Titolo: Hurt me in a way that I’ve never known
Fandom: Kanjani8
Personaggi: Nishikido Ryo, Shibutani Subaru
Riassunto: Subaru ottiene sempre quello che vuole. Ed è fin troppo bravo a non far capire agli altri che cosa loro desiderino. Fino a farli sentire usati.
Rating: NC-17
Genere: Generale, Erotico
Avvertimenti: Flashfic; Slash
Prompt: Break me, Shake me (Savage Garden)
Disclaimer: Né Nishikido Ryo né nessun altro dei Kanjani8 è di mia proprietà, purtroppo.
Conteggio parole: 323
Link alla tabella:
http://vogue91.livejournal.com/779.html Hurt me in a way that I’ve never known
Nishikido Ryo POV
“You abused me in a way that I’ve never known
You confuse me in a way that I’ve never known”
Sbatto la schiena nuda contro il muro.
È incredibilmente freddo in confronto alla mia pelle.
Vorrei sorridere, ma non riesco a fare altro che mordermi le labbra, quasi fino a farle sanguinare.
Mi gira la testa. È come se Baru, le sue mani, la sua bocca, fossero ovunque.
Mi confonde. In un modo in cui non mi ero mai sentito prima.
È intenso, Baru. So che in questo momento ha il controllo di me, del mio corpo, che farei qualsiasi cosa perché continui. E non riesco a pensare a nessuna forma di orgoglio che m’impedirebbe di fare davvero di tutto, solo per sentirlo di più.
La sua mano continua a scendere lungo la mia pelle, lasciata nuda dalla camicia aperta. Scende, fino ad arrivare alla meta. Io gemo, lui sorride.
Malignamente.
“Subaru...” mormoro, la voce spezzata, inarcando i fianchi verso di lui, smanioso. Il suo sorriso si accentua.
La sua bocca si posa contro il mio orecchio, spingendomi sempre di più sul muro.
“Non c’è fretta, Ryo” dice, lasciando trasparire l’eccitazione dal tono di voce.
Si abbassa, fino a ritrovarsi in ginocchio. Già non ho più il controllo sul mio corpo quando velocemente mi toglie i pantaloni, quasi con violenza, per avventarsi con la bocca sulla mia erezione.
Gli stringo i capelli, cercando sempre più contatto, facendogli quasi male.
“Subaru...” biascico, ansimando senza ritegno. Non so cosa mi stia facendo, so solo che sono già troppo oltre il limite.
Quando vengo, le immagini si confondono ancora di più. Sento il corpo più pesante, la testa che mi scoppia, mentre ho solo la percezione della sua bocca su di me.
Si rimette in piedi, si passa elegantemente un dito sulle labbra. Seducente.
E dopo avermi lanciato uno sguardo di vittoria se ne va, lasciandomi a terra, senza realmente capire che cosa sia accaduto.
“Subaru!” lo chiamo, ancora con la voce malferma. Ma non si volta, non torna.
È bravo a farti sentire usato, Baru.