[Tolkien's Fandom] I Would Like to see you Tamed

Sep 01, 2013 13:18


Titolo: I Would Like to see you Tamed
Fandom: Tolkien’s Fandom
Personaggi: Thranduil, Eomer
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Rosso
Conteggio Parole: 6230
Avvertimenti: Oneshot, Slash, What if? (E se…), Lemon, Leggero Dub-Con, Bondage, Blindfold, Dom/Sub
Note: 1.Non so come sia uscita! Ambientata alla fine del Signore degli Anelli °A°
2. Ho quasi la certezza che i personaggi siano OOC °A° perdonatemi ç_ç <3
3. Dediche! Come sempre scrivo per il mio amore ù_ù ma questa è dedicata anche ad Enedhil e a tutte le ragazze che volevano vedere Thranduil fare FikiFiki LOL
5. In fondo alla pagina troverete una fanart della bravissima Giusy >w<
4. Betata dall’amore mio ç_ç grazie<3




Il respiro di Éomer si era fatto presto pesante e nervoso, ed il suo capo - benché avesse gli occhi celati dietro quella leggera ma scura stoffa elfica che gli impediva di vedere ciò che lo circondava - si muoveva da destra a sinistra e viceversa, mostrando i chiari segni del suo disagio.
Si sarebbe voluto muovere, magari alzarsi ed uscire da quelle stanze, ma c’era qualcosa che gli impediva di farlo... e non erano solamente i suoi arti sapientemente bloccati dietro la schiena da delle corde.
A tenerlo lì fermo in balia dell’Elfo erano la tensione e l'eccitazione, seguite in egual misura dall’ancora ben presente desiderio che aveva provato quando i suoi occhi si erano posati per la prima volta sull’algido Re di Eryn Lasgalen.
Già in passato Éomer aveva avuto modo di ammirare la bellezza di quella misteriosa ed antica razza, a partire da Legolas - uno dei membri della Compagnia dell'Anello - fino ad arrivare alla splendida consorte di Re Elessar, la Dama Arwen, ed alla luminosa Dama Galadriel.
Aveva avuto modo di incontrare i loro seguiti e di posare lo sguardo su esseri di indescrivibile grazia - infatti ricordava ancora con un sorriso la breve ed amichevole discussione che aveva avuto con Gimli su quelle irraggiungibili bellezze -, tuttavia quando i suoi occhi erano andati a posarsi sul sovrano di quel regno, trovò impossibile non rendersi conto che nella sua mente non ci sarebbe più stato spazio per la Dama Arwen, che lo aveva colpito ed incantato sin dal primo momento.
Si era più volte chiesto cosa lo avesse attratto così tanto in Thranduil - i suoi lunghi capelli dorati o l'aspetto che ispirava controllo e sicurezza? - ma non era stato in grado di darsi una risposta, se non una condizione: Éomer era certo di non aver mai desiderato nessun altro con una tale intensità. Tant'è che sin dall'inizio il cavaliere ebbe il vago sentore che non sarebbe stato per niente semplice sopravvivere a quelle settimane di sosta ad Eryn Lasgalen, ma doveva farcela per non gettare alcuna vergogna sul suo regno e per non disonorare l'amicizia con Legolas, figlio dello stesso Thranduil.
Per giorni si era infatti aggrappato a quei piccoli rimasugli di ragione pur di trovare la forza per resistere, ripetendosi che presto avrebbe trovato il termine delle sue pene quando lui ed il resto degli uomini, che avevano seguito il Re Elessar in quella 'missione' volta a rinnovare le alleanze e le comunicazioni tra uomini, Elfi e Nani, sarebbero partiti alla volta della Montagna Solitaria.
Con quel pensiero il cavaliere cercò di imporsi coraggio nei giorni successivi al suo arrivo, convincendosi che sarebbe riuscito a mettere la parola fine a quella situazione così scomoda... anche se ben presto scoprì che non sarebbe stato tanto semplice.
Era chiaro che Thranduil avesse notato il suo interesse - la situazione che stava vivendo ne era la conferma - e spinto forse dalla curiosità, ma anche da una buona dose di divertimento, si era semplicemente limitato ad invitarlo nelle sue stanze.
Éomer, confuso e forse anche un poco intimorito, era stato solamente in grado di accettare l'invito... ed alla fine si era ritrovato nudo ed eccitato, legato al letto del sovrano.
Quasi non si ricordava come fosse finito in quell'imbarazzante posizione, ma era certo che fosse stato Thranduil a fare la prima mossa.
Non era saggio addossare tutte le colpe sul sovrano, ma l'Elfo lo aveva stuzzicato sin dal suo ingresso in quella stanza, dapprima con lo sguardo e poi con suadenti parole, soffiate con quella sua voce che per Éomer era incantatrice. Aveva testato il suo interesse - era abbastanza chiaro - e quando Thranduil si era ritenuto soddisfatto, per il cavaliere le cose erano cambiate repentinamente, ritrovandosi a dover rispondere ad un bacio, selvaggio ed umido.
Éomer aveva tentato istintivamente di far valere la sua forza in quella battaglia, ma alla fine quel baciosi trasformò in una lenta danza guidata dall’Elfo.
Thranduil era stato in grado di domarlo con una semplicità quasi disarmante, riuscendo a renderlo 'il più docile dei cavalli'... e quella sensazione non era gradita ad Éomer.
Non riusciva a sopportare quel colpo al suo orgoglio - anche se una piccola parte di lui trovava eccitante il potere che l’altro era stato in grado di esercitare sulla sua indole a tratti selvaggia -, ed infatti iniziò subito con il ribellarsi, tentando di mettersi in una posizione di superiorità.
Contò principalmente sul fatto che Thranduil fosse magro ed esile in confronto al suo corpo ben più allenato e muscoloso, ma ogni tentativo si rivelò vano.
I baci e le carezze dell'Elfo lo fecero sospirare e sciogliere come una fanciulla e quella situazione si rivelò essere il risultato della sua totale resa.
Arrivato a quel punto, infatti, Éomer si era ormai reso conto che sarebbe stato pressoché impossibile controllare le sue reazioni, tant’è che il suo petto si alzava ed abbassava velocemente al ritmo del suo respiro e tutti i muscoli - tesi all'inverosimile - erano pronti a reagire al minimo tocco del suo ‘compagno’.
“ Non per attaccare”, si disse lasciandosi sfuggire un sospiro quando finalmente avvertì la leggera carezza del fiato di Thranduil sul suo collo, “ ma solo per diventare un sensibile ammasso di carne privo di volontà... una marionetta nelle sue mani”.
Serrò orgogliosamente le labbra per non emettere alcun verso - piacere per quel delicato e desiderato tocco o per la frustrazione quando lo sentì sparire per l’ennesima volta? -, cercando al tempo stesso di affidarsi alle sue orecchie per avvertire i movimenti dell'altro.
Tentò di concentrarsi ancora, di sforzarsi e di stare attento ad ogni minimo spostamento e cambiamento.
“ Inutile”, decretò mentalmente senza nascondere la sua irritazione quando si rese conto che l’unico rumore che raggiungeva le sue orecchie era quello del suo stesso respiro.
Non era in grado di trovarlo, non in quelle condizioni.
Perché Thranduil era un Elfo, ed i suoi passi erano leggeri come piume.
Per quanto Éomer si sforzasse i suoi sensi erano e sarebbero rimasti quelli di un misero mortale. Non sarebbe mai stato in grado di seguirne i movimenti senza poter utilizzare gli occhi.
« Ho visto i tuoi sguardi, Éomer figlio di Éomund... Re di Rohan», parlò l'Elfo d'un tratto, costringendolo ad immobilizzarsi, « molti uomini prima di te hanno provato il tuo stesso desiderio... Cavalieri, Re ed anche semplici popolani, tutti hanno anelato le mie attenzioni».
Éomer rimase in silenzio, trattenendo quasi il fiato quando le dita dell'altro si posarono sul suo petto, all'altezza del cuore. Erano fredde e delicate ma, per quanto avesse desiderato averle su di sé, tutto il suo corpo si era concentrato nell'ascolto di quelle parole senza neanche osare mettere in dubbio la loro veridicità.
« Solo pochi eletti hanno avuto l'onore ed il privilegio di trovarsi in queste stanze», aggiunse Thranduil poco dopo, facendo scivolare la gelida mano dal petto fino al ventre.
L'uomo, attratto da quel movimento, fu solo in grado di stringere le labbra mentre subiva quella lenta carezza e non riuscì invece a trattenersi dall'alzare il bacino per invitare quelle lunghe ed affusolate dita laddove avvertiva più bisogno, venendo però rifiutato.
« Hai... riservato a tutti questo... stesso trattamento?», ribatté allora Éomer, scalpitando frustrato e ritrovando una stupita calma quando avvertì uno sbuffo, simile ad una risata, abbandonare le labbra dell'altro.
« No», rispose sincero Thranduil senza celare una vaga nota di divertimento nella sua voce, « loro non avevano bisogno di essere domati».
Éomer rabbrividì quando il sovrano di Eryn Lasgalen pronunciò quella semplice e sincera affermazione, che riuscì a a riportare alla luce i sentimenti e le sensazioni che il cavaliere aveva provato quando aveva posato per la prima volta gli occhi sull'Elfo.
Thranduil gli era apparso così altero e controllato, elegante ma deciso in ogni suo movimento. Era un essere indubbiamente splendido ma nei suoi occhi gelidi Éomer aveva scorto qualcos'altro. Un qualcosa che solo in quel momento stava acquisendo un nome: il potere.
Éomer non poteva esserne certo, ma quelle parole avevano palesato il suo ruolo in quella situazione.
Lui, con il suo carattere indipendente ed istintivo, rappresentava per Thranduil una sfida. Un modo per imporre il suo controllo e potere in un torbido gioco di dominio e sottomissione.
Era eccitante. Quello il cavaliere non poteva proprio negarlo, ma il suo orgoglio gli impediva ovviamente di piegarsi in quel modo - anche se a dirla tutta aveva la certezza che anche quello rientrasse nei piani dell'Elfo.
« Pensi di potermi... domare?», domandò il cavaliere, raccogliendo in quelle poche parole tutta la sua testardaggine come se non gli importasse più essere rispettoso nei confronti dell'altro.
" Sono nudo, legato e bendato. Devo pur prendermi qualche libertà", decretò tra sé e sé come per motivare la sua scelta.
« Ne sono certo», fu la semplice risposta di Thranduil mentre allontanava la mano dal ventre dell'uomo per andare a posarla insieme alla sua fredda sorella sulle ginocchia del cavaliere.
Le allargò con un movimento secco e deciso che fece sussultare non poco Éomer, stupito da quell'improvviso cambiamento. Subito nella sua mente lampeggiò un istintivo rifiuto per quel gesto che lo stava esponendo al sovrano, e facendo scattare i muscoli riuscì quasi a serrare le gambe - rischiando anche di farsi male quando le cosce cozzarono sui testicoli.
Si ritrovò a sorridere davanti a quella piccola vittoria, ma quando le sue labbra - piegate verso l'alto in un'espressione di compiaciuto trionfo - vennero a contatto con quelle di Thranduil per l'ennesima volta in quella serata, tutte le sue convinzioni vennero ancora meno.
La mente di Éomer parve infatti annullarsi mentre muoveva la bocca insieme a quella dell'Elfo che, con abili carezze della lingua, sembrò riuscire a conquistare il comando con una facilità quasi disarmante.
Aveva avuto tanti amanti durante quegli anni e le sue stanze a Meduseld erano spesso state le uniche testimoni degli incontri con i suoi occasionali amanti, ma nessuno di essi era mai stato in grado di lasciarlo per davvero senza fiato con un semplice bacio.
I suoi sensi si stavano sottomettendo al profumo e al corpo di Thranduil, alla sua lingua che, sibillina, esplorava la sua bocca socchiusa strappandogli dei mugugni quasi adoranti. Tant'è che, quando l'Elfo lo spinse di nuovo ad aprire le gambe, Éomer quasi non riuscì ad impedirlo preso a boccheggiare com'era per quell'umido e lascivo bacio.
La sua ‘debolezza’ lo costrinse ad insultarsi mentalmente, mugugnando poi quando le labbra di Thranduil abbandonarono le sue. Si allontanò lentamente, venendo seguito da un leggero fruscio di vesti che annunciava l'unico movimento che l’Elfo si era premurato di fargli sentire.
Si era inginocchiato tra le sue gambe, poteva avvertirne la calda presenza, e quel solo pensiero fu in grado di far tremare non poco il cavaliere. La semplice idea di avere quell'essere così luminoso e bello tra le sue gambe sarebbe stata in grado di farlo venire, ma appigliandosi a tutto il suo orgoglio Éomer si tirò indietro, facendo scivolare il sedere nudo sulle morbide lenzuola.
Lo stava rifiutando, era quello il messaggio che sperava di far percepire a Thranduil. Stava rifiutando quella situazione e la sottomissione, e una volta libero sarebbe stato lui a far vedere all'Elfo chi comandava... o almeno cercò di convincersi in quel modo, aggrappandosi a quella convinzione per non cadere ancora vittima delle attenzioni del Re di Eryn Lasgalen.
Tuttavia quel suo forte desiderio si infranse di nuovo sulle labbra di Thranduil quando questo andò a posarle sul suo sesso già sveglio ad anelante d'attenzioni.
Non riuscì a trattenere un gemito roco quando le perfette e morbide labbra dell'Elfo, ancora gonfie per il precedente bacio, scivolarono sulla calda pelle del suo membro per stuzzicarne la punta quasi del tutto esposta.
Éomer desiderava ancora allontanarsi, ma per qualche momento non poté far altro che riversare il capo all'indietro per emettere altri versi di piacere. Non aveva bisogno della vista per immaginare il volto serio ma divertito del sovrano accostato alla sua erezione.
I suoi torbidi sogni nelle precedenti notti gli avevano già donato simili piaceri ma la realtà era terribilmente diversa: terribile perché il suo orgoglio continuava a raccogliere delle sconfitte in quella battaglia e non poteva permettersi di perdere.
Iniziò quindi a dimenarsi, tentando di risvegliare il suo corpo intossicato da quel piacere. Una prima ma leggera reazione non tardò ad arrivare, ma Thranduil - come se non aspettasse altro - affondò le dita sulla carne delle sue cosce, aprendo la bocca per inglobare il sesso eretto del cavaliere.
Ancora una volta, Éomer si rese distrattamente conto di non avere bisogno degli occhi per avvertire quelle vertigini che gli fecero quasi girare la testa e perdere l'equilibrio. Infatti, la sua schiena trovò presto appoggio nel morbido materasso di quel letto che sfortunatamente divenne quasi subito scomodo a causa delle braccia ancora imprigionate dalle corde.
Si mosse irrequieto anche da quella posizione, contorcendosi sulle lenzuola e cercando al tempo stesso di trattenere i gemiti che lo costringevano quasi ad andare verso la bocca dell'Elfo - ancora ben deciso a torturarlo.
Il Re di Rohan era infatti certo che Thranduil stesse sorridendo davanti alle sue reazioni e che la sua testardaggine continuasse a stuzzicarne l'interesse. Per quel motivo le sue gambe erano ancora bloccate dalle fredde mani del sovrano in un'inaspettata presa ferrea che gli impediva di muoversi come desiderava... ed era un qualcosa che il cavaliere faticava ad accettare.
Éomer sapeva di essere forte: i suoi muscoli erano reattivi e potenti - l'aver passato anni a cavallo, a stringere le gambe sulla sella per non farsi disarcionare, doveva pur significare qualcosa -, eppure non riusciva a reagire alla stretta morsa di controllo di Thranduil, come invece avrebbe fatto normalmente. Si mostrava solo frustrato, scalpitando e dimenandosi nel vano tentativo di liberarsi e prendere in mano le redini della situazione. Ma era come se il suo corpo avesse scelto di stare al gioco, alimentando la curiosità e la smania di potere dell'Elfo, ignorando il suo cervello che aveva ancora ben impressa la forza dei suoi muscoli.
Quella supposizione fin troppo veritiera riuscì a strappargli un'imprecazione tra i sospiri che cercava di trattenere, ormai invano, a causa della lingua di Thranduil che percorreva il suo sesso, e a ben pensarci in un altro momento quella posizione sarebbe stata magari umiliante per il Re di Eryn Lasgalen. Tuttavia Éomer sentiva di tutto provenire dall'altro tranne che la vergogna. Avvertiva il sempre presente divertimento ed anche la voglia di andare avanti e sottometterlo al suo potere che lo costringeva a portare avanti i suoi tentativi di rivalsa.
I piedi continuavano infatti a scivolare sul pavimento nel tentativo di spostarsi, causandogli non pochi crampi che sembravano quasi volergli impedire di rotolare nel letto e porre fine a quella tortura... rivelando che le reazioni del suo corpo sarebbero rimaste fiacche ed intorpidite dal piacere, ma non per questo avrebbe smesso di tentare.
Infatti continuò a contorcersi per un tempo quasi infinito tra i gemiti ed i sospiri, provando senza alcun successo a privare il suo corpo delle attenzioni dell'Elfo. Quella bocca sembrava non essere ancora sazia, dalla lingua che percorreva il suo sesso partendo dalla punta arrossata fino alla base - spargendo la saliva come se il suo intento fosse quello di ricoprire il membro con un umido velo -, fino ai maliziosi denti che di tanto in tanto lo graffiavano senza però infliggergli alcuna ferita se non quella che volevano procurargli nell'orgoglio, ricordandogli la propria posizione.
La parola 'sottomissione' balenò di nuovo nella mente nel cavaliere, ma ancor prima di poter intraprendere per l'ennesima volta la strada della ribellione - e sicuramente incrociare una nuova sconfitta -, i suoi muscoli vennero travolti dai brividi.
Trattenne il respiro nella bocca spalancata per lo stupore, rilasciandolo poi con un gemito quando tutto il suo corpo venne scosso da un fremito più violento. Dimenticò quasi del tutto i suoi propositi di rivalsa quando sentì l'orgasmo approssimarsi, tentando invece di andare incontro alle calde labbra dell'Elfo.
Si rivelò più semplice del previsto lasciarsi andare, dimenticando i suoi orgogliosi propositi ed ignorando quell'ancora presente vocina che gli ripeteva: " Resisti! Non puoi farti sottomettere!"
Ma per quanto quell'orgasmo fosse desiderato, Thranduil decise di ritardarlo allontanando la bocca e lasciando ad Éomer solo un vago senso di vuoto che veniva schiacciato dalla prepotente frustrazione.
La fresca aria della stanza carezzò il suo membro duro e teso, coperto dalla saliva dell'Elfo, rubandogli un nuovo brivido accompagnato dalla certezza che le cose che fino a poco prima aveva reputato correte si stavano rivelando degli errori, in grado solamente di far crescere quelle sensazioni che stavano obliando i suoi sensi.
Si costrinse quindi a prendere un profondo respiro. Lo trattenne nel petto - ignorando la momentanea assenza di Thranduil ed il suo sesso che reclamava soddisfazione -, liberandolo poi, sospiro dopo sospiro, nel tentativo di calmarsi e di non lasciar ragionare le sue voglie.
Lentamente riuscì a calmarsi, ma ancor prima di potersi concedere un attimo per pensare l'Elfo fece il suo ritorno. Thranduil non lo toccò; riuscì solamente ad avvertire la vicinanza ed il calore del suo corpo, accompagnato da un dolce profumo d'olio per massaggi che penetrò le narici di Éomer in una carezza portatrice di chiare promesse che spinsero il cavaliere a dar fondo a tutte le sue forze per imporsi quella ritrovata quiete ed il silenzio, evitando così di cadere in un qualsiasi tranello.
Stava riuscendo a mantenere un certo controllo, ripetendosi di non doversi tradire... anche se tutto il suo corpo stava urlando e scalpitando per la frustrazione - i muscoli erano tesi e nervosi come il suo sesso, privato all'improvviso dell'orgasmo tanto agognato.
" Cosa volevi gridargli contro, stupido?", si insultò poi strattonando le corde con ritrovata forza. Non sapeva se era sul punto di chiedergli di andare avanti senza alcun indugio o se voleva fermarlo dal perpetrare i suoi intenti; in ogni caso sarebbe stato un errore che non poteva né voleva permettersi.
« Ti vedo... nervoso, Signore dei Cavalli», mormorò Thranduil rompendo il suo silenzio che venne mantenuto in risposta da Éomer e dalle sue labbra serrate in una ferrea linea carica di tensione. L'Elfo, grazie alla sua debolezza, stava godendo di fin troppe soddisfazioni e non voleva dargli modo di ottenerne di nuove... anche se, ovviamente, significava stuzzicarne l'interesse per la sfida e quindi poter sortire l'effetto contrario a quello desiderato.
Infatti il sovrano di Eryn Lasgalen decise di proseguire con i suoi intenti, carezzando con l'indice l'apertura di Éomer.
Il cavaliere trattenne di nuovo il fiato, tendendosi come la corda di un arco: dimenticò quasi di muoversi e di ribellarsi davanti a quel tocco così intimo che scoprì di desiderare - provando non poco stupore davanti a quel pensiero.
Imprecò a denti stretti riuscendo con uno sforzo a serrare le gambe attorno ai fianchi dell'Elfo, imprigionandolo.
« Hai finito di giocare, Thranduil», sbottò con ritrovata sicurezza, ascoltando con piacere la risolutezza della sua voce, « liberami e facciamola finita», aggiunse poi.
« La tua bocca dice il falso, Re di Rohan. O è il tuo corpo a mentire e a mostrare ciò che desideri?», ribatté furbo l'altro ed Éomer, che si ritrovò ad avvampare per quell’affermazione, non poté far altro che ringraziare la benda che gli impediva di vedere il viso dell’Elfo. Era certo che non avrebbe retto la vista del sicuro sorrisetto che era andato a piegare le labbra di Thranduil alla sua vergognosa reazione.
« Non... non posso barattare il mio orgoglio con il piacere», rispose cercando di recuperare terreno, stringendo ancora le gambe per bloccare i suoi movimenti.
« Non vi è disonore nel piacere se entrambe le parti riconoscono il valore reciproco», mormorò l’Elfo, donandogli una lenta carezza sulle cosce per accompagnare le sue parole.
« Le tue parole sono come il miele... ma i tuoi gesti promettono ben altro», ringhiò Éomer a denti stretti, sussultando quando Thranduil si mosse tra le sue gambe come se volesse sollevarsi.
Esitò per qualche istante poi, certo di avere ormai il controllo avendo espresso il suo rifiuto, allentò la sua presa permettendogli di muoversi.
Restò in ascolto dei suoi movimenti restando non poco stupito quando l’Elfo lo aiutò a sollevarsi e a rimettersi seduto sul materasso. Socchiuse la bocca come per interrogarlo sulla natura di quel gesto, ma le sue parole si riversarono nelle labbra di Thranduil posate sulle sue in un veloce bacio.
« I miei gesti possono donarti la più ricca e dolce varietà di miele...», rispose muovendo ancora la bocca su quella del cavaliere, « non dubito del tuo valore, Re di Rohan», aggiunse come per dare un maggior peso alle sue dichiarazioni.
Éomer allora si concesse un sospiro.
“ Cosa devo fare?”, si chiese ormai incerto sulle sue stesse scelte perché non poteva ignorare il suo desiderio né l’eccitazione che pulsava ancora tra le sue gambe. Si concesse qualche attimo per pensare, ma le leggere carezze dell’Elfo sulle cosce ed il respiro che andava a sfiorargli le labbra non facevano altro che distrarlo, promettendogli dolcezza e piacere.
Era confuso, oltre che eccitato, ma era certo che dalla sua bocca non sarebbero mai uscite suppliche. Lasciò che fossero il silenzio e la necessità a parlare per lui e, ricadendo con la schiena sul morbido materasso accolse con un gemito le labbra di Thranduil che tornarono sul suo sesso.
Forse si sarebbe pentito per quella sua scelta ma la lingua dell’Elfo ed il suo calore non gli lasciavano molto spazio per pensare. Non lo fece neanche quando sentì di nuovo la lunga falange del suo ‘amante’ scivolare sul suo orifizio, carezzandone i bordi senza però violarlo.
Trovò impossibile non irrigidirsi, vagliando sin da quel momento l’opportunità di ritrattare la sua decisione, ma serrando le labbra si impose ancora una volta il silenzio.
Gli Elfi non mentivano. Erano degli esseri sinceri e con le sue parole Thranduil gli aveva detto che riconosceva il suo onore, invitandolo ad accogliere il piacere che gli stava promettendo e che sembrava essere in grado di annullare qualsiasi cosa.
Abbandonarsi a quella calda prospettiva non sembrava tanto male, tuttavia decise di mantenere ancora la sua posizione; non gli avrebbe dato ulteriori soddisfazioni, ed infatti serrò con più decisione le labbra quando la falange di Thranduil smise di saggiare i bordi del suo orifizio per penetrarlo.
Éomer non era nuovo ai piaceri della carne con altri uomini, tuttavia, malgrado le sue esperienze, il suo corpo non era mai stato toccato in quel modo e quell'intrusione, oltremodo fastidiosa, lo costrinse quasi a ritirarsi.
Strinse i denti, affondandoli nell'interno delle guance come per trovare una distrazione e permettendo ad un vago sapore di sangue di carezzargli il palato.
« Non permettere che il timore ti condizioni», suggerì l'Elfo notando la sua tensione.
Il cavaliere ringhiò, privandolo in quel modo di una risposta ed accogliendo invece con un mugugno le labbra del sovrano che si appropriarono di nuovo del suo membro.
Quella umida e calda prigione, ormai familiare, fu quasi in grado di negargli il respiro - che rimase mozzato in gola insieme ai gemiti.
Rapidamente il piacere che aveva provato qualche attimo prima tornò ad offuscargli i sensi insieme ad una chiara certezza: il suo corpo non avrebbe sopportato a lungo le attenzioni della bocca dell'Elfo, visto che già in precedenza era stato messo a dura prova risultando sconfitto.
Quella constatazione, avvalorata dai sussulti e dai brividi che lo scuotevano con crescente intensità, lo costrinsero ad inarcarsi e ad emettere un verso quasi disperato. Spinse il bacino verso l'alto in una chiara ma muta supplica verso Thranduil, ritrovandosi ad accogliere al tempo stesso la falange che scavava nel suo orifizio in modo fastidioso e talvolta doloroso.
Quella piacevole tortura tuttavia parve aiutarlo non poco nel sopportare quell'intrusione, tanto da farla divenire lentamente più sopportabile... soprattutto quando l'Elfo decise di donargli la libertà muovendo più velocemente le labbra e succhiando il suo sesso come se volesse prosciugarlo.
Dinnanzi a quel gesto il cavaliere non riuscì neanche più a trattenere i suoi gemiti. Sentiva solo il calore di Thranduil e la lingua che si muoveva sul suo sesso dall'interno della bocca.
L'improvviso cambiamento dell'Elfo lo avrebbe confuso o addirittura insospettito in un'altra occasione ma non in quegli attimi così intensi che precedevano l'orgasmo.
Quando l'apice lo raggiunse, ogni centimetro del suo corpo venne travolto da dei violenti brividi che accompagnarono il rilascio del suo seme nella bocca del sovrano, il quale continuò a muovere lentamente le labbra.
Éomer non aveva mai provato un simile piacere e, per lui, non fu neanche semplice ammetterlo. Gli era bastato 'arrendersi' per sentire il suo corpo appagato come non mai, e neanche quella scomoda posizione di sottomissione sembrava più turbarlo dinnanzi a quella sensazione di soddisfazione... almeno fino a quando non si rese conto della presenza di una seconda falange che premeva contro l'orifizio!
I suoi muscoli, ancora rilassati per il piacere appena provato, fecero ben poca resistenza ma non furono in grado di impedirgli di serrare i denti davanti all'improvviso fastidio.
I suoi sensi offuscati dall'orgasmo iniziarono ben presto a risvegliarsi e a rifiutare quelle dita che lo violavano con tanta attenzione.
Come una spina conficcata nella pelle, Éomer riusciva ad avvertire solo un leggero dolore e del fastidio provenire da quei movimenti e desiderava liberarsene al più presto. Tentò infatti di recuperare il controllo del suo corpo e di mostrare un nuovo rifiuto a quel trattamento, ma quando le falangi sfiorarono la sua prostata ogni suo proposito parve svanire.
Tutto il suo corpo venne scosso dai brividi che vennero prima smorzati, poi protratti in dei gemiti da delle nuove ed insistenti carezze che iniziarono ad impedirgli di riprendersi dalle precedenti.
Era come se Thranduil non avesse mai fatto altro nella vita: aveva trovato quel punto così sensibile quasi senza difficoltà e la cosa, oltre a spingere il suo corpo alla ricerca di un nuovo contatto, imbarazzava non poco il cavaliere.
Si sentiva prossimo alla disfatta e quella sensazione, benché fosse addolcita dalla promessa del piacere che avrebbe provato, lo spinse alla ricerca di un appiglio che lo avrebbe mantenuto lucido.
Si aggrappò infatti alla propria ostinazione con rabbia e necessità, tentando di ignorare come il fastidio stesse lentamente sbiadendo grazie alle falangi dell'Elfo, ed insieme a quello anche gli ultimi brandelli della sua forza.
« Sento le tue resistenze iniziare a cedere», commentò di fatti Thranduil, muovendo ancora le dita all'interno del corpo del cavaliere.
Éomer emise un sibilo, stringendo i denti.
« Le mie... resistenze... si frappongono ancora tra le nostre... hn... necessità...», ribatté l'uomo.
« Eppure riesco a sentire i tuoi sospiri...», riprese l'Elfo, parlando con un'incredibile delicatezza, « il tuo corpo trema e anela il momento in cui verrà domato», e per quanto la sua voce fosse piena di dolcezza, le sue parole ed i gesti sembravano volutamente tradirla.
« No», sbottò.
Ancora una volta Thranduil diceva il vero ma il suo orgoglio non si sarebbe mai piegato, anche a costo di continuare all'infinito quella tortura.
Se voleva prenderlo e possederlo, lui non lo avrebbe fermato - non ne sarebbe stato in grado - ma di una cosa era certo: dalla sua bocca non sarebbero mai fuoriuscite suppliche di nessun genere, né avrebbe ammesso il suo gradimento per certi trattamenti.
Il suo corpo forse lo avrebbe tradito insieme ai gemiti che non riusciva a trattenere, ma le sue labbra non avrebbero mai permesso alle parole di violentare e di annullare il suo orgoglio.
Thranduil doveva aver intuito quella sua decisione, e quello ovviamente lo invogliò a continuare muovendo le dita, aprendole a forbice e torcendole all’interno dell’orifizio.
Ogni movimento stringeva in un abbraccio il piacere e l’ancor presente fastidio, che andavano a torturare il corpo del cavaliere nel tentativo di minarne le difese; difese che vennero quasi meno quando, all’improvviso, l’Elfo allontanò la mano.
La sensazione di vuoto che Éomer provò dinnanzi alla mancanza delle falangi di Thranduil arrivò quasi a spaventarlo ma non vi diede troppo peso, soprattutto quando sentì le mani del suo amante scivolare sotto il suo corpo per liberarlo dalla presa della corda che bloccava i suoi polsi.
Il sollievo fu quasi immediato e portando gli arti davanti a sé li massaggiò per far sparire il senso di intorpidimento che neanche si era accorto di provare. Non sapeva quali fossero le intenzioni dell’Elfo e la confusione crebbe ancora quando anche la seta che gli impediva di vedere raggiunse le corde, ora abbandonate sopra il materasso.
Rivolse un’occhiata interrogativa al sovrano, provando al tempo stesso una lieve soddisfazione nel vedere la pallida pelle dell’altro arrossata e sudata insieme alle labbra umide e gonfie; sensazione che sparì subito quando le ricche vesti che celavano il suo corpo scivolarono per terra, rivelandone il glabro petto e l'eccitazione che ormai era impossibile nascondere.
Sembrava così diverso dall’altero ed irraggiungibile Elfo su cui aveva posato gli occhi nei giorni precedenti! Il suo aspetto appariva meno perfetto e controllato, così tanto da farlo sembrare... quasi ‘umano’, anche se ovviamente continuava a mantenere quella bellezza che nessun essere vivente avrebbe mai raggiunto o eguagliato.
« Quali sono le tue intenzioni, Thranduil?», domandò con voce roca riuscendo a strappargli un sorriso. Lo aveva immaginato sorridere in quel modo tante altre volte durante quella serata, ma il poter finalmente vedere quelle labbra così invitanti piegarsi in quell’espressione maliziosa riuscì a mozzargli il fiato.
« Voglio osservare il desiderio nei tuoi occhi mentre ti possiedo», rispose l’Elfo con perversa sincerità, bloccando poi ogni protesta da parte del cavaliere con un bacio. Éomer infatti poté solo mugugnare contro le labbra dell’altro, imbarazzato e quasi offeso per quelle parole, conscio tuttavia che non sarebbe più riuscito a rifiutarlo - ormai il suo corpo anelava quello di Thranduil.
Ciò però non lo fermò dall'allungare le braccia e cingere le spalle dell'Elfo in un forte e caldo abbraccio, impedendogli di allontanarsi dal suo corpo e dalle sue stesse labbra.
Le penetrò con la lingua, esplorandone il palato e i denti prima di cercare la lingua di Thranduil che non gli rifiutò una lenta ma appassionata danza, spezzata solo dai movimenti dell'Elfo.
Éomer infatti non riuscì a non bloccarsi, restando come pietrificato quando il bacino del suo amante sfregò contro il suo. Si trattò di una frizione piacevole che tuttavia, data la posizione, gli ricordò il suo ruolo.
Giunto a quel punto, dopo aver saggiato il piacere che Thranduil gli stava promettendo, Éomer non si sentiva più in grado di combattere. Tant'è che riuscì solo a costringersi per l'ennesima volta al silenzio - stava diventando tremendamente ripetitivo, forse nell’ inconscio tentativo di 'annoiare' l'Elfo -, rispondendo poi con un bacio alla richiesta di quest’ultimo che premeva e sfregava il sesso contro il suo orifizio come se volesse chiedergli il permesso.
Attese impaziente la successiva mossa di Thranduil, non tanto per il desiderio che ancora provava ma anche per la necessità di far finire tutto al più presto - almeno la parte riguardante la sua 'sottomissione'.
Fortuna o meno, l'Elfo parve intuire le sue intenzioni e, coinvolgendolo in un altro bacio, guidò la sua erezione nell’apertura del cavaliere.
Éomer non poté non irrigidirsi quando la punta del membro di Thranduil sforzò il suo orifizio per farsi strada: era lenta ma altrettanto decisa, neanche il fastidio o il dolore avrebbero fermato quell'avanzata.
Strinse i denti e chiuse gli occhi. La sua mente, offesa da quella situazione, gli ordinò di muoversi e di allontanarlo. Poteva farlo, Thranduil non gli stava negando la fuga né lo aveva costretto... eppure ogni suo tentativo era stato vano e senza una reale forza. L'Elfo era stato convincente - oltre che sensuale -, capace con i suoi gesti di annientare la mente ed il volere del suo corpo. Infatti Éomer, che non aveva mai provato sulla sua pelle un simile piacere, si lasciò infine andare alla curiosità senza però mettere da parte ciò che tanto aveva attratto Thranduil.
Il sovrano voleva un cavallo selvaggio da domare? Forse si sarebbe anche lasciato imbrigliare, ma di certo la sua natura non sarebbe mai stata repressa.
Si concesse infatti un sorriso, andando poi ad afferrare l'Elfo per la nuca facendo affondare le dita tra i morbidi fili d'oro che erano i suoi capelli. Li strinse con forza e decisione, addirittura alcuni si strapparono a causa di tanta foga e. come se non desiderasse altro, costrinse il suo compagno ad un violento bacio.
" Solo una dimostrazione", si disse leccando le labbra del sovrano ed offrendogli al tempo stesso il suo corpo.
« Non mi hai ancora domato, Thranduil», sibilò, nonostante la tensione che fece irrigidire il suo corpo quando sentì il sesso dell'Elfo iniziare a forzare il suo orifizio.
Il sovrano gli rivolse un sorriso, accompagnato dai denti che andarono ad affondare sulla morbida pelle delle sue labbra.
« Gradisco particolarmente le sfide, Éomer», rispose con malizia, spingendo la sua erezione con più fermezza fino a farle varcare l'ostacolo della prima fascia muscolare.
Il cavaliere strinse i denti, aggrottando le sopracciglia in una smorfia.
« Pare che tu... non sia l'unico a gradirle», ribatté prendendo fiato e stringendo con più sicurezza le dita attorno alla setosa chioma dell'Elfo.
Thranduil, agli occhi di Éomer, apparve divertito oltre che ulteriormente affascinato da quella sua risposta e senza indugio ribatté, muovendosi ancora.
Non diede voce alle sue azioni se non con dei grugniti che accompagnarono ogni sua spinta.
Éomer subì quegli affondi senza concedergli neanche un verso di dolore, solo il suo corpo teso per lo sforzo sembrava in grado di mostrare ciò che sentiva.
Si sentì vagamente in colpa per tutti i giovani scudieri che aveva preso in quel modo, arrivando addirittura a chiedersi se tutti avessero provato le sue stesse pene.
Ricordava ancora le parole che rivolgeva ai suoi amanti, i cui volti erano trasfigurati dal dolore. Li incoraggiava, promettendo loro un piacere mai provato prima che, dopo qualche spinta, giungeva sempre come prometteva.
Éomer allora si aggrappò a quella certezza per evitare che le espressioni del suo viso tradissero il dolore che provava.
Baciò ancora l'Elfo, divorandone la bocca con passione e necessità, tirandogli quasi per gioco i capelli come per ricordargli che non era ancora stato sottomesso.
Perfino quando le spinte di Thranduil iniziarono ad avere un retrogusto più dolce, quasi piacevole, continuò a ricordargli di non essere ancora finito con morsi e strattoni - cosa che, come c'era da aspettarsi, sembrò eccitare ancor di più il sovrano.
Solo nel momento in cui il dolore iniziò a diventare un leggero accompagnatore del piacere, Éomer si permise di lasciare spazio ai suoi versi di goduria: bassi e rochi si infrangevano sulla bocca e sulla pelle immacolata dell'Elfo che, sotto i suoi tocchi, si arrossava lasciando un segno tangibile del suo passaggio.
Nessuno dei due, nonostante il crescente piacere, sembrava aver dimenticato il suo posto e ruolo in quella battaglia per la supremazia. Denti e labbra, mani ed unghie, si alternavano tra le spinte accompagnate dai gemiti e dall'umido rumore dei loro corpi sudati che scivolavano l'uno sull'altro.
Ben presto anche l'erezione di Éomer si risvegliò, ergendosi tra di loro alla ricerca di attenzioni e venendo quasi soffocata dai loro fisici stretti in quello scellerato quanto lussurioso amplesso.
La frizione creata portò Éomer a riversare il capo all'indietro in un nuovo gemito; la schiena si inarcò ed il suo corpo, distratto da quel piacere, accolse con nuovi versi le successive spinte dell'Elfo.
Imprecò tra quei gemiti, puntando con non poca difficoltà lo sguardo sul volto rosso e provato del suo amante.
" È luminoso come una stella", si disse quasi distrattamente, osservando le goccioline di sudore brillare su quella candida pelle segnata dal piacere e dall'amplesso.
Chiuse gli occhi, catturando la sua immagine fino ad imprimerla quasi a fuoco nella sua mente.
Cercò per l'ennesima volta le sue labbra, coinvolgendolo in un bacio umido e lento, interrotto dai versi sempre più frequenti. Ogni spinta lo faceva tremare da capo a piedi e stringendo le gambe attorno ai fianchi dell'Elfo lo costrinse ad aumentare quel ritmo già frenetico.
Poteva sentire la sua carne venire aperta dal sesso di Thranduil nella più piacevole delle ferite, mentre alle sue orecchie quasi giungeva il rumore della pelle sudata che sfregava con quella dell'altro.
Gli sfuggì un’imprecazione davanti ad un brivido più forte ed intenso che precedeva l'approssimarsi del suo orgasmo...
Contrasse i muscoli cercando di bloccare il proprio piacere e quello dell'Elfo, tuttavia quel suo disperato tentativo si rivelò inutile e come un fiume in piena si sentì travolgere prima dall'inaspettato orgasmo di Thranduil - forse stupito dal contrarsi del corpo dell’amante - che anticipò di poco il suo secondo rilascio.
Crollò sul materasso privo di ogni forza e respiro, incapace anche di continuare a stringere a sé l'Elfo.
Sentiva tutto il suo corpo percorso da piccoli brividi e da un piacevole formicolio, sensazioni familiari e al tempo stesso nuove per la loro intensità. Si ritrovò a sorridere quasi compiaciuto e particolarmente soddisfatto - pensando addirittura di essere stato uno stupido per aver rifiutato così a lungo quel piacere -, ma ancor prima di poter reagire o rendersi conto di quanto stava accadendo, sentì l'Elfo muoversi per allontanarsi dal suo corpo ed alzarsi dal letto.
Thranduil si mosse per la stanza, elegante e disinvolto, con solo i segni sul suo corpo a testimoniare l’accaduto. Éomer lo seguì con lo sguardo, quasi desideroso di richiamarlo a sé. Tuttavia non fiatò, restando muto mentre lo osservava versarsi dell'idromele in una coppa e sorseggiarne il contenuto lentamente, costringendo il cavaliere a sollevarsi sui gomiti, attratto dal movimento della gola ad ogni sorso, desiderando di posarvi la bocca per sentire la bevanda fluire all'interno di quel corpo che ancora voleva sentire su di sé.
Lo insultò mentalmente ma non riuscì a non ricambiare con un sorriso quando Thranduil si rivolse a lui piegando leggermente le labbra all’insù, con malizia.
« Il tuo sguardo gradisce ciò che vede, Signore dei Cavalli?», domandò, percorrendo di nuovo il breve spazio che lo separava dal letto.
« Sì», rispose prontamente Éomer mentre l'Elfo scivolava sensuale verso di lui.
I loro corpi sfregarono ancora l'uno contro l'altro e le labbra si unirono di nuovo in un bacio che ben presto divenne l'ennesima dimostrazione di potere di Thranduil.
Sottomesso a quel voglioso bacio, al cavaliere non rimase che sospirare e continuare a sorridere accogliendo la sfida che gli era stata lanciata, certo che Thranduil avrebbe trovato anche in futuro pane per i suoi denti nel caso in cui avrebbe tentato nuovamente di domarlo.




character: thranduil, pairing: thraomer, warning: domsub, warning: bondage, fandom: the lord of the ring, fandom: the hobbit, warning: lemon, warning: blindfold, warning: dub-con, warning: slash, character: eomer, warning: oneshot, warning: what if?

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