Quella che segue è la recensione che ho lasciato stamattina sul sito della saga:
www.mordraud.com Non posso credere che non ci sia nessuno disposto a pubblicare quello che ai miei occhi è un romanzo che non ha nulla da invidiare a moltissimi altri, soprattutto fra quelli del suo genere.
Parto col dire che, sebbene i fantasy mi piacciano un po’ tutti, sono comunque piuttosto esigente e difficilmente trovo un libro in grado di appassionarmi così tanto. Non mi entusiasmavo in questo modo da circa due estati, e cioé dalla lettura de “L’apprendista del mago”, di Trudi Canavan; e prima di quest’ultimo erano passati anni dall’ultimo romanzo che mi aveva lasciata estasiata in questa misura. In più, però, “Mordraud” ha dalla sua degli elementi che mi fanno intimamente saltellare di eccitazione, poiché li ritengo essenziali in una storia da narrare.
Anzitutto c’è la storia, appunto. Originale, a mio avviso. Molto originale. La trama è davvero ben studiata e ogni piccolo dettaglio si interseca perfettamente con tutti gli altri, fino a formare un mosaico che non può non lasciare a bocca aperta. Non c’è stato un solo momento in cui mi sia ritrovata a pensare: «Ecco, lo sapevo. Questa cosa me l’aspettavo.» Tutto è imprevedibile, entusiasmante e, a tratti, capace di stordire.
Il mondo creato attorno a questa trama, poi, è così ben introdotto dal racconto e dai personaggi che non sembra messo lì così, tanto per dare uno sfondo, uno scenario davanti al quale muovere il tutto. Anch’esso è ben curato, e quando mi soffermavo a leggere determinate descrizioni o determinati dialoghi, come quelli sulle tattiche di guerra, mi sembrava persino di farne parte.
Le descrizioni, appunto. Mi hanno lasciata a bocca aperta. Tutte quante. Sono precise e danno esattamente l’idea di ciò che l’autore voleva comunicare. Significa che ha perfetta padronanza di quel che scrive, ma anche e soprattutto che ha un talento che deve essere espresso il più possibile, altrimenti sarebbe un delitto per sé e per noialtri che aspettiamo di leggere qualcos’altro di suo. Ho apprezzato tantissimo il modo in cui egli ha descritto Lungo Inverno, ma più ancora mi sono perdutamente innamorata del suo modo di dipingere, sia pure tramite una sequenza di lettere, i canti, le armonie e il loro susseguirsi: hanno incantato anche me, perché non credevo ci sarebbe mai stato qualcuno in grado di descrivere un canto. Inoltre, ho trovato originalissima questa… magia, passatemi il termine, che ritengo uno dei maggiori punti di forza dell’intero romanzo.
L’altro punto di forza importantissimo, a mio avviso, è anche una delle cose a cui tengo maggiormente quando leggo un libro: i personaggi. Sono fondamentali, perché anche la trama più elaborata finisce per risultare sterile se non è impreziosita da personaggi realistici e ben studiati da un punto di vista psicologico. Mordraud, Dunwich, Gwern, Adraman, Deanna, Larois, Saiden: ho adorato tutti, chi più chi meno, proprio perché ognuno di loro ha un proprio carattere ben definito, un proprio punto di vista e degli obiettivi che, condivisibili o meno, sono più che comprensibili. Ed è straordinario come, fino all’ultimo, non sai esattamente per chi parteggiare (e non mi riferisco soltanto agli schieramenti in guerra, anzi, quanto soprattutto ai rapporti umani), proprio perché non puoi fare a meno di affezionarti a tutti, ai loro disagi e alla loro visione delle cose.
Grazie a Milly per avermi consigliato questa meraviglia. L’ho consigliato a mia volta ad altre persone e spero di tutto cuore che possano darmi ascolto.
Grazie soprattutto a Fabio per aver scritto questa saga. Gli auguro con tutto il cuore di riuscire a trovare finalmente qualcuno che sia disposto a pubblicarla: correrei a comprare ogni volume, lo divorerei e lo custodirei gelosamente nella mia biblioteca personale.
In conclusione, aggiungo ancora una volta il mio sentitissimo consiglio per questo romanzo, scaricabile gratuitamente dal sito. :)
Shainareth