Obsession (I)

Mar 21, 2013 10:35




TITOLO: You know why I love this life?
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: Oneshot. Au. Romantica. Introspettiva.
RATINGS: NC17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey }, Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } .
RIASSUNTO: Jonghyun vuole fare una sorpresa al suo ragazzo per il loro anniversario. Cosa c'è di meglio di un tatuaggio?
NOTE: Questa oneshot è tutta dedicata alla mia Bummie! (
yuya_lovah) per il suo compleanno! Anche questa, proprio come l'altra è arrivata con un po' di ritardo e mi scuso ancora tanto per questo ç___ç ccccccomunque! *____* TANTISSIMI AUGURONI!!!
Su questa mi sono bloccata un casino per il terrore di rovinarla tutta! Perché avevo paura che ti facesse schifo, ecco perché ç___ç! Spero che vada bene, che sia un po' quello che avresti voluto in una fanfiction scolastica e che non sia troppo lunga e quindi un po' noiosa! ;O; Ho cercato di metterci dentro tutto quello che potrebbe piacerti, dimmi che ci sono riuscitaaaaa <3!
Come l'altra, spero sia un regalino apprezzato. E' speciale questa per me perché ci ho messo il cuoricino nello scrivertela! ç___ç Ti voglio tanto tanto bene Bummieeee, goditi il tuo secondo regalo di compleanno ora!
THANKS: A fail_lidah, perchè mi ha dato una mano con la parte sul tatuatore. E anche alla stessa
yuya_lovah un po' per lo stesso motivo!
PAROLE: 10.015, con il conteggio di word.

Obsession (I)

I
Jonghyun si stava guardando intorno dalla sua postazione che consisteva in un lettino reclinato leggermente all'indietro. La stanza in cui si trovava era spartana, solo il necessario era stato riposto con cura ed attenzione in essa.
Le luci erano fin troppo forti, ma sopportabili. Le pareti bianche erano ricoperte di poster e nemmeno un piccolo spazietto era rimasto sgombro da essi.
Aveva appena terminato di rispondere a una serie di domande poste su di un questionario igienico sanitario quando avvertì una ventata d'aria fredda penetrargli a fondo nelle ossa, dopotutto era a petto nudo, con i jeans ed i boxer leggermente abbassati a scoprire il bacino, quando un uomo entrò nella stanza.
"Allora, ti senti pronto?"
Jonghyun annuì studiando a fondo il volto del semi-sconosciuto. Aveva quattro piercing nell'orecchio destro e due in quello sinistro. Il suo corpo era ricoperto per la maggior parte da strani tatuaggi di cui lui sospettava solo il 20% avessero un senso, ma sembrava pulito e professionale nei modi di fare.
Il negozio gli era stato consigliato dal suo migliore amico Minho poiché il fratello vi era già stato e si era trovato bene.
"Ricapitolando, vorresti la scritta Obsession in grosso ed in corsivo sul bacino. Sotto di essa senza che il disegno ci ricalchi sopra, una specie di anello in prospettiva al cui interno vi deve essere la data 12 Marzo 2013 e i nomi Jonghyun e Kibum. E' corretto?"
Jonghyun aveva fatto un profondo respiro prima di rispondere all'uomo, la voce che iniziava a tremargli leggermente. Per essere sicuro sul gesto che stava per compiere, era sicuro... l'unico problema erano gli aghi e gli attrezzi che il tatuatore stava iniziando a tirare fuori dall'armadietto bianco posto a lato del suo lettino. Essi infatti riuscivano a terrorizzarlo alla sola vita.
"E'... E' c-corretto!"
L'uomo sorrise al suo balbettare e le guance di Jonghyun si tinsero di rosso.
"Vedo che hai finito di compilare il questionario! Uhmm, visto che non soffri di nessuna allergia possiamo andare tranquilli se oltre al nero vuoi anche altri colori a migliorare il tatuaggio! Dunque, qualcosa in particolare? Magari l'anello in argento con la scritta in oro? Oppure la scritta "Obsession" in rosso! Ti starebbe bene il rosso addosso, ragazzino!"
Jonghyun scosse la testa guardando il tatuatore che, posato il foglio su di una scrivania laterale, si alzava per raggiungere il lavandino, si lavava le mani e indossava i guanti. Fortunatamente non aveva indossato né il camice, né la mascherina come aveva letto in numerosi siti internet o il tutto sarebbe parso ancora più "medico" e la paura sarebbe cresciuta a vista d'occhio dentro di lui.
"Non lo so... Voglio solo iniziare, prima iniziamo prima finiamo, giusto? Visto che ho compilato il questionaro e fatto tutto... Si sbrighi, avanti!"
L'uomo ridacchiò vedendo l'impazienza scorrere nel corpo del ragazzino, tornò al suo posto accanto a lui e scosse piano la testa.
"Mi dispiace ragazzino, ma sono un tatuatore serio e prima di iniziare con il tatuaggio visto anche cosa mi hai appena detto, devo farti una domanda. Sei sicuro di volerti far tatuare? Il tatuaggio non è uno scherzo, è qualcosa che ti rimarrà per sempre e sarà lì, ti ricorderà quello che significa questa data e l'altro nome vicino al tuo. Presumo il tuo migliore amico?!"
Jonghyun si pizzicò il labbro con i denti. Migliore amico, quello che gli dicevano spesso quando lo vedevano insieme a Kibum.
Kibum non era il suo migliore amico, ma poteva dire la verità solo a poche persone purtroppo, in Corea non erano ben visti e data la situazione famigliare del compagno era meglio non esporsi a giudizi affrettati.
"Sono sicuro. Più sicuro di così si muore!"
Il tatuatore annuì sorridendogli allegramente prima di iniziare a scartare gli aghi mono-uso dalle loro confezioni di plastica.
"Molto bene! Non sai che dispiacere mi avresti dato se mi avessi risposto che avevi cambiato idea! Con un bel corpo come il tuo mi divertirò un casino a usare questi giocattolini! Ah, prima che me ne dimentichi... Gli aghi sono mono-uso quindi sterilizzati prima di essere utilizzati. Questo è la tela di partenza, come vedi ho inserito tutto quello che desideravi, comprese le scritte in un bel corsivo. Se il tutto ti piace possiamo iniziare, ovviamente ricordati di stare fermo!"
Jonghyun si sentiva abbastanza sicuro di se stesso, nonostante il commento del tatuatore sul suo corpo lo avesse fatto arrossire come uno scolaretto, e dopo aver confermato all'uomo di poter procedere chiuse gli occhi.
Avvertì la tela del tatuatore venire posta sulla sua pelle calda e prima che potesse formulare qualsiasi pensiero di senso compiuto, l'ago penetrò a fondo nella sua pelle e dovette aggrapparsi al bordo del lettino stringendo così forte le mani da far divenire le nocche bianche. Non si mosse e mentre cercava di rilassarsi e di non pensare al continuo dolore, la sua mente vagò da sola a ricordi lontani, ma non dimenticati.

"Jonghyunnie, vedi quei bambini che stanno giocando con la sabbia? Vai a giocare con loro, forza!"
Un Jonghyun bambino, di appena sei anni e mezzo, scosse con forza la testa aggrappandosi nuovamente alle gambe di sua madre non volendo lasciarla per nessun motivo al mondo. Ci aveva già pensato il suo papà a lasciare da sole la mamma e la sua adorata sorella maggiore, lui non lo avrebbe mai fatto!
Era ancora un bambino piccolo, ma era in grado di capire determinate cose come il dolore che era calato come una cappa oscura sulla sua famiglia.
"No! Io non ti lascio sola!"
La donna aveva sospirato sorridendogli dolcemente quando si abbassò alla sua altezza aprendo le braccia per permettergli di stringersi a lei.
"Lo so che non vuoi lasciarmi sola, ma non sarò sola. Starò qui a guardarti mentre giochi, sarò felice di vederti giocare con quei bambini. Mi dispiace che abbiamo dovuto lasciare l'altra città, quella dove avevi tutti i tuoi amichetti, ma puoi fartene di nuovi anche qui. Sono sicuro che quei bambini non vedono l'ora di giocare con te, sai?!"
Il bambino mise il broncio, ma lasciò il calore confortevole di sua mamma per addentrarsi nel parco avvicinandosi alla buca della sabbia. Nella sua piccola e paffuta mano teneva il secchiello contenente tutti i suoi giochi, ma non era ancora pronto a dividerli con gli altri.
Si sedette nella sabbia, i pantaloncini corti che lasciavano scoperte le gambe e quando vide un bambino dai corti capelli castani e dagli enormi occhi avvicinarsi a lui cercò di sorridergli.
"Vuoi... giocare con me?"
Il bambino annuì prima di sederglisi accanto e indicargli le gambe.
"Perché hai le gambe così corte?"
Jonghyun aveva sbuffato stringendosi in se stesso. L'altro bambino doveva essere più grande di lui considerata l'altezza.
"Non le ho corte! Sono ancora piccolo, poi cresceranno!"
Il bambino annuì prima di iniziare a scavare con la sua paletta arancione buttando sabbia dappertutto.
"Io mi chiamo Minho, ho quasi cinque anni! E tu?"
Jonghyun rimase a bocca aperta a quella confessione e si mise a giocherellare con una delle sue formine, per la precisione con quella a forma di dinosauro.
"Io... Sono Jonghyun. Ho sei anni e mezzo!"
Minho iniziò a ridere indicandogli le gambe e Jonghyun si sentì sprofondare sempre di più. Non gli andava di continuare a giocare con lui, non gli piaceva essere preso in giro, voleva tornare dalla sua mamma!
Stava per andarsene quando un altro bambino gli si avvicinò e indicò con il dito Minho.
"Smettila di ridere. Lui avrà anche le gambe corte, ma tu hai degli enormi occhi a forma di rana, keroro! Quello che fa più ridere tra voi due sei sicuramente tu!"
Jonghyun lo guardò e si ritrovò a sorridergli. Il bambino aveva degli occhi allungati che gli ricordavano quelli dei gatti, indossava una maglietta a maniche corte rosa ed un paio di pantaloncini scuri.
"Tsk. Quello che fa più ridere di tutti sei tu, sembri una femminuccia!"
Jonghyun aveva preso la sua formina a forma di dinosauro, l'aveva riempita di sabbia e poi l'aveva rovesciata addosso a Minho.
"Non prenderlo in giro! Non è vero che sembra una femminuccia, keroro!"
La risata dell'altro bambino fu contagiosa e in poco tempo anche lui si ritrovò a ridacchiare. Persino Minho nonostante la sabbia tra i capelli e dentro la canotta nera che aveva addosso, aveva preso a ridere divertito.
"Ah, io sono Kibum!"

Quel giorno e quelle battute avevano sancito l'inizio di una meravigliosa amicizia. Kibum e Minho c'erano sempre stati per lui, ma se il secondo era semplicemente il suo migliore amico, per il primo aveva iniziato molto presto a provare qualcosa di più forte, qualcosa che all'inizio non era riuscito a spiegare neppure a se stesso.
Uno degli aghi del tatuatore penetrò ancora più a fondo e Jonghyun venne riscosso a quel modo dai suoi pensieri.
"Vuoi fare una pausa ragazzino? Non devi fare il macho davanti a me! Ho visto uomini grandi e grossi chiedere di prendere una pausa piangendo come mocciosi!"
Scuotendo la testa Jonghyun cercò di rilassarsi nuovamente. Minho gli aveva chiesto se voleva essere accompagnato, ma lui gli aveva detto che era una cosa che doveva fare da solo.
Quel giorno doveva essere da solo, stava marchiando indelebilmente la sua pelle per dimostrare a chiunque quanto l'amore potesse essere potente. Così potente da fargli perdere completamente la testa per Kibum.
Se chiudeva gli occhi poteva rivedere il momento in cui si era reso conto di amarlo. Non era stato facile perché, nonostante provasse certi sentimenti da tempo, ammetterlo con se stessi era dura.
La società li pressava in continuazione con l'idea che amare una persona dello stesso sesso fosse sbagliata. Fortunatamente non era finito come Minho che andava a letto con qualsiasi ragazza ci provasse con lui solo per non dar ragione al suo cuore che batteva per un ragazzo più grande.
Lui aveva cercato spesso di farlo desistere sapendo bene che quel ragazzo, quel Lee Jinki, ricambiava i sentimenti del suo migliore amico, ma Minho persisteva in quel comportamento masochista in cui però non feriva solamente se stesso, ma anche Jinki.
Jonghyun invece era felice di stare con Kibum, non gli importava molto ciò che pensavano gli altri di loro, ma il suo non poter gridare ad alta voce tutto quell'amore lo logorava dentro. Forse anche per questo aveva deciso di tatuarsi, per mostrare anche agli altri di chi era innamorato.
Che poi quella gente credesse fosse un tatuaggio da migliori amici non gli importava, in quel caso erano loro quelli che non volevano ammettere la verità, non lui.

Jonghyun aveva quattordici anni e in quel momento si trovava a scuola, più precisamente in punizione.
"Ancora non capiso perché devo rimanere qui due ore in più. Era solo una camicia sbottonata! Sotto porto la canotta, non ero mica a petto nudo!"
La professoressa gli ribadì di rimanere in silenzio e di meditare sui suoi errori mentre faceva i compiti e Jonghyun sbuffò chinando la testa sui libri.
In realtà non stava studiando, stava messaggiando con Kibum che era fuori a divertirsi con il suo gruppo di disegno. C'era un così bel sole che avevano deciso di andare a dipingere in giardino.

From: Kibummie
Subject: Guarda la finestra >Odinoboy, sto andando a dipingere proprio lì di fronte! Cerca di non farti scoprire dalla professoressa però o ti cambierà di posto!

Quando Jonghyun aveva voltato la testa verso la finestra aveva sorriso nel vedere Kibum andare a posizionarsi con il cavalletto e la sua tela proprio di fronte a lui. In quella posizione poteva persino osservare il suo volto concentrato mentre sceglieva i colori che avrebbe usato di lì a poco e li posizionava su di una tavoletta di legno.
Lui non se ne intendeva per niente di colori, pittura e disegni. Le sue abilità artistiche rasentavano quelle dei mocciosi dell'asilo. Una volta aveva provato a disegnare un cane e Kibum l'aveva scambiato per un'anatra. Da quel giorno aveva deciso che preferiva fotografare piuttosto che disegnare.
Certo, la musica era sempre la sua vera passione, ma se doveva sceglierne una seconda allora era la fotografia.

From: Jonghyunnie
Subject: Vedo il tuo disegno!
Da qui ho una perfetta visuale della tua tela e di te mentre disegni. Complimenti, potrò darti consigli in tempo reale! Puoi anche non ringraziarmi, so bene che confessarmi il tuo affetto e la tua gioia per essere aiutato da me ti imbarazza!

Jonghyun aveva ridacchiato a bassa voce mentre notava Kibum sbuffare leggendo il suo messaggio.
Era già da un po' che sentiva qualcosa di strano nel petto, all'altezza del cuore, quando guardava verso Kibum, ma non era ancora riuscito a dare un nome a quel sentimento.
Kibum era uno dei suoi migliori amici, era stupendo sotto ogni punto di vista e molto spesso Jonghyun si era ritrovato a chiedersi come potesse essere così perfetto. Perché Kibum lo era, era sul serio perfetto.

From: Kibummie
Subject: YAHHHH SCIMMIA!
Scimmia >O< non ho bisogno dei tuoi consigli! Sono io l'artista tra noi due, tu sai fare solo delle banali fotografie, io so dipingere il mondo!
... Ok, ti concedo la musica, hai una voce abbastanza buona e sei abbastanza bravo.

Jonghyun sorrise sapendo che a quel modo Kibum stava cercando solo di fargli i complimenti. Il più piccolo era sempre stato così: non era in grado di esprimere a voce alta quello che provava, quindi si rinchiudeva a riccio e rispondeva male a tutti coloro a cui in realtà voleva un mondo di bene.
A Jonghyun sarebbe piaciuto farlo aprire, scaldargli il cuore e guardarci dentro curioso di sapere se al suo interno avrebbe trovato se stesso oppure no. Nel suo di cuore c'era Kibum, l'altro ragazzo lo riempiva del tutto scaldandolo con la sua presenza.
Stava per rispondergli con qualcosa di sarcastico e divertente quando notò ciò che aveva scarabocchiato senza pensare sul suo quadernetto: il nome di Kibum.
Lo aveva scritto innumerevoli volte e si sentiva peggio di una ragazzina in quel momento.
Possibile che si fosse preso una cotta per Kibum?
Possibile che l'altro ragazzo fosse riuscito a penetrare così a fondo facendogli desiderare di passare la sua vita insieme a lui?
Scosse la testa cercando di allontanare certi pensieri. Non era così, non era innamorato di Kibum, lui non era gay!

Per troppo tempo aveva continuato ad allontanare quel pensiero dalla sua mente. Si era nascosto e aveva finto indifferenza quando il più piccolo aveva iniziato a dimostrare interesse per una sua compagna di classe.
Li aveva guardati passeggiare nei corridoi della scuola mano nella mano, li aveva visti baciarsi per la prima volta nascosto dietro uno scaffale della biblioteca mentre li spiava, li aveva persino seguiti al loro primo vero appuntamento rimanendo qualche tavolino distante nel ristorante nascondendosi dietro al menù ogni volta che Kibum si guardava intorno. Insomma, era diventato un vero e proprio stalker e se solo ci ripensava gli girava la testa.
Era stato il periodo più orribile della sua vita anche perché, pur di fargli un dispetto, persino lui si era trovato una ragazza. Purtroppo l'aveva solamente usata per cercare di dimenticarlo e questo lo faceva sentire in colpa.
"Ahhhh, guarda qui che bel tatuaggio che è uscito! Sei meglio di alcuni dei miei clienti più affezionati, non ti sei mossa neppure una volta! Ho voluto comunque aggiungere qualche colore oltre al nero perché sono sicuro che te ne saresti pentito se non l'avessi fatto! Ti piace?"
Jonghyun sbattè gli occhi guardando il tatuatore parlare: avevano già finito? Non se ne era nemmeno reso conto nonostante fossero passate diverse ore. Ricordare certe cose lo aveva distratto dal dolore e dal tempo che passava.
"Wow... In effetti ora che mi sento più calmo, la scritta in rosso ci sta davvero bene! Anche l'anello con i colori che hanno di solito gli anelli e... Ho finito? Posso andare?"
Il tatuatore rise dell'impazienza del ragazzo.
"Non così in fretta! Ora ti applicherò un bendaggio, va bene? Dovrai rimuoverlo tra tre ore per sciacquarlo. Mi raccomando di utilizzare del sapone neutro, in questo modo eliminerai senza problemi il colore in eccesso!"
Osservò l'uomo applicargli il bendaggio prima di sorridergli entusiasta.
"Devo fare altro? Sì, insomma, per tenere il tatuaggio protetto, devo fare altro?"
Era sempre meglio informarsi su quello che doveva fare, giusto?
"Ti darò anche una pomata lenitiva e protettiva che dovrai spalmare più volte al giorno sul tatuaggio coprendolo tutto. Dovrai fargli prendere aria spesso. Visto che ci sono le vacanze estive non dovresti avere problemi a rimanere a casa per prenderti cura di questo bel gioiellino, giusto? Devi lavare il tatuaggio quotidianamente, dovrebbe guarire intorno ai venti giorni, se noti la formazione di alcune crosticine mi raccomando di non rimuoverle. Durante la prima settimana non puoi esporti ai raggi solari direttamente, né praticare bagni in piscine pubbliche o in mare. Se per qualsiasi motivo noti una reazione allergica nelle prossime ore, o eventualmente nei prossimi giorni, chiama immediatamente un medico!"
Jonghyun ascoltò attentamente ogni raccomandazione e dopo essersi rivestito e aver pagato l'uomo, uscì dal negozio soddisfatto.
La prima cosa che fece fu comporre il numero del suo migliore amico Minho e invitarlo a casa sua per fargli ammirare l'opera.

II
Minho e Jonghyun erano sdraiati sul tappeto della camera del secondo. Jonghyun si era infatti trasferito da pochissimo tempo in un monolocale.
"Ancora non riesco a credere che ti sei tatuato il nome di Kibum! Insomma... Tutti capiranno a questo modo. Sei veramente sicuro di aver fatto la scelta giusta?"
Minho era sempre stato impaurito dalla società coreana e dal modo in cui proibivano certi tipi di relazione definendoli innaturali e Jonghyun questo lo sapeva. Certo, il migliore amico non riusciva a capire che non bisognava nascondersi, che non ce ne era assolutamente nessun motivo. In troppe parti del mondo le persone omosessuali si nascondevano e Jonghyun si era stufato di questa cosa.
Presto avrebbe infatti chiesto a Kibum di trasferirsi insieme a lui in uno di quegli stati all'avanguardia dove le persone avevano ormai capito che amare una persona dello stesso sesso non significava essere figli del demonio.
"Minho, lo sai che non bisogna nascondere quello che si ha nel cuore..."
Jonghyun avrebbe tanto voluto prendere il migliore amico per le spalle e iniziare a scuoterlo con forza per fargli aprire gli occhi. Si stava uccidendo dentro solo perché non aveva il coraggio di ammettere quanto fosse innamorato anche lui di un ragazzo.
"Sì, sì... Come vuoi. Senti, ma Kibum è davvero all'oscuro di tutto? Cosa gli hai detto sul motivo per il quale in questa settimana non vuoi uscire con lui?"
Jonghyun aveva sogghignato mentre si accingeva a rispondere a quella domanda.
"Gli ho detto che sono rimasto indietro con gli studi, che se davvero vuole che venga al vostro festival scolastico allora devo rimanere barricato in camera per darci dentro con i libri!"
Minho annuì ridacchiando divertito: era strano che Kibum cascasse di fronte a una scusa del genere. Tutti loro sapevano che da quando Jonghyun aveva iniziato l'Università era cambiato.
Se a scuola era sempre rimasto indietro e aveva faticato a raggiungere anche solo la sufficienza, ora che aveva come materia principale la musica ci andava molto più che volentieri. Jonghyun era un autentico genio in quel campo, non aveva nemmeno bisogno di sbattersi troppo per ottenere il massimo dei voti, ma si vedeva il suo costante impegno per continuare a essere sempre e comunque il primo della classe.
"Io continuo a credere che tu sia un pazzo!"
Jonghyun sbuffò infastidito. Possibile che Minho non riuscisse a comprendere il suo punto di vista?
"A questo modo non avrò bisogno di urlare al mondo che Kibum è mio e io sono suo, il mondo già lo saprà guardandomi!"
Minho scosse la testa prima di sorridergli e prendere uno dei tanti fumetti che Jonghyun collezionava immergendosi nella lettura mentre Jonghyun si isolava in se stesso cercando di ricordare uno dei momenti più imbarazzanti e allo stesso tempo significativi della sua vita.

Jonghyun si stava masturbando sotto il getto dell'acqua calda. Il vapore prodotto dal calore aveva reso il vetro della doccia opaco.
Aveva iniziato dal petto accarezzandoselo con calma soffermandosi in particolar modo sui suoi capezzoli già turgidi: li pizzicava graffiandoli leggermente lasciando che le dita seguissero i sentieri formati dalle sue vene.
Gli piaceva la frizione che sapeva abilmente creare contro i suoi muscoli in pieno sviluppo mentre li toccava. Passare la mano sugli addominali o sul ventre gli provocava lunghi gemiti di piacere.
"U-Uhmm... Mmhh..."
Dopo qualche minuto si ritrovò a passare accuratamente le dita lungo tutto il suo membro già eretto partendo dalla base fino ad arrivare, molto lentamente, alla punta che stuzzicava con l'unghia dell'indice destro.
Le vene erano nitidissime sotto la sua pelle e lui si perdeva nel seguirle con la punta delle dita.
La mano sinistra era appoggiata contro il muro poiché le gambe faticavano a sorreggerlo da sole e parevano fatte di gelatina da quanto tremavano.
In quel momento non stava pensando a nessuna ragazza in particolare, si godeva semplicemente il momento. Aveva appena compiuto quindici anni e la pubertà aveva fatto la sua comparsa con le prime polluzioni notturne e il masturbarsi ogni volta che gli era possibile.
Alcuni volti delle sue compagne di classe gli passarono nella mente, ma Jonghyun non riusciva a focalizzarsi su nessuna di loro in particolare. Sembrava che nessuna riuscisse a farlo fermare abbastanza da eccitarsi alla sua sola vista.
Era più eccitante il masturbarsi in doccia quando sua sorella sarebbe potuta entrare senza bussare come faceva sempre, piuttosto che tentare in ogni modo di capire quale delle sue compagnette gli piaceva di più. Per lui erano tutte uguali, sia che avessero i capelli lunghi oppure corti, sia che fossero magre oppure più in forma. Persino il loro carattere non suscitava particolari reazioni in lui, non gli importava se alcune delle ragazze più ribelli si accorciavano la gonna e mostravano un pezzo in più di coscia.
Non sapeva se altri suoi compagni avessero già iniziato a provare certe sensazioni, Minho e Kibum non gli avevano detto nulla, ma neppure lui si era confidato con loro quindi non poteva essere certo di essere l'unico.
Ok, i suoi due migliori amici erano più piccoli di lui, ma potevano essersi sviluppati prima. Soprattutto Minho che già da bambino era una specie di gigante troppo cresciuto!
Sospirando i suoi pensieri si indirizzarono a Kibum con i suoi occhi felini e la sua mano destra, in modo quasi meccanico, iniziò a pompare più forte sulla sua erezione che sparse le prime gocce di pre-orgasmo tra l'acqua scrosciante che batteva contro il suo corpo.
"K-Kibum..."
Non riusciva più a cambiare immagine e mentre si masturbava sentendo il proprio corpo tendersi sempre di più, si sentì strano e in parte sbagliato. Non era corretto masturbarsi sul proprio migliore amico, giusto?
Era sbagliato, Kibum era un maschio come lui, non avrebbe dovuto pensarlo a quel modo!
"Kibum!"
Purtroppo il suo corpo non andava d'accordo con la sua mente e anche se Jonghyun aveva cercato di fermarsi pur di non arrivare all'orgasmo e rendere il tutto ancora più strano, la sua mano prese a stuzzicare la punta del suo membro finché non venne.
Le ginocchia gli cedettero e nonostante lui si tenesse appoggiato al muro della doccia, cadde a terra, lo sperma appiccicaticcio che veniva sciacquato via dall'acqua calda.
Jonghyun rimase a lungo a quel modo, per terra e con lo sguardo rivolto davanti a lui, immobile tra i suoi pensieri sentendosi sempre di più sbagliato, chiedendosi con quale coraggio avrebbe guardato Kibum negli occhi l'indomani.
"Non significa niente, quello che è successo è stato solo un errore, non significa niente!"

Significava qualcosa eccome quell'orgasmo provocato dalla sola immagine di Kibum tra i suoi pensieri, ma ci aveva messo del tempo a capirlo. All'inizio credeva fosse solo attrazione fisica, i suoi ormoni sballati e la ricerca di qualcosa di nuovo, ma si sbagliava.
Lui era innamorato di Kibum, si era innamorato di lui con il tempo. Rimanendo al suo fianco aveva compreso presto quanto fosse speciale il migliore amico e il legame che si era creato tra loro era divenuto sempre più forte.
"A Kibummie piacerà, vero?"
Minho sollevò lo sguardo da One Piece prima di rispondergli con una sonora e grassa risata.
"E io cosa potrei saperne? Dio, JJong, non dirmi che ti sei fatto tatuare senza indagare prima sulle preferenze del tuo ragazzo! Pensa se gli facessero schifo i tatuaggi, non riuscirebbe magari neppure più a guardarti! O... a toccarti!"
L'ultima parte del discorso l'aveva detto malizioso cercando di suscitare in Jonghyun il panico.
"Naaah, Kibum mi trova troppo sexy per poter rinunciare così facilmente a tutto questo ben di dio!"
Si era persino alzato in piedi mostrando i muscoli (muscoli che si era fatto passando ore e ore in palestra), pompandoli e gongolandosi nel suo auto-compiacimento.
"Allora perché diamine mi hai chiesto consiglio scimmia?!"
Jonghyun si avvicinò a lui prima di lasciarsi ricadere sullo stomaco del più piccolo con il sedere cercando di bloccarlo in quella posizione.
"Yaah! A chi hai detto scimmia? Rana! Sei una rana con gli occhi a palla, un gigante troppo cresciuto! Non capisco davvero come tu possa piacere a Jinki-hyung! Sei troppo brutto!"
Minho cercò di ribaltare le situazioni e ci riuscì alla fine, dopo un'estenuante rotolarsi da una parte all'altra della stanza. Una volta bloccato Jonghyun sotto il suo corpo lo guardò male, ringhiando appena.
"Finiscila con questa storia di Jinki. Jinki di qui, Jinki di lì. So che vorresti avere qualcuno uguale a te vicino oltre a Kibum-ah, ma io non sono gay, mettitelo bene in testa! Non sono tutti gay, Jonghyun! Non sono tutti come te!"
Jonghyun comprese di essersi spinto troppo in là. Minho era parecchio suscettibile sul fronte Jinki e di solito lui non gli parlava a quel modo, ma la sua pazienza aveva un limite e Minho l'aveva ormai oltrepassato da un pezzo.
"Fai come vuoi Minho. Se preferisci essere infelice e vivere nella tua tristezza e nel tuo dolore accomodati, fai pure! Non sarò di certo io a impedirtelo!"
Minho si rialzò tirandogli un calcio leggero che stava a significare che era arrabbiato con lui, ma non così tanto da mettere a rischio la loro amicizia. Solo quello che bastava per farlo andare via da lì senza nemmeno salutarlo.
Quando Jonghyun si ritrovò da solo si mise a osservare il soffitto pensando a Minho e al modo in cui gli era sempre stato vicino, persino quando gli aveva raccontato tutto riguardo ai suoi sentimenti verso Kibum.
Ricordava quel giorno come se fosse passato da poche ore.

"Minho... ti devo dire una cosa!"
Lui e Minho si trovavano seduti al limitare del parchetto situato a metà tra i loro quartieri. Avevano scelto quel posto come ritrovo ufficiale perché sia lui che Minho che Kibum ci mettevano esattamente lo stesso tempo per raggiungerlo, era la loro zona neutra, quella dove si erano conosciuti da piccoli e dove erano cresciuti.
"Cosa è successo? Hai una faccia... E' morto qualcuno?"
Jonghyun aveva scosso la testa prima di guardarsi impacciato le mani trovandole sudaticce. Si sentiva nervoso, non aveva idea di come avrebbe preso la notizia il migliore amico e lui era terrorizzato dall'eventualità di rimanere da solo.
Non era così facile scrollarsi di dosso l'idea di essere sbagliato. Certo, aveva iniziato a frequentare da qualche settimana alcuni forum sull'argomento, ma non erano serviti del tutto.
"No, non è morto nessuno... è solo che io ho capito una cosa di me stesso e non sapevo con chi parlarne e..."
Si vedeva che era spaventato, il suo incessante balbettare ne era una conferma. Minho gli prese la mano, stringendogliela senza dire nient'altro, come a fargli capire che poteva parlare liberamente con lui perché lo avrebbe ascoltato con attenzione.
"Avanti, dimmi tutto. Non ti prenderei mai in giro, lo sai. Non quando dal tuo sguardo capisco che è una cosa fin troppo seria!"
Jonghyun annuì ricambiando la stretta dell'altro prima di prendere un bel respiro e andare avanti con la sua dichiarazione.
"HoscopertodiesseregayediamareKibummiehopaurachequestopotrebbeallontanarvidame!"
Minho lo guardò sbattendo velocemente le palpebre. Jonghyun non aveva preso respiro tra una parola e l'altra, le aveva sputate fuori così velocemente che lui non era riuscito a capire niente.
"P-Parla più piano JJong, va tutto bene, parla più piano!"
Jonghyun spostò la sua attenzione alle sue scarpe come se all'improvviso i lacci bianchi delle sue converse nere fossero diventati più interessanti di Minho.
"Ho scoperto di essere gay e di amare Kibummie e ho paura che questo potrebbe allontarvi da me!"
Minho rimase in completo silenzio per diversi minuti, cosa che indusse Jonghyun a credere che il migliore amico fosse schifato da lui. Gli occhi gli diventarono lucidi e perse la presa sulla mano di Minho.
"M-M-Mi dispiace di... di... essere così, Minho!"
Minho lo guardò, i suoi occhi non sembravano esprimere disgusto, ma pura e semplice curiosità.
"Ho uno zio gay. E' andato a vivere in Canada insieme al suo ragazzo, ma i miei genitori non vogliono parlare di lui. So che esiste perché arrivano sempre le sue cartoline... Non so se umma o appa gli rispondano però!"
Jonghyun tremò lievemente a quelle parole. Cosa stavano a significare? Che anche lui come i suoi genitori avrebbe fatto finta che non esistesse? O che lo accettava perché anche suo zio era come lui?
"Non è una cosa così strana. Ne esistono tanti al mondo! Non so se anche Kibum lo sia, ma lo spero per te così potrete essere felici insieme..."
Jonghyun lo abbracciò e Minho lo ricambiò impacciato.
"Uhm... sono ancora tuo amico se è questo che ti stai chiedendo JJong!"
Jonghyun sorrise staccandosi da lui dopo un po', entrambi imbarazzati da quella manifestazione d'affetto e Minho, probabilmente per alleggerire l'atmosfera, spinse Jonghyun facendolo rotolare dalla collinetta.
"Yaaaaah rana, questa me la paghi!"
Il grido di Jonghyun risuonò in tutto il parchetto mentre, ridendo divertito, risaliva veloce la collina intenzionato ad acchiappare il migliore amico per dargli una bella lezione.

Minho probabilmente era stato impaurito quel giorno. Con il senno di poi si considerava profondamente fortunato, non tutti i ragazzi come lui potevano contare su qualcuno simile a Minho, su un migliore amico sempre pronto ad aiutarli e a sostenerli in certe scelte.
Certo, quel giorno mentre si confidava a lui non avrebbe mai pensato che anche Minho potesse essere omosessuale, ma dopo averlo visto alle prese con Jinki aveva compreso che il migliore amico tentava a tutti i costi di nasconderlo.
Lui e Kibum si divertivano spesso a trovare situazioni in cui Minho avrebbe incontrato volente o nolente Jinki. Forse per Minho era imbarazzante e crudele che i suoi migliori amici tentassero di farlo aprire dal suo guscio, ma Jonghyun credeva che se non ci avessero pensato loro, a lui, nessuno lo avrebbe fatto.

III
"JJongieeeeeee, hai voglia di prenderti un giorno di riposo dallo studio? Andiamo tutti in piscina e mi piacerebbe che ci fossi anche tu!"
Jonghyun si morse il labbro quando ricevette la telefonata di Kibum. Erano passati solo tre giorni da quando si era fatto il tatuaggio e non aveva ancora il permesso di esporlo alla luce del solo in modo diretto.
Andare in piscina con tutti gli altri e rimanere in vestito li avrebbe insospettiti: Jonghyun amava dare spettacolo di sé e dei muscoli che aveva costruito con fatica e sudore in palestra!
"Non posso. Sai che se potessi verrei senza battere ciglio, vero? Mi dispiace Kibummie, cerca di resistere! Quando ci vedremo sarà ancora più intenso così!"
Jonghyun poté sentire distintamente lo sbuffo frustrato di Kibum dall'altra parte del telefono, ma per quella volta il più piccolo avrebbe dovuto semplicemente accettare la sua risposta. Solitamente faceva di tutto per rendere felice Kibum, ma quel giorno proprio non poteva, non voleva rovinare la sorpresa.
"Va bene... Ma sappi che al festival dovrai scusarti per questi giorni passati senza di te!"
Lo aveva sentito praticamente urlare prima che il suono continuo del cellulare non gli confermò il fatto che il più piccolo gli avesse appena messo giù.
Jonghyun sapeva che Kibum non era davvero arrabbiato, aveva un modo tutto suo di esprimere le proprie emozioni perché non era in grado di lasciar uscire i suoi sentimenti come se niente fosse. Lui lo accettava e lo capiva.

Jonghyun tremava fermo come uno stoccafisso all'ingresso della scuola dove sia lui che Kibum erano alunni. Quest'ultimo sarebbe uscito di lì a poco, una volta terminata la sua sessione di studio avanzato di inglese.
Jonghyun ancora non si capacitava di quanto al più piccolo piacesse quella materia. Per quanto lo riguardava l'inglese era una materia ostica e complicata, pronunciare certe parole per lui era fin troppo difficile, se non impossibile.
Vedendolo avanzare da lontano arrossì violentemente. Tra le mani stringeva un mazzo di rose rosa, una varietà particolare che aveva faticato a recuperare. Non erano popolari quanto quelle rosse.
"Jonghyunnie? Cosa ci fai qui? Stai aspettando Sekyung?"
Sekyung era la sua ragazza, o meglio ex-ragazza. Jonghyun però non era lì per lei quel giorno, non aveva girato tutta la città alla ricerca dei fiori perfetti per lei, non aveva il cuore che gli tamburellava con forza nel petto solo a causa sua e soprattutto non arrossiva come una ragazzina alla sua prima cotta per Sekyung.
Per Sekyung non aveva mai provato niente del genere. Poteva infatti avvertire una sensazione come di fuoco liquido scorrere nelle sue vene, sensazione che con la ragazza non era mai affiorata, nemmeno durante i loro primi e goffi baci, neanche per quelli alla francese con tando di slinguazzamento passionale!
"In realtà stavo... a-a-a-aspettando te!"
Kibum lo guardò ignaro di ciò che stava passando nella sua testa e gli sorrise dolcemente.
"Vuoi chiedermi consiglio sui fiori per caso?"
Jonghyun scosse la testa senza riuscire a rispondere, insicuro. Sentiva la lingua come annodata stretta stretta su se stessa e il respiro stava divenendo così affrettato che aveva il terrore di poter avere un attacco di panico da un momento all'altro.
"Io stavo aspettando te, questerosesonoperteperchémisonoresocontochemipiacidavverodavverotantoKibummie!"
Come era successo con Minho anche questa volta Jonghyun parlò così velocemente da mangiarsi le parole. Kibum rimase di fronte a lui a sbattere più volte le palpebre.
Altri ragazzi passavano accanto a loro superandoli, chi salutandoli chi senza degnarli nemmeno di un'occhiata, ma per Kibum e Jonghyun non esisteva nessun altro che loro.
"Cosa hai detto Jonghyunnie? Non credo di aver capito bene."
L'espressione di Kibum era indecifrabile e Jonghyun si chiese più e più volte in quell'unico istante se fosse o meno una buona idea rivelargli il suo innamoramento. La paura di poter rovinare una splendida amicizia era sempre in agguato e lo faceva tremare come una foglia al vento.
Gli occhi di Kibum erano insondabili, non sembrava particolarmente teso o agitato, almeno a un occhio esterno. Jonghyun lo conosceva fin troppo bene ormai e sapeva che il piccolo tic che colpiva Kibum quando era in ansia si rivelava sottoforma di una debolissima contrazione delle labbra, contrazione che si stava ripetendo di fronte a lui da qualche secondo a quella parte.
Jonghyun sapeva anche che la serietà di Kibum rivelava il fatto che, molto probabilmente, nonostante si fosse mangiato le parole l'altro avesse capito alla perfezione cosa stava succedendo, ma volesse averne la conferma.
"Io... stavo aspettando te Kibummie. Questo perché mi sono reso conto che mi piaci davvero davvero tanto. Non posso farci niente, ho cercato di eliminare questo mio sentimento, ma rimane ancorato al mio cuore e mi fa male. Non riuscivo più a continuare a questo modo, avevo bisogno di parlartene!"
La confessione uscì leggermente diversa da come se l'era immaginata, ma ormai aveva sputato fuori tutto. Stava a Kibum decidere se dargli o meno una possibilità.
Il più piccolo prese il mazzo di rose dalle sue mani, lo osservò in silenzio e poi spostò la sua attenzione su di lui che sentiva il cuore stretto in una morsa gelida in attesa dell'inevitabile.
"Sono delle splendide rose."
Jonghyun gli sorrise indietreggiando di un passo, così spaventato dal sentirgli dire qualcosa di brusco e crudele nei suoi confronti dall'essere tentato di scappare lontano per non sentirlo dire qualcosa come "Mi dispiace, ma io non sono gay. Ora che mi hai rivelato che ti piaccio non so se riuscirò a rimanerti vicino come sempre, è difficile sapendo che da me vorresti avere altro, qualcosa di più!".
"Credo che lascerò Nicole."
A Jonghyun bastarono quelle poche parole per capire. Quell'unica affermazione fu capace di far sgorgare una risata dal profondo della sua anima, il sorriso che si espandeva sul suo volto mostrando le sue emozioni.
"Sono felice Kibummie, sono felice!"
Lasciare Nicole, la sua fidanzata, significava che era pronto a provarci con lui, no?
Non gli serviva altro, gli era bastato quello per capirlo.

Kibum aveva davvero lasciato Nicole subito dopo aver ricevuto i fiori. Jonghyun era rimasto sconcertato dalla velocità con cui avevano messo fine al loro rapporto.
Ricordava alla perfezione tutte le domande che si era fatto nei giorni a seguire, quando Kibum si scioglieva sempre di più accanto a lui permettendogli persino di prenderlo per mano quando tornavano a casa da scuola.

"Hai lasciato Nicole subito. Lei... come l'ha presa? Le hai detto il motivo per la quale la lasciavi? E' stato tutto così veloce e mi sono sempre chiesto come fosse possibile. Insomma, non mi sei sembrato neppure un po' sconvolto dal modo in cui mi sono proposto, dal fatto che fossi gay e che tu mi piacessi!"
Kibum gli aveva sorriso timidamente nascondendosi dietro i lunghi capelli castani che gli ricadevano in ciocche scomposte sul bel volto. Gli occhi allungati e dalla forma felina erano fissi sul profilo del più grande mentre camminavano mano nella mano lungo la via del loro parco preferito, quello dove gli alberi dalle lunghe frande sembravano circondare il sentiero come in una favola, come a proteggerli con la loro forza.
"Perché io e Nicole non stavamo davvero insieme. Io volevo solo... solo farti ingelosire!"
Jonghyun si era fermato nel bel mezzo del sentiero con il rischio che qualche ciclista gli andasse addosso e si era voltato verso Kibum con un'espressione così sconvolta e allo stesso tempo buffa che il più piccolo non poté fare a meno di trattenere una risata che riuscì in qualche modo a cammuffare in un colpo di tosse.
"Io ti piacevo da tempo?!"
Kibum annuì e poi, per proteggersi dalle sue stesse emozioni e dalla sua timidezza, gli allungò un gancio destro colpendolo sulla spalla.
"Yaah, stupido dinosauro! Cosa vuoi che ti dica, eh?!"
Jonghyun ridacchiò attirandolo a sè per baciargli la guancia.
"Stupido, non lo sapevi che io ti seguivo passo passo perché ero così geloso di te da essere praticamente diventato uno stalker? Avevo bisogno di esserti vicino e di controllare cosa facevate tu e Nicole. Vi ho visti baciarvi! Mi sono messo insieme a Sekyung come ripicca!"
Kibum sospirò prima di staccarsi da lui e iniziare a camminare senza guardarsi indietro ben sapendo che Jonghyun l'avrebbe seguito come un docile cagnolino.
"Sei uno stupido dinosauro. Cosa dovevo fare per farti capire che mi piacevi più di baciarmi con lei quando sapevo che tu ci stavi guardando?! Stupido, stupido dinosauro!"
Ovviamente lo stava offendendo a quel modo carino solo perché era troppo timido per ammettere che gli piaceva il modo in cui Jonghyun aveva confessato di averlo seguito perché geloso marcio.

Non poteva prendersela del modo in cui gli rispondeva Kibum perché lo conosceva, perché sapeva a menadito ogni più piccola inflessione nella sua voce, perché era in grado solo guardandolo negli occhi di capire se fosse o meno felice.
Per lui Kibum era come un libro aperto.

IV
Dopo una settimana Jonghyun sorrise guardando il calendario dove aveva sbarrato con una grossa X nera i giorni che lo separavano dal grande evento. Quel giorno la scuola di Kibum organizzava un festival scolastico e il più piccolo era a dir poco eccitato dall'idea di andarci insieme a lui.
Non erano in molti a conoscere la loro relazione, solo gli amici più stretti e la loro famiglia, ma erano in tanti quelli che l'avevano capito dai gesti più o meno evidenti che avevano sempre avuto tra loro fin da quando Jonghyun frequentava la stessa scuola.
Ora che l'aveva terminata era più difficile che gli alunni più giovani fossero a conoscenza di quella relazione. In più sia Kibum che Jonghyun si sentivano particolarmente frustrati dalla non-possibilità di vedersi tutti i giorni come prima, di pranzare insieme, o semplicemente di fare la strada del ritorno mano nella mano.
Erano piccole cose, certo, ma comunque contavano nel complesso generale, per questo Jonghyun non stava più nella pelle.
Erano troppi giorni che non lo vedeva e le lunghe chiacchierate al cellulare non erano abbastanza, né per lui né per Kibum. Certo, per quest'ultimo era ancora più difficile accettare la situazione visto che non capiva il motivo per il quale Jonghyun rifiutasse persino di vederlo a casa sua.
Jonghyun non poteva spiegargli che era una sorpresa, che doveva pazientare e attendere, e la mera scusa dello studio non era più sufficiente!
Dopo essersi fatto una doccia calda, si vestì accuratamente scegliendo una canotta nera che avrebbe coperto il suo tatuaggio finché non avesse voluto mostrarlo in tutto il suo splendore a Kibum. Doveva essere una sorpresa quindi l'altro non doveva vederlo così, senza preparazione e all'improvviso, o avrebbe guastato ogni cosa.

From: Kibummie <3
Subject: Vieni o muori!
Scimmia! Scimmione! Dinosauro scimmione! Se non ti presenterai oggi alla fiera considerati uno scimmione morto! Ti scoverò dovunque tu possa nasconderti, fin sui rami degli alberi se sarà necessario!
YAAAAAAAAAAAAAAH! Non farmi pentire di aver creduto in te!

Jonghyun ridacchiò nel ricevere quel messaggio da parte di un Kibum decisamente ansioso all'idea che lui non si presentasse come pattuito alla fiera scolastica.

From: Dino JJongie *O*
Subject: Tranquillizzati artigli feroci
Ritira gli artigli, gatto. Sarò lì tra poco! Te lo avevo promesso e io mantengo sempre le promesse! Un bacio messaggiato mentre aspetti quello reale che ti darò tra poco!

Non ci mise molto ad arrivare di fronte alla scuola di Kibum dove tutto era già stato preparato. Vi erano numerose bancarelle poste per tutto il cortile, ma sapeva che lo spettacolo non si fermava lì. Anche alcune classi erano state adibite a negozietti in cui potersi gustare qualcosa di buono preparato proprio dagli studendi. Una volta notato Kibum vestito da cameriere girare per il cortile lo raggiunse squadrandolo con quasi la bava alla bocca. Kibum era più che stupendo con addosso una semplice camica bianca, un gileto nero e pantaloni abbastanza aderenti dello stesso colore. Le mani erano guantate di bianco e reggeva con nonchalancè un vassoio pieno zeppo di biscotti al cioccolato. Ovviamente non poté fare a meno di rubarne un paio e mettersi a mordicchiarli come se niente fosse.
"Jonghyunnie! Finalmente mostri di nuovo la tua grassa faccia!"
Jonghyun ridacchiò e dopo essersi sollevato appena sulle punte (Odiava il fatto che Kibum fosse più alto di lui. Anzi, che chiunque fosse più alto di lui!) lo baciò sulle labbra godendosi il cambiamento di espressione di Kibum che da un broncio passò a un sorrise sincero e particolarmente dolce.
"Te l'avevo detto che sarei venuto, non devi mai dubitare di me, 'Bummie!"
Kibum gli sorrise anche se avrebbe voluto non farlo: il suo carattere era fatto così e Jonghyun lo sapeva bene. Era parecchio orgoglioso e preferiva riceverle le scuse piuttosto che farle, in più il rispondergli male a volte era la sua unica difesa ai suoi sentimenti fin troppo complessi e profondi.
"Finisco tra circa due ore il mio turno, poi potremo girare per la fiera senza problemi, indisturbati. Mentre aspetti potresti andare in palestra... C'è Minho e lui adesso non sta lavorando!"
Jonghyun annuì e dopo aver dato una palpata a Kibum in pieno pubblico, guardando possessivo le varie ragazze e i vari ragazzi attorno a loro di modo da far capire a chiunque che Kibum era suo e che nessuno poteva toccarlo senza vedersi le proprie mani tranciate via di netto da lui.
"Va bene, allora mi troverai lì quando finirai il tuo turno!"
Si mise a camminare verso la palestra sorridendo tranquillo sapendo che se il suo ragazzo non lo voleva intorno in quel momento non era per qualcosa di strano come il vergognarsi di lui, ma perché doveva concentrarsi sul suo lavoro e sapeva benissimo che lui non glielo avrebbe mai permesso mettendosi a baciarlo a ogni passo e in ogni luogo, o tocchinandolo dappertutto perché non riusciva mai a tenere le mani a posto.
"Minho! Che fai?!"
Minho si voltò riconoscendo la voce del migliore amico. Non gli aveva scritto da quando avevano pseudo litigato per la faccenda di Jinki, ma ormai era acqua passata, per questo gli andò incontro abbracciandolo brevemente.
"Volevo fare una partita a basket, ma il campo è occupato da una classe che ha portato qui il loro banchettino di articoli sportivi. Tu invece?"
Jonghyun fece spallucce guardando l'amico negli occhi.
"Niente. Kibummie sta lavorando quindi mi ha mandato a zonzo in modo che non lo disturbassi troppo, sai come è fatto... Ma quello non è Jinki-hyung?"
In effetti era proprio Jinki quello che era entrata dall'ingresso laterale della palestra, proprio davanti a loro e subito Minho alle parole di Jonghyun si voltò per poterlo guardare.
"Sì... E' lui... Mi chiedo cosa ci faccia qui visto che non frequenta questa scuo..."
Le parole morirono in gola a Minho quando vide Jinki abbracciare una ragazza bionda. Jonghyun ridacchiò vedendo Minho morire per quel gesto: dopotutto non si sbagliava quando gli ripeteva che era ovvio e palese quanto sbavasse dietro a quel ragazzo.
"Chi è?"
Jonghyun guardò la ragazza alla domanda di Minho e sorrise nel riconoscerla. Park Luna, una delle poche ragazze che insieme a lui frequentava il club di musica.
"E' Park Luna. Frequentava con me il club di musica, ha due anni in meno di me e, a quanto ne so, è anche forte atleticamente. Ha vinto la competizione del salto in alto l'ultimo anno!"
Minho lo guardò e poi guardò nuovamente la ragazza.
"Oh... Hai ragione. Quella volta gli avevo anche fatto i complimenti. Però... è... dimagrita, o ha fatto qualcosa perché non sembra più lei!"
In effetti Luna una volta era un po' più grossa per la sua altezza, non obesa, ma forse leggermente in sovrappeso mentre ora la sua figura era esile e parecchio longilinea, con i lunghi capelli biondi che gli arrivavano a metà schiena incorniciandole il viso allungato, quasi elfico nei lineamenti sottili.
"Uhm, è dimagrita. Che c'è? Sei geloso perché lei è davvero una bella ragazza e il tuo hyung la sta abbracciando come se si conoscessero da una vita? Forse è proprio così, o forse chissà... Lei è la sua ragazza e te lo ha portato via per sempre!"
Minho spinse Jonghyun con forza sperando di vederlo cadere a terra come un sacco di patate prima di voltargli le spalle e correre via, ferito non tanto dalle parole del miglior amico che era sempre stato uno stronzo in quel campo, ma da quello che aveva visto. Jinki era fin troppo vicina a quella Luna e lo aveva visto baciarle la guancia mentre l'abbracciava.
Poteva anche non voler ammettere a se stesso di essersi preso una cotta allucinante per quel ragazzo più grande di lui, ma non poteva di certo ingannare il suo cuore che batteva con forza anche senza la sua volontà.
Jonghyun sospirò e sapendo che se lui non avesse fatto qualcosa quei due non ce l'avrebbero mai fatta a realizzare il loro sogno, si avvicinò a Jinki con un sorriso.
"Lee Jinki, giusto?"
Jinki annuì voltandosi verso di lui. Il suo sorriso era forse più dolce del suo ed era tutto merito dei denti davanti lievemente sporgenti, proprio come quelli di un coniglio. Da quanto aveva saputo in giro -i ragazzi non riuscivano mai a farsi gli affari loro quando c'era da spettegolare su qualcuno- Jinki li aveva a quel modo per via di una spiacevole caduta avvenuta quando era ancora un bambino. Aveva poi deciso di non operarsi e di non mettersi un apparecchio perché, a detta sua, gli piacevano anche così e la struttura dei suoi denti non gli causava nessun problema alla sua voce.
"Giusto... Tu sei...?"
Jonghyun inchinò brevemente la testa prima di presentarsi, dopotutto l'altro era più grande di lui anche se solo di un anno.
"Kim Jonghyun. Siamo in Università insieme, solo che tu sei un anno avanti, hyung."
Jinki annuì e sorrise. Jonghyun sapeva che probabilmente conosceva già il suo nome visto tutte le volte che aveva seguito Minho, ma non aveva voluto buttarglielo lì così all'improvviso perché l'avrebbe fatto sicuramente scappare o agitare dall'imbarazzo.
"Forse conosci il mio migliore amico. Si chiama Choi Minho... Sai... Vorrebbe delle lezioni di canto, ma io non posso dargliele perché non ho pazienza e mi viene voglia di ucciderlo ogni volta che apre bocca. Per questo ho pensato a te, hyung!"
Jinki sbatté piano le lunghe ciglia nere a quell'affermazione. Jonghyun poteva leggere lo schock nei suoi occhi, ma anche la felicità per quella proposta. Oh, lui sapeva che non si stava sbagliando. Lui non si sbagliava mai!
"Mi piacerebbe molto dargli qualche ripetizione. Lo faccio anche gratuitamente, eh...!"
Jonghyun sorrise soddisfatto: se Jinki non si sarebbe fatto pagare significava che non vedeva l'ora di dare quelle ripetizioni a Minho e che pur di non lasciarsi scappare l'occasione era disposto a qualsiasi cosa.
"Puoi trovarlo qui vicino! Sono sicuro che si è fiondato al banchetto delle caramelle che ho visto all'ingresso! Perché non gli dai tu la buona notizia? Io ora devo scappare!"
Jinki annuì incerto, quasi insicuro, ma prima che potesse dirgli di no, che era meglio che gliela desse lui quella notizia, Jonghyun era già corso via.

Obsession (II)

rp: kim jonghyun, rp: lee jinki, p: choi minho/lee jinki, x: romance, #birthday, p: kim jonghyun/kim kibum, rp: kim kibum, l: italian, #oneshot, x: au, x: slash, rp: choi minho, fanwork: fanfiction, r: nc17, g: shinee

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