Five stages of grief : Chapter #03 - Bargaining

Jun 19, 2010 08:45

TITOLO: Five stages of grief.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. What If…? Malinconica. Romantica. Fluff.
RATINGS: Nc17.
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Shigeaki Kato, Keiichiro Koyama { KoyaShige ; KoyAto } ; Shigeaki Kato, Tegoshi Yuya { TegoShige ; ShigeTego ; ShigeShi } ; Koyama Keiichiro, Tegoshi Yuya { KoyaTego }
RIASSUNTO: POV di Shige, ma perché i suoi compagni di squadra sono così strani?
Ryo e Tegoshi che piangono abbracciati, Yamapi che non sorride, Massu che non mangia.
Shige si chiede cosa gli è capitato, mentre noi facciamo un viaggio nella sua mente.
NOTE: Il genere è il corrispettivo di ogni capitolo, esso può cambiare, anche drasticamente: non mi assumo nessuna responsabilità.
Non la raccomando ai deboli di cuore, non la raccomando a chi si impressiona facilmente e vi chiedo un favore: leggetela tutta.
- Se non fate in questo modo, non potrete comprenderla fino in fondo -
THANKS: Alla mia beta, mauve_amethyst, che mi ha dato l’idea: grazie, di cuore.
A coloro che l'hanno letta in anteprima dandomi il coraggio di postarla, in ordine di lettura: xnyappyallyx , hikari_guren , yuya_lovah .
PAROLE: Per questo capitolo: 1437, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: Chapter #01 - Denial ; Chapter #02 - Angry


#03 - Bargaining
“If you are more nice, I will be fine”

"Tegoshi, non dire così per favore"
"Perché non dovrei dirlo? E' la pura verità"
"Ma... se dici queste cose, mi sento triste"
"Devi sentirti triste! E' una cosa normale sentirsi in questo modo"
"Se io mi sfogassi con Keii_chan sono sicuro che starei meglio"
"Ma non puoi sfogarti con lui. E' inutile"
"No, che non lo è. Se lui fosse qui mi sentirei meglio"
Aprì la porta della sua camera sbattendola violentemente contro di sé, sicuro di non trovarvi nessuno all’interno, ma si sbagliava: Keiichiro era lì, seduto alla sua scrivania che guardava il muro davanti a sé.
Shige sorrise appena.
“Che bello Keii_chan. Che bello che sei qui: pensavo fossi ancora a registrare il tuo programma” Keiichiro si voltò lentamente per poi sorridergli in modo dolce, troppo dolce.
“No, tranquillo, ho finito già da un po’” Shige gli si avvicinò prendendolo per mano, facendolo poi sedere sul suo letto dove prese posto anche lui di lì a poco.
“Ho sentito che prima stavi urlando… Cosa è successo? Sono sicuro che quella fosse la tua voce” Shige socchiuse appena gli occhi a quelle parole: era fantastico come il suo ragazzo riuscisse a capire che qualcosa non andava solo osservandolo, mentre lui non proferiva parola.
“Già, Tegoshi da di matto” Keiichiro ridacchiò appena a quelle parole e Shige si sentì in qualche modo più rilassato, meno ansioso, come se l’agitazione fosse scomparsa del tutto dal suo corpo.
“Sembra quasi essere geloso di noi, ne? Non fa che ripeterti in continuazione che io non ci sono per te. Che parole buffe le sue, non trovi? Dovrebbe trovare metodi più sicuri per farci lasciare, non è proprio da lui” Shige si voltò sorpreso a quelle parole: non aveva mai pensato a quella possibilità.
“Dici che Tego_chan è geloso? E perché?” domandò, le lunghe ciglia nere che tremavano lievemente, come anche il suo corpo.
Keiichiro ci mise un attimo a rispondere a quella domanda.
“Continua a cercare di farti sentire depresso, continua a ripeterti in continuazione che quando sarà il momento io non potrò essere con te: pensa davvero che i miei impegni di lavoro possano essere più importanti della nostra relazione?" Shige lo guardò, impassibile.
"Forse gli piaci?" ipotizzò a bassa voce, già in ansia per quella piccola probabilità.
Tegoshi era più carino di lui, era infinitamente più sexy... insomma, non aveva speranze se si fosse messo a corteggiare il suo Keii_chan.
L'altro si sporse appena per colpirlo giocosamente sulla fronte, senza fargli male, sfiorandolo appena.
"Certo che no, baka. In realtà gli piaci tu, ed è chiaro come il sole. Cerca di portarti verso di lui chiedendoti di andare a fare delle passeggiate. E continua a ripeterti che lui ci sarà per te, sempre, anche fin troppo" Shige si voltò osservando il suo ragazzo: che fosse geloso?
Se ne compiacque, perché nessuno prima d'allora era mai stato geloso di uno come lui e gli piaceva, lo faceva sentire sicuro di sé, sicuro del loro rapporto.
"Ma sicuramente non potrebbe mai portarmi via da te, ne? Perché tu sei la mia unica ragione di vita, sai? Ti amo Keii_chan, e per te rinuncerei a qualsiasi cosa, perché niente è come te" Keiichiro lo strinse a sè mentre Shige ricambiava lentamente il suo abbraccio, senza scansarsi, senza tremare per il contatto fisico troppo ravvicinato.
Certo, aveva sempre avuto un po’ di paura del contatto con gli altri, delle persone in generale, ma con Keiichiro questo non accadeva mai.
Riusciva a farsi abbracciare, baciare, amare come con nessun altro: e no, non si scansava mai, nè si irrigidiva.
L'amore poteva realmente cambiare le persone fin nel profondo, e lui ne era una prova fin troppo evidente.
Sospirò nel sentire il corpo di Keiichiro stretto al suo, nonostante fosse freddo, come sempre.
"Sai che dovresti indossare qualcosa di più caldo? Se continui così ti prenderai un raffreddore. Sei sempre tutto scoperto e poi la tua pelle diventa fredda" Keiichiro annuì appena, ma non si alzò per prendere una coperta, troppo presto dall'accarezzargli i capelli e no, Shige non glielo avrebbe ripetuto... dopotutto stare seduto accanto a lui, stretto a lui, gli piaceva.
Shige lo baciò lentamente intrufolando la lingua nella bocca dell'altro, gemendo piacevolmente, la voce roca.
"Ne? Se la mia vita durasse cent'anni, vorrei passarli tutti insieme a te" non era mai stato un tipo da frasi romantiche, Shige, eppure con Keiichiro gli veniva naturale.
Forse perché voleva esprimere i suoi sentimenti ad alta voce, anche se questo lo metteva in imbarazzo, anche se lo faceva sentire uno stupido.
Se non lo avesse fatto, l'altro non avrebbe potuto capire le emozioni che provava nello stargli accanto, e tutto l'amore che provava per lui sarebbe stato inutile.
Per la prima volta nella sua vita provava davvero l'esigenza di farsi comprendere appieno.
"Anche io vorrei passarli tutti insieme a te. Staremo sempre insieme, Shige, te lo prometto. E non ascoltare Tegoshi, non voglio che lui ti porti via da me" Shige annuì lento a quelle parole, stringendosi di più al corpo dell'altro con un sorriso, uno vero, stampato in volto.
"Certo che non mi farò portare via da te, non potrei mai. Senza di te mi sentirei perso, ne?" ed era vero, perché da quando si erano messi insieme Shige voleva passare ogni secondo della sua vita insieme all'altro.
Era bello, era rilassante, dolce, magico... possibile che gli altri non riuscissero a capire?
Tegoshi gli ripeteva in continuazione che passava troppo tempo insieme a lui, ma non lo avrebbe più ascoltato: che parlasse pure, che cercasse di conquistarlo, non gli importava.
Diventare l'oggetto del desiderio di qualcuno non era così allettante, non ora che aveva con sé la persona giusta, colei che avrebbe amato per tutta la sua vita.
Stare insieme a Tegoshi non era più divertente, né piacevole e avrebbe cercato di stargli più lontano possibile, perché se stava lontano da lui, Keiichiro ne sarebbe stato felice.
Era un piccolo prezzo da pagare per poter osservare il sorriso sul volto del suo ragazzo e lui sarebbe stato disposto a qualunque cosa per questo.
Sospirò: felice.
"Se solo avessi un pò di tempo in più ti porterei a fare una vacanza. A te piace viaggiare, ne Shige?" Shige annuì a quella domanda: gli era sempre piaciuto esplorare posti nuovi, stati di cui conosceva a malapena l'esistenza.
Amava studiare, imparare la lingua del posto, cercare di farsi capire, ridere se non ci riusciva... sì, gli era sempre piaciuto.
"Potremmo andare in Italia, mi ha sempre affascinato. Ha un sacco di posti da visitare, un sacco di musei, di città antiche, di rovine vecchie di secoli" vide, con la coda dell'occhio, l'altro sorridere a quella risposta e ne era certo, Keiichiro sapeva già che gli avrebbe detto queste cose.
"Già, lo immaginavo. Sei sempre stato un tipo curioso tu, ne?" ridacchiò e Shige non potè che lasciarsi andare insieme a lui, riempiendo la risata di note allegre come non mai.
"Ah... se solo Tegoshi ci vedesse in questo momento, si metterebbe il cuore in pace" lo aveva detto in un sospiro, infelice perché l'amico non riusciva a comprendere tutto ciò che lui provava.
"Già, non riesce proprio a capire, vero? Ahh... che razza di stupido" Keiichiro si lasciò andare sdraiato sul letto mentre Shige faceva lo stesso, posando la testa sul cuscino.
Per fortuna che erano magri entrambi e ci stavano perfettamente, stretti l'uno all'altro, in quel futon.
"Non riuscirà mai a capire, ma a dire la verità non mi importa così tanto, non se posso passare il tempo insieme a te" sorrisero entrambi all'affermazione di Shige e chiusero gli occhi, abbandonandosi ad un sonno ristoratore.

“If only my love stay with me”

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