Paura del buio : Epilogue - Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo

Jun 12, 2011 13:22





TITOLO: Paura del buio.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: LongFiction. Au. Angst. Malinconica. Romantica. Pwp. Presenza di scene violente. Non consensuale. Role-play. Crossover. Crossdressing.
RATINGS: NC17.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Choi Minho, Lee Jinki { MinEw } ; Kim Kibum, Kim Jonghyun { JjongKey } ; Jung Yonghwa, Lee Hongki { YonKi } ; Lee Changsun, Bang Cheolyong { JoonMir } ; Park Hyojin, So Ga-In { NarIn } ; Cho Kyuhyun, Lee Sungmin { KyuMin } ; Choi Siwon, Kim Heechul { SiChul } ; So Ga-In, OC ; Lee Changsun, Lee Jinki { LeEe } .
RIASSUNTO: La SM TOWN sembrava un edificio come tutti gli altri, ma in verità al suo interno vi si nascondeva una realtà terribile sotto tutti i punti di vista. La prosituzione, lì, sconfinava in modo pazzesco e temibile. Con questo storia potremo vedere da vicino questa realtà e le vite dei personaggi che la compongono.
NOTE: Questa fanfiction, di nuovo, tratta di un tema delicato. C'è un po' di violenza. Non leggetela se non siete preparati.
THANKS: A yuya_lovah  che mi ha incoraggiata durante la scrittura.
A mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE: Per questo capitolo: 1465, con il conteggio di word.
CAPITOLI PRECEDENTI: Prologue - Anche i dannati amano ; Chapter #01 - Lo sapevo che sarebbe stato un errore venire quaggiù ; Chapter #02 - I still live! ; Chapter #03 - L'illusione che i tempi passati erano migliori di quelli attuali ; Chapter #04 - La felicità è amore, nient'altro. Felice è chi sa amareChapter #05 - La verità è una coperta che lascia scoperti i piedi ; Chapter #06 - L'ignoranza è la palpebra dell'anima. La cali e puoi dormire ; Chapter #07 - Che differenza corre tra scegliere ed essere scelto? ; Chapter #08 - È necessaria una buona memoria, dopo aver mentito
Epilogue - Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo

Quando la Grande Fuga ha avuto inizio, io mi trovavo, come sempre, nel mio ufficio, ignara di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quello che avevano architettato. Nessuno.
Anche io, con il senno di poi, mi sono resa conto che non sarei mai riuscita a scoprirlo, neppure se fossi stata più attenta agli indizi che avevano disseminato lì intorno.

“Sei sicuro che sia tutto a posto?”
“Sono sicuro, quante volte dovrai chiedermelo ancora?”
Jinki lo aveva guardato negli occhi, più e più volte prima di sospirare e tornare a guardare la porta da dove sarebbero dovuti uscire.
“Ma non è così semplice! E le guardie?!”
“Tsk, sono tutti degli idioti, vedrai che ce la caveremo”
Jinki gli aveva creduto e prese la pillola che l’altro gli stava donando, anche se con un po’ d’incertezza. Per quanto Minho lo avesse curato e aiutato era sempre un po’ titubante nei suoi confronti.
Si era lasciato andare contro di lui mentre il cuore iniziava a battere più lentamente.
“AIUTO! AIUTO!”
Una guardia era subito entrata, osservando il corpo di Jinki e poi Minho.
“Sono un medico… E lui… Guardi, noti queste macchie! Questo è un virus mortale. Dannazione, come diamine avete fatto a non capirlo? Non eseguite degli stupidi controlli da queste parti?”

La guardia lo aveva osservato un po’ spaventato a dire il vero. Era uno dei nuovi ed era appena stato assunto.
Guardando nel mio monitor non riuscivo a capire cosa diamine stesse accadendo, ma pensavo che la guardia sapesse il fatto suo… mi sbagliavo.
La guardia aveva creduto ciecamente alle parole dell’altro ragazzo, lo aveva lasciato passare mentre trasportava il corpo di Jinki fuori dalla stanza e poi fuori dall’edificio con una velocità che sorprese persino me.
Ero rimasta lì, a boccheggiare davanti al computer mentre cercavo di tendere le orecchie per sentire l’allarme, che non arrivò.
La guardia non aveva dato l’allarme ed io ero l’unica ad aver visto Minho portare fuori Jinki.
Cosa dovevo fare?
Dare l’allarme, ovviamente. Quei due non dovevano essere andati troppo lontani e sarebbe stato facile riuscire a riacchiapparli, ma non lo feci preferendo rimanere seduta sulla mia sedia, a respirare sempre più furiosamente.
Erano scappati.
Sinceramente non so come sia possibile, ma sembrava che tutto, da quel momento, fosse diverso.
Era come se Minho fosse riuscito a contattare tutte le doll, ma non era possibile, o almeno, io credevo non fosse possibile.

Quando il mio collega, Heechul, aveva notato la scomparsa di Jinki, aveva chiamato la guardia per sapere cosa fosse successo e lì, solamente in quel momento, si era dato l’allarme.
Per quanto riguardava me ero stata incaricata di tenere d’occhio tutto il resto e se da una parte non volevo essere uccisa se si fosse scoperto che non ero riuscita a fare il mio dovere, dall’altro lato speravo che qualcosa si stesse mettendo in moto, e che quel posto venisse finalmente fatto chiudere.
Fatto sta che il mio desiderio venne esaudito.

“Giura di dire la verità, nient’altro che la verità?”
“Lo giuro”

“Ed ora eccomi qua, a testimoniare in un processo.
Sapete, con il senno di poi posso dire chiaramente che quel posto faceva schifo. Eravamo un branco di animali, di bestie, che trattavano nello stesso modo le altre persone.
Pochi clienti erano persone vere, con dei sentimenti, pochi clienti potevano davvero fare del bene alle doll tenute in quel posto.
All’inizio credevo che lavorare in un posto come quello mi avrebbe dato l’opportunità di fare del bene, ma mi sbagliavo di grosso: noi non stavamo aiutando quei ragazzini, quelle ragazzine, gli stavamo solamente togliendo l’anima, pezzo dopo pezzo, lasciando il loro cuore scoperto.
E’ anche per questo che ora sono qui, a rivelarvi tutto quello che so”

“Molto bene signorina, ora può lasciare il banco dei testimoni…”

Come? Volete sapere che fine hanno fatto gli altri? Va bene, va bene… ve lo racconterò.
Quando la SM TOWN venne posta sotto processo, l’intero edificio venne chiuse e tutte le doll vennero liberato, i loro contratti vennero resi inutilizzabili e tutti quanti vennero interrogati più e più volte, proprio come è successo a me.

Yonghwa andò a casa di Hongki, presentandosi finalmente come l’assistente del padre.
Aveva già visto svariate volte la foto di Hongki, aveva conosciuto il suo nome, e il suo carattere ed era stato per questo che era andato fin lì, per ritrovarlo.
Quando era andato a casa loro la prima volta, per aiutarli, aveva notato Hongki, l’aveva persino seguito e visto entrare nella SM TOWN.
Fu per questo che divenne un nostro cliente, ma ora che finalmente era tutto finito, era riuscito a ritornare da Hongki con il suo vero nome.
L’altro lo aveva accettato, si erano parlati molto ed a lungo e finalmente entrambi erano riusciti a svelarsi i loro veri sentimenti.
Lontani dalla prigione, dall’odore di chiuso, dall’odore di sangue e disperazione era stato facile ammettere di amarsi, l’un l’altro.
Era stato facile decidere di andare a vivere insieme, era stato semplice persino capire che Hongki poteva lavorare insieme all’altro e prendersi così cura della sua famiglia.
In questo modo tutti sarebbero stati felici e i giorni di disperazione si sarebbero allontanati in fretta fino a venire dimenticati del tutto.

Kim Kibum e Kim Jonghyun non avevano bisogno di rivelarsi il loro amore, entrambi ne erano parecchio consapevoli.
Ovviamente loro, non avendo un posto dove tornare, erano stati presi dallo sgomento una volta liberati: dove sarebbero andati? Come sarebbero sopravvissuti nella giungla che era la vita?
Li ho aiutati io, perché Kibum per me era come un figlio, perché mi sentivo in colpa ad avergli fatto del male quando gli avevo promesso che li avrei protetti per sempre.
Gli ho dato dei soldi, una nuova casa, e un nuovo lavoro grazie ai miei contatti.
Ora Jonghyun è un doppiatore di film televisivi, per ora ha solo parti minori, ma sono sicuro che grazie alla sua voce riuscirà a conquistarsi un posto in quel mondo.
Kibum è un cuoco e in questo momento sta affinando le sue abilità in Francia, dove entrambi si sono trasferiti. Grazie a me.

Hyojin e Ga-In sono andate a vivere insieme.
Hyojin ha accettato di prendersi cura di lei per sempre, e sono sicura che riuscirà ad amarla fino alla fine, in fondo quelle due già all’interno della prigione riuscivano a ritagliarsi degli spazi solo per loro.
E’ una delle coppie per cui ho meno paura per il futuro, sapete?
Perché si poteva vedere quanto fossero una cosa unica.

Kyuhyun è tornato dalla sua famiglia che l’ha accolto a braccia aperte, piagnucolando e singhiozzando disperati per la sua mancanza.
Ha rivisto più e più volte Sungmin per quest’ultimo non ha voluto lasciarlo andare: è un ragazzo caparbio e testardo e finalmente era riuscito ad entrare nel suo cuore.
Ora stanno insieme: in prova, queste sono state le parole di Kyuhyun, ma nei suoi occhi posso scorgere il profondo affetto che ormai lo lega all’altro ragazzo.
Kyuhyun non mi fa più paura, anzi.

Joon, il bastardo, ha accolto in casa Mir.
Non so come fu possibile, ma quei due si guardarono una volta che tutto ebbe fine, e si accettarono.
Non chiedetemi perché, non chiedetemi come.
Lo fecero, e basta.

L’altra coppia, Heechul e Siwon, era una di quelle che mi dava più preoccupazioni.
Il mio collega si era portato a casa Siwon, lo voleva salvare, voleva dividere la sua vita con lui, voleva dargli il suo cuore come non aveva potuto darlo al suo amore del passato.
Siwon, d’altro canto, non poteva che accettare la sua proposta.
Ora vivono insieme, ma entrambi hanno problemi a fidarsi completamente l’uno dell’altro: per quanto vogliano donarsi, per quanto vogliano legarsi indissolubilmente la prigione li ha costretti a congelare perennemente il loro cuore e questo è un grave ostacolo alla loro relazione.
Eppure io sono sicura che ce la faranno.

“Per favore. So che lei conosce la mia vera madre, mi può dire chi è?”
Mi voltai verso Jinki guardandolo a bocca aperta, e poi distolsi lo sguardo da lui.
Minho sospirava: sapevo che lui aveva già compreso l’amara verità, e l’avevo ringraziato con lo sguardo per non aver detto nulla, per aver permesso a me di parlare per prima.
“Sono io la tua vera madre, Jinki. Mi dispiace averti lasciato a loro, pensavo di fare la cosa giusta, pensavo che ti avrebbero accolto e… che tu saresti stato felice. Sono entrata a lavorare lì dentro anche per questo, per avere informazioni di te tramite lui”
Avevo visto gli occhi di Jinki aprirsi per la sorpresa: credevo mi avrebbe urlato contro, mi avrebbe chiesto di non farmi più vedere, invece si buttò tra le mie braccia, stringendomi più forte che poteva.
“Pensavo che tu fossi morta. Sono così felice che tu sia viva, mamma”

FINEEEEEEEEEEEEEEEEE!!


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