Titolo: The Night Lords
Fandom: Trinity Blood
Genere: Umoristico
Personaggi: Seth, Radu, Mirka, Ion, il Rosenkreutz, citati un po' tutti
Avvertimenti: Crack, Lol, Nonsense
Concorsi/Temi: Scritta per la
Criticombola, tema Alternative Universe
Anno: 2009
Note: Tutta per Shu, Kinnara, Mia, Hana, Aya, Levy e Kitten
I - Alleanza
- Se questa collaborazione tra le nostre compagnie andrà a buon fine, la linea The Night Lords sarà un successo senza precedenti per entrambe.
- Lo so. E' per questo che sono venuta di persona a trattare con lei, signorina Sforza. Solitamente lascio che sia la signorina Fortuna a occuparsi di simili cose, ma ho compreso l'importanza della faccenda.
- Ne sono onorata, signorina Nightroad. E credo sia quanto mai opportuno che siamo proprio noi in persona a occuparci dei dettagli della collaborazione.
Le due donne si fronteggiavano dai lati del tavolo al centro del salone dell'Hotel Carthago, scambiandosi sguardi in cui si mischiavano diffidenza e simpatia, stima e presunzione. Caterina Sforza, stilista di punta della casa di moda AX, di proprietà del suo giovanissimo e inesperto fratello, impeccabile nel suo completo rosso e bianco, con i riccioli perfettamente adagiati sulle spalle, i gioielli che scintillavano come ricami e gli occhialetti cerchiati d'oro in equilibrio sulla punta del naso, osservava in alternanza i documenti con i dettagli dell'accordo, e la sua rivale-alleata, Seth Nightroad, creatrice e capo assoluto del prestigioso marchio New Human Empire.
Da parte sua Seth, con indosso una delle creazioni più azzardate della sua casa di moda, un abito verde, con un bizzarro e complicatissimo cappello appuntato chissà come sui capelli neri, batteva ritmicamente sul tavolo con una forchettina dorata, ultima vestigia della colazione.
Accanto a Caterina stavano due persone. Il primo era il suo più fidato collaboratore, William Walter Wordsworth, capo della sezione scientifica dell'AX, mago dei tessuti e dei materiali, consulente fisico e matematico per l'equilibrio e la realizzabilità degli accessori. La seconda ad accompagnare Caterina era Kate Scott, insostituibile segretaria.
Seth invece era accompagnata da due membri del suo staff: la sua vice, Mirka Fortuna, che solitamente la rappresentava a tutti gli eventi pubblici, e un ragazzino che molti si sarebbero stupiti di vedere lì, ammesso ai grandi segreti degli adulti. Si trattava dell'appena adolescente Ion Fortuna, nipote prediletto di Mirka e in quanto ciò raccomandato presso Seth. Anche se nessuno dei tre amava sentir parlare di “raccomandazione”, al riguardo.
Finalmente Caterina concluse la lettura dell'accordo e si tolse gli occhialetti.
- Per me può andare. Collaboreremo alle creazioni di questa linea e organizzeremo la più grande sfilata che le nostre due case abbiano mai visto.
- Perfetto. E ovviamente sceglieremo i modelli migliori sul mercato. Ho già contattato Suleyman, Astaroth Asran e Sheherazade, per quanto riguarda la NHE.
- Io ho avuto la risposta positiva di Noelle Bor e Hugue De Watteau. William cercherà di ottenere la partecipazione della giovanissima Esther Blanchett.
- Ottimo. E' un nome che va forte, ultimamente. E il vostro preferito, l'immancabile Tres Ics?
- Non c'è neppure da chiederlo. Naturalmente ci sarà. Così come Leon Garcia De Asturias.
- Leon? Avevo sentito dire che la sua vita disordinata l'aveva messo nei guai con la giustizia...
- In effetti è così. Ma io posso quasi tutto.
- Oh, capisco. Beh, allora. Possiamo concludere l'accordo e questo incontro. Mirka, ma dov'è Radu? Voglio la mia penna verde, e lui era incaricato di portare e custodire tutti i miei oggetti!
- Radu? Intende dire Radu Barvon, il suo galoppino tuttofar... Ehm, cioè, il suo valletto personale?- Domandò William, accendendosi la pipa.
- Già, proprio lui.- Rispose Seth, stizzita. - Vorrei proprio sapere dov'è!
- E' assente già da un po'. Sono preoccupato.- Mormorò Ion, con un'espressione angosciata sul faccino.
- Beh, ovunque sia, lo scopriremo.- Rispose Mirka, con un sorriso inquietante. - Non si sfugge all'occhio del nostro capo.
- Comunque, dimentichiamoci per un attimo di Radu.- Riprese Seth. - Ho un'ultima richiesta da farle, signora Sforza. Voglio che lei contatti anche un altro modello, e che gli metta addosso la sua creazione più folle.
- Ovvero?
- Mio fratello Abel.
II - Spionaggio
- Allora, accetti l'accordo?
Perché accidenti a quella gente piaceva così tanto la penombra? La sala riunioni della Rosenkreutz era invivibile. Cupa, piena di mobili neri ricoperti di strane decorazioni pseudo-massoniche e totalmente priva di un'illuminazione decente. Trovarsi lì, con quei tre che lo fissavano, tutti e tre con un accenno di sorriso e lo sguardo indecifrabile, lo faceva sentire quasi un imputato messo a giudizio.
Radu Barvon sospirò e fece cenno di sì. Ormai era deciso. Non ne poteva più della vita che faceva lavorando per la New Human Empire, al servizio di quella ragazzina dispotica, quella donna mielosa come un bignè e pure il suo vecchio amico, quel mocciosetto così serio, buono, ligio e irreprensibile. E aveva deciso di piantarli in asso in maniera esemplare: vendendo i segreti delle loro nuove creazioni a un marchio rivale. Quindi si trovava nel loro quartier generale, insieme a tre delle menti più geniali che lavoravano al servizio dell'inquietante Cain Nightroad, capo del Rosenkreutz. (Che era anche il fratello maggiore di Seth. Massimo smacco per la piccoletta, insomma.)
- Allora, caro Radu, aspettiamo che tu ci dia quel che vogliamo.- Sibilò il giovane Dietrich Von Lohengrin, arrivandogli da dietro e affacciandosi sulla sua spalla. Sempre così, quel tipo: te lo ritrovavi alle spalle quando meno te lo aspettavi. Era terribilmente inquietante.
- E non accettiamo che ti tiri indietro, a questo punto.- Sottolineo Helga von Vogelweide, arricciolandosi una ciocca di capelli sfuggita alla sua pettinatura che sfidava le leggi della fisica e della meccanica.
- Ma ora è tempo di festeggiare questo patto!- Esclamò con aria fintamente conciliante Isaak Fernand von Kampfer, tirando fuori una bottiglia di vino. - Che ne dite di un buon Thores del 1985?
Radu accettò il brindisi, con la felicità e l'entusiasmo di un condannato a morte.
III - Successo
Radu correva attraverso i corridoi dell'Albion Palace, dove era già cominciato il mega-allestimento della sfilata che si sarebbe tenuta il mese successivo, per presentare la collezione The Night Lords. Era stata dura, ma alla fine Radu era riuscito a mettere le mani sui disegni di alcune delle creazioni, ancora in fase di ultimazione. Le avrebbe portare al Rosenkreutz, che avrebbe potuto farci quel che voleva, dalla copia spudorata, alla diffusione su Internet, alla vendita ad altre società interessate...
Mancava poco, pochissimo, al successo. Una volta sottratti i preziosi disegni, Radu li aveva nascosti in uno dei cappelli di Seth, in modo da dissimulare il furto e spiegare la sua presenza lì dentro (“Il capo aveva dimenticato questo al palazzo e mi ha spedito a recuperarlo.”) E ora Radu correva per le stanze mezze addobbate, per i corridoio già riempiti di fotografie e pannelli con spiegazioni e lodi sperticate all'AX e alla New Human Empire, per i saloni quasi pronti ad accogliere l'evento del secolo, in fatto di moda. Una volta uscito dall'Albion Palace, sarebbe andato all'appuntamento con l'emissario del Rosenkreutz (sperava solo che non si trattasse di Dietrich...) e allora la sua missione avrebbe siglato l'ingresso al Rosenkreutz e la libertà da quel mostro di tirannide che era Seth Nightroad.
Mancava poco. Pochissimo. C'era quasi. Ecco l'uscita di sicurezza. Ecco la libertà e la vittoria, oltre la soglia.
E in quel preciso istante avvenne la nemesi di Seth.
Radu aveva nascosto i documenti in uno dei cappelli del suo capo. Un cappello relativamente modesto, e quindi grosso come la cupola di una chiesa rinascimentale, pesante come un'intera collezione di cappelli più l'armadio che la conteneva, tempestato di pietre preziose in quantità tale da bonificare un oceano a gettarcele dentro e ornato da uno strascico di velo e nastri d'oro lungo quanto la distanza tra la Terra e Marte.
E quando ormai la vittoria era lì oltre la soglia, Radu inciampò sullo strascico.
Tentò di rimettersi in piedi, ma lo strascico prese vita e gli si arrotolò attorno alle gambe. Allora lui provò a liberarsene, ma i nastri gli si aggrovigliarono con le caviglie, il peso delle pietre lo zavorrò a terra e lo sbrilluccichio d'oro e di gemme lo abbagliò al punto da togliergli quasi la vista. Radu lottò con tutte le sue forze contro l'infido manufatto, ma quello era sempre più forte di lui e lo inchiodò al pavimento per ben quattordici minuti.
Quattordici minuti fatali. Al tredicesimo secondo del quattordicesimo minuto qualcuno lo raggiunse alle spalle. (No, non Dietrich Von Lohengrin, anche se in quel momento quasi Radu l'avrebbe preferito.)
- Radu, cosa stai facendo?
Oh, no, no, no! Non Ion!
- Niente. Un... Uh... Un incidente.- Radu si risollevò da terra, piuttosto malconcio, sollevando il cappello e sorridendo. E i fogli ben nascosti scivolarono sul pavimento, rivelando al ragazzino l'oscuro segreto di Radu. Gli occhioni di Ion si riempirono di lacrime.
- Tu... Tu hai rubato questi progetti?
- Ma no, ma come ti viene in mente una cosa simile, amico mio...
- Solo la signorina Nightroad, tu, io, e mia nonna sapevamo dov'erano custoditi, e avevamo l'ordine di non toccarli per nessuna ragione, se non ce l'avesse ordinato il capo in persona.
- Ma infatti li ho presi perché me l'ha chiesto lei...
- Non è vero. Li ha chiesti a me mezz'ora fa. Radu, sei un traditore? Tu? Il mio migliore amico? Il fidato valletto della signorina Nightroad? E a chi volevi venderli?
- E va bene, mocciosetto raccomandato. Va bene!- Esclamò Radu, velenoso. - E' vero, sono un traditore e presto me ne andrò a lavorare per il marchio Rosenkreutz, portando con me questi progetti. E non provare neppure per scherzo a impedirmelo, altrimenti...- Radu sfoderò una pistola e la puntò contro il suo ex-amico.
- Radu! Lo faresti veramente?- Gemette Ion, disperato. - Tu non sei cattivo, io lo so!
- E invece sono cattivissimo, anche se non potrei mai esserlo quanto quel capo dispotico che tutti vi ostinate a servire, senza rendervi conto di quanto sia assurdo accontentare le pretese di una donna che non si fa mai vedere, si fa riverire come una specie di divinità della moda e indossa delle mostruosità del genere!- Gridò Radu, agitando il cappello. Il quale si risentì e gli lanciò contro un'altra volta il suo strascico assassino. Veli e nastri gli saltarono addosso, facendogli perdere la presa sulla pistola. L'arma cadde a terra e Ion fu pronto a raccoglierla.
- Radu, ti prego, rendimi quei progetti e dimentica il Rosenkreutz. Ti prometto che non dirò niente alla signorina Nightroad!
- Troppo tardi!- Urlò lui, combattendo contro i veli. - Ormai sono un loro alleato e non tornerò mai sui miei passi!
- Ah no?
Dall'uscita di sicurezza fece il suo teatrale ingresso il temutissimo capo della New Human Empire.
- Radu, ho sentito abbastanza da farmi decidere di ridurti in cenere. E invece, sai cosa farò? Risparmierò la tua inutile vita e la tua stupida reputazione e ti rimanderò dai tuoi amici del Rosenkreutz. Ci penseranno loro ad accoglierti nel modo migliore, dopo che arriverai a mani vuote. Ora sparisci da qui. Sei licenziato!
- N-non posso tornare da loro senza...
- Cos'è, mi stai chiedendo pietà?- Domandò Seth, sorridendo. - Davvero? Alla tua spietata tiranna?
- N-no, è che...
- ... che Seth Nightroad infuriata è sempre meglio di un qualsiasi membro di quella congrega di sleali traditori dediti alle peggiori forme di criminalità semi-autorizzata, eh? E va bene, Radu. Vuoi rimanere con noi? Te ne farò pentire!
IV - Fine?
Dire che la sfilata era stata un trionfo senza precedenti era quasi riduttivo. Perfino il capo di un'altra delle case storicamente opposta all'AX e alla NHE, l'Inquisition, era andato a complimentarsi con le due donne. E sì che Pietro Orsini solitamente non aveva che parole di disprezzo, per loro, le loro creazioni discinte e disdicevoli, inopportune e invereconde - così era solito definirle. Invece aveva dovuto capitolare di fronte alla bellezza e alla creatività dimostrata dalle due manager e stiliste.
In platea c'era stato un autentico delirio, soprattutto per la performance della più giovane e acclamata modella del momento, Esther Blanchett. Quando la ragazza era arrivata con indosso uno splendido abito ispirato alla moda dell'Inghilterra elisabettiana, perfino la famosissima e incontentabile designer industriale Thores Shibamoto, presente in sala, si era alzata in piedi, dando il via a una standing ovation.
Così Caterina Sforza e Seth Nightroad avevano rinnovato il loro dominio sulla moda e stabilizzato i rapporti tra i loro marchi.
Insomma, tutti avevano ammirato, gioito e festeggiato, quella sera.
Tutti, tranne uno.
Radu scese dal suo piedistallo, a fine serata, e finalmente poté posare i 54 cappelli che aveva dovuto reggere per tutto il tempo in cui aveva dovuto svolgere il suo compito di appendiabiti di Seth. Era stata un'esperienza terribile. Quasi peggio che passare del tempo nelle sale del Rosenkreutz.
Ora doveva solo trovare un modo per farla pagare a quella dannatissima...
- Radu, non è che stai tramando di nuovo qualcosa di poco carino nei miei confronti, vero?- Domandò l'odiata voce del suo capo, proveniente da chissà dove. Voce in cui vibrava una tremenda promessa di incenerimento.
- Certo che no, signora Nightroad.- Borbottò lui, mesto.
- Signora? Non avevamo deciso che da oggi mi avresti chiamata in maniera più consona al mio ruolo?
- Come vuole... Augusta Imperatrice.- Sospirò lui, salutando l'ultima goccia di dignità.
Nelle sale semivuote dell'Albion Palace risuonò il sospiro sofferente di Radu, che fu subito ingoiato dalla risata malvagia della piccola signora della moda e dei cappelli imbarazzanti.