Titolo: La guerra
Fandom: John Doe
Autore:
queenseptienna Beta: sono le 3 e mezzo del mattino o,o chi mi beta qualcosa???
Rating: NC17
Pairing: Guerra/John
Genere: Erotico
Avvertimenti: oral sex, slash, umiliazione
Info: per il p0rn Fest di
fanfic_italia con il prompt John Doe, Guerra/John, "Mi sembravi una fighetta ed effettivamente lo sei."
Disclaimer: John Doe and C. non mi appartengono, è tutta roba della Eura Editoriale e io li odierò SEMPRE per aver finito la serie u,u
Quando John Doe si ritrovò davanti Guerra, per un raro istante in tutta la sua esistenza, temette per la propria permanenza sul suolo terrestre.
Davanti a lui c’era colui che aveva ispirato le conquiste dei faraoni egizi, quello che aveva insegnato le strategie a Pericle, temprato Giulio Cesare. Era l’anima delle Crociate, aveva combattuto fianco a fianco di quei disperati mandati in Terra Santa per versare sangue nel deserto. Era colui che aveva aiutato Olocausto a sterminare migliaia di ebrei, addestrando SS. E allo stesso identico tempo era tra quelli che sbarcavano in Normandia. In tempi recenti era stato l’ispiratore di ogni allenamento per coloro che erano partiti prima per il Vietnam e poi per la Guerra Fredda.
Era un soldato, un generale, uno stratega. E in quel momento era davanti a lui. Era Guerra.
-Mi sembravi una fighetta ed effettivamente lo sei.- lo disse come se nulla fosse, incrociando le possenti braccia al petto e storcendo la bocca in una smorfia, con il sigaro che gli pende fra le labbra.
Sta calmo.
Jonh si ripeté quelle parole come un mantra, la paura era la sua unica nemica. Doveva agire con lui esattamente come aveva fatto con gli altri.
Diventa loro amico, fai loro dei favori, in modo che siano in debito con te.
-Morte mi ha detto che mi avresti dovuto impartire qualche lezione.-
Lo spirito della distruzione lo compatì, rifilandogli un’occhiata sprezzante. -Ci vorrebbero secoli per insegnarti qualcosa, ragazzino. Forse il Capo non ti ha detto come amo insegnare.-
No, effettivamente quel passaggio gli mancava. -Mi ho solo detto che non sarà facile.-
-Vedi, John…- Guerra prese a camminare avanti e indietro sul linoleum della palestra della Trapassati Inc. -C’è una cosa che fondamentalmente adoro: impartire la disciplina. E il modo migliore che ho trovato per farlo, nella mia infinita esistenza qui, così come su altri mondi, è l’umiliazione.-
John fu certo che tutta la sua boria e spirito di sopravvivenza, non gli sarebbero stati molto utili con quello.
Dopo estenuanti ed infiniti addestramenti nel deserto, dove John veniva letteralmente messo alla prova per la sua stessa vita, Guerra prediligeva un trattamento di favore. Il che rientrava appieno nella sfera delle umiliazioni.
Il Distruttore infatti si era premurato di scartabellare un po’ negli archivi della Trapassati Inc. e ne era venuto fuori che al giovanotto sosia di Tom Cruise piacevano le macchine veloci, la vita facile e soprattutto le donne.
Aveva proceduto per gradi: una jeep scassata per il tragitto, un allenamento durissimo ed intenso avevano minato i primi due punti.
Al terzo ci si dedicò personalmente.
-Succhia più forte, ragazzina.-
Guerra teneva le dita infilate tra le ciocche dei capelli di Jonh e stringeva forte, ma non sapeva che il giovane uomo non avrebbe mai versato una lacrima. Insomma, era uno che a dodici anni aveva assoldato un killer per fare fuori il padrino della cosca mafiosa presso la quale viveva.
La professionalità era l’unica cosa a cui poteva appellarsi in quel momento.
In fondo, John Doe non aveva mai pensato di avere una dignità da salvaguardare, era solo un dannato figlio di puttana deciso ad arrivare al vertice e per farlo avrebbe fatto di tutto, compreso succhiare a morte il grosso uccello di Guerra, assaporarne il sapore forte sul palato e fare scorrere la lingua su tutta la lunghezza.
-Sembri quasi fartelo piacere.- il guerriero ghignò nel vederlo resistere nonostante tutto e ne fu fiero: il ragazzo prometteva bene.
John non rispose, concentrandosi solo ed esclusivamente a percorrere interamente con la lingua le vene in rilievo sul sesso duro dell’altro. Con un grugnito Guerra lo spinse ancora di più verso di sé e si svuotò nella sua bocca, senza curarsi di nulla.
Il moro ricadde all’indietro, ansimante e con ancora la bocca sporca di seme. Si appoggiò ad un masso, cercando di regolarizzare il proprio respiro e, per una frazione di secondo, sperando che quel fottuto addestramento finisse.
-Sei stato bravo.- gli anfibi di Guerra si fermarono ad un passo da lui e l’uomo si inginocchiò, allungando una mano e dando una lieve strizzatina in mezzo alle gambe del Delfino di Morte. -Ti meriti una ricompensa.-
John, una decina di minuti più tardi, urlò di piacere, aggrappato alle spalle enormi del suo istruttore che teneva le proprie dita fermamente intrecciate intorno al suo sesso.
Il giorno dopo l’addestramento finì e poté tornare da Morte, Guerra lo aveva dichiarato pronto.
FINE