Il mondo di Dmitrj, almeno fino all'adolescenza, è un mondo di buio, senza colori poichè il ragazzo è cieco fin dalla nascita. La sua vita sarà sconvolta dal passaggio, nel piccolo paese in cui vive, di un mago che gli restituirà la vista. Dmtrj scoprirà allora che tutto è colore, la materia è colore. E che gli altri esseri umani sono interessanti soprattutto per le loro varietà cromatiche. O solo per quello? I colori cominciano a essere l'ossessione di Dmtrj che scoprirà l'amore per l'arte dipingendo in modo stravagante, sostituendo i pennelli con lame di coltelli.
Per ironia della sorte, proprio Dmtrj che fa del colore la sua ragione di vita, di colore è privo: è albino e il paese lo vede di cattivo occhio, quasi fosse una creatura del demonio...
L’uomo che dipingeva con i coltelli è un romanzo breve, appena 131 pagine che scorrono via in poco tempo. Interessante il personaggio di Dmtrj che per la sua ossessione legata a un preciso senso, ricorda un po’il Grenouille de Il Profumo; a causa della sua personalità malata non mancano le scene forti che si leggono quasi con morbosa curiosità. Nel complesso un buon libro insomma, anche se sarei stata completamente soddisfatta se i passaggi narrativi fossero stati un po’meno frettolosi e se l’ambientazione storica fosse stata più curata.