Titolo: “Poesie d’amore”
Fandom : RPF
Personaggio/Coppia : Silvio Berlusconi/Sandro Bondi
Prompt: Poesie
Rating : R
Conteggio Parole : 386(W)
Note: p0rn. Dedicata a
iosonosara , che mi rovina con le sue mani, prompt dopo prompt.
Disclaimer: Queste cose NON succedono veramente, che io sappia. Ammesso e non concesso che Sandro Bondi abbia scritto poemi per il nostro (infausto) Cavaliere, sono certa che non sia successa nessuna delle disdicevoli fesserie che ho descritto (come no!). Soprattutto, non guadagno nulla di nulla dallo scrivere storie simili, mio malgrado.
“Berlusconi fa rima con: amoroni…bietoloni…cannoni…no, cannoni non va bene. Poi sembra che si faccia le canne e tutti ‘sti giovinastri me lo concupiscono. Giovinastri comunisti, s’intende” questi erano i pensieri del Ministro della Cultura, una mattina come tante altre, nel suo studio a Roma, proprio nella sua più vitale fase creativa di poesie. Tra poco sarebbe stato il compleanno di (sospiro amoroso) Silvio e lui non avrebbe mai e poi mai perso la sfida con Emilio per il cuore del Premier.
Già Fede a Natale aveva fatto un colpo gobbo regalandogli quegli ambitissimi capelli spray…no, non poteva essere da meno: doveva scrivere la poesia più bellissima fantasticissima miticissima che un innamorato avrebbe potuto scrivere! Doveva rimettersi al lavoro immediatamente.
“Berlusconi fa rima con: cavalieroni, donazioni…erezioni…”un brivido gli corse lungo la schiena e gli attorcigliò le budella al solo pensiero. Una mano corse al cassetto sulla destra, a recuperare la fornitura di Viagra e l’altra, ancora più svelta, a slacciare i pantaloni. Si prese in mano l’erezione e subito l’immagine del Presidente con la camicia slacciata in Sardegna e quella sexy bandana in testa gli tornarono alla mente. Iniziò ad accarezzarsi sempre più veloce, Lui avrebbe saputo come fare, Lui avrebbe saputo donargli un piacere completo. Se lo sognò nudo su di lui, sognò le sue mani che lo toccavano.
La pelata gli luccicava di minuscole gocce di sudore per lo sforzo di non urlare il suo nome, per non mettersi a gridare “Silvio, scopamiii!” come strillano le ragazzine a Scamarcio, soprattutto con la segretaria lì a due passi, quell’impicciona senza speranza.
Per distrarsi iniziò a sciorinare un altro elenco a bassa voce:“Berlusconi fa rima con: fornicazioni…gatton gattoni…con la H cosa potrei scrivere?! Ma passiamo alla P: penetrazioni…”
Si immaginò il piacevole dolore di sentire il Cavaliere entrare in lui e spingere sempre più veloce e venne, cercando di essere il più silenzioso possibile. Doveva ricordarsi di scrivere più spesso poesie al Premier, assolutamente.
Prese il telefono, con mani ancora tremanti e compose il numero del cellulare del Cavaliere. La sua voce un po’ roca e cordiale lo fece sorridere: “Ciao Sandro, come mai mi chiami a quest’ora?”
“Niente, Silvio, avevo voglia di sentirti…”
L’amore fa compiere gesti assurdi, è cieco, assoluto, potentissimo. Ma anche permettere che si spaccino obbrobri per poesie (o scemenze per fan fictions…)!