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anonymous September 30 2010, 10:57:57 UTC
Quasi perplesso dopo aver letto le prime 10 pagine del “Giardino delle Esperidi” , piano piano, sono stato sorpreso dalle parole che si scioglievano in frasi spumeggianti e in breve la lettura diveniva frizzante, adattandosi bene ai giorni di sole, al fresco del riparo di un ombrellone con lievi brezze e schizzi di mare.
Scoprivo dunque l' entusiasmante racconto di due vite legate dal sangue, dall'amore vissuto con normale inconsuetudine, potenziato dall'attesa per esplodere dolcemente nell'incontro, dal sentimento che si mescola con la poesia dei feromoni che sembrano legare alcune persone in un destino comune.
Attraverso la protagonista, Egle, entravo nel percorso di un cuore di donna.
Parte dalla storia del nonno, la ricerca avventurosa di Egle.
Le risposte alla sua inquietudine sono nell'esplorazione dell'animo di chi le è stato vicino, crescendola. Quasi un benevolo fantasma che parla dal passato ed attraverso di esso, per indicare la via, per incoraggiare a percorrerla, lasciando le convenzioni per abbracciare I sensi. Un oracolo, da seguire per Egle che fin dall'inizio sembra avere una sola possibilità, quella di cambiare la propria vita, di tuffarsi in una nuova storia.
Il nonno, austero e dolce maestro di vita, è per Egle un faro verso la scoperta dell'amore attraverso il confronto.
Nuovi insegnamenti si nascondono ora tra gli aspetti misteriosi della vita di quest'uomo che l'ha cresciuta. Egle da tempo aveva voluto dimenticare l'incidente in cui aveva perso I genitori, perchè con un gesto di bambina, richiamando la loro attenzione, distraendoli, ne era stata la causa, condannandoli e condannandosi. Da allora il nonno era stato la guida. Gli aspetti prima sconosciuti della sua vita, scoperti adesso, divengono per Egle fecondi ed attuali suggerimenti in una nuova stagione di matura, consapevole incertezza che ha rosicchiato le radici del suo matrimonio.
La storia si svolge sui binari di un percorso usuale: un amore trovato per uno tristemente perso, con il cuore che torna a palpitare dopo essere stato a lungo imbrigliato dalla monotona ripetitività del gesto quotidiano, dinamico ma poco passionale. Sorprende però la capacità dell'autrice di riprodurre nei dialoghi, nei pensieri, il tempo ed I ritmi del cuore umano. La vita in fondo è un percorso del cuore e le palpitazioni rimangono un mistero emozionante anche davanti alla solita storia di amori persi e trovati, di ricerca interiore quale riscatto del quotidiano effimero, della percezione con esaltazione sensoriale degli attimi intimi, in antitesi con la fredda ripetitività caotica ma generalmente preordinata, spesso propria delle vite spese nel trambusto cittadino.
Nel mare, nei colori, nei rumori della natura, si compie il destino inevitabile, si scioglie il mistero che appassiona e lega le vicende umane. Nel mare ed in un' isola siciliana non poteva non stapparsi il raffreddore del cuore di Egle.
Chi sia Lorenzo poco importa. Un uomo stanco, annoiato, forse noioso. Freddo, egoista, chiuso o forse più semplicemente un uomo lontano, lontano dalla sua donna e dai suoi desideri. Ruggero, gentile, solitario, biologo, capace di avvolgere con le sue parole ma anche di esplorare da solo il mondo sommerso, alla ricerca della bellezza. In poche righe appare già segnato il percorso di Egle. Ma entrambi I personaggi sono solo maschere, importanti non per il loro ruolo ma per ciò che permettono di esprimere, la bellezza della ricerca interiore, il mistero della semplicità, perchè nulla può sembrare a questo punto più semplice se non scegliere: chi rimarrebbe col grigio Lorenzo?
Ed alla fine, poichè tutto si risolve quando l'amore riempie la vita, anche la lotta di Egle contro la bambina “colpevole”, si risolve nall'accettazione del destino.
Elegante e semplice, questo racconto è l'espressione della positiva sensazione datami dalla bella autrice.
Complimenti!
Aldo

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