Del blocco dello scrittore e robe simili

May 31, 2013 00:14

Il tempo vola.
Sì, lo so, ho scoperto l’acqua calda, eppure talvolta me ne stupisco ancora.
Me ne rendo conto in particolar modo quando ricevo le mail di Raist, che ha accettato di betarmi una storia: quando dopo un mese mi chiede: “Sei viva?”; quando reagisce zampettando (parole sue) con grande gioia all’arrivo di un agognato capitolo; quando mi invita a non smettere di scrivere.
Ebbene, io leggo le sue mail e rimango sempre un po’ stupefatta, perché per me non è passato così tanto. Insomma, la mia vita reale è scandita da palate di impegni, da giorni sempre uguali, da settimane sempre uguali, da mesi sempre uguali, ed è una vita ipnotica, fino a che a un certo punto mi sveglio e mi accorgo che è vero, è trascorso davvero troppo tempo dall’ultima volta.
In verità è solo che non ne sono consapevole: mi alzo, vado al lavoro, torno a casa, mangio, finisco il lavoro arretrato/mi avvantaggio con il lavoro per il giorno dopo, mi districo tra impegni vari (visite mediche, shopping d’emergenza necessario perché dopo la massiccia perdita di peso non ho più un cazzo di paio di pantaloni che non mi cada o una maglia che non mi faccia sembrare una bambina ingolfata nei panni del padre - anche le scarpe mi stanno larghe! - e rifarsi un guardaroba inverno/primavera/estate non è una cosa tanto veloce da potersi risolvere in un pomeriggio, alcune uscite perché un minimo sindacale di vita sociale è indispensabile e se non ti fai vedere di tanto in tanto finisci nel dimenticatoio come una borsa passata di moda, acquisti di prima necessità, bollo, assicurazione e altre cose scomode che fanno parte della vita di una persona adulta…) e PUF, la sera è dietro l’angolo.
A quel punto si direbbe che un filino di tempo per scrivere ce n’è, e invece a quel punto la testa non collabora, le frasi non hanno senso, e se anche ne avessero non hanno la giusta “musicalità”, l’immaginazione sembra non voler lavorare affatto e ciò che si scrive sembra non avere significato, è troppo banale, noioso, già visto, la storia non vuol venire fuori in modo sensato…
Eppure, non ho il blocco dello scrittore: quello l’ho già affrontato qualche tempo fa.
Che poi, che cosa significa “blocco dello scrittore”? A grandi linee, immagino che s’intenda l’incapacità di iniziare o procedere con uno scritto - sono troppo pigra per andare a cercare una definizione da simil-dizionario, anche se credo che il fattore scatenante sia differente per ognuno.
Per me si tratta di un momento di passaggio che conosco bene: di fatto ho avuto anche il 'blocco dell’artista' (per quanto io non possa definirmi né scrittrice, né artista) anni fa. Naturalmente, è avvenuto in un momento particolare, ovvero quando da disegnatrice compulsiva ho iniziato la scuola di fumetto e mi sono resa conto che disegnare non era più un’espressione in libertà di quel che mi piaceva, ma vi erano regole da rispettare, prospettive da fare, inquadrature da studiare, manichini da costruire affinché i personaggi non fossero sproporzionati o messi in pose impossibili, chiari e scuri da mettere non solo in maniera corretta, ma anche efficace…
E d’improvviso c’erano ore sterili davanti a una tavola vuota, foglietti che riproducevano lo stesso tentativo di momento/inquadratura ancora e ancora e ancora senza riuscire a capire cosa ci fosse di sbagliato.
Era tremendo.
Probabilmente l’ho superato solo in parte, ma sono anche consapevole che era necessario: o ci si accontenta di quel che si sa fare, o si va avanti, si affrontano ostacoli e si cerca di superarli augurandosi che il dopo sarà migliore, che non si scavalchi il muro solo per accorgersi di essere sempre nello stesso luogo, perché paradossalmente il processo di apprendimento NON è un processo continuo di crescita, ma piuttosto un cammino irto di ostacoli che fin troppo di frequente prevede battute d’arresto e passi indietro, dimenticandosi anche quel che già si possedeva.
È terribile fare tanti sforzi per rendersi conto all’improvviso di essere peggio di prima. A me è accaduto sia nel disegno che nella scrittura.
Per quanto riguarda quest’ultima sono un po’ in una condizione di stallo, ovvero ho superato il momento critico, ma non so ancora se questa sia la fase precedente ad un miglioramento o semplicemente la mia rovina.
Di certo posso dire che non sono priva di parole: di fatto ho abbozzato ben sette capitoli di una nuova storia. Sette. Nel giro di pochissimo.
È tutta lì la fregatura, no? Il fatto che quando scrivo in libertà, abbozzo di getto qualcosa che sto plottando senza curarmi dei dettagli o della credibilità, vengono fuori delle cose (qualsiasi cosa) mentre quando devo lavorare ai dettagli di capitoli che devono essere pronti per la pubblicazione ha inizio l’ansia, la cura maniacale del dettaglio che non va mai bene, che non funziona mai, che… che… che…
E allora tutto questo per dire che cosa? Che scrivere è fatica, che disegnare è fatica, che il tempo vola, che non esistono più le mezze stagioni ma qualche volta a maggio fa un freddo bestia manco fosse novembre e io mi ero ripromessa di procedere nella mia tavola al ritmo di minimo 2 - ma speravo di più in 3 - fanart al mese e invece ne sto facendo una al mese (e per questo mese sono agli sgoccioli, quindi ne son passati quasi due -_-‘ ) ed è già grasso che cola, con un risultato che oltretutto non mi soddisfa per niente.
Mi consolo pensando che finché fa questo freddo niente ceretta, quindi almeno mi risparmio un dolore.
Guardatevi la fanart e gioite, mie care.
Domani è un altro giorno.

Titolo: Burning love - I want you now
Pairing: Blaise/Neville
Prompt: 044 Burn
Rating: PG - 13?
Media used: matite e carboncino su foglio colorato
Note: Un altro disegno tratto da "Era destino" - scena mancante di sesso al capitolo 34... non l'ho scritta, ma me la sono immaginata. >_<



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