Fandom: Sandman
Titolo: Una traccia
Rating: Verde
Note:
shu_maat (Buon compleanno! <3) mi aveva chiesto di scrivere una storia su Death, con prompt "Scritte sul muro". 200 punti a chi propone un titolo per la frase della canzone a cui si accenna vagamente. Io ne ho in mente una precisa.
Una traccia
Il messaggio è chiaro. E' l'affermazione di un credo e uno sputo d'odio. La gente che passerà per la strada domani la vedrà, e probabilmente in pochi capiranno, ma lui non importa. E' un augurio di morte e arriverà a coloro a cui è destinato.
L'autore della scritta ha sedici anni, il cappello calcato in testa e una giacca troppo leggera contro il gelo di gennaio, una bomboletta spray rossa in mano e il desiderio di annientare quelli che stanno dall'altra parte del suo quartiere, quelli di un'altra terra, quelli che lui non vuole. Quelli per i quali ha deciso di prendersi un muro e la libertà di riempirlo con le sue parole di rabbia.
- Non avevi proprio niente di bello da scrivere, eh?
Il ragazzo si volta di scatto. Si è mossa senza alcun rumore, eppure è vicinissima. Come ha fatto ad arrivare? E' piccola e carina. Ha un sorriso che lo lascia stordito per qualche secondo.
- Eh?
- Non potevi scrivere una stupida frase sdolcinata per la tua ragazza, o qualcosa del genere?
Lui scuote la testa. Non riesce a spostare lo sguardo dal viso di lei. Di solito si fa un vanto di non essere uno di quegli idioti che non capiscono più nulla di fronte a una bella ragazza, ma questa ha qualcosa di... Non lo sa. Non riesce a spiegare. Non riesce a spostare lo sguardo dal viso di lei.
- Non capisco che vuoi dire.
- Già. Immagino. Mi dispiace.
- Ti dispiace?
- Che tu sia così scemo da lasciare in giro una traccia di quanto sei arrabbiato. Per cosa, poi? Per delle persone che odi solo per sentito dire? Non ne valeva la pena, credimi.
Quello che dice dovrebbe farlo arrabbiare ancora di più, ma il modo in cui sorride in effetti sta cominciando a farlo sentire un po' meno sicuro di sé...
- Cosa avrei dovuto scrivere?- Borbotta, incapace di risponderle male.
- Non lo so. “Ti amo”. Non ti piace proprio nessuno? Oppure una frase sulla tua squadra preferita. Qualcosa che la gente legge e... poi magari si sente un po' meglio.
- Io non voglio far sentire meglio la gente.
- Me ne sono accorta. Peccato.
- Perché, “peccato”?
Lei scuote la testa e abbassa gli occhi.
- Proprio non ti viene una buona idea per rimediare?- Gli chiede, indicando il muro.
- Mi stai chiedendo di scrivere una cosa sdolcinata sul muro?
Lei alza le spalle.
- Fai come vuoi. Se ti viene in mente. Il muro è grande.
Lui ci pensa. Gli sembra stupido, ma lei ha qualcosa di insolito e speciale, e poi è bella, e...Vuole fare qualcosa per accontentarla.
Alla fine scrive la frase di una canzone, qualcosa sul restare uniti per non cadere, qualcosa che gli rimbalza in testa ogni tanto e lo rende stranamente tranquillo.
Lei sorride, sembra felice. Chissà perché, poi. Gli fa un cenno di saluto e sparisce oltre il muro.
- Questa poi... Chissà che voleva dire.
Sarà la sua ultima frase. Poco distante lo aspetta un'auto guidata da un ubriaco, e la sua storia si conclude.
Lei gli tende la mano e sorride allo stesso modo di poco prima.
- Allora, hai capito perché volevo così tanto che scrivessi qualcosa di meglio, su quel muro?