[Daiya no Ace] right to the throne - parte prima

Feb 14, 2016 23:50

Titolo: right to the throne [parte prima]
Fandom: Daiya no Ace
Personaggi: Miyuki Kazuya, Sawamura Eijun, Takigawa Chris Yuu, Kominato Haruichi
Rating: SAFE
Prompt: "prova compromettente" + "dinastia" [COW-T 6]
Wordcount: 6214
Avvertimenti: Royal!AU, Prince!Miyuki, Blacksmith!Eijun, Prince!Chris, Pharmacist!Haruichi
Note dell'autrice: Scritta per cow-t 6. Volevo riuscire a postarla per intero, ma l'università è brutta e ho dovuto studiare /sigh

« Non possiamo permettere che una cosa del genere accada! »
« Sarebbe un disastro! La dinastia cesserebbe di esistere! »
« Lo capite, vostra altezza? Dobbiamo agire prima possibile, per il bene vostro e del popolo »

Non è necessario il canto del gallo per far sì che Kazuya si svegli, quella mattina. Si è vestito ancor prima del sorgere del sole, prima che i raggi dall'orizzonte iniziassero a illuminare il mondo al di là delle tende ancora chiuse delle sue stanze. Non ha chiuso occhio tutta la notte. A occhio e croce avrà dormito forse un paio d'ore - e solo per puro sfinimento - mentre il resto era stato imprecazioni a denti stretti e un rigirarsi continuo tra le coperte. La lettera è ancora appoggiata lì sul comodino, dove l'aveva lasciata la sera prima, e ogni tanto cattura con prepotenza il suo sguardo, come per ricordargli cosa si cela tra le righe degli eleganti tratti d'inchiostro. Quasi se ne potesse davvero dimenticare. Per quanto si sforzi di metterle da parte, le parole del marchese non smettono di risuonargli nella testa. Non possiamo permettere una del genere.
Seduto sul bordo del materasso, immerso nel buio della stanza - che sperava gli avrebbe portato almeno un piccolo senso di protezione - Kazuya si passa stanco una mano sul viso. La ricongiunge poi all'altra, le posiziona entrambe sotto il mento e pondera ancora una volta in silenzio, come se finora non avesse fatto altro. Che cosa dovrebbe fare? Non lo sa, e questo non riuscire neanche ad avvicinarsi a una possibile risposta lo snerva e stressa più di quanto gli sia dato sopportare. Non sa cosa si aspettino che faccia, quale sia la cosa più giusta da fare. In realtà non è nemmeno sicuro se ci sia, qualcosa di giusto da fare in momenti come questo. L'unica cosa di cui è certo è che, qualunque sia la soluzione, Kazuya darà di matto ben prima di poterci arrivare. Sente la testa riprendere a pulsare. Alla fine si spinge via dal letto, come se un smania frenetica l'avesse preso di colpo. Aria, ha bisogno d'aria.
Raggiunge a veloci, larghe falcate la finestra, afferra le tende e senza esitazione le spalanca da parte a parte, con la stessa forza con cui cerca di scansare via i suoi pensieri. In un attimo solo, l'ambiente è investito da un lampo di luce. Per qualche secondo Kazuya non ci vede, gli occhi fanno quasi male. Forse avrebbe dovuto fare un po' più piano - a sua discolpa può dire che il sole è più alto di quanto si aspettasse - ma il bisogno d'aria è ancora lì pressante, così mentre una mano è a fargli ombra con cautela davanti al viso, l'altra è già alla maniglia di ferro per aprire metà della vetrata.
Le giornate di aprile non hanno più nulla del gelo pungente dell'inverno - sebbene siano ancora lontane dal tepore di quelle estive - ma l'aria mattutina è senza alcun dubbio ancora fredda. Kazuya sente un brivido scuotergli le spalle, la schiena irrigidirsi non appena il fresco mattutino fa capolino nell'ambiente chiuso, ma si dice che va bene così, che almeno quello lo aiuterà a schiarirsi un po' le idee. Ora che la luce del giorno sembra non dargli più tanto fastidio, si appoggia con i palmi al davanzale in pietra. Prende un respiro a bocca aperta - anche se non è la migliore delle idee, la gola protesta subito bruciante - e rimane così, a osservare quieto ciò che si trova dinnanzi alla sua vista.
Sotto la sua finestra, il largo cortile già brulica di persone e non dovrebbe esserne stupito, la giornata di lavoro comincia per tutti al sorgere del sole. Tutti tranne lui, solitamente. Nonostante sia il secondo principe di Seido e dovrebbe prima di chiunque altro essere in piedi presto ogni giorno, non è qualcosa che proprio rientra nelle sue capacità - né con ogni probabilità mai rientrerà. Dormire qualche ora in più del dovuto è un piacevole vizio che continua a essergli concesso, per quale motivo quindi provare a togliersi l'abitudine? Kuramochi non fa che sbraitargli contro per questo. Che ironia, considera con amarezza, l'averla persa proprio ora. Anche la città sembra essere già attiva. Al di là delle mura della cittadella, Kazuya lo può ben vedere, i comignoli sono già fumanti e può sentire in lontananza il baccano del mercato e il rumore delle ruote dei carri in moto per le strade. Gli è sempre piaciuta, la veduta che dà questa stanza. L'aveva scelta per questo motivo, quando era diventato abbastanza grande da lasciare le stanze di sua madre e averne di sue soltanto. È un panorama che lo accompagna da quanto ha memoria forse - o da quando ha trascinato strisciando la sedia al davanzale e ha guardato fuori da lì per la prima volta.
Adesso, quella stessa visione gli appare quasi estranea. Come se lo la riconoscesse come sua, come se non avesse nulla di familiare. Può davvero cambiare tutto così tanto, in così poco tempo? Evidentemente per Kazuya deve essere così. Con un sospiro richiude la finestra e senza altri indugi si volta in direzione del tavolo, dove è lasciata la sua spada - non aveva avuto particolare cura di riporla al solito posto, il giorno prima, tanto era il bisogno di mettersi a letto al più presto. La sistema veloce lungo il fianco, in movimenti ormai guidati dall'abitudine, e allunga poi il braccio per afferrare la lettera sgualcita ancora sul comodino - ha bisogno di nervi molto saldi per farlo con disinvoltura - e metterla al sicuro nella tasca interna della sua giacca. Decide finalmente di lasciare le sue stanze. Non ha intenzione di aspettare la colazione oggi, o Kuramochi che viene a chiamarlo come suo solito. Ha bisogno di camminare, passeggiare, fare qualsiasi cosa che possa tenerlo impegnato e lontano dalle voci nella sua testa.

Il castello di mattina è calato in un silenzio irreale, rotto solo dai suoi passi che rimbombano a intervalli regolari negli ampi corridoi deserti. Più volte nel cuore della notte era sgattaiolato per il palazzo, per un motivo o per un altro, e sapeva bene come appariva quel luogo - sempre pieno di gente che va e viene - senza un'anima viva in giro. Ma il silenzio di adesso non ha nulla a che vedere con quello notturno. Non ha lo stesso senso di mistero, di trasgressione, di avventura, punzecchiato da una risata sotto i baffi che non riesce a trattenere. Ha il sapore di desolazione, vuoto, e lo costringe a rimanere ancora solo con pensieri che non vuol più sentire. Kazuya si ritrova a disprezzarlo sempre di più a ogni passo che muove.
Vista l'ora i domestici saranno di sicuro ancora affaccendati nelle cucine, pondera, o per il mercato di città alla ricerca di cibi freschi e quant'altro per la giornata. Non scorge da nessuna parte nemmeno le guardie. Da un lato ne è irritato - non ha lasciato il silenzio della sua stanza per trovarne uno ancora più opprimente - ma dall'altro si dice che forse è una fortuna. Non è nelle condizioni per sostenere una conversazione con qualcuno. E il suo lato paranoico ci tiene a ricordargli che nell'attuale stato di confusione e stanchezza in cui si trova potrebbe anche lasciarsi sfuggire accidentalmente qualcosa. Kazuya sospira grave. Dovrà innanzitutto trovare a tutti i costi un modo per riposare, anche solo un'ora, e mettere a tacere la sua testa. O sarà da rinchiudere ancor prima del calar di sole.
Un sonoro sbaglio inaugura le scalinata che comincia a scendere e si rende conto solo dopo un po' che i suoi passi non sono più gli unici a far rumore. Ancor prima che possa registrare a chi appartengano, una voce familiare lo chiama dall'atrio, giù in fondo alle scale.
« Kazuya, che sorpresa vederti in piedi così presto »
Aveva pensato tante cose, quella notte. Si era chiesto come avrebbe reagito di fronte a Chris adesso che sapeva. Si era chiesto se non sarebbe riuscito a comportarsi come faceva sempre, se sarebbe sembrato più freddo, più distaccato; se gli altri avrebbero notato che qualcosa lo turbava. In teoria dovrebbe anche essere l'ultima persona che vorrebbe incontrare adesso. Ma il sorriso che suo fratello gli rivolge appena si volta è ciò che di più rassicurante Kazuya abbia trovato nelle ultime ore.
« Buongiorno, fratello » saluta, l'altro risponde con lo stesso augurio. Non perdere altro tempo e scende gli ultimi gradini in fretta.
I saluti che il consigliere di fianco a Chris gli porge arrivano sottoforma di un profondo inchino che Kazuya ricambia con un cenno del capo. L'uomo poi scambia qualche parola veloce con il principe ereditario e si allontana - non prima di avergli nuovamente rivolto un saluto - con il chiaro intento di lasciarli soli e non disturbarli. Chris aspetta con cortesia che l'altro sia abbastanza lontano prima di distogliere lo sguardo e rivolgere a Kazuya la sua completa attenzione, intanto che gli si è avvicinato. Ad ancora qualche passo di distanza, l'espressione di Chris si fa di colpo accigliata.
« Ti vedo molto pallido » gli dice, con quella solita apprensione nella voce che Kazuya trova quasi immeritata oggi. « Sei certo di stare bene? »
Immaginava una domanda del genere « In verità, non ho dormito molto questa notte » si affretta a spiegare non appena gli è di fronte, intanto che si porta una mano all'altezza dello stomaco « Forse per qualcosa della cena di ieri »
Kazuya ci ha fatto così tanto l'abitudine a dover mentire che la bugia di circostanza viene fuori senza neanche che ci pensi su così tanto. Cerca di rimanere vago, naturale, perché rivelare a suo fratello cosa in realtà ha tormentato il suo sonno è del tutto fuori discussione.
Chris lo osserva in silenzio. Non c'è sospetto nei suoi occhi, ma senza alcun dubbio sta ponderando le sue parole e Kazuya diventa di colpo un po' nervoso. È sempre stato bravo con le bugie, lui, ma suo fratello ha ormai imparato abbastanza bene a capire quando quello che dice è vero o meno. Si chiede se lo abbia capito anche adesso.
Dopo quelli che sembrano secondi interminabili, alla fine Chris risponde. « Se è così allora ti conviene recarti al più presto nelle stanze degli speziali, di sicuro Haruichi e Nori troveranno in fretta un rimedio adatto »
« Credo proprio che farò così »
« Tienimi aggiornato sulla situazione, non sarebbe un bene se diventasse qualcosa di serio »
« Ti ringrazio molto per le tue premure »
Non aggiungono altro, si scambiano solo un sorriso di congedo e Chris riprende per la sua strada, verso il corridoio che porta ai suoi uffici - la stessa direzione in cui era andato il consigliere diversi minuti prima. Kazuya rimane a guardarlo mentre si allontana e sparisce poi dal suo campo visivo. Non sa dire con certezza se lo abbia convinto della menzogna o se semplicemente Chris abbia preferito passare oltre. Qualunque sia il caso, Kazuya è grato che non abbia fatto domande. Un conto è tenergli nascosta la verità di sua unica iniziativa, un altro è costringersi a tacere sotto la pressione di domande al momento inopportune.
Kazuya sospira. Ora che è rimasto nuovamente solo e dato che il consiglio del fratello è tutt'altro che da scartare, decide che andare dagli speziali immediatamente è la cosa migliore che possa fare. Loro sapranno dargli almeno una tisana per facilitargli il sonno. Così si volta e inizia a camminare verso tutt'altra parte del palazzo, in direzione opposta a quella presa da Chris. Passo dopo passo, non può fare a meno di ripensare alla figura di suo fratello. Adesso che l'ha visto, tutta quella storia gli sembra ancora di più un'enorme assurdità, una sorta di scherzo di cattivo gusto. Ma purtroppo per lui la realtà non è tanto misericordiosa.

Chris non è figlio del re.
Frutto di un'unica notte di passione con un duca - Kazuya non si era premurato di ricordare il nome - la regina sua madre aveva fatto sì che il figlio concepito fosse ritenuto principe legittimo. E dato che Chris aveva ereditato - così come lui, gli ripeteva sempre loro padre - molti tratti della madre, nessuno a corte, né tanto meno il re stesso avrebbe potuto sospettare di nulla. Nemmeno Kazuya stesso, se per questo.
A tradire la menzogna è il documento che il principe porta adesso al petto, la lettera col sigillo reale scritta in gran segreto da sua madre all'amante, dove prega l'uomo di dimenticare l'accaduto e di non farne parola con nessuno. È stato il marchese Ochiai a trovarla - come abbia fatto a Kazuya non è dato sapere - ed è stato sempre lui a rivelargli l'intera faccenda. Lo aveva convocato d'urgenza in una seduta straordinaria con pochi suoi uomini intimi - molti dei quali il principe conosceva solo d'aspetto - e senza troppe cerimonie gli aveva messo davanti la lettera, pregandolo di leggerla attentamente. Sul momento, la notizia era stata un vero shock. Scoprire il tradimento della madre era un colpo già forte a sufficienza, ma il peggio era arrivato dopo, quando poi pian piano erano salite a galla tutte le implicazioni che una cosa del genere portava con sé.
Significava che la dinastia stava per essere messa a rischio. Rendere sovrano qualcuno senza vero diritto al trono significava distruggere l'integrità della discendenza dinastica, diventava impura; sarebbe stato messa in discussione la legittimazione del potere reale. Era molto più che un grosso problema. Era enorme disastro.
« Il trono spetta di diritto a voi e solo a voi » gli aveva detto a un certo punto uno dei presenti e Kazuya aveva realizzato che non c'era nemmeno lontanamente arrivato a quella conclusione. Pensare al fatto che con quello scandalo sarebbe diventato principe ereditario e futuro sovrano al posto di Chris era troppo meschino da considerare pure per qualcuno come lui. Non sapeva nemmeno da dove iniziare a parlare.
« Ho... bisogno di rifletterci. Spero comprendiate che questa è per me una notizia molto forte sul piano affettivo e si tratta di una situazione oltremodo seria. È necessario valutare con enorme cautela » aveva infine deciso di congedarli fino a nuovo ordine. Doveva ancora riprendersi dalla confusione per la notizia, non era assolutamente in grado di meditare con lucidità su cosa effettivamente fare a riguardo. Il marchese gli era sembrato comunque soddisfatto della sua risposta.
« Ovviamente comprendiamo il vostro tormento, prendetevi pure il tempo che vi serve » e gli aveva consegnato la lettera « Tenetela voi questa, aiuterà senz'altro il vostro giudizio »
Da ciò che gli è stato riferito, il padre naturale pare sia morto in battaglia pochi mesi dopo la nascita del bambino, mentre le fatiche del secondo parto hanno portato via l'altra unica persona artefice e a conoscenza del misfatto. Quella lettera quindi è la sola cosa a custodire ora il pericoloso segreto - segreto che forse Kazuya, con il senno di poi, avrebbe voluto rimasse tale.

Il largo portico costeggia il fianco più lungo dell'edificio per poi svoltare, congiungendo l'atrio dell'ingresso principale con il grande giardino dietro al castello. È lì che si trova la farmacia di corte, seguita dalle serre per la coltivazione delle erbe. Gli ci vogliono poco meno di dieci minuti per arrivarci - a un passo sostenuto che Kazuya non si era accorto di aver preso. Segue la strada sterrata, il terreno che scricchiola sotto i suoi piedi, e non appena raggiunge la porta allunga una mano sulla maniglia e la apre. La piccola campanella di ferro, posta in cima all'entrata, risuona acuta come suo solito, per avvisare chi è all'interno del suo arrivo.
La sala d'ingresso è nel complesso piccola se paragonata alle ampie stanze del resto del palazzo, costruita così apposta per contenere giusto un divanetto, un tavolino e il largo bancone di legno, alle cui spalle è posta una scaffalatura a muro, anch'essa di legno; tutto il necessario per far sì che il via vai di pazienti nella farmacia avvenga il più veloce e ordinato possibile. A prima vista, Kazuya constata con un'occhiata veloce, sembra che non ci sia nessuno lì. Non si premura comunque di aspettare o provare a chiamare qualcuno. Ormai conosce quel posto abbastanza bene e si dirige direttamente al di là del bancone, verso la porta coperta fino a metà da una sottile tenda di colore lilla, per passare ai veri uffici degli speziali.
« Buongiorno » esordisce stavolta a voce alta, scostando il telo di tessuto. L'enorme finestra circolare che occupa la parte di fronte al lui rende l'ambiente molto più luminoso di quello di prima, tanto che Kazuya si sente ora quasi abbagliato. La nuova stanza è decisamente più spaziosa della precedente d'ingresso, ma nonostante questo il mobilio non è poi così differente - un divano, un tavolino - con l'aggiunta di una grossa scrivania davanti la finestra, piena di una quantità di scartoffie a dir poco notevole. Non sono da meno le librerie e gli scaffali lungo i muri, con libri e barattoli lasciati ogni dove - ma almeno quelli sembrano essere sistemati secondo una logica che solo Kazuya non riesce a cogliere. Non crede di aver mai visto quel posto davvero in ordine almeno una volta in sua vita. Anche qui comunque nessuno in vista. Non giunge da nessun'altra parte alcuna risposta, così Kazuya fa per chiamare di nuovo - impossibile che non ci sia già qualcuno in piedi - se non fosse che un trambusto, proveniente da dietro il lungo scaffale che divide questa stanza da un'altra ancora, lo interrompe prima che la sua voce esca fuori. Qualche attimo dopo, nascosta da una pila di scatoloni che sembra reggere un po' a fatica, fa capolino una familiare testolina rosa.
Kazuya non può trattenere un sorriso « Pieno di faccende già così presto? »
« Oh altezza » Haruichi si ferma e deve allungare il collo per poter vedere il nuovo ospite che ha riconosciuto solo dalla voce « Che sorpresa trovarla qui a una tale ora »
Il principe indica le grosse scatole, in quella che è una silenziosa offerta d'aiuto, ma lo speziale scuote la testa con un sorriso, riprendendo il suo percorso dritto fino alla scrivania, accanto alla quale lascia cadere il peso con uno sbuffo di stanchezza. Fa poi per pulirsi le mani dalla polvere.
« Posso esserle d'aiuto? » dice tornando a rivolgersi direttamente a lui « Kawakami-san dovrebbe essere di ritorno a momenti comunque »
Nori è il nipote del capo farmacista ed è praticamente cresciuto insieme a Kazuya, vivendo anche lui nel castello. Quando erano piccoli si prendeva sempre cura lui delle ferite che il principe si procurava, un po' per gioco imitando il mestiere del nonno che tanto voleva seguire, e una volta passato l'esame di speziale di corte a pieni voti è stato naturale che fossero affidate proprio a Nori le sue regolari cure mediche. Ma per quello che gli serve oggi, può tranquillamente rivolgersi ad Haruichi - non che tra l'altro sia la prima volta.
« Avrei bisogno di qualcosa per riposare, non ho dormito bene stanotte »
Il giovane pondera un attimo « Una tisana dovrebbe essere sufficiente » annuisce con convinzione « Andrò a prepararla immediatamente, nell'attesa può sedersi sul divano. Ci vorranno solo pochi minuti »
« Grazie Kominato » risponde Kazuya « E sai che non c'è bisogno di essere così formali »
Lo speziale si limita a un timido sorriso, prima di sparire nuovamente al di là degli scaffali. Conosce i fratelli Kominato da quando Ryousuke ha iniziato l'addestramento da cavaliere al servizio di Chris e Haruichi non era altro che un piccolo batuffolo rosa che brandiva sicuro la sua spada di legno, volendo seguire le orme del fratello. In tanti ridevano, inteneriti dalla scena, ma si zittivano quasi subito perché per quanto fosse piccolo e molto più gracile di Ryousuke, l'abilità di Haruichi con la spada era più che un semplice copiare le mosse del maggiore. Se avesse continuato l'apprendistato avrebbe anche potuto arrivare a superarlo. Il perché della scelta di diventare speziale di corte rimane ancora un mistero per Kazuya - sospetta comunque che Ryousuke il motivo lo sappia eccome, nonostante si finga sempre ignorante al riguardo - ma è abbastanza sicuro che ancora adesso Haruichi non abbia smesso di allenarsi e usi regolarmente la spada per non perderne l'abitudine.
Dato che fino a quel momento è rimasto in piedi davanti la porta, non perde tempo e accetta di buon grado l'offerta dello speziale lasciandosi cadere stanco sul divanetto. La stanchezza si fa sentire ancora. Il suo mal di testa non sembra essere migliorato nemmeno di poco e il rinnovato silenzio in cui è calato ancora una volta alimenta la smania di prima. Spera con tutto se stesso che la tisana faccia passar via anche quella, mentre tamburella con il piede sul pavimento nel tentativo di distrarsi.
Fortuna per lui - magari la dea bendata l'ha preso in simpatia per una volta - la quiete snervante è stroncata dallo scampanellio che giunge dall'ingresso, segno che anche qualcun altro è di visita mattutina. Segue un rumore di passi pesanti che rimbombano sul legno laccato e Kazuya si gira curioso di sapere chi è - forse Nori?
« Ohi, Harucchi!! » la voce lo anticipa e Kazuya sa di chi si tratta ancora prima di vederne il volto. Un attimo dopo, ecco emergere da dietro la tenda Sawamura Eijun. Avrebbe dovuto immaginare fosse lui - sono pochi ad avere la sua grazia da elefante a Seido, si dice con un mezzo sorriso. Il giovane ferraio è nella sua tenuta da lavoro - con ogni probabilità viene direttamente dalla bottega di suo nonno - ma quello che attira l'attenzione di Kazuya è l'oggetto avvolto in un panno che tiene stretto sottobraccio. Sawamura in ogni caso sembra accorgersi della sua presenza solo dopo e non si premura di nascondere la sorpresa nel vederlo lì « Miyuki?? »
« Ah, ciao Sawam-- »
« Sveglio prima di mezzo dì? » lo osserva con un sopracciglio alzato e uno sguardo scettico, quasi non sia sicuro di starci vedendo giusto « Questo sì che un brutto segno. Faremmo meglio ad aspettarci qualche inondazione o imminente catastrofe naturale dopo una cosa del genere »
« Sì, buongiorno anche a te, Sawamura » rimarca Kazuya alzando la voce, mentre cerca di ignorare con un sorriso il velato insulto « Si dà il caso che per una volta anche io abbia delle faccende da sbrigare. Qualcuno di noi dovrà pur lavorare in questo paese, non credi~? » aggiunge poi senza poter tenere a freno la lingua.
La reazione alla provocazione, come sempre, è immediata. Un lampo di rabbia attraversa i tratti del viso dell'altro e il suo sguardo si fa subito torvo « Stai forse dicendo che io me ne stia a perdere tempo tutto il giorno!? »
Kazuya ghigna più che soddisfatto del risultato. Sa bene che Sawamura lavora nell'officina tanto quanto lui da principe faccia con le scartoffie, ma è sempre più forte di lui. Non riesce a trattenersi ogni volta che ha la possibilità di stuzzicarlo - il che succede anche fin troppo spesso per i gusti di Eijun. Il principe ci trova un piacere immenso nel vederlo reagire in quel modo per ogni minima cosa.
« Eijun-kun, non dovresti parlare in quel modo. Cerca di portare almeno un po' di rispetto » è il rimprovero che accompagna il ritorno di Haruichi, una tazza fumante stretta in una mano e retta sotto dall'altra con l'aiuto di un panno per non scottarsi.
« Ah? Rispetto a lui!? »
« Eijun-kun! » lo richiama di nuovo ma Kazuya gli fa cenno che va bene così, mentre Haruichi gli posa sul tavolo la tisana davanti. Sawamura non ha mai usato alcun tipo di onorifico né un linguaggio cortese come fanno tutti gli altri, quando parla con lui. Più volte è stato richiamato per questo, ma a Kazuya non dà poi così tanto fastidio. Apprezza che ci sia almeno qualcuno che non faccia attenzione di continuo a come rivolgersi a lui solo per il suo rango. In più è anche in parte colpa sua se Sawamura gli parla in questo modo; se Kazuya la smettesse di prenderlo in giro di continuo magari sarebbe rispettoso come lo è con Chris - ma no, è molto più divertente in questo modo.
Eijun dal canto suo sbuffa, gli rivolge un piccolo broncio stizzito che Kazuya accoglie compiaciuto. Nella situazione in cui si trova, aveva decisamente bisogno del loro solito battibeccare.
« Ti ho portato la spada » si rivolge Sawamura ad Haruichi, quasi si stesse dimenticando del motivo della sua visita per colpa di un certo principe idiota. Sfila da sottobraccio l'oggetto del discorso e mentre lo regge con una mano, con l'altra tira via il panno, scoprendo l'arma sottile nuova di zecca riposta al sicuro nel fodero.
Lo speziale sembra in realtà più stupito che altro « Di già?? Te ne abbiamo parlato solo ieri mattina! »
Kazuya vede Sawamura tirar fuori il sorriso più fiero che gli abbia mai visto fare « Ci ho lavorato su tutto il tempo! Ho dovuto fare un po' le ore piccole » sottolinea lanciandogli un'occhiata furtiva - e lui si premura di ghignare di nuovo di rimando « Ma volevo finirla il prima possibile! »
Il fabbro porge il manico verso Haruichi e questi lo afferra, sfilando la spada via dal fodero. Lo speziale la brandisce senza alcuna esitazione e quando si è assicurato che Eijun sia a debita distanza - ha indietreggiato di qualche passo prima che glielo dicesse, sapendo già cosa avrebbe voluto fare - prova qualche fendente. La posa, la sicurezza, i movimenti del polso; anche chi non è esperto di combattimento capirebbe che c'è senza dubbio un buon allenamento dietro la sua tecnica.
« La lama è fatta con un nuova lega che abbiamo scoperto essere molto buona » spiega esperto il ferraio, mentre Haruichi osserva nel dettaglio la nuova arma « Dovrebbe essere anche più leggera rispetto a quella di prima, ma niente paura, è resistente allo stesso modo »
Kazuya sarebbe tentato di alzarsi per vederla anche lui più di vicino ma la stanchezza ha la meglio e decide di rimanere sul divano. Oggi non è particolarmente dell'umore per infilarsi nelle discussioni degli altri come gli piace fare di solito - forse lo sguardo di Sawamura che Kazuya coglie con la coda dell'occhio è perché se n'è accorto, ma potrebbe anche essere solo una sua impressione. Afferra la tazza fumante e si prende un lungo e lento sorso, intanto che gli altri due continuano la loro discussione.
« Che te ne pare allora? » sente Sawamura chiedere, desideroso di sapere qual è il giudizio per il suo lavoro.
Haruichi gli rivolge un sorriso contento « È perfetta, Eijun-kun, grazie! Mio fratello ne sarà di sicuro felice »
È lì che Kazuya rimane un attimo sorpreso e allontana la tazza via dalla lebbra, voltandosi di nuovo nella direzione dei due ragazzi. È stato Ryousuke a chiederla?
Eijun sembra notarlo perché un attimo dopo ricambia accigliato il suo sguardo, come a chiedergli che diavolo gli prenda. Ma Kazuya non gli lascia intende nulla, impegnato com'è momentaneamente con i suoi pensieri. Alla fine Sawamura desiste con una lieve alzata di spalle e torna a parlare con Haruichi « Se dovesse esserci qualche problema fammelo sapere »
Lo speziale annuisce e risistema la spada nel fodero che l'altro regge, per poi avvolgerla di nuovo nel panno. Gli fa cenno di poggiarla pure sulla scrivania, ringraziandolo ancora e dicendogli che ci avrebbe pensato lui a consegnarla al fratello da parte sua.
« Vado un attimo di là a prendere le medicine per tutto nonno »
Eijun risponde con un "grazie" e mentre Haruichi passa dall'altra parte, si avvicina alla scrivania seguendo da bravo le istruzioni ricevute. Vi poggia con estremo riguardo la sua creazione, dopodiché non perde tempo e torna sui suoi passi fino al divano, dove si lascia sprofondare di fianco a Miyuki senza alcun preavviso. Rimangono così per una manciata di minuti, Kazuya che sorseggia la sua tisana, Eijun che lascia dondolare le gambe da parte e dall'altra, aspettando il ritorno di Haruichi.
« Ryousuke non è un tipo che si fa passare il primo lavoro che capita » alla fine Miyuki si decide a parlare.
Sawamura gli scocca l'ennesima occhiataccia della giornata - nonostante stiano nella stessa stanza da probabilmente nemmeno una mezz'ora « Prima insinui che io non faccia nulla, e ora che il mio lavoro non sia buono? »
« Se ti ha commissionato qualcosa significa che non ti considera un buon fabbro solo per circostanza » constata. Kazuya non ha mai, nemmeno una volta, dubitato della sua bravura, nonostante abbia scherzato mille volta sul fatto che Sawamura in realtà non abbia nulla di speciale - è ovvio che si tratta di un segreto solo tra lui e se stesso. Vedere il suo talento venire riconosciuto e apprezzato da qualcuno così tanto difficile da accontentare come Ryousuke lo ha in un certo senso reso orgoglioso.
Sawamura intanto gli appare sempre più confuso « Ma mi stai prendendo in giro? »
Kazuya sbuffa e rotea gli occhi. Tu guarda se gli tocca pure spiegarsi « Per una volta ti sto facendo un complimento, stupido »
Sottolinea con delicatezza l'insulto per non sembrare troppo gentile - ha una certa reputazione da dover difendere, lui - ed è pronto a ricevere la solita escandescenza, il familiare "chi hai chiamato stupido!?!?". Ma con sua sorpresa niente di tutto questo arriva. Ciò che ottiene invece in risposta è un muto sguardo e le guance di Sawamura che si imporporano appena. Lo sente mormorare qualcosa che dovrebbe essere una sorta di "okay, uhm, grazie", mentre prende a fissarsi il grembo con il chiaro intento di non guardare Kazuya in viso. Oh? Questa gli è decisamente nuova. Hanno quest'effetto i complimenti su di lui? Non gli sembra però che con Kominato abbia reagito allo stesso modo. Poi una piccola spia nella mente di Kazuya si accende. Deglutisce - che faccia così solo quando è lui a complimentarsi? - ma decide che è meglio tagliare la strada alle sue fantasie prima che sia troppo tardi.
« Vedi di non montarti troppo la testa adesso » tira fuori il suo solito tono da burla « Fino a quando non avrai forgiato una spada per un principe non potrai considerarti davvero un buon fabbro »
Preferisce tornare a stuzzicarlo, perché è un terreno che gli è più familiare rispetto a un Sawamura lusingato.
« Guarda che se ci tieni tanto, posso farne una anche a te. Ti basterebbe solo chiedermelo »
Kazuya è preso alla sprovvista, anche più di prima, perché nella voce di Sawamura non riesce a scorgere niente. Non lo sta dicendo tanto per, non lo sta prendendo in giro. È sincero, quel tipo di tono a cui Kazuya non sa mai cosa rispondere - non sia mai poi che lui non sappia cosa rispondere. E c'è ancora quel rossore sulle sue guance che non vuole andare via.
Boccheggia un attimo alla ricerca di una risposta, ma prima che possa trovarne una decente gli occhi di Eijun si spostano più giù del suo viso.
« Una valeriana? Hai problemi col sonno? »
Il cambio improvviso di discorso non è d'aiuto. Kazuya segue lo sguardo di Sawamura per incontrare la tazza che stringe tra le mani. Ah giusto, la tisana, quasi se ne stava dimenticando.
« Sì » risponde distratto mentre prende un sorso svelto, per nascondere il lieve nervosismo che gli pizzica il petto, ma la bevanda è già diventata tiepida e il liquido che scende giù per la sua gola è tutt'altro che piacevole « Non ho dormito molto bene stanotte »
La lettera, suo fratello, dinastia compromessa. Il treno di pensieri che aveva messo momentaneamente da parte lo investe di nuovo con più prepotenza di prima. Sospira - Sawamura ha davvero il potere di farlo distrarre praticamente da qualunque cosa.
« È successo qualcosa? »
Alla domanda Kazuya si irrigidisce. Se lo sarebbe dovuto aspettare. Sawamura ha di nuovo quello sguardo strano, quello che lo mette a disagio; quello semplice e innocente che sembra scrutarti fin dentro l'anima e che sa carpirti i segreti più oscuri, indipendentemente da quanto tu sia bravo a nasconderli. Stringe i denti e deglutisce. Per favore, non guardarmi in quel modo.
« Niente di particolare » mente di nuovo, si mette sulla difensiva « Indigestione, forse » e riesce a sentirlo da solo che non è credibile nemmeno un po' - e anche se lo fosse, servirebbe a ben poco in quel caso. Sawamura è stupido e tardo di mente per davvero tante cose - così tante che Kazuya potrebbe scriverci una lista e non basterebbero mille pergamene per elencarle tutte - ma le sue bugie, purtroppo per lui, non sono tra queste. Anzi, Sawamura diventa inopportunamente perspicace in questi casi. È esattamente come con Chris: per quanto Kazuya si sforzi di essere credibile, non riesce mai a convincerli del tutto.
« Ecco qui le medicine per tuo nonno »
Haruichi fa irruzione di nuovo nella stanza e Kazuya non è mai stato così felice di essere interrotto. La tensione nell'aria prende a scemare un po' e gli permette finalmente di respirare. Lo speziale è una vera benedizione. Sawamura comunque non gli scolla gli occhi di dosso per una buona manciata di secondi, prima di decidere di lasciar perdere e rivolgersi allo speziale come se nulla fosse.
« Il dosaggio è sempre il solito. Mi raccomando, fai attenzione che le prenda correttamente o il trattamento servirà a ben poco »
« Grazie, Harucchi » risponde allungando una mano per afferrare il sacchetto che l'amico gli sta porgendo. Nello stesso momento, ecco il campanello della porta che suona per la terza volta questa mattina.
« Kominato-san? C'è nessuno? » arriva la voce di una signora che chiama - Kazuya riconosce quella di una delle cuoche - e Haruichi, dal canto suo, sospira quasi esasperato. A quanto pare oggi non gli è concesso stare fermo un minuto.
« Eccomi, sto arrivando! » risponde subito lo speziale a voce alta, prima di tornare a rivolgersi per un attimo a loro due « Voi rimanete pure quanto volete, io vado a servire la signora Naoko » dice frettoloso e scocca un'occhiata alle mani del principe « Altezza, bevete l'infuso finché è ancora caldo »
Kazuya fa un distratto sì con la testa, Eijun alza una mano per fargli segno di aver capito, ed ecco che il principe non ha fatto in tempo a gioire della compagnia che sono rimasti di nuovo loro due da soli - anche se le voci di Haruichi e Naoko sono vicine a sufficienza per essere udite. Kazuya rigira la tazza con entrambe le mani e prova un altro sorso. Come sospettava, la bevanda è ancora più fredda di prima ed è diventata imbevibile, ma continua a sorseggiare piano, pur di tenersi impegnato con qualcosa. Intanto accanto a lui, Sawamura sembra troppo interessato al sacchetto che tiene tra le mani per riprendere a parlare.
Kazuya è abbastanza certo che l'altro abbia capito che c'è qualcosa che non va in lui, e niente potrebbe preoccuparlo più quello. Ora sta cercando di fargli pressione? Vuole spingerlo a parlare? No, Kazuya lo sa che Eijun non è quel tipo di persona - non sa essere meschino come fa lui. Ma ciò non toglie che quando ci si mette il ferraio ha un'abilità innata nel riuscire a vincere contro di lui in questo tipo di gioco. Il silenzio è solo una risposta alle sue menzogne. Dato che Kazuya non vuole dirgli qual è il problema, lui semplicemente evita di chiedere. A modo suo, lo sta ammonendo per avergli mentito e Kazuya dubita anche che riesca persino a rendersi conto di cosa stia facendo. Sospira mentalmente. Questa volta più di tutte dovrebbe provare a non farsi battere.
« Sawamura »
Il nome sulle sue labbra fa male e intanto deglutisce a forza, perché sa di star per fare qualcosa di cui si pentirà prima di subito. Non dovrebbe tirarlo in mezzo a questa storia, dovrebbe lasciare che si offenda per la piccola bugia che gli ha detto - tanto è di Sawamura che stiamo parlando, se ne sarà dimenticato per l'ora di pranzo. Ma Kazuya è stupido e in questo momento ha un disperato bisogno di un consiglio.
« Quanto tempo hai prima di dover tornare alla bottega? »
Eijun è sorpreso da quella domanda, forse pensava che Miyuki non gli avrebbe detto nulla - in realtà era lui stesso il primo a crederlo. Evidentemente entrambi si erano sbagliati.
« Un paio d'ore circa, credo »
Le parole gli salgono alla bocca ancor prima che possa fermale « Saresti disposto a venire con me? C'è... c'è qualcosa di cui avrei bisogno di parlare con qualcuno »
Ora, Kazuya può vederlo chiaramente, c'è chiara preoccupazione negli occhi di Eijun. Non è lo sguardo di chi ha appena ottenuto quello che voleva, perché in realtà Eijun da lui non voleva niente. Non voleva fargli alcun tipo di pressione, Miyuki ha fatto tutto da solo come sempre. Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro.

!fandom: daiya no ace, !iniziativa: cow-t 6

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