[Movies] Howl

Jan 30, 2012 23:54



"I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving
hysterical naked,
dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry
fix,
angelheaded hipsters burning for the ancient heavenly connection to the
starry dynamo in the machinery of night [...]"

È bello quando all'improvviso ti capita una cosa che ti fa ricordare le tue origini.
Intese non come luogo fisico di provenienza, ma come i momenti fondativi della tua esistenza.
Quelli cioè che ti permettono di dire, a testa alta, frasi come "se oggi credo in questa determinata cosa, un motivo c'è".
Si parla di idee, ovvio. Di modi di concepire la realtà, la società, la religione.
Insomma, tutte le varianti che definiscono una persona adulta e matura.
Le mie risiedono senza dubbio alcuno in On The Road, di Jack Kerouac. E in tutta la Beat Generation.
Sì, perché prima di Bruce, prima di Brokeback Mountain, prima di tutto il resto c'è stato quel libro.
Nessuna sorpresa che lo consideri la mia Bibbia personale, al punto da portarmelo sempre dietro, da appoggiarlo sempre sul comodino vicino al letto in cui dormo, ovunque esso sia.
On The Road mi ha cambiato la vita. E me l'ha cambiata radicalmente, un po' come potrebbe cambiarla ad un giocatore di un paesino sperduto essere selezionato per giocare in una grandissima squadra a livello internazionale, o ascoltare qualcuno parlare di un'idea e innamorarsene seduta stante.
Perché quando l'ho letto per la prima volta è stato come se il mio animo venisse finalmente liberato da quella gabbia di preconcetti, pregiudizi e stupide convinzioni che la società (tramite i miei genitori, la tv, la scuola, la chiesa - ché nonostante ciò che c'è scritto sulla Carta Costituzionale, l'Italia non é un paese senza una religione ufficiale) mi aveva messo in testa in sedici anni di vita.
Ma non è tutto qui. Perché, come dice quel proverbio lì, non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire. Vale a dire, nel mio caso, che bisogna voler ascoltare quando ti viene esposta un'idea per te nuova. Altrimenti il più efficace dei sistemi non potrebbe mai funzionare.
Se questa rivelazione c'è potuta essere, nel mio caso, è proprio perché avevo già qualcosa, dentro di me, che mi spingeva a porre delle domande sul mondo in cui mi ritrovavo a vivere, un mondo che sentivo - e sento tutt'ora - come estraneo, scorbutico, freddo, distaccato nei confronti di chi è diverso. In qualunque senso quell'aggettivo si voglia intendere, purché si rimanga fedeli al suo significato originale.
Quel libro mi ha aperto le porte ad un mondo a parte, un mondo che prometteva accettazione invece di discriminazione, tolleranza invece di odio. Un grandissimo passo in avanti rispetto alla bassezza e all'ipocrisia che si respiravano - e respirano tutt'oggi - in Italia.

Oggi pomeriggio ho finalmente avuto modo di guardare Howl, il film sull'omonimo poema di Allen Ginsberg. O meglio, sul processo che il libro dovette subire, perché considerato "osceno". Il motivo? Frequente ammiccamento ad uso di droghe, nonché a relazioni omosessuali (Ginsberg era gay, ed in generale tutti i ragazzi - perché è questo che erano - della Beat Generation non erano considerati normali dalla società a loro contemporanea). Nel mondo di allora, essere gay bastava a farti dichiarare "bisognoso di trattamenti psichiatrici". Lo stesso Ginsberg venne messo in una clinica, e a salvarlo dalle sedute di elettroshock fu solo il suo proclamarsi etero, dopo qualche giorno di permanenza in quel posto che così tanto assomigliava ad un carcere. Siamo nel '55, e il '68 è tanto, troppo lontano.
È stato proprio guardando questo film, immergendomi completamente nelle parole del poema di Ginsberg che mi sono tornate in mente tutte quelle sensazioni che ho descritto prima sul sentirsi liberi, sentirsi a proprio agio con gli altri, potendosi esprimere in tutti sè stessi, senza aver paura del giudizio di chi ti sta attorno.
E dall'altra parte, ci sono i tentativi quasi disperati di chi non capisce il grido - Howl appunto - di disperazione che si alza da quel gruppo di giovani, l'estremo tentativo di portare davanti agli occhi dell'intero mondo problemi di discriminazione, di ghettizzazione, di alienamento che formavano una barriera insormontabile attorno a loro. Ed allora ecco spiegate le droghe, l'alcool, l'andare senza meta - e con ogni probabilità senza speranza. Il tentativo ultimo di sperimentare la libertà. Totale, completa, appagante.
La libertà di essere sè stessi.
Qualsiasi cosa questo voglia dire.








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