Titolo: I never thought through love we’d be making one as lovely as she
Fandom: RPF - Attori
Pairing: RDJude
Genere: Comico/Demenziale
Avvertimenti: un Jude donna da far schifo, stupidità in generale
Conteggio parole: 317 (
fiumidiparole)
Note: Non è riletta, ma devo postare ed ho un male alla testa allucinante aka ve la beccate così. È tipo la cosa più stupida ever.
Also, questa fic partecipa al
la mia tabellina della Maritombola con prompt 44 - "Ristorante" e a
quella di RDJudefic_ita con prompt "Ventre".
«Robert, credo sia successo» disse Jude con la voce che tremava leggermente.
«Oh, avanti, non fare lo sciocco». Robert non si era nemmeno dato la pena di alzare lo sguardo dai documenti che stava sfogliando.
«Non sto scherzando, non usiamo protezioni ed ecco il risultato: sono incinta. Cos’è? Non sei felice? Se Susan è incinta sei un padre premuroso, ma per la nostra piccola creatura nessun tipo di amore?». Aveva la voce acutizzata dal risentimento.
«Jude».
«Cosa c’è? Non sono abbastanza?».
«Smettila». Uscì dalla stanza per andare a radersi; Jude, ovviamente, lo seguì.
«Non capisci la portata di quello che ti sto dicendo, Robert. AVREMO. UN. BAMBINO!»
Robert non rispose perché era piuttosto impegnato a passarsi la lametta sotto il mento, tentando di non tagliarsi - oh, quanto avrebbe volentieri tagliato la gola a Jude in quel momento, odiava quando voleva fare la primadonna.
«Bene, ignorami pure. Prima o poi dovrai affrontare la realtà. Non dirmi che non ti avevo avvertito!» Jude se ne andò stizzito in un’altra stanza.
Una volta che ebbe finito di radersi, Robert lo trovò sul divano con le braccia incrociate e lo sguardo risoluto.
Gli si avvicinò. «Jude, amore, tu sei un uomo. U-O-M-O. Non hai le mestruazioni, non hai nemmeno la vagina! Come puoi fare un figlio?».
«Non lo so com’è successo, ma ti dico che sono incinta. Puoi non credermi, ma è così. Accettalo». Si sistemò meglio sul divano, guardando Robert dritto negli occhi.
«Sono ingrassato. Ho la nausea alla mattina. Sento qualcosa dentro di me. Lo sento, Rob».
Robert lo prese tra le braccia e lo cullò, accarezzandogli la testa. «Dai, andiamo un po’ a letto. Ti amo, Jude».
Quella sera lo portò fuori a cena per farlo sentire meglio.
Al ristorante mangiarono e risero, non tornando più sulla questione.
***
SETTE MESI DOPO
***
Robert strinse forte la mano di Jude, il quale urlava cose irripetibili.
«Avanti, spingi tesoro! Sono qui con te, non ti lascio».
Due ore dopo stava stringendo al petto una splendida bambina dagli occhi azzurri.