TITOLO: War to split personality
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Angst. Malinconica. Romantica.
RATINGS: R.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } ; Kim Kibum, Lee Jinki { OnewKey } ; Lee Jinki, Kim Jonghyun { OnewJjong } ; Choi Minho, Lee Taemin { MinhoTaemin } ; Lee Jinki, OC .
RIASSUNTO: Kibum soffre e secondo lui Jonghyun, il suo ragazzo, non può capirlo. Però c’è una persona che sembra riuscirci: Jinki. Cosa farà Kibum? Perché Kibum e Key sembrano essere due persone completamente diverse? Chi ama Jinki?
NOTE: Ho dovuto adattare alcune cose per questa storia, per cui siete avvertite. Ad esempio, gli SHINee non vivono insieme come nella realtà. Sono scelte che ho dovuto apportare per forza.
THANKS: A
yuya_lovah che ha avuto il coraggio di leggerla in anteprima, dicendomi ogni volta cosa c’era che non andava.
A
mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: Per questo capitolo: 1013, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI:
Prologue - Where is the love? ;
Chapter #01 - Insinuate in you ;
Chapter #02 - When you're gone ;
Chapter #03 - Complicated ;
Chapter #04 - Leave out all the rest ;
Chapter #05 - Minutes to Midnight ;
Chapter #06 - The little things you give away Chapter #07 - Don't lie
Il loro primo bacio era avvenuto durante una calda ed afosa serata estiva, contornato dalle luci dei fuochi d'artificio che scoppiavano nel cielo, nascosto grazie all'oscurità che li celava al resto del mondo permettendogli un'intimità tutta loro.
Jonghyun ricordava benissimo il suo battito del cuore, accelerato nell'istante in cui aveva posato le sue labbra su quelle dell'altro, ricordava alla perfezione il tremore imbarazzato di Kibum, il suo fiato caldo e la sua lingua timida.
Ricordava tutto di quel bacio, anche quell'interruzione avvenuta a causa di Jinki che, proprio in quell'istante, aveva deciso di voltarsi verso di loro per chiedergli se gli i fuochi d'artificio gli stessero piacendo.
Jonghyun, con il senno di poi, pensava che quell'interruzione non fosse stata così casuale: insomma, da quanto Jinki provava quei sentimenti nei suoi confronti?
Non lo sapeva, ma se fosse stato fin da allora, voleva dire una sola cosa: l'aveva fatto apposta.
Vuoi per gelosia, vuoi per invidia, vuoi a causa di quell'amore malato e morboso a cui sembrava attanagliato, fatto sta che era successo.
Lui e Kibum ne avevano riso sopra fin troppe volte, ma in quel momento, mentre Jonghyun si apprestava a mettere in atto il suo secondo tentativo, non riusciva a riderne.
Ancora non sapeva come fare a farli interrompere proprio da Jinki, a far avvenire quel bacio che in quel momento gli sembrava una cosa fin troppo lontana, però doveva farlo perché la luce negli occhi di Kibum la ricordava bene, e lui voleva rivederla quella luce.
Dopo il bacio non c'era stato nessun altro punto di incontro tra lui e Kibum, e neppure tra lui e Key in fin dei conti, ma Jonghyun non se ne disperava, perché sapeva che Kibum aveva capito, perché sapeva che proprio Kibum stava aspettando la sua seconda mossa e lui no, non voleva farlo attendere troppo.
"Vediamoci domani sera alle otto sulla collina del promontorio, faremo una grande festa" così aveva scritto sul biglietto che aveva poi fatto trovare a Key.
"Vediamo domani sera alle nove sulla collina del promontorio, faremo una grande festa" così aveva invece scritto su quello di Jinki, sperando che lui arrivasse in tempo a dividerli.
Aveva poi parlato con Taemin e Minho, pregandoli di dire a Jinki la data sbagliata, pregandoli di non far incontrare Key e Jinki fino a quell'ora perché se no il suo piano sarebbe andato in fumo ancora prima di essere messo in atto.
Era strano come sia Taemin che Minho avessero accettato di buon grado di aiutarlo senza nemmeno domandargli lo scopo di tutto ciò.
Forse avevano compreso già nel profondo del loro cuore ciò che lui voleva compiere.
Non gli aveva dato spiegazioni perché non se la sentiva, perché non voleva coinvolgere anche loro in quel gioco pericoloso dove potevano tutti rimanere scottati.
Jonghyun pensava che quella fosse la missione che il destino aveva preservato solamente per lui, e va bene, gli aiuti erano certamente ben accetti, ma costringere qualcuno a saltare nel fuoco come stava facendo lui non era ciò che credeva fosse più giusto.
Aveva preparato tutto alla precisione, era anche arrivato al luogo prestabilito con due ore in anticipo per potersi assicurare che non ci fosse nessuno nei paraggi e che, soprattutto, la temperatura e la luce fossero esattamente come quelle dell'ultima volta.
Erano le otto precise quando Key era arrivato guardandosi meravigliato attorno, erano sempre le otto precise quando Minho e Taemin avevano riso tirando fuori i fuochi d'artificio e come se fossero stati i suoi complici riuscirono a ripetere perfettamente le parole di quel giorno.
"Non vedo l'ora di poterli sparare sempre più in alto"
"No, Minho! Io ho paura!"
"E allora ti proteggerò io"
Erano riusciti a ricreare perfettamente quella stessa atmosfera fatta di risate e sguardi lanciati di qua e di là in attesa di un segno.
Era un quarto alle nove quando Minho aveva iniziato a sparare i primi fuochi d'artificio, con Taemin che gli si attaccava al braccio spaventato dalla confusione dei botti.
Era dieci alle nove quando Jonghyun aveva guardato Key negli occhi facendolo voltare verso di sé, accarezzandogli lievemente le spalle.
Era cinque alle nove quando aveva iniziato ad avvicinare il volto a quello dell'altro ripetendogli esattamente le stesse parole, con la stessa voce roca di allora.
Quella voce che avrebbe dovuto intrappolare Kibum in un vortice di passione come in effetti aveva fatto.
"Illuminato dai fuochi d'artificio la tua bellezza risplende" era questo che gli aveva detto, da perfetto Don Giovanni, ma non perché lo volesse abbordare con delle semplici parole, ma perché lo pensava sul serio.
E quella volta Kibum gli si era praticamente sciolto tra le braccia, baciandolo, concretizzando quel legame che cresceva sempre di più.
Mancavano pochi secondi alle nove quando lo aveva baciato, sentendo davanti a sé Kibum e non Key, sentendo il suo respiro affrettato, lo stesso respiro affrettato di quella volta.
Lo stesso cuore che accelerava di poco i battiti, lo stesso tremito del corpo, la stessa lingua timida che gli permetteva di esplorare il suo antro segreto.
E, proprio come allora, Jinki li aveva interrotti, purtroppo formulando la frase sbagliata.
"Cosa stai facendo al mio Key?" e quella domanda, quella voce stizzita, quello sguardo di fuoco, non erano quelli di allora anche se Jonghyun pensava che nel profondo del cuore, anche quella volta Jinki avesse voluto rispondere in malo modo.
"Io non sto facendo niente al tuo Key" avrebbe voluto strozzare quella gola che non faceva altro che blaterare cose inutili e senza senso, ma non poteva farlo.
In ogni caso, forse furono le sue parole, forse fu il fatto che Key non voleva permettere a Kibum di tornare, forse furono entrambe le cose, ma Key, o Kibum, perse i sensi abbandonandosi nelle braccia di Jinki.
E mentre tutti, compresi Taemin e Minho, accorrevano da lui, Jonghyun si sentì stordito.
Sapeva di star facendo la cosa giusta, ma il dolore negli occhi di Kibum, perché erano i suoi occhi, prima di svenire gli aveva mozzato il respiro.
Kibum voleva tornare da lui, vero?
Perché in quel momento Jonghyun non ne era più così tanto sicuro.