora. Lavora sodo, dannazione, perché non ti ricapita più una possibilità del genere. Lavora e non pensare e dai il massimo e fai quello che dicono e non distrarti. Lavora, Cristo, lavora. All’inizio non aveva avuto molto tempo per pensare ad altro.
Doveva lavorare. A Glee, a Starship, ai concerti che doveva tenere in giro, al trovare una nuova casa, perché quella stava diventando invivibile e a viaggiare avanti e indietro tra New York e Los Angeles, e sentire suo fratello e i suoi amici a Chicago e la sua ragazza dall’altra parte dello stato. Non aveva tempo per pensare.
Chris era adorabile. Era adorabile sul set ed era divertente e nonostante all’inizio fosse strano, avere a che fare con lui - ma strano in un modo bello. In un modo che gli ispirava a fare di più a pretendere di più da se stesso. In un modo con cui veniva ispirato dalle persone speciali -, aveva imparato a capirlo.
Anche lui era strano, quindi non era stato difficile legare su quel tassello in comune. Erano un po’ fuori di testa, un po’ nerd, un po’ troppo buffi nella vita di tutti i gironi per potersi prendere sul serio, un po’ ragazzini.
Darren, comunque, non aveva notato nulla, all’inizio. Perché doveva lavorare ed era così stanco che spesso si addormentava con ancora Skype aperto e dall’altra parte Joey che tentava di capire che razza di modifiche avesse fatto a “Status Quo”.
*
Quando aveva iniziato a permettersi di respirare, quando Starship aveva iniziato ad andare in scena e decollare e lui aveva potuto tirare un respiro di sollievo, aveva anche iniziato ad osservare di più.
In realtà non erano che dettagli, ma Darren, che traeva ispirazione da ogni cosa che lo circondava, da ogni cosa per cui valesse la pena pensare e osservare e capire - e Chris, nella sua stranezza, era una di queste cose -, ci si perdeva. Parlava con lui di Star Wars e canticchiava canzoni inventate sul momento e che avevano per protagonisti Chewbacca e Han Solo e rideva alle rime improvvisate che aggiungeva Chris.
Forse non sarebbero mai diventati migliori amici, ma a Darren non importava. Quello che riusciva a vedere di Chris era abbastanza. Andava bene così.
Perché Chris aveva un modo particolare di rapportarsi alle persone. Era gentile e sarcastico e umile, ma era così difficile afferrarlo. Darren ogni tanto si perdeva ad osservarlo mentre parlava di storia con Curt e ne rimaneva affascinato e impressionato, un po’ come tutti.
Però, per quanto lo osservasse, sembrava non essere mai abbastanza.
*
Chris con i ragazzi era diverso. E Darren sapeva quanto fosse stupido e superficiale constatare una cosa del genere, ma era così.
Non l’aveva notato subito perché, beh, sul set della Dalton non è che avesse avuto particolarmente modo di vederlo interagire con le ragazze. Ma quando si era ritrovato con il resto del cast, quando aveva visto Chris con Lea o Dianna o Ashley o Amber, quando aveva visto come fosse costantemente drappeggiato addosso a loro, si era reso conto di quanto Chris fosse diverso. Di quanto fosse meno controllato, più raggiungibile, meno rigido.
Darren sapeva che era normale. Anche lui si comportava in modo diverso con una ragazza che con un ragazzo. Solo che il non riuscire ad afferrare Chris, il non riuscire a capirlo veramente, lo portava a guardarlo e a osservarlo e a pensare e a non trovare risposte a domande che non sapeva neppure di formulare.
Darren guardava, rapito da qualcosa, ma non sapeva cosa stesse cercando.
*
Darren si rese conto di essere osservato probabilmente solo tempo dopo. Sembravano essere passati secoli da quando era arrivato su quel set. Ed erano solo un pugno di mesi.
E poi, mentre sorseggiava dell’acqua dalla sua bottiglietta e ascoltava Chris lamentarsi di quanto fosse scomodo quel dannato kilt, aspettando che tutto fosse pronto per girare l’ennesima scena del ballo, aveva visto con la coda dell’occhio una nuvola rosa rimanere immobile a poca distanza da lui.
Con il suo vestito che le fluttuava attorno, Lea era intenta ad osservarlo. Darren si chiese se non stesse cercando di comunicare con Chris, ma quando si girò verso di lei, vide che no, Lea stava guardando lui.
Lea gli sorrise e Darren poté solo alzare una mano per un generico saluto, prima di vederla dirigersi a passo spedito verso Chord.
E si chiese cosa fosse appena successo.
*
Chris aveva deciso di far diventare la sua esperienza sul palco, un inferno. Il che era divertente, ma stancante. Darren ce la metteva tutta per non cedere, per non scoppiargli a ridere in faccia - né a lui né alla sua complice numero uno, Heather, che si faceva più audace ad ogni show. Era come essere bombardato su tutti i lati -, per stare al gioco, ma a volte era difficile. Difficile rimanere impassibili davanti ai tentativi di Chris - Kurt - di flirtare con lui. Difficile far finta di nulla mentre Chris - Kurt - passava dall’essere adorabile al suggerire cose indecenti. Era difficile, ma era orgoglioso di sé.
Ce la stava facendo, stava vincendo la scommessa.
“Prima o poi vincerò, sai”
Darren aveva riso. “Non credo. Dimentichi con chi ho passato anni sul palco”
Chris aveva alzato un sopracciglio. “E tu dimentichi con chi hai a che fare”
Darren l’aveva visto allontanarsi, ridacchiando, e si era detto che no, non se n’era dimenticato.
È che forse non lo sapeva proprio.
*
“Si può sapere a che gioco stai giocando?”
Lea, nonostante fosse talmente minuscola che Darren riusciva a sentirsi enorme, accanto a lei, sapeva essere terrificante.
Le mani piantate sui fianchi, la testa inclinata di lato e lo sguardo fisso su di lui. E Darren non aveva idea di cosa stessero parlando.
“Scusa?”
“Sai benissimo a cosa mi riferisco”
“… no?”
E la sua faccia doveva essere stata abbastanza convincente, perché Lea si era addolcita. “Sul serio?”
Darren aveva cercato di far mente locale su tutto ciò che poteva essere successo negli ultimi giorni. “Lea, non ho veramente idea di cosa tu stia parlando, sul serio”
“Di Chris”
Oh. “Di Chris?”
Lea aveva sbuffato. “Che gioco stai giocando con Chris?”
Darren aveva aggrottato le sopracciglia. “Intendi la scommessa? Guarda che è stata una sua idea e-“
Lea aveva scosso la testa e l’aveva guardato a lungo, prima di sospirare. “Lascia perdere. Ho sbagliato a venire da te”
Darren la guardò andare via. Non aveva idea di cosa fosse successo o del perché Lea fosse piombata davanti a lui pronta per sbranarlo, ma aveva l’impressione che avrebbe dovuto saperlo.
*
Chris, con i ragazzi, era diverso. Scherzava di continuo con Cory, e trascorreva ore a parlare con Kevin, ma era diverso.
“Cos’hai preparato per stasera?”
Chris aveva riso, per poi colpirgli il braccio con il gomito. “Vedrai!”
Darren aveva sorriso, scuotendo la testa e appoggiandogli una mano sulla spalla. “Sai, sto veramente iniziando a pensare che un giorno o l’altro vincerai tu. Manca poco alla fine, probabilmente userai tutte le tue armi migliori”
Chris aveva sporto il viso verso di lui, fino ad arrivargli quasi a sfiorare una guancia. “Non ne hai neppure idea”
Quando Chris si era allontanato, Darren si era ritrovato a fissare il sorriso e gli occhi dolci di Dianna. Non si erano detti nulla, ma Darren aveva iniziato a capire.
*
Chris era diverso con lui. Ogni tanto flirtava, ma in un modo dolce, e Darren quasi non se ne accorgeva.
Darren aveva sempre pensato fosse adorabile, fosse qualcosa per cui doveva stare al gioco, e ogni tanto anche lui si ritrovava a flirtare con Chris, perché era divertente, perché Chris rideva e lo faceva ridere e lo faceva imbarazzare. Era qualcosa di completamente innocente, qualcosa da amici.
Poi la gente aveva iniziato ad osservarlo e Darren aveva iniziato ad osservare Chris, ad osservarlo veramente, e forse si era sbagliato. Forse non era più qualcosa di innocente. Forse non lo era mai stato.
*
“Non posso essere ciò che vuoi”
Chris non batte ciglio. E Darren si chiede se abbia fatto la scelta giusta.
“Non capisco di cosa tu stia parlando” dice alla fine, guardandolo e aggrottando le sopracciglia.
L’avrebbe convinto, mesi prima. Mesi prima Darren non avrebbe notato nulla di strano. Ma adesso è diverso. Adesso vede come ci sia qualcosa nei suoi occhi che gli grida di tacere, di non dire più niente, che lo sa, che sa già tutto e va bene così.
Darren non è sicuro se va veramente tutto bene, però.
“Chris…”
Chris scuote la testa e si alza in piedi. “Darren,” e dal cambio di tono, sa che la questione verrà chiusa dopo quella frase, “lo so. Ok? Non farmi dire altro, tu non dire altro e… va bene. Amici come prima, non è successo nulla. Lo so”
C’è una forza emotiva così alta in quelle due parole finali, in quel “lo so”, che Darren si ritrova senza fiato.
Non ci sono molte parole a sua disposizione capaci di rispondere a qualcosa del genere. Quindi sta zitto e gli sorride, perché quello è ciò che Chris vuole, è ciò che a Chris basta e fa un po’ male pensarlo, ma è così.
Chris si avvicina a lui e sulle labbra ha un sorriso triste, ma i suoi occhi sono fermi. Chri lo sa veramente.
E adesso lo sa anche lui.
Note: Il titolo viene da una canzone degli U2.
Detto questo, spero vi sia piaciuta, perché ho adorato scriverla :3