Titolo: 001. Inizio
Pair: America/England
Numero capitoli: 1/100
Generi: storico, slice of life
Avvertimenti: shonen ai..?
Rating: verde
Numero parole: 502
Nota dell'autore: in questa prima storia mi sono immaginata un Alfred bambino, sui 5/6 anni. <3
Si stropicciò gli occhi, con la piccola mano chiusa a pugno.
Il sole quella mattina era troppo forte, e gli feriva gli occhi.
Affondò il viso nel cuscino, stringendosi un po' nelle coperte.
Era già mattina. Sorrise un po' al solo pensiero.
Era felice perché suo fratello maggiore era venuto a trovarlo finalmente. Il cuscino aveva ancora il profumo di Arthur, e questo bastava per renderlo la persona più felice del mondo.
Si mise seduto sul letto, infilando poi i piccoli piedi nelle pantofole, per poi correre fuori dalla camera da letto.
“Alfred, non correre...” gli bastò sentire la sua voce, per farlo sorridere. Non importa cosa gli stesse dicendo.
“Alfred, insomma...”, Arthur si voltò verso il bambino che era entrato di corsa in cucina e gli si era fiondato addosso, “Quante volte ti devo ripetere che non si corre per casa?”
Ma il bambino non lo stava ascoltando, troppo felice di averlo tutto per se, per un po' di tempo.
Arthur sospirò, prendendolo in braccio, “Dai, ora facciamo colazione..e poi usciamo a giocare se vuoi...”, gli sorrise mettendolo seduto a tavola.
“Si!”, sorrise notando il sorriso del fratello. Arthur gli sorrideva sempre, e lui adorava quel sorriso. Si, quel viso sorridente era decisamente la cosa più bella del mondo. “E' buono...”, divorò velocemente la colazione.
“Mi fa piacere...”, gli accarezzò i capelli con delicatezza, “Ora vai a cambiarti, e poi usciamo a fare una passeggiata, va bene?”
Annuì soltanto, continuando a guardare con ammirazione il ragazzo che gli sedeva di fronte. Suo fratello era sempre un modello da imitare, pensò mentre scendeva dalla sedia, per poi correre nuovamente verso la propria stanza.
“Alfred!”, sospirò, “E' inutile, non mi ascolta mai...” sorrise un po'.
“Arthur! Arthur!” saltellò attorno al ragazzo, seduto all'ombra di un albero, “Guarda cos'ho fatto!”. Non riusciva a stare fermo, mentre le piccole mani tenevano una corona di fiori.
Il più grande lo guardò con un sorriso. “Sei stato bravo...”, gli accarezzò una guancia, “Ora devi solo trovare una ragazza alla quale regalarla..”
Sbatté le palpebre, guardando prima il fratello e poi la corona che teneva tra le mani.
“Io volevo regalarla a te...”, Alfred guardò Arthur dritto negli occhi, “L'ho fatta pensando a te!”, sorrise.
Arthur lo guardava stupito. Non se lo sarebbe mai aspettato.
“Allora te la metto!”, si avvicinò, inginocchiandosi tra la gambe del più grande, e mettendogli lentamente la corona di fiori tra i capelli, “Whaa! Sembri una fata!”
Arthur si mise a ridere “Una fata?”
Il bambino annuì, continuando a guardarlo con ammirazione, “Anche le fate portano corone di fiori o di bacche! Me l'hai insegnato tu!”
Sorrise attirandolo a se e abbracciandolo, “Mi fa piacere sapere che ricordi le cose che ti insegno...”
“Le ricordo perché ti voglio bene, Arthur...”, gli baciò piano una guancia, abbracciandolo a sua volta.
Arthur sorrise, accarezzandogli piano i capelli, “Ti voglio bene anch'io, Alfred...”