TITOLO: Sympathy For the Devil.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Au. Angst. Romantica. Introspettiva.
RATINGS: NC17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } ; Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } .
RIASSUNTO: Quando Lucifero era caduto "perdendo" le sei ali divine ed ottenendo in cambio dodici ali demoniache, Harziel si era chiesto a lungo cosa lo avesse portato a comportarsi in quel modo.
...
“Ieri Jinki ha trovato delle fotografie che sembrerebbero riprodurre il luogo della caduta di un paio di angeli.”
NOTE: Questa fanfiction è dedicata interamente alla mia Bummie (
yuya_lovah). Spero che possa continuare a piacerti fino alla fine! Ti voglio davvero tanto bene <3! Spero di farti emozionare con questa fanfiction, sto cercando di scrivere al mio meglio per poterti dedicare qualcosa di veramente bello! *___*! A te, che sei la mia migliore amica!
THANKS: A
yuya_lovah che mi ha incoraggiata (e mi sta incoraggiando) durante la scrittura. A
yuya_lovah, perchè l'ha betata. A
yuya_lovah che ha creato anche il magnifico bannerino che questa fanfiction possiede!
PAROLE: Per questo capitolo: 2683, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI:
Prologue ;
#01 ;
#02 ;
#03 ;
#04 ;
#05 ;
#06 ;
#07 ;
#08 ;
#09 #10 ;
#11 #12 #13 #14Chapter #15 : Secrets and Lies
"Lucifero ci ha inviato una richiesta d'aiuto."
Castiel aveva guardato Michele mentre teneva in mano la pietra dorata arrivata fino a lui.
"La terra sta per scoppiare e noi dobbiamo decidere se aiutarlo o meno a salvare la razza umana. Per quanto mi riguarda non è neppure da porre una domanda del genere: io lo aiuterò."
Michele annuì e fece un segno a Gabriele, che si pose all'istante accanto a lui, uno sguardo risoluto sul viso gentile.
Quello che non si aspettavano fu che Uriel, l'Arcangelo del pentimento che vegliava sul tuono ed il terrore, ascoltando le loro parole da poco lontano intervenisse nella discussione con una smorfia di puro disgusto ad arricciargli le labbra.
"Se nostro padre ha scelto per quegli esseri pieni d'odio l'Apocalisse, chi siamo noi per cercare di contrastare la sua venuta? Lasciate che sugli esseri umani incomba il volere divino. Dalle loro ceneri risorgerà un mondo nuovo e privo di quel dolore e quella rabbia propri di questa razza."
Castiel aprì le sue quattro ali ponendosi di fronte a Uriel. La loro forza non si equivaleva poiché quest'ultimo era stato da sempre designato come uno dei quattro Arcangeli della profezia riguardo all'Apocalisse.
"Tu parli in questo modo solo perché sei uno dei quattro! Non vedi l'ora di poter mettere le mani su tutte quelle anime umane, vero? Se decidessi che non si sono pentite potresti inglobarle all'interno della tua Grazia e questo ti permetterebbe di ergerti ancora più potente tra noi, più potente persino dei due Serafini nati per primi, Harziel e Lucifero! Sei assetato di potere Uriel, lo sei sempre stato, ma da quando Harziel non è più tra noi stai sgomitando un po' troppo! Dovresti capire quale è il tuo posto e rimanerci!"
Castiel aveva alzato la voce nonostante il suo tono fosse abbastanza serio da essere ascoltato in ogni caso, senza fiatare di rimando. Uriel però non ne sembrò per niente impressionato, anch'egli aprì le ali con un sorriso sghembo.
"Credi di farmi paura, fratello? Hai così poca forza nelle tue ali che non potresti neppure farmi il solletico!"
Prima che Castiel potesse in qualche modo ribattere, una luce bianca li colpì e la loro attenzione fu tutta per l'arrivo di Seraphiel, il Serafino del silenzio. In termini gerarchici, quel Serafino, era persino più importante degli stessi Harziel e Lucifero (nonostante questo non significasse che fosse anche più potente di loro).
"Uriel fai silenzio. Castiel ha ragione, è nostro dovere proteggere gli esseri umani. Nostro padre non ha aperto l'Apocalisse e non è ancora venuto il momento di decidere il destino di quella razza. Noi tutti ci batteremo affinché la terra possa sopravvivere, quindi anche tu, fratello, sei pregato di dare il tuo contributo." Vedendo che l'Arcangelo stava aprendo la bocca per ribattere in qualche modo alle sue parole, Seraphiel aprì anche le ultime due delle sue maestose ali e lo bloccò in anticipo. "Non ammetto repliche, Uriel. Fai come ti dico o ne subirai le conseguenze!"
Seraphiel non era mai stato un angelo famoso per la sua eterna pazienza, non era Castiel, e preferiva agire piuttosto che rimanere fermo a discutere e quindi Uriel seppe che era arrivato il momento di desistere.
Castiel, Michele e Gabriele sorrisero soddisfatti a Seraphiel e nessuno di loro notò l'odio negli occhi di Uriel, odio che si sarebbe presto rivelato accecante.
Se solo lo avessero visto, avrebbero potuto prevenire una guerra celeste creata proprio dai quattro arcangeli dell'Apocalisse.
Lucifero si stava spezzando. Il potere sprigionato da Patroclus era fin troppo potente e la sua Grazia, già in parte spezzettata per poter inviare un messaggio in paradiso, stava letteralmente bruciando. Il dolore era troppo da poter sopportare: mille aghi incandescenti ricoprivano il suo intero corpo umano.
Quel contenitore non era fatto per poter sopravvivere a tale potere e Taemin stava letteralmente soccombendo.
Sapeva per certo che i suoi fratelli avevano accettato di aiutarlo perché aveva sentito parte della sua Grazia venire invasa dal potere accecante di Seraphiel, ogni angelo infatti possedeva un tratto personale che permetteva ai fratelli di distinguere la sua forza da quella degli altri, ma Lucifero sarebbe morto comunque.
Non aveva più forza e dopo aver aiutato Jonghyun a proteggersi da Raziel, tutta la sua Grazia sarebbe esplosa lasciando il suo stesso contenitore a vedersela con una caduta nel vuoto. Taemin non sarebbe sopravvissuto e probabilmente il suo corpo non sarebbe mai stato ritrovato: una caduta da quell'altezza lo avrebbe letteralmente ridotto in pezzi troppo piccoli per essere recuperati e rimessi insieme.
Sapendo che non gli rimaneva più molto tempo, decise di utilizzare una parte della sua Grazia per lanciare un messaggio ad Harziel. Non sopportava l'idea di andarsene per sempre senza rivelargli ciò che aveva finalmente compreso.
"Orietur in tenebris lux tua!"
Dopo aver sentito un pezzo della propria Grazia abbandonare per sempre il suo corpo, chiuse gli occhi sentendosi sempre più debole. Non era sicuro di essere riuscito ad eliminare per sempre la Grazia dal corpo di Jonghyun, non era nemmeno sicuro che gli angeli sarebbero riusciti a fermare la scissione della magnetosfera, ma non aveva più forze. Avrebbe potuto usare parte dell'anima di Jinki per riuscire a trattenere il controllo dei suoi poteri ancora per un po', ma non poteva farlo.
Jinki sarebbe morto insieme a lui in quel caso e quell'umano gli aveva dato fin troppo per chiedergli persino la vita. In più sapeva che una volta che lui non ci fosse più stato, Jinki avrebbe potuto sprigionare l'amore che tratteneva rinchiuso nel cuore per colpa sua ed avrebbe vissuto il suo finale felice proprio come nelle favole.
Dopo aver sorriso ripensando un'ultima volta a quanto amasse il suo stesso fratello, la sua Grazia scoppiò rigettandosi fuori dal corpo del povero Taemin mentre esso iniziava la sua caduta libera nel vuoto.
"Repello te, angelus! Repello te, spiritum!"
Minho guardava il corpo del migliore amico squassato da convulsioni che lo facevano piegare in posizioni sconcertanti, che gli ricordavano in qualche modo un film horror visto poco tempo prima "L'esorcista", ovviamente tutto ciò non lo tranquillizzava e fu per questo che prese il cellulare tremando per chiamare un'ambulanza.
Non gli importava più della promessa fatta a Jonghyun quando erano più piccoli, non gli importava di quanto il più grande odiasse gli ospedali e di quanto avrebbe poi odiato lui per avercelo portato, non poteva permettere che morisse a quel modo senza fare niente.
"Perché non ti piacciono gli ospedali, Jonghyun-hyung?"
Un bambino di otto anni guardava il migliore amico con occhi resi enormi per la curiosità che solo un bambino poteva avere.
"Lì... Lì è morta la mia nonna. Nessuno è riuscita a salvarla nonostante io stessi piangendo cercando di ottenere la loro attenzione! Erano tutti troppo impegnati a fare altro... Gli ospedali fanno schifo, Minho! Lì la gente muore. Quando entri in un ospedale poi non fai più ritorno!"
Il terrore provocato in quel posto era stato troppo grande per un bambino piccolo che non era riuscito a comprendere che se sua nonna era morta, non era stata colpa dell'ospedale in sé, o dei medici che ci lavoravano, ma dal fatto che ormai non c'era più niente da fare.
"S-Sì... Sì... ha... ha le convulsioni, parla dicendo cose che non capisco! Delira! Ha la febbre molto alta e... Vi prego, fate in fretta! Non può morire!"
Minho non piangeva spesso, anzi, si riteneva uno di quei ragazzi stoici che per esprimere le proprie emozioni hanno altri modi che piangere come un moccioso, ma in quel momento le lacrime si riversavano lungo le sue guance arrossate. Gli occhi erano gonfi e la sua mano tremava quando cercò di accarezzare la fronte di Jonghyun.
"Lucifero!"
Quando Jonghyun scattò con il corpo in avanti, i capelli che gli ricadevano sudati e scomposti sulla fronte, gli occhi cerchiati di nero e le labbra quasi viola, Minho lo osservò terrorizzato. Non sembrava più il suo migliore amico in quel momento, la febbre lo aveva cambiato a tal punto da farlo assomigliare ad un'altra persona.
"Shh, hyung, va tutto bene! Ci sono qui io e tra poco verranno ad aiutarti. Devi solo resistere ancora un po'! Non addormentarti, va bene? Ascolta il suono della mia voce e non chiudere gli occhi... Qualunque cosa accada, ti prego, non chiudere gli occhi..."
Al telefono gli avevano raccomandato di mantenerlo cosciente perché se avesse chiuso gli occhi finendo per addormentarsi, avrebbe potuto non svegliarsi più, per questo quando notò Jonghyun tornare a distendersi sul materasso, il corpo tremante, le labbra cianotiche e gli occhi che iniziavano a chiudersi, cominciò a piangere ancora più forte.
"No! Hyung! Hyung, ti prego! Tieni gli occhi aperti! Guardami, hyung! Guardami!"
Ma Jonghyun non lo guardava più nonostante Minho lo stesse scuotendo più forte che poteva, singhiozzando sul suo petto. Jonghyun aveva chiuso gli occhi prima che i soccorsi arrivassero a salvarlo, proprio nello stesso momento in cui l'aveva fatto Lucifero cadendo poi nel vuoto.
In quell'istante anche un'altra persona perse il contatto con il mondo esterno, Jinki svenne sul tetto della torre più alta dell'intera Corea del Sud e non riuscì a vedere gli angeli accorrere da ogni parte del paradiso per riversarsi sulla terra, capitanati dagli angeli più importanti e potenti.
Non li vide cercare di salvare l'intera razza umana con i loro poteri, non li vide vagare in lungo ed in largo tentando di accumulare il loro potere per contrastare non solo l'avanzata di Patroclus, che Lucifero non era stato in grado di assorbire del tutto, ma anche la scissione dell'atmosfera.
Non vide nulla perché il suo mondo era diventato completamente nero ancora una volta, proprio come tutto era iniziato.
"Lee Jinki svegliati! Sei stato chiamato per essere un servo del Signore! Il tuo corpo, la tua mente e la tua anima verranno utilizzati per uno scopo superiore: quello che dovrai fare sarà ascoltarmi ed ubbidirmi. Io sono Lucifero, sono uno dei Serafini più importanti e potenti del paradiso e ho scelto te come mio aiutante."
Jinki aprì lentamente gli occhi trovandosi di fronte un'ombra nera e minacciosa che sembrava riuscire ad espandersi in tutta la sua camera. Rannicchiandosi tra le lenzuola, scosse la testa credendo di stare ancora sognando: gli angeli non esistevano nella realtà!
"Lee Jinki, sono Lucifero e tu sei fin troppo miscredente ai miei occhi. Se vuoi un segno del mio potere ti accontento subito!"
Il corpo di Jinki fu attraversato da una scarica elettrica che lo fece tremare quasi avesse le convulsioni, dopodiché iniziò a volteggiare a circa dieci centimetri dal suo materasso. Terrorizzato, iniziò ad agitarsi e Lucifero lo lasciò ricadere sul letto con uno sbuffo spazientito.
"Allora, inizi a capire che tutto questo è reale e non è solo un sogno creato dalla tua bizzarra mente? Se voi esseri umani non inizierete ad essere un po' più forti, Dio continuerà a fare di voi ciò che più gli aggrada. E' anche per questo che mi serve il tuo aiuto, la mia missione prevede in tempi futuri anche la vostra salvezza!"
Prima di tutto prevedeva il salvataggio del suo amato fratello, ma poi grazie al suo aiuto e a quello dell'altro arcangelo, sarebbero riusciti a tornare in paradiso e ad apportare vari cambiamenti.
"P-P-Perché proprio io?!"
Lucifero sorrise sapendo già che Jinki gli avrebbe posto quella domanda. Gli esseri umani di per sé non potevano mai credere di essere stati scelti come eroi per la realizzazione di un mondo migliore.
"Hai molto amore nel tuo cuore e io non posso usare un essere umano che non sia puro quanto lo sei tu. So che ami una persona e so che daresti qualsiasi cosa per questa persona. Io non posso comprendere appieno questo sentimento, ma è l'unico che posso usare per far attecchire il mio potere. Mi serve comunque che tu scelga di aiutarmi poiché voi esseri umani siete governati dal libero arbitrio!" la voce di Lucifero era particolarmente roca mentre guardava il ragazzino tremare più forte a causa delle sue parole.
Gli bastava un leggero sì e poi avrebbe proiettato nella mente di quel ragazzino il suo potere facendogli credere intensamente agli angeli per poterlo usare.
"Io... Io non posso! Ho tante cose da fare! Devo ancora dirgli che lo amo! Non puoi prendere la mia vita... ti prego, non puoi..."
Purtroppo per Jinki, Lucifero non poteva utilizzare nessun altro per i suoi piani. Nessuno era vicino a Harziel e Raziel quanto lui, nonostante non potesse rendersene conto. Aveva già provato a controllare l'altro loro amico, Minho, ma la sua anima umana era troppo forte e determinata per essere controllata da lui. Persino con un sì, l'altro ragazzo non sarebbe mai stato facile da governare come lo era invece Jinki, molto più malleabile e puro.
"Vuoi davvero vedere il tuo mondo venire distrutto a causa della tua ritrosia? Vuoi davvero che tutte le persone a cui vuoi bene vengano spazzate via solo perché non hai voluto dirmi di sì? Moriranno, Jinki. Moriranno i tuoi genitori, i tuoi amici... morirà Minho!"
Per l'ultimo nome, Lucifero, proiettò nella mente del povero ragazzino l'immagine di un Choi Minho in fin di vita che lo guardava con i suoi occhi pieni di dolore mentre gli chiedeva con un filo di voce Perché non hai detto di sì, hyung? Perché non ci hai salvato tutti?"
Jinki scoppiò a piangere nel vedere nella sua mente il suo Minho morire a causa sua e non poté fare a meno di accettare il suo nuovo destino: per salvare Minho avrebbe fatto qualsiasi cosa!
"V-Va bene! Va bene! Farò qualsiasi cosa tu voglia, ma tu... tu devi promettermi che li salverai! Che lo salverai!"
Lucifero aveva sorriso promettendoglielo con tono saldo e convincente prima di prendere il controllo sulla mente del ragazzino.
Ogni immagine dell'amore per l'altro ragazzo venne offuscata, rimpiazzata con un amore accecante ed indissolubile per gli angeli e, sopra il suo letto, accanto al suo corpo ancora rannicchiato, venne adagiato un libro contenente tutto ciò che Jinki doveva conoscere per aiutarlo.
Lucifero si avvicinò a lui da dietro, in tutto quel tempo gli aveva mostrato la sua ombra per non accecarlo ed ucciderlo, e gli baciò la testa facendo cadere il ragazzo in un sonno profondo.
"Castiel, cosa stai facendo? Non abbiamo tempo per controllare ogni singolo umano che sembra stare male!"
Seraphiel richiamò l'Arcangelo con fare duro, ma Castiel non si voltò per tornare ai propri doveri. Stava accarezzando la fronte del ragazzino trovandolo fin troppo freddo.
"No, aspetta. Porta dentro di sé molta energia angelica. Credo che Lucifero lo abbia in qualche modo controllato ponendogli un po' della sua Grazia. Non posso lasciarlo a questo modo, ora che Lucifero non si sente più, segno che la sua Grazia è scomparsa del tutto dal suo corpo, non posso lasciarlo. Potrebbe morire, Seraphiel, se non facciamo qualcosa. Lo sai anche tu!"
Seraphiel scosse le ali in un segno di vaga impazienza.
"Bene, ma sarai il solo ad occupartene, tutti gli altri angeli hanno già i loro doveri. Sbrigati Castiel, non abbiamo molto tempo..."
Castiel annuì guardando il fratello volare via velocemente prima di tornare a porre la sua attenzione a Jinki. Prese a riscaldarlo con la sua energia, dopodiché lo prese tra le braccia sollevandosi in volo insieme a lui. Dopo essere arrivato di fronte ad un ospedale, lo appoggiò davanti ad esso guardandolo per un'ultima volta.
"Sei stato forte... chiunque tu sia, sei stato forte se sei riuscito a trattenere la sua energia nel tuo corpo così a lungo. Sei un essere puro, non cambiare mai!"
Sapeva che il ragazzo non poteva sentire la sua voce, ma Castiel si sentiva quasi in dovere di rivolgergli quelle parole, come se a quel modo, l’umano, potesse comprendere quanto fosse stato importante il suo contributo. Dopo avergli appoggiato una mano sul petto, estrasse le ultime parvenze di Grazia nel suo corpo e sorrise ritornando dai suoi fratelli.
Avevano un compito da portare a termine: salvare il mondo.