Summary: Lascio andare un sospiro solo all’apparenza stizzito e mi zittisco, rimanendo a guardare i suoi capelli leggermente inumiditi di sudore che si alzano e abbassano ritmicamente,seguendo il mio petto. Non so se l’ho già perso o se faccio ancora in tempo a recuperarlo, così sparo una cosa a caso, la prima che mi venga in mente.
Words: 1,193
Genre: Fluff, Romantic, Slice of life
Pairing: Robert Downey Jr./Jude Law
Rating: PG-15
Warnings: Missing moments, One shot, Slash
Notes: In breve, sono alla Mostra del Cinema di Venezia e ieri ho visto
W.E di Madonna, che parla proprio (anche se in maniera alquanto contorta) della storia d'amore tra Wallis ed Edward VIII (nomi che comunque non dovrebbero esservi nuovi se avete visto
The King's Speech - spero per voi di sì). E niente, la cosa mi ha ispirata parecchio (soprattutto perchè lei era Americana e lui ovviamente Inglese, ghgh) e ho pensato di scriverci su, fine della storia. Tra l'altro sono davvero in condizioni precarie, la connessione potrebbe cadere da un momento all'altro, quindi sì, questo è quanto. Peace out.
~
‹‹ Wanna hear a story? ››
‹‹ Mmm... ››
‹‹ I watched this documentary on TV few days ago, and it struck me how much that story is like ours… ››
‹‹ Myeah? ››
Lascio andare un sospiro solo all’apparenza stizzito e mi zittisco, rimanendo a guardare i suoi capelli leggermente inumiditi di sudore che si alzano e abbassano ritmicamente,seguendo il mio petto. Non so se l’ho già perso o se faccio ancora in tempo a recuperarlo, così sparo una cosa a caso, la prima che mi venga in mente.
‹‹ And basically I said, Yeah, who cares if I got a fiancée in London, he’s never gonna know about this, right? Let’s fuck, Chris… ››
Non devo neanche aspettare di finire la frase per ottenere il mio risultato. Colpito e affondato.
‹‹ WHAT!? ››
E ora due occhi sveglissimi - i più belli ed entusiasmanti che abbia mai visto - mi fissano impietriti, alla ricerca di un guizzo dei miei che riveli la verità. Inutilmente.
‹‹ It’s so easy getting your attention, baby... ›› ridacchio allora, seguendo con il dito la curva del suo naso e sorridendo alle sue labbra. Il dazio che pago è una botta nemmeno tanto leggera in prossimità del basso ventre. Ai limiti del gioco scorretto.
‹‹ Ouch! ››
‹‹ You deserved it. ››
‹‹ You weren’t listening to me, I was talking! ››
‹‹ Can’t you tell me tomorrow? I’m sleepy now, you know t- ››
‹‹ Yeah, I know, love makes you sleepy. It’s frustrating though. ››
‹‹ How is it frustrating? ››
‹‹ Because you’re always so gorgeous, and beautiful, and just damn pretty after we make love, that I’d want to tell you over and over and over, but you always want to sleep and I never get to say any of that. ››
Abbasso lo sguardo e mi limito a passargli distrattamente le dita lungo il suo braccio, consapevole di avere la vittoria in tasca. So che gli fa un peculiare effetto quando sono io a fargli tutti questi complimenti. Vale lo stesso per me.
‹‹ Well then, if it’s that so... go ahead, tell me. ››
Appunto.
Gli sorrido piano e faccio cenno con la testa verso la mia stessa spalla, per invitarlo a sdraiarsi. Lo sento muoversi sopra di me, guadagnare la sua posizione, mentre lascio andare qualche vago e quieto sospiro di piacere al contatto del suo corpo ancora nudo con il mio. Lo tengo d’occhio con lo sguardo e lo vedo sorridere di nascosto. Lui sa. Sa di quanto ogni suo minimo gesto fatto per me mi mandi in fibrillazione. Anche il più piccolo, anche il più banale. Lo sa e gli piace. Ed io non ho nessuna intenzione di toglierglielo.
‹‹ Okay, tell me that story, cookie… ›› mi fa poi, quando si è sistemato. Incrocio i suoi occhi e gli lascio un leggero bacio sulle labbra, sussurrandogli “You’re beautiful...” prima di cominciare.
Gli racconto la storia di Wallis ed Eduardo, della ragazza americana divorziata due volte che giunse in Inghilterra e fece innamorare il primogenito, l’erede al trono. Gli racconto di come tutto e tutti erano contro di loro: il re, la regina, il fratello e la cognata di lui, gli amici, il popolo, tutti. Gli racconto di come viaggiavano in continuazione, portando sorrisi e amore ovunque andassero, perché erano felici, e non avevano paura di mostrarlo. Gli racconto di come la famiglia di lui fosse arrivata a proibirgli il matrimonio con quella donna, e di come lui se ne fosse infischiato, abdicando a favore di suo fratello, rinunciando a tutto, e solo per amore. Gli racconto della loro vita da esiliati, lontani dall’Inghilterra, ma sempre insieme, ovunque, inseparabili. Gli racconto la storia di un amore puro, incondizionato, a tratti surreale. La bella favola del principe inglese innamorato di una ragazza americana.
‹‹ ... And so they lived side by side, forever, till the rest of their days. ››
Per un po’ c’è solo silenzio nella camera, mentre continuo ad accarezzargli piano il braccio, come ho continuato a fare per tutto il tempo della storia. Alla fine è lui a parlare per primo, la voce bassa, il tono quasi meditabondo.
‹‹ Love is stronger than the rest, is that what are you saying?››
‹‹ No. I’m merely saying this story could be ours... in a kinda a way. ››
‹‹ I barely gave anything up for you, Robert… At all… ››
‹‹ Oh, you did. You just don’t think it’s that important, but… it means the world to me. ››
Di nuovo scende il silenzio. E all’improvviso vorrei non avergli raccontato questa storia, non voglio che adesso si perda tra i suoi sensi di colpa esagerati e l’impressione di non essere, di non fare abbastanza. Così gli prendo il mento e lo costringo a guardarmi, sorridendogli dolcemente.
‹‹ Hey. You’re missing the point of my story. ››
‹‹ What would it be? ››
‹‹ They lived happily forever after. ››
E lentamente osservo le sue labbra dischiudersi in un sorriso tutto particolare, un sorriso fatto di intesa, di consapevolezza, di fiducia e di amore. Qualunque cosa stesse pensando è ormai solo un ricordo, posso quasi vederla scivolare via da lui, abbandonarlo, per lasciar spazio ad un solo, nitido pensiero: la felicità è lì, è a portata di mano, se solo lo si vuole.
‹‹ ... So that’s what’s gonna happen to us? ›› domanda infine, la voce nient’altro che un sussurro mentre avvicina le sue labbra alle mie, guardandomi dritto negli occhi. Annuisco piano e sospiro lievemente, e le nostre bocche sono così vicine che riesco già a sentire il suo odore.
‹‹ Up to us... ››
‹‹ I’ll go for it. ››
‹‹ I’m already on it. ››
Increspa leggermente le labbra in un sorriso dolcissimo prima di cominciare a baciarmi piano, accarezzandomi il collo e le braccia, facendo sì che io mi perda, una volta in più, in questo intangibile mondo tutto nostro dove nessuno può toccarci.
E mentre mi trascina con sé, sdraiandosi e aspettando che io mi sazi di lui e lui di me, un pensiero mi sfiora il cervello, così leggero che lo percepisco a malapena, anche se so che è passato. Prendo qualche secondo prima di ricominciare a baciarlo e lo guardo dritto negli occhi, deglutendo l’emozione e l’elettricità che già sono nell’aria per sussurrargli piano, in punta di labbra.
‹‹ You will be my prince. You’re English, it suits you just perfect. ››
‹‹ And you will be my… what? American…? ››
‹‹ Just an American guy come from far away to steal the heart of your highness. ››
‹‹ Some could say you’re kind of a mistress… ››
‹‹ You won’t let them… ››
‹‹ I’ll defend you… ››
‹‹ And I’ll love you forever… ››
‹‹ I’ll love you too. Always. ››
Per qualche secondo ancora rimaniamo lì immobili, a specchiarci l’uno negli occhi dell’altro, sorridendoci a vicenda, consci di un legame invisibile ma indissolubile che ci lega. Poi le nostre labbra e i nostri corpi ricominciano a cercarsi, e noi ci perdiamo nel tempo e nello spazio, in un oceano di “I love you” misti a dolci sospiri.