Jul 13, 2008 19:47
“Questo vasto mondo”
Al Dottore non piaceva uscire di casa.
L’ultima volta che ci aveva provato, aveva rischiato di essere investito da una Smart rosa. E dire che era anche sulle strisce! Cose da matti.
Per non parlare delle sue esperienze all’ufficio postale del paese: circondato da gente che nemmeno conosceva, senza capire nemmeno se era o no nella fila giusta, il Dottore si era sentito stupido, fuori posto ed abbandonato. E non poteva tollerarlo, non lui, che era un grande genio! Si disse che non ci avrebbe mai più messo piede.
Tutti quegli occhi che lo guardavano, quelle facce ignote… e poi perché fissavano proprio lui? Che aveva di strano? Forse era uscito di casa senza pettinarsi, chissà.
E il negozio di alimentari? Si sentiva sperso: attorno a lui c’erano solo scaffali che traboccavano di scatole variopinte. Era tutto così diverso dalla penombra rassicurante del suo scantinato umidiccio; poi, la commessa che gli sorrideva senza un motivo gli aveva fatto tremare le gambe! Si era ripromesso che non avrebbe mai più messo piede in quello strano luogo, a meno che non fosse un’urgenza. E fece in modo che un’urgenza non si verificasse mai.
No, decisamente il mondo al di fuori dello scantinato non faceva per lui.
La polvere gli era familiare, gli erano familiari gli sgocciolii delle tubature, gli schiocchi delle forti mascelle di Cerby attorno alle sue mani, quando non faceva abbastanza attenzione… lo scantinato era casa sua, e non l’avrebbe abbandonato per niente al mondo.
Ma il mondo, anche se non era lui a cercarlo, lo trovava in ogni caso, veniva apposta a stanarlo dal suo antro sicuro.
Ad esempio, la Signorina Violetta era il mondo, quando gli faceva venire la tachicardia per poi chiedergli semplicemente dello stupido sale -se lo andasse a prendere al mare, che ne era pieno, invece di stressare lui!-, dopo averlo fatto penare per dieci minuti buoni.
Lo disturbava tutti i giorni alla stessa ora da ormai molto tempo, tanto che il Dottore non avrebbe saputo dire quanto. Era l’intralcio nella sua routine quotidiana, come tagliarsi facendo la barba o doversi fasciare dopo le coccole a Cerby.
Anche se la Signorina Violetta era sostanzialmente una scocciatrice, un intoppo dai palmi sudaticci e balbettante al maestoso fluire di pensieri geniali nella sua fertile mente, se un giorno, anche uno solo, non si fosse presentata alla sua porta mendicando attenzioni - abilmente mascherate da necessità culinarie - il Dottore ne avrebbe certamente sentito la mancanza.
Tutto questo per lui era un male, anzi: IL male, anche se il Dottore aveva giurato di eliminare gli inutili rapporti umani (tanto il pulsante rosso gli avrebbe dato tutto il prestigio che voleva) si sentiva stranamente dipendente da quella stramba Signorina Violetta.
Non vi sto a raccontare cosa non fece quando la zitellona si prese la diarrea - mascherata, anche questa, da influenza, ma non intestinale! - e non poté andare a tormentare il suo amato Dottore per dieci lunghi giorni: lui fece il diavolo a quattro! In un attacco di depressione e isteria, si mise persino a rassettare! Per fortuna, si riprese un istante prima di spolverare il plastico di Warhammer. Appena in tempo: un attimo solo, e la polvere pazientemente accumulatasi in dieci lunghi anni, sarebbe stata spazzata via per sempre! E tutti sanno che un plastico del genere non vale nulla, senza perlomeno due dita di polvere batuffolosa! Questa è anche una delle ragioni per cui nessuno si fila i plastici di Vespa in TV, ma stiamo divagando.
In quell’occasione, venne sfiorata da tragedia.
Sarebbe stato certamente un vero disastro.
E che gioia, quando la scocciatrice tornò, più impacciata e patetica che mai, a infastidire lui e il campanello!
Abitudinario fino al midollo, quell’uomo!
la signorina violetta,
il dottore,
original,
nonsense