Titolo: sunset - unspoken feelings
Fandom: Daiya no Ace
Personaggi: Sawamura Eijun, Miyuki Kazuya
Rating: SAFE
Prompt: Sentimento [week7 / M5 - COW-T 7]
Wordcount: 1821
Avvertimenti: Fullmetal Alchemist!AU
Note dell'autrice: Scritta per il COWT 7 ed è il continuo di
questa cosa che avevo scritto l'anno scorso. St'AU è tornata potentissima e boh, ho dovuto riprenderla per forza di cose :'D
La sua permanenza in ospedale dura una settimana e mezza, compresi i giorni di riabilitazione e il tempo necessario per ricostruire da zero il braccio di metallo, ridotto in mille pezzi durante lo scontro. In realtà non aveva riportato ferite particolarmente gravi che necessitavano di ospedalizzazione - non una lunga quantomeno. Sarebbe potuto andare via anche dopo un paio di giorni, ma tutti avevano insistito perché stesse a riposo per un po' e alla fine - dato che comunque senza un arto non sarebbe potuto andare da nessuna parte - era rimasto lì.
Eijun stringe la valigia in una mano e il cappotto rosso - ora come nuovo - nell'altra, quando lo rilasciano il lunedì nel tardo pomeriggio. La luce arriva calda dall’orizzonte, le nuvole pennellate paffute di bianco e arancio sul cielo rosso del tramonto. Central City è stranamente tranquilla a quest’ora del giorno.
Scende le scale dell'ingresso due grandini alla volta e solca il vialetto a larghe falcate, quando il suono di un clacson attira la sua attenzione. Parcheggiata vicino al marciapiede di fronte l'entrata principale dell'ospedale, c'è una vettura bianca che riconoscerebbe fra mille. All’interno, Miyuki se ne sta con un braccio appoggiato lungo lo sportello e l’altro alzato nella sua direzione. Lo saluta e gli fa cenno di salire, il finestrino del lato passeggero abbassato.
Eijun rallenta progressivamente il passo fino a rimane a pochi passi dal cancello.
Sarebbe quasi tentato di fingere di non averlo visto. Perché il colonnello che viene a prenderlo di persona può significare tutto tranne che buon segno. Ma sa anche che Miyuki riesce a essere testardo quasi quanto lui quando ci si mette e con ogni probabilità lo seguirebbe fino a che non accetta il passaggio. Così, un po' riluttante, raggiunge la macchina, apre la portiera e si lascia cadere sul sedile.
«Non immaginavo saresti venuto tu a prendermi. Pensavo che al massimo avresti mandato il tenente Kuramochi»
Il come al solito rimane non detto ma è sicuro che l’altro l’abbia afferrato lo stesso.
Miyuki lo adocchia quasi rassegnato «Ciao anche a te, Sawamura»
Gira poi le chiavi nel quadro per mettere in moto. La macchina parte con un rombo di motore.
«Come va la ferita alla testa?» gli chiede il colonnello dopo qualche minuto, riferendosi al grosso e vistoso cerotto che ha in fronte, all'altezza del sopracciglio destro.
«Tutto a posto, mi hanno dato i punti non appena mi hanno ricoverato. Ancora qualche giorno e devo tornare per toglierli»
«E il braccio?»
Eijun apre e chiude la mano di metallo, come a controllare e provare la veridicità delle sue parole allo stesso tempo.
«Riparato e sistemato. Funziona di nuovo alla perfezione»
«Bene»
Riappoggia l’arto sulle gambe e prende a tamburellare sui pantaloni scuri «Ci sono notizie sul quel tipo? Avete trovato qualcosa?»
Miyuki sbuffa in un sospiro che lascia trasparire tanta stanchezza.
«No, nessuno sviluppo. Dopo che è scappato nelle fogne l'abbiamo avvistato una volta sola, poi più niente. Si è volatilizzato nel nulla» Eijun può cogliere la forte frustrazione nella sua voce «Siamo di nuovo a un punto morto con le indagini»
«Capisco...»
L'alchimista immaginava che non avessero fatto particolari progressi. Se ci fossero state novità, Haruichi lo avrebbe avvisato mentre si trovava in ospedale. Ci aveva sperato un po’ lo stesso.
In macchina cala il silenzio ed Eijun non sa chi, lui e Miyuki, dovrebbe sentirsi a disagio.
Il colonnello non è venuto a trovarlo durante il suo ricovero, nemmeno una volta in dieci giorni. Non si è neanche fatto sentire per telefono, quando di solito la prima telefonata che riceve è sempre la sua. E la cosa che stupisce ancora di più Eijun, è che è stato proprio lui a salvarlo da quel pazzo assassino. La fiammata che lo ha protetto era opera sua - Miyuki Kazuya, l'alchimista di fuoco.
Probabilmente, si era detto, Miyuki era stato impegnato a tempo pieno nelle ricerche. Aveva dovuto lavorare a tempo pieno insieme agli altri e non aveva potuto chiamarlo. Eppure, da questo silenzio scomodo e dal modo in cui il colonnello non sembra volerlo guardare, ha un po' l'impressione che ci sia dell’altro. È arrabbiato forse? È come se qualcosa l'avesse innervosito - e non poco, per mostrarne chiari segni così. Ma per quanto Eijun ci rimugini sopra, non riesce a capire cos’abbia fatto di male. È stato quasi ucciso, per Dio. Per quale motivo Miyuki dovrebbe essere incazzato con lui?
«Sawamura»
Come se gli avesse letto nel pensiero, Miyuki rompe il silenzio e richiama la sua attenzione. Eijun deglutisce.
Qualunque cosa sia, eccola che arriva.
«Non è la prima volta che il tuo automail viene danneggiato in un combattimento e finisci per non poter più utilizzare l'alchimia» dice in tono serio, lo sguardo dritto sulla strada e le dita che tamburellano sullo sterzo.
Eijun si sistema irrequieto sul sedile, seccato da quella che ha tutta l'aria di essere l'inizio di una ramanzina già sentita «Guarda che non lo faccio mica apposta. Non è colpa mia se questa città è piena di gente fuori di testa» si lamenta, stizzito - e quasi incredulo a dirla tutta. Come se fosse davvero lui responsabile per quello che è successo.
«Se quello che ti preoccupa sono le grosse spese di riparazione, stai pure tranquillo. Sono miei i fondi e saprò anche come gestirli»
«Non è a questo che mi riferivo»
A quel punto Eijun gli lancia un’occhiata confuso.
«E allora a cos'è che ti riferivi?»
Il colonnello lo guarda di rimando solo per un attimo, prima di tornare alla strada davanti a lui.
«Non ne sappiamo ancora il motivo preciso, ma è ormai stato appurato che quell'uomo attacchi e uccida solo gli Alchimisti di Stato» comincia a spiegare ed Eijun ha la sensazione che le parole siano ben ponderate, come se stesse limitando le informazioni - e la cosa già non gli piace - o piuttosto, come se Miyuki non sapesse bene come affrontare l'argomento di cui Sawamura non è ancora riuscito ad afferrare il punto.
«Con il tuo braccio distrutto, se non fossimo arrivati noi...»
Miyuki lascia in sospeso la frase ed Eijun lo vede stringe forte le mani attorno allo sterzo. Non ha bisogno che continui per capire cosa intenda. Il colonnello sospira, la sua stanchezza di colpo non sembra più essere soltanto fisica.
«Solo... dovresti cercare di stare più attento, non strafare come tuo solito»
In circostanze normali, Eijun avrebbe ribattuto di nuovo che la colpa non era sua. Gli avrebbe ripetuto che anche se fosse stato attento, quell'uomo l'aveva attaccato comunque di sua iniziativa - c’era ben poco da fare a priori. Ma il tono di Miyuki in qualche modo lo frena.
Si limita quindi a rimanere in silenzio, lo sguardo basso e le labbra serrate in un'espressione più neutra possibile. Sente addosso lo sguardo di Miyuki.
«E vedi di non far preoccupare troppo Kominato il piccolo, o il generale verrà a prendersela con me» è l’ultima cosa che aggiunge, col suo solito tono beffardo.
Di nuovo, Eijun si accorge che c’è qualcosa dietro le sue parole, come se si fosse spinto troppo oltre e ora volesse correggersi scherzando.
Quello dell’alchimista di fuoco è un espediente fittizio.
Eijun ha già conosciuto il brigadiere generale Ryousuke - fratello maggiore di Haruichi - durante uno dei suoi primi incarichi a Central City. Pensarlo arrabbiato è sufficiente per fargli venire la pelle d'oca e di sicuro pure per Miyuki è lo stesso. Ma è anche abbastanza certo che non è per questo che l’altro gli abbia detto una cosa del genere.
Il perché il colonnello non voglia mai sbilanciarsi con lui rimane un mistero - e sospetta che rimarrà tale ancora per parecchio tempo.
Miyuki Kazuya è quel tipo di persona, Eijun ha impiegato un po' per capirlo, che mette davanti a sé una maschera. Sempre, in qualsiasi momento, come per proteggersi da qualcosa che può attaccarlo in ogni istante. Non vuole dire che Miyuki sia di conseguenza una persona falsa - oh, Eijun potrebbe fare un elenco di tutte le volte che l'altro sembra anche fin troppo sincero, maledetto bastardo. Ma è come se limitasse ciò che gli altri possono vedere di lui, non mostra mai più emozioni del dovuto. Si chiede di tanto in tanto se lui sia mai riuscito a vedere anche solo uno squarcio del suo vero volto.
Alla fine Eijun sbuffa, scacciando via i suoi stessi pensieri.
«Ti ricordo che anche tu sei un Alchimista di Stato. Non sono l'unico qui a dover fare attenzione»
Miyuki sorride, in un misto di rassegnazione e forse tenerezza.
«Non c'è bisogno che ti preoccupi per me»
Ed Eijun decide di non rispondere. Nemmeno tu dovresti farlo per me.
Rimangono di nuovo in silenzio, fino a quando non arrivano all'albergo dove solitamente Sawamura pernotta quando è in città. Appena la macchina accosta, si sistema per scendere.
«Se ci dovessero essere novità, ti farò sapere»
«Va bene»
«Hai già deciso quanto ti fermerai ancora qui a Central?»
«Non lo so, non so neanche dove andare al momento. Andrò via quando deciderò»
Miyuki annuisce in risposta.
«Grazie per il passaggio» ringrazia mentre apre lo sportello e scende, aggiungendo un “buonanotte” quando richiude lo sportello.
Gli fa un ultimo cenno con la mano in segno di saluto e l'altro sembra esitare un attimo. Eijun lo guarda perplesso, ma Miyuki non fa nient’altro. Sospira, alza le spalle e fa quindi per andarsene. Spera almeno che la sua solita camera sia libera.
«Sawamura» lo richiama il colonnello.
Eijun si ferma e si volta - il sopracciglio alzato è il suo silenzioso “cosa?”.
«Se hai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi» gli dice Miyuki, facendo una breve e riprendendo poi a parlare «Non farmi preoccupare»
Il tono è stesso che il colonnello usa per impartire ordini e più che una raccomandazione, alle orecchie di Eijun quello suona come comando perentorio. Ma da uno come lui, questo è probabilmente il meglio che possa aspettarsi per adesso.
C’è qualcosa tra di loro, una sorta di sentimento latente, nascosto proprio sotto la superficie in attesa che qualcuno dei due si decida a riconoscerlo. E non è che Eijun sia pienamente pronto. Ma con Miyuki in particolare, si dice, figuriamoci se le cose possano essere facili.
Però in fondo, a lui va anche bene così. Hanno bisogno di tempo, faranno un passo alla volta.
Eijun si appoggia al finestrino aperto.
«Stessa cosa vale per te, tra i due sei tu quello più in vista» risponde con un ghigno e Miyuki gli sorride in rimando.
Si salutano con un tacito cenno del capo, poi il colonnello mette in modo la vettura e imbocca nuovamente la strada, in direzione del quartier generale.
Eijun rimane qualche minuto a guardarla allontanarsi, fino a che la macchina non sparisce dalla sua vista. Il sole è già quasi tramontato e il cielo sopra di lui si sta tingendo di nero. L'alchimista si porta una mano alla spalla metallica, stringendola appena.
Un passo alla volta, si ripete.