[Personal] No Surrender

Aug 24, 2011 22:38

C'è stato un tempo, anche abbastanza lungo, in cui ho preso le migliori sotto la doccia (cosa che, ovviamente, ha finito col degenerare, con il risultato che il tempo che in media passo sotto l'acqua è in media di mezz'ora, spesso anche di più).
Negli ultimi due o tre anni, per le ragioni più disparate (tra cui il non indifferente fatto di essermi più o meno trasferita in una specie di collegio, con bagni in comune, cosa che ha reso di fatto impossibile - o quantomeno non raccomandabile - questa mia curiosa abitudine) l'ho fatto molto di meno, quasi per niente, e non mi ero mai resa completamente conto di quanto mi mancasse.
Tutto questo preambolo per dire che oggi, senza averlo preventivato e senza una ragione apparente, per la prima volta sono tornata a farlo, con lo strabiliante risultato di essermi messa almeno un po' la testa a posto riguardo quella terrificante cosa che si chiama futuro (ahah, le matte risate).
Fatte le dovute considerazioni, io non ho più una famiglia. Almeno, non ce l'ho più nel senso che attribuivo prima al termine. Mia madre ora abita a 600 km di distanza da casa, ha un'attività che va, non va, non si capisce e ha un mini appartamento lì. A casa siamo rimasti in tre, ma mio fratello più che altro è come se vivesse in un albergo e mio padre non fa altro che lamentarsi dalla mattina alla sera, su tutto. Ed io ho capito (sì, mi ci voleva una doccia lunga tre quarti d'ora per farlo) che se continuo a vivere in questo modo, detto molto candidamente, non arrivo ai 30 anni. Perchè non riesco a vedere un cambiamento, un futuro, e mi sembra tutto una perdita di tempo, una presa in giro, il non arrivare da nessuna parte, come nel famoso serpente di Zarathustra.
Ma se ci si abbandona a questa convinzione, poi è naturale stare male, spaccarsi la testa su questioni che non possono mai portare da nessuna parte. Se nessuno ti aiuta, ti devi aiutare da solo, o buttarti da sotto un ponte. Non ci sono terze vie, se tutto intorno a te vedi solo porte sbarrate e con il catenaccio.
Quindi il mio piano sarebbe molto semplice, e a ben guardare lo stesso, vecchio piano che avevo al liceo, subito dopo che i miei genitori mi comunicassero che dovevo per forza prendere un foglio che recasse la parola "laureata".
Lasciando tutto il contorno da parte, mi mancano cinque esami alla fine. Li faccio a cazzo, tipo che come vanno vanno, chi se ne frega, e mi "laureo". Se mi impegno, se mi convinco che questo è solo il primo passo verso una vita migliore, posso riuscire a darli tutti nella sessione invernale. Certo, in quel mese e mezzo mi verrà voglia di buttare tutto all'aria, e mi verranno i miei simpatici attacci di panico, e tutto il bel contorno che il mio carattere di merda si porta con sè, ma ce la posso fare. So che posso farlo. Ho dato l'esame orale di maturità dopo essere tornata il giorno prima dal concerto di Bruce a San Siro. E un altro all'università una settimana dopo averne visti tre a Stoccolma. E un altro ancora avendo studiato un libro in quattro giorni. Posso farcela.
Dopodichè, il secondo semestre, mi faccio i laboratori che mi devo fare e vado per la tesi. Nel giro di un anno mi laureo.
E dopo?
Semplice. Vado via, proprio come ho sempre sognato di fare. Mi trasferisco in un posto in cui le persone non ti guardano male solo perchè hai i capelli cortissimi, o perchè non ti vesti come una ragazza normale. Un posto in cui possa trovare qualcuno che - potrà essere retorico quanto volete ma è la verità - mi apprezzi e mi ami per quel che sono, e non per come sembro dal di fuori. Un posto in cui per lavorare in un determinato fattore non devi essere il figlio, il nipote o l'amico di ma basta che tu sia una persona perbene, o almeno con la voglia di lavorare.
La gente di solito a questo punto se ne viene fuori dicendo che tutto il mondo è paese.
Tutto il mondo è paese un cazzo.
Io ci sono stata a New York, a Los Angeles. Sono stata nella provincia Americana. Non è perfetta, certo, ci sono anche lì duecentomila problemi, nessuno ha mai detto che siano tutte rose e fiori. Ma almeno lì ho una possibilità, contrariamente a questo posto in cui vivo ora.
Quindi sì, questo è il mio grande piano. Con un po' di perseveranza e di convinzione posso riuscire a metterlo in pratica. L'unica cosa che mi preoccupa è il mio stato psicologico, ma non è detto che, con il migliorare di tutto il resto, non finisca per migliorare anche lui.
One can only hope, right?

personal: dreams do come true, personal: it's my life, personal: fight for your rights, personal: leap of faith, personal: going away

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