Lezione 1: mai dire parenti, se assomigliano ai vostri incubi più paurosi.

Jun 25, 2009 14:59

Titolo: Lezione 1: mai dire parenti, se assomigliano ai vostri incubi più paurosi.
Autore: seleniasan
Fandom: Original
Genere: Comico, commedia
Rating: Verde
Conteggio parole: 512 parole
Note: le situazioni sono state tutte inventate. Riferimenti a persone e cose dovuti in quanto fonte di ispirazione. Nonostante tutto io voglio bene al parentame, anche se rompe.

Lezione 1: mai dire parenti, se assomigliano ai vostri incubi più paurosi.

- Eh, per tutto il resto c’è Mastercard!
Così esordisce quel taccagno di mio cugino Flavio, mentre digito il codice pin che permetterà l’acquisto dell’ennesima nuova cavolata, scelta dall’uomo in questione, che ovviamente pago io. Ed io sono talmente contenta di pagargli quel dannatissimo iPod, che glielo ficcherei… In bocca. Così prendo due piccioni con una fava, lo zittisco e rendo utile un acquisto inutile. Visto che lui ha ormai la fabbrica degli iPod. Io non dico nulla, ma gli lancio un’occhiata assassina, che nello specific vuole dire “brutto idiota, parla ancora e ti uccido”. Mio cugino non è particolarmente intelligente, ma evidentemente intuisce l’aria che tira, e con la sua adorabile faccia da schiaffi sorride. Reprimo gli istinti omicidi. Intorno - nel negozio - ci sono troppi testimoni.

Torniamo a casa e, tanto per cambiare, c’è l’altro mio cugino, Massimo, che litiga con il computer, gli parla, lo accarezza, lo picchia… Ma che carino, mi sa che dovremo preparare un matrimonio tra lui e il computer! Schivo gli sciami di zie e prozie pronte a stritolarmi, dopo aver abbandonato Flavio nelle grinfie di Margherita e Irene, le cugine piccole, e vado nella sicurezza della mia adoVata cameretta. Quel buco di due metri per tre che è il mio INVIOLABILE regno. Odio il parentame, odio le feste, perché tutti puntualmente cercano di fare la gara a chi rompe di più. Ma ci devo essere se non voglio fare figure di emmenthal. Figure del tipo incontrare i cugini e non ricordarsi neanche come si chiamano. Come QUELLA volta.
- Ciao!
- … Ciao?
- Ti ricordi di me? Sai chi sono?
- ehm… *inserire faccia ebete qui*
- Sono tuo cugino!
- … Quale cugino?
- Sono Paolo!
- Ah!
Che figura.

Sospiro, mentre, ignorando il casino, tento di studiare. Ad un certo punto entra, piangendo, la mia cuginetta Michela, di anni 7. Che strilla:
- CLAUDIAAAAAAAA!!!!
Sono allibita. Prendendolo per mano, chiedo:
- Che succede?
Nel frattempo sopraggiunge mio padre, che mi osserva con il tipico sguardo da “brava, dai il buon esempio”. Quindi se ne va. Michela, quindi, strilla:
- FRANCESCA MI HA FATTO I DISPETTI!
Sospiro. Sopraggiunge Francesca. E io dico:
- Francesca, cosa ti avevo detto sui dispetti a tua sorella?
La bambina, pardon, ragazzina, ha sugli 11/12 anni, ci pensa un po’ su e poi mi dice:
- Di non farglieli quando tu sei nei paraggi di modo che non venga a romperti le scatole?
- Esatto!
Sento che si crea il silenzio...
Beh?
Vedo che la zia, sopraggiunta nel frattempo, mi osserva come se volesse mandarmi al rogo. Sorrido. Al che, inserendo un bel sorrisone alla Sakamoto, personaggio di Gintama:
- Ah… Ahahah… Ma stavo scherzando!
La zia mi si avvicina. Mi osserva come un cobra osserva la sua preda. Oddea, preferirei essere su un treno senza aria condizionata ad agosto. Mi sibila:
- Sicura?
Annuisco. Il sorrisone alla Sakamoto è sempre lì.
- Sarà meglio!
La zia è pacificata. Espellendo il parentame presente dalla mia camera, torno a studiare. Certe volte i parenti possono essere peggio degli incubi!

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