Masterlist P0rnfest

Feb 26, 2013 23:47


Masterlist (per fandom)
In calce trovate i link ai fill originali

TV show: Kings

David Shepherd/Jack Benjamin, Corona
Ambientato dopo il finale di stagione tutto. (/sigh)


Nei confini della sua prigione, Jack sogna di mani dure e callose e di occhi azzurri e limpidi.
Ci sono farfalle, sui suoi polpastrelli: soffi che rincorrono ogni sua carezza e gli scaldano le dita. Talvolta, Jack emette un singhiozzo spezzato e strappa loro le ali. Sangue scarlatto scivola sulle coperte e sulla sua pelle.
Jack intinge l'indice nella seta e traccia simboli senza importanza sul ventre sterile sotto di lui.
L'eco di una voce roca lo chiama, distante, tra i gemiti. Sono parole che conosce: frasi che ripesca dalla memoria e adatta alla forza delle sue spinte.
L'aria che gli invade i polmoni è soffocante: tinta di rose e gelsomino, invece che di sudore e polvere da sparo. Persino il tocco che gli stringe la vita è sbagliato: insicuro e incapace di guidare i suoi movimenti.
Jack chiude gli occhi e si riversa sul fianco, spento. Un corpo dai muscoli morbidi si accuccia accanto al suo, e lacrime di rabbia e rassegnazione gli corrono lungo le tempie.
Lo disgusta concedersi a quell'abbraccio indesiderato; e ancora di più lo irrita agognare le attenzioni di un re in esilio. Ma almeno…. Almeno così si sente di nuovo vicino a quella corona che si è fatto scivolare tra le dita.
Nel silenzio, Jack si addormenta e fallisce per l'ennesima volta nell'anestetizzare ciò in cui Dio l'ha creato.

-

TV show: Teen Wolf (2011)

Kate Argent/Teen!Derek Hale, Addestramento (EDITED)
Warn: stessi della serie (underage, manipolazione psicologica)

Perché (cosa, dove, come, quando)
Derek impara in fretta.
(Dove baciare, dove accarezzare, dove mordere)
Kate guida le sue mani e aggiusta la posizione del suo bacino; corregge la sua presa e diverge il suo tocco.
(Più a destra, nell'incavo del collo, tra le cosce)
Si muovono tra coperte impregnate di sudore, i loro respiri che si confondono in risate dagli accenti diversi.
(Innocenti, trionfanti, pieni di malizia)
Derek viene, disordinato e caotico tra le dita agili di Kate; impara in fretta e non capisce nulla di quanto lei gli sta insegnando.
(Non finché non ci sono lacrime nei suoi occhi e fumo nei suoi polmoni)
In fondo, è solo uno stupido animale.

Lydia Martin/Peter Hale, Autodistruzione
Spoiler per la fine della seconda stagione

Una rosa di sole spine
La Bella e la Bestia è da sempre la favola preferita di Lydia. Sua madre crede sia a causa del vestito dorato che Belle indossa alla fine del film; suo padre dà la colpa alle musiche e alle tazzine parlanti; e Stiles, che ancora vede in Lydia la ragazza più bella e intelligente del mondo, spiega tutto con la passione per i libri.
Tutte ipotesi sbagliate, perché fin da piccola Lydia non ha mai dato molta importanza ai suoni e ai disegni che provengono dal televisore. Invece, presta attenzione alle vecchie versioni della fiaba custodite dalle biblioteche: quelle che le ricordano che, per Belle e il suo Principe, la Rivoluzione Francese è sempre alle porte.
La Bella e la Bestia, come Le Pagine della Nostra Vita, è un racconto estremamente realistico. Ed entrambi hanno insegnato a Lydia che la felicità è solo un momento passeggero, se non una mera illusione.
Lydia non è sorpresa che lei e Jackson debbano rinunciare al loro lieto fine: si conoscono troppo bene per resistere alla tentazione di sfoderare il pugnale e affondare la lama nelle ferite ancora aperte.
Ma con Peter è diverso: la loro storia non corre il rischio di trasformarsi in una favola. Non c'è amore, con Peter: solo istinto e spirito di vendetta.
Peter riapre vecchie ferite e ne causa di nuove. Le strappa la camicia, lacera la sua biancheria, e la trascina sul pavimento; ride, quando lei gli preme il tacco contro la gola. La sbatte contro il materasso, sul divano del salotto, sul retro dell'auto. Sempre freddo, sempre violento - eppure attento a non affondare le fauci troppo in profondità.
I segni rimangono visibili per giorni sulla sua pelle: macchie nere che sbiadiscono nel verde e nel giallo, e graffi che Peter ricopre di baci e saliva.
Ciò che fa più male è che Lydia può scorgere riflessi di un altro Peter, uno più giovane e intoccato dalla follia, nei gesti dell'uomo che l'ha contaminata. Lo vede quando Peter le accarezza le guance. Quando Peter annusa i suoi capelli e affonda gli artigli nel suo fianco. Quando Peter la preme contro il muro e si prende quello che crede di possedere ma non sarà mai suo.
È una lotta che li logora e li consuma: una battaglia combattuta con la mente oltre che con il corpo.
Lydia affila la lingua e stende lo smalto, alla ricerca delle piaghe che Peter nasconde dietro uno spesso strato di cenere e sarcasmo. Gli graffia il petto e artiglia il suo cuore, finché ricordo dei loro baci si trasforma in un dolore che le cresce in fondo allo stomaco e nel retro della gola.
Tutte le volte che Peter sorride, dall'altro lato del letto, Lydia cerca il suo sguardo e gli lancia una nuova sfida.
Perché le fiabe sono per i bambini, e quello che Lydia vuole è qualcosa di vero e libero di illusioni… qualcosa che possa toccare senza la paura che svanisca in un battito di ciglia. Spine che continuano a pungere anche una volta caduto l'ultimo petalo.

Peter Hale/Stiles Stilinski, Mine
Warn: dub-con, underage, (temporanea e canonica) morte personaggio

All'inizio non è più che un ragazzino iperattivo avvolto in camicie di due taglie troppo grandi. Ma basta poco perché le cose cambino, all'improvviso e senza ragione, e il nulla si trasformi in tutto.
Peter solleva il capo, il mento ancora insanguinato, e la scintilla è lì ad attenderlo, in ginocchio sul campo di lacrosse.
Peter vi scorge l'ombra di una malizia crudele: tratto invisibile all'osservatore casuale, celato dietro occhi di cerbiatto e labbra da bambina.
Ma, per lui, Stiles è più di sarcasmo pungente e fragili ossa: è Peter come era e come avrebbe potuto essere da umano; una personalità che aspetta solo di essere ricondotta alla luce.
Stringe le dita attorno al polso di Stiles quasi con reverenza. È onesto nella sua offerta: sincero nell'elencare i doni che il Morso porta con sé.
Il battito cardiaco di Stiles accompagna le sue parole, modulando ritmo e intensità attorno alla cadenza della sua voce. Il feroce palpitare della giugulare spinge contro ogni fibra del suo corpo, rendendolo astemio a ogni altro impulso. Senza che se ne accorga, diventa l'unico suono che riesce a distinguere. Può quasi assaporarne il gusto nel retro della gola: caldo; metallico; pieno di promesse e benedizioni.
Ma, all'ultimo, Stiles si svincola dalla sua presa: fugge le sue carezze e i suoi artigli. "Non voglio essere come te", rifiuta con la voce ma non con il cuore.
Peter si ritrae comunque, deluso ma affatto sorpreso; comprende le ragioni di quel gesto.
È un lento declino, quello che lo accompagna, e le fiamme ancora non hanno smesso di consumarlo. Peter sa che non è lui che Stiles sta respingendo, bensì l'amalgama di cenere e vendetta in cui il fuoco l'ha plasmato. Un male necessario e inevitabile, si convince, ma pur sempre un abominio.
Peter abbandona Stiles nel parcheggio deserto. I suoi pensieri, però, non lo lasciano un istante: al contrario, il desiderio di possedere ciò che in fondo è già suo lo consuma con l'ardore d'un incendio devastante.
La sua fantasia non è frutto di una semplice illusione.
Al presente, Stiles teme e odia Peter allo stesso modo in cui Peter teme e odia sé stesso. Ma Peter ha già iniettato il proprio veleno in Lydia: può permettersi di attendere. E così decide di fare, almeno fino a quando Stiles non avrà compreso quanto hanno bisogno l'uno dell'altro.
Nel frattempo, tutto rimane nei confini della sua mente.
Unghie che lasciano impronte di mezzaluna su una pelle candida e intatta. Una lingua che circonda d'affetto la linea d'un polso sottile. Denti che graffiano il palmo d'una mano tremante.
Il respiro di Stiles accelera assieme al suo e le pupille di Stiles si dilatano, nere e brillanti, incorniciate da ciglia infinite.
Peter sorride contro i suoi polpastrelli, e Stiles si morde il labbro inferiore e stilla la prima goccia di sangue. L'odore è intossicante. Peter affonda i canini fino a che la sua bocca e i suoi polmoni non conoscono altro sapore che quello della pelle di Stiles.
Un'imprecazione; un sussulto: e Stiles scivola tra le sue braccia, esausto. Quando riapre gli occhi, le sua iridi brillano dell'azzurro intenso dei primogeniti. Non c'è più ragione di rifiutare il loro legame, adesso. Mentre Stiles dormiva, Peter si è occupato di tutto il resto: ogni parola di rifiuto echeggia vuota tra le mura di una casa costruita su fondamenta di cenere.
Poi Derek gli squarcia la gola, e Peter muore senza aver completato la propria vendetta. Ma non tutto è perduto.
Peter ha morso Lydia perché possa aiutarlo risorgere, ma Stiles è più del suo piano B; è la promessa di una nuova vita. La seconda occasione che non ha intenzione di lasciarsi sfuggire.

Derek Hale/Stiles Stilinski, Biting
Note: time-frame non specificato. Idealmente dopo la seconda stagione - ma niente spoiler; HAND!P0RN

Il proiettile si è incastrato tra la terza e la quarta costola, sul lato destro del petto - a tre o quattro centimetri di profondità, frammentato in tre sezioni irregolari. Niente aconito, però. Il che significa che Derek ha smesso di sanguinare, per quando Stiles getta nel cestino l'ultima scheggia di metallo. Ora, al posto di un foro d'ingresso, rimane solo una cicatrice rossa e lucida. Ma anche quella sta già sbiadendo, mentre il tessuto si rimargina e Stiles cancella le ultime tracce di sangue dalla sua pelle.
Derek corruccia la fronte.
«...puoi, dovresti dire a Scott che non può sempre contare su di te quando - Derek...?»
Derek afferra Stiles per il polso e interrompe il suo monologo. Mette da parte l'asciugamano e siede sui talloni, all'estremità inferiore del letto.
Le dita di Stiles sono pallide. Affusolate come le zampe di un ragno. Forti, eppure gentili quando s'intrecciano alle sue, più corte e robuste.
Derek muove i polpastrelli lungo il dorso sinistro di Stiles; rincorre il profilo di indice e anulare, e accarezza il contorno delle unghie smussate. Si sofferma a riconoscere le piccole ferite e i segni dei morsi nervosi che Stiles ha lasciato alle estremità delle falangi. Poi sale di nuovo, sulla traccia delle vene più superficiali. Segue la direzione in cui il sangue irrora i delicati tessuti della mano e preme più a fondo, laddove il pollice inizia il suo percorso.
Il respiro di Stiles è accelerato, adesso. Si compone di spasmi brevi e frequenti che inquinano l'aria di un odore pungente. Eccitazione. Smania. Lussuria.
Derek accenna un sorriso e solleva la mano sinistra di Stiles all'altezza del volto. Ne lecca il palmo con lentezza quasi esasperante. Piccoli movimenti della lingua, rapidi e appena accennati. Si sporge in avanti, costringendo Stiles a cambiare posizione, spingendolo verso il centro del letto.
Torna a prendersi cura del polso, e poi la sua lingua comincia a muoversi nello spazio tra le dita. Stiles geme e Derek si allontana: gli bacia il dorso della mano e strofina il naso e la fronte contro le sue nocche arrossate. Morde, alla fine: un morso appena sufficiente da intrappolare due lembi di pelle tra i denti e succhiare finché il sangue non affiora alla superficie.
«Derek». Stiles viene, intoccato, nei boxer e nei jeans troppo stretti.
Derek sente l'odore del suo seme arrivargli alle narici e si porta ancora una volta la sua mano alla guancia. Gommapiuma contro carta vetrata.
Stiles esplora le sue labbra con la punta delle dita; gli accarezza i denti e gli fa assaporare i propri polpastrelli. Tutto è umido e appiccicoso; appena tinto di una leggera patina di sudore.
Derek chiude gli occhi, il rossore sulle guance di Stiles abbastanza intenso da proiettarlo in uno spazio che è solo bianco e senza suono.
«Cazzo», Stiles impreca. Allibito. Incredulo. Compiaciuto.
Derek stringe la stretta attorno al suo polso. Gli affida un ultimo bacio sulle dita piegate e così rimane, immobile, fino a che i loro respiri non sono di nuovo regolari e i loro occhi tornano a vedere, liberi dalla nebbia dell'orgasmo.

Derek Hale/Hunter!Stiles Stilinski, Nemici naturali
AU - Warning: mild gore, rough sex, bloodplay, il fatto che l'autore della fic sono io

Cominciano a scopare perché non si conoscono.
Sono sempre stati più che estranei: nemici naturali, attratti dall'odore del sangue e della polvere da sparo. Derek con i suoi occhi verdi, ora rossi come la rabbia che gli scorre nelle vene, e Stiles con un pugnale legato alla cinta e fiori d'aconito attorno al collo.
Gli incontri sono casuali, all'inizio. Un bacio in un vicolo buio; un pompino nel sedile di un'auto; una sveltina con la schiena appoggiata al tronco di un albero.
Derek sfrega assieme le loro erezioni, e Stiles geme e si contorce sotto il suo tocco, accaldato e delirante. Stiles viene, e Derek infila la lingua nel suo ombelico e lecca seme e sudore dalla sua pelle.
Si studiano a vicenda, alla ricerca delle reciproche debolezze e, un po’ alla volta, diventano familiari con la curva di ogni muscolo e la tensione di ogni tendine. Col modo in cui Derek espone la giugulare, mentre Stiles lo afferra per le anche e gli apre le cosce. Col punto in cui la pelle di Stiles si fa più morbida, dove Derek lo morde e affonda gli artigli.
Sono due alberi malati, Stiles e Derek: parassiti che si nutrono del reciproco dolore. Derek che ha solo una casa plasmata nella cenere e Stiles a cui rimane solo una famiglia consumata dall’ossessione.
Giacciono fianco a fianco, tra il fango e le coperte ruvide; e al risveglio si scoprono sempre soli, in due letti diversi.
Derek sparge sale e sperma nelle ferite di Stiles; e Stiles lo afferra per le spalle e gli morde le labbra: lecca le impronte della sue lacrime e la scia del suo sangue.
C’è sempre qualcosa che rimane segreto, nel loro gioco di preda e predatore. Qualcosa che si rifiutano di rivelare e che sempre cambia, sotto la pelle. Stiles finge di non amare Derek e Derek finge di non amare Stiles: un'ancora di salvezza che continua ad alimentare la loro agonia.
Derek piega Stiles sul bancone della cucina, lo guida nella sua bocca, e spinge due dita dentro di lui. Stiles preme un pugnale contro la gola di Derek e lo penetra con una lama intrisa d’aconito.
Ogni parola si perde in un gemito, e ogni gemito in un sussurro strozzato.
Quel che non si dicono prende la forma di lividi e bruciature che il resto del mondo non può ignorare. E, alla fine, tutto ciò che rimane loro sono solo orrende cicatrici.

Derek Hale/Stiles Stilinski, Nella Camaro (EDITED)
Companion piece di: Nella Jeep

La Camaro è potente e silenziosa. Scura e bisognosa d'attenzioni.
Derek spegne il motore e affonda nei sedili posteriori. Fa appena in tempo a chiudere la portiera prima che Stiles gli stringa le braccia attorno al collo e lo trascini verso il basso. Il movimento è impacciato e maldestro, e costringe i loro nasi a incontrarsi a un angolo scomodo. Derek scosta la testa di lato, e le labbra di Stiles finiscono per baciare i suoi zigomi, le sue guance, la sua gola.
Sono entrambi troppo altri per l'angusto abitacolo della Camaro. Stiles si agita senza coordinazione, i gomiti che urtano contro il vetro e i piedi infilati sotto i sedili anteriori: riesce appena abbassargli la cerniera, prima di ricadere all'indietro con una risata che potrebbe essere una maledizione.
Derek nemmeno ci prova a raggiungerlo, nel corridoio tra i sedili. Si bilancia sulle ginocchia, i talloni che gli premono contro le natiche e le braccia tese in avanti. Cerca il volto di Stiles e lo attira a sé con forza, costringendo l’altro a sedersi in braccio a lui e incontrare le sue labbra.
Anche se lo spazio non fosse così limitato, sarebbero comunque troppo ubriachi di adrenalina per muoversi come vorrebbero. I bottoni della camicia di Stiles colpiscono i finestrini con la violenza di proiettili. L’odore di metallo è forte nell’aria, e Derek ha ancora il gusto dell'aconito nel retro della gola. La mano di Stiles si muove sotto la sua maglietta e sparge sangue e sudore sul suo petto e sugli interni della Camaro.
È questo che li aveva fermati la prima volta: la pelle di Stiles che tradiva paura, invece di lussuria. Ora, però, anziché fuggirle, Stiles cerca le sue ferite: ne delinea la forma con la punta delle dita, attento a ogni increspatura, come se ogni cicatrice gli regalasse un intimo piacere.
Derek getta la testa all’indietro e dà un involontario colpo di reni. La testa di Stiles batte contro il tettuccio della Camaro. Tap. Stiles impreca, violento; è l'unica protesta che si concede mentre Derek lo afferra per le anche e lo muove nella posizione che preferisce: sopra di sé, di lato, con la schiena contro la portiera. Per il resto, Stiles incoraggia ogni suo tocco con malcelato entusiasmo, la pelle bollente e il cuore impazzito.
Finiscono come sempre per farlo mezzi vestiti: Derek con i boxer appena abbassati e Stiles con i pantaloni tesi all’altezza delle cosce.
Dopo, tutto sa di seme e sudore. È una buona scusa per abbassare e finestrini e rimanere immobili, con gli occhi chiusi e le gambe intrecciate, fino a che non sono tornati in controllo del loro respiro.
Certe volte, nell'attesa, Stiles si addormenta contro il suo petto e Derek lo segue in un sonno agitato. Ore dopo, Stiles si sveglia blaterando del torcicollo che non mancherà di tormentarlo per il resto della giornata. Derek lo preme contro i sedili e gli augura il buon giorno con un nuovo orgasmo.
Non sa bene che idea Stiles si sia fatto dei loro incontri - o se vi pensi del tutto, una volta sceso dall’auto. E, dal canto suo, lui fa del suo meglio per non chiedersi perché sia sempre Stiles che cerca dopo uno scontro coi cacciatori; o perché sia solo il tocco di Stiles che riesce a calmarlo dopo una notte piena di incubi.
Diventa così bravo a ignorare il problema che, alla fine, Derek smette del tutto di farsi domande. Guida Stiles sopra di sé e lo stringe più che può, nei sedili mai troppo stretti della Camaro.

Derek Hale/Stiles Stilinski, Nella Jeep (EDITED)
Companion piece di: Nella Camaro

La Jeep è grossa e quadrata. Rumorosa e impossibile da ignorare.
Stiles la parcheggia nel bosco, lontana dalla strada e dove i poliziotti di Beacon Hills non passano mai in pattuglia.
Derek ha già la mano stretta attorno a lui, quando gira le chiavi nell’iniezione. Stiles allarga le gambe a piega le braccia all’indietro, le unghie affondate nel sedile. Chiude gli occhi, febbricitante, e nel momento in cui li riapre si scopre sdraiato nel retro della Jeep.
È nudo e così è anche Derek, sopra di lui. Le labbra di Derek esplorano ogni centimetro della sua pelle esposta: collo, mento, clavicole… e poi si dirigono più in basso, oltre i capezzoli e l’ombelico. I loro movimenti sono lenti e precisi - ma Stiles sembra incapace di seguirli, distratto dalla pressione che gli grava nel fondo dello stomaco.
Derek traccia le linee del suo inguine e poi scende a stuzzicare il retro delle sue cosce e l’apertura tra i suoi glutei. Stiles torna alla luce, gomiti e ginocchia stremati; spinge all’indietro, e Derek incontra le sue spinte con una torsione della lingua.
È... tranquillo, quello che fanno: calmo. Quasi indolente.
Derek non dice mai nulla quando affonda le proprie dita dentro Stiles e lo guida nella sua bocca; e Stiles non dice nulla in ritorno mentre afferra Derek per i fianchi e scivola dentro di lui.
Stiles solleva lo sguardo, la pelle in fiamme. I suoi occhi incrociano il sorriso soddisfatto di Derek nello specchietto retrovisore. Stiles si morde il labbro inferiore e cerca di non venire. La nebbia torna a confondergli il pensiero.
La Jeep è per quando hanno tempo. Per le giornate trascorse a fare ricerche sulla creatura sovrannaturale della settimana (non-un-appuntamento), per i pomeriggi che seguono un allenamento di lacrosse (non-un-appuntamento?), e per le serate passate con il resto del branco (nessuna-speranza-che-sia-un-appuntamento). Per quando vogliono provare qualcosa di più profondo del sentirsi vivi.
Stiles resta immobile, i muscoli tesi, fino a che non sente Derek cedere all'intrusione e rilassarsi attorno a lui. È lieto che la struttura della Jeep gli fornisca un appoggio, perché le cosce gli bruciano per lo sforzo e l’eccitazione.
Derek aggancia le caviglie dietro la sua schiena e stringe le mani attorno ai suoi bicipiti. Trovano un nuovo equilibrio, e Stiles comincia a muoversi: avanti e indietro, in cerchi ed ellissi che mimano il respiro del corpo sotto il suo. Pigro, anche quando trova l'angolo che fa sciogliere entrambi.
Derek mette a contatto le loro fronti, e le sue labbra cominciano a mormorare parole silenziose; parole che potrebbero essere tutte il nome di Stiles. Ogni cosa si fonde in un unico colore, allora: bianco, o forse nero o rosso, e Derek si riversa, caldo e appiccicoso, tra loro stomaci.
Stiles lo segue poco dopo, la mente finalmente libera da ogni pensiero. Rimane quieto: silenzioso, finché Derek non posa i piedi a terra e lo lascia adagiarsi sul fianco, accanto a lui.
I fumi dell'orgasmo l'abbandonano. Stiles trema, esposto all'aria della notte. Certe volte, se è fortunato, Derek decide di tirarlo a sé e condividere proprio calore; di affondare il viso tra i suoi capelli e rimanere così immobili fino al mattino.
Stiles sa che non si tratta di un appuntamento; ma, a dire il vero, non ha davvero bisogno che lo sia. Gli appuntamenti servono a due persone per conoscersi e innamorarsi, e lui e Derek… Loro hanno imparato a conoscersi molto tempo fa.
Nel buio, Stiles cerca la mano di Derek e si stringe nel suo abbraccio. Questa è una notte fortunata.

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Cappuccetto Rosso
Cappuccetto Rosso/Lupo, Lontano dal sentiero
Fantasy AU - «Malvagità come quella dell'Avversario non può essere creata. Solo portata alla luce».
>> Perrault

Fandom RPS
AO3/EFP, Dovresti fare qualcosa per quel complesso d'inferiorità, darling

Nota: COME OVVIO, EFP è femmina e AO3 è maschio e virile. Vorrei altresì sottolineare che rispetto le scelte e gli stili di vita di entrambi gli archivi.

«Dovresti fare qualcosa per quel complesso d'inferiorità, darling».
«Complesso d'inferiorità? IO?», EFP assunse un'aria particolarmente indispettita. «Ma con chi credi di avere a che fare? Lo sai o no che sono io il sito preferito dei fanwriter italiani?»
AO3 rise in 46 lingue. «E tu lo sai che si mettono in coda per me?»
«Pff, certo! Perché non ce la fai a soddisfare nemmeno metà delle richieste che arrivano! Sei peggio di LiveJournal: ce l'hai sempre giù, il server!»
«Ehi, lascia in pace Elgei: lui è terreno neutrale. E poi, parla quella che è ad accesso libero. Sempre disponibile, tu: a tutte le ore del giorno della notte. Dovresti metterci un cartello, honey. Magari accanto a quei bei hit counter azzurri che hai in home page, così la gente capisce quanto sei disperata».
«Ma come ti permetti! Io sono una ragazza per bene! Mica come te che accetti l'incesto e tutta quella robaccia lì».
«Snob!»
«Anarchico!»
«Perbenista!»
«Pornaro!»
Si guardarono per un lungo istante: AO3 pieno di rabbia virile e EFP fremente di passione sotto quel suo aspetto fintamente virginale. Poi AO3 si gettò in avanti, afferrò il layout primaverile di EFP e glielo strappò di dosso. Senza, le si vedeva tutto l'intricato codice sorgente: dalla smisurata sezione di Harry Potter fino ai nuovi bottoncini di condivisione su Facebook.
AO3 ebbe un breve episodio di freezing. «Oh, wow», disse.
EFP si autocensurò le prime righe di HTML con un header provvisorio. «Che vuoi, adesso?»
«No, niente. Lo sapevo che eri un archivio complicato e bisognoso di costante manutenzione - ma cavoli, credo che il mio codice sia più leggero del tuo».
EFP si fece rossa per la rabbia. «Vuoi insinuare che sono grassa?!»
AO3 ci pensò su un minutino; poi ghignò in modo lascivo e le diede un pizzicotto proprio sopra la scritta 'entra nel tuo account'.
EFP sobbalzò per la sorpresa. Afferrò AO3 per la barra laterale e scorse i suoi menù a tendina; sotto i suoi movimenti precisi, lui si ridusse a un cumulo di errori di caricamento.
Continuarono così, un battibecco dopo l'altro, fino a che le richieste di connessione divennero troppe e troppo insistenti per poterle ignorare.
Per la prima volta dacché era stata fondata, EFP fece una cosa da bambina cattiva: mise tutte le storie con rating rosso tra le storie scelte.
AO3 ne rimase sconvolto al punto che cominciò ad avere problemi a gestire le lettere accentate. Le ridicole tag-commento che Tumblr aveva portato con sé volarono in ogni dove, infilzando ripetutamente il suo logo. Di lì a poco perse ogni controllo, e una serie di marcatori inutili comparve in tutti i riassunti: e decentrarono e allargarono tutto di almeno 4pt.
EFP si vide costretta ad ammetterlo: «AO3, sei così grosso», disse con trasporto.
Fu come se qualcuno avesse premuto il tasto d'invio.
Le loro home page si sfiorarono e i loro script si contaminarono a vicenda. Fu un momento rivelatore per entrambi. Tanto che, per una volta, ignorarono i reclami degli utonti che continuavano a protestare di fronte alle pagine di errore 404. In fondo, EFP e AO3 lo sapevano benissimo dove si trovavano: in un server di backup, con le pagine sovrapposte e gli header pixellati.
«Dì, baby babe», chiamò AO3, dopo essere tornato cosciente di tutte le sue skin personalizzate, «che ne diresti se la prossima volta ti dessi una manina con l'inserimento dei pairing nelle sezioni?»
«Oh, lo faresti davvero per me?», chiese EFP, che non ce la faceva più a correggere manualmente tutti gli errori di spelling.
«Certo, dearie! Ora andiamo un po' in downtime, però: da domani ci aspettano ore di tag wrangling sfrenato».
E in downtime andarono. Per tre giorni di seguito.
Gli utonti si riversarono in massa su fanfiction.net.

Prova
Prova/Prova

Note: siccome non c'erano indicazioni specifiche, quanto segue è femslash. Yes. Good.

«Tanto per essere precisi, lo sai che questa è una prova, vero?», disse la Prova Numero Uno, togliendosi la maglietta.
Prova Numero Due si stese sul letto. «Certo, lo è sempre con te».
«E che vorresti insinuare?», Uno fece una smorfia.
«Che per te niente è mai definitivo! È sempre tutto un riaggiusta, e ricalcola, e ridimensiona, e riprogramma per assicurarti che nessuno faccia cazzate. Ma tanto gli utenti fanno sempre cazzate». Due si sollevò sui gomiti e sospirò, scostandosi i capelli dalla fronte.
Uno sedette sul letto e s’inumidì le labbra. «Lo so, sono un po’ ossessiva e OCD. Ma è per il bene di tutti», ammise, vergognosa.
Due scosse la testa. «Ma no, in fondo è divertente», rise. «Ricordi quella volta che ci siamo travestite da Test 1 e Test 2? Qual era il prompt che avevi suggerito quella volta?»
«“Testiamoci Tutti”», mormorò Uno, arrossendo.
Uno batté le mani. Si stava sbellicando dalle risate. «Oh, avevo tanto sperato che qualcuno lo fillasse!».
Uno fece spallucce. «Oh, è sempre in lista. Qualcuno può sempre fillarlo, a meno che non aggeggino col codice e lo facciano sparire».
Due assunse un’espressione maliziosa. «E tu? Vuoi aggeggiare col mio codice?», aprì le gambe.
Uno si gettò in avanti e cominciò a strusciarsi contro Due. Due la accolse tutta attorno a sé e la baciò fino a che Uno non rotolò sul fianco, sudata ed esausta.
«Ehi, Due?», chiamò Uno.
«Uh?», Due non era in sé. Non con Uno che continuava ad accarezzarle il collo, mentre le parlava. «Cosa, cosa?»
Uno la baciò di nuovo sulle labbra. «Giusto per chiarire le cose: a me piace sempre provare cose nuove», e così dicendo fece una cosa con le dita che non aveva mai fatto prima. «E anche fillarti»
Due arrossì furiosamente. «Oh, ok», disse, prima di finire in masterlist.

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Cappuccetto Rosso - Cappuccetto Rosso/Lupo, Lontano dal sentiero
Kings - David Shepherd/Jack Benjamin, corona
Prova - prova/prova, prova
Fandom RPF - AO3/EFP, "Dovresti fare qualcosa per quel complesso di inferiorità, darling"
Teen Wolf - Kate Argent/Teen!Derek Hale, Addestramento
Teen Wolf - Lydia Martin/Peter Hale, Autodistruzione
Teen Wolf - Peter Hale/Stiles Stilinski, Mine
Teen Wolf - Derek Hale/Stiles Stilinski, Biting
Teen Wolf - Derek Hale/Hunter!Stiles Stilinski, Nemici naturali
Teen Wolf - Derek Hale/Stiles Stilinski, Nella Camaro
Teen Wolf - Derek Hale/Stiles Stilinski, Nella Jeep11/11

Masterlist dell'intero p0rnfest

6. type: drabble, 0. fic, 2. tv: kings, .masterlist, 4. pairing: lydia/peter, 4. pairing: other f/f, 1. fandom: tv, 5. rating: nc17, 4. pairing: other m/m, 4. pairing: derek/stiles, 3. character: peter hale, language: italian, 6. type: challenge, 2. tv: teen wolf (2011), 3. character: lydia martin, 4. pairing: other, 1. fandom: altro, 3. character: stiles stilinski, 3. character: derek hale, 4. pairing: peter/stiles, 5. rating: r, 3. character: kate argent

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