[The Hobbit] The Long Way Home | VII. It's Over

Apr 03, 2013 17:47


Titolo: The Long Way Home
Titolo del Capitolo: VII. It’s Over
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Bilbo Baggins, Fìlì, Kìli, Thorin Oakenshield
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Slash, What if? (E se…)
Conteggio Parole: 1920
Note: 1. Ambientata alla fine del libro Lo Hobbit, dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti.
2. Aggiornamenti settimanali<3 ogni mercoledì vedrà la luce il nuovo capitolo!
3. Dedicata all’amore della mia vita<3
4. Non betata BWAH!





Quando Fìli si svegliò il mattino seguente, sentì subito un corpo attaccato al suo.
Era ovviamente abituato a trovarsi in situazioni simili, infatti - ancora assonnato - si ritrovò a sorridere perché sapeva quanto Kìli si muovesse nel sonno, e il più delle volte finiva per abbracciarlo ed infilargli le mani dove non doveva.
Non aveva proprio alcun pudore - o era il suo sonno a non averlo? Perché inconscio o meno, lo faceva sempre! -, tuttavia quella volta non avvertì su di sé nessuna maliziosa ma familiare mano, e quello gli fece comprendere che non si trattava di suo fratello.
Solo un'altra persona aveva il suo giaciglio così vicino da poter fare una cosa simile, e nonostante quella certezza, non riuscì a non assumere un'espressione stupita quando trovò Bilbo stretto a lui.
Inizialmente pensò di scostarlo per evitare che suo zio facesse qualche inutile scenata di gelosia nel vedere il loro piccolo compagno avvinghiato al suo corpo in quel modo - in passato c’era stato infatti un momento in cui aveva seriamente ‘detestato’ Bofur per la sua amicizia con lo Hobbit - ma quando si rese conto che Thorin era già sveglio capì che non avrebbe fatto niente. Stava addirittura evitando accuratamente di guardarli... e non era una cosa normale. Inoltre Fìli riconosceva quello sguardo negli occhi di Thorin... e quella ‘rassegnazione’ non era adatta ad un Re ed un guerriero così forte e fiero come lo era suo zio.
Ovviamente non sapeva niente della chiacchierata della notte prima tra i due, ma era intenzionato a scoprire che fosse successo, ed allungando la mano su Kìli - che ancora ronfava - lo scosse per svegliarlo.
“ Uhm…”, mugugnò suo fratello, scostando alla cieca la mano che disturbava il suo sonno, lamentandosi poi quando sentì due decise dita afferrare il suo naso ed impedirgli di respirare tranquillamente.
Quel gesto sortì per fortuna l’effetto desiderato e il minore si svegliò con non pochi borbottii irritati, che si spensero lentamente quando vide Bilbo attaccato a suo fratello.
“ Ehi!”, borbottò. “ Che mi sono perso?!”, domandò lanciando una veloce occhiata a Thorin che puliva la sua spada con lo sguardo perso nel vuoto - cosa che trovò a sua volta strana e preoccupante.
“ Lo vorrei sapere anch'io…”, rispose piano Fìli, carezzando i ricci dello Hobbit con la mano - cercando di destarlo con più delicatezza in confronto ai metodi ben più fastidiosi utilizzati con Kìli. “ Bilbo…”, lo chiamò infatti, ricevendo in risposta un basso mugolio.
" È mattino, dobbiamo fare colazione e partire!", aggiunse il minore, trascinandosi verso Fìli e Bilbo, premendo con fare giocoso proprio corpo su quello dello Hobbit come per volerlo schiacciare tra il suo fisico e quello del fratello.
Bilbo, anche se non era ancora del tutto sveglio, avvertì subito una 'presenza' alle sue spalle, e sussultando si attaccò il più possibile... ad un altro corpo.
Era circondato! E non sapeva che diavolo fosse successo!
" Ma che...?", mugugnò aprendo di scatto gli occhi e ritrovandosi abbracciato a Fìli - che sorrideva tranquillo.
Avvampò stupito e la sua mente iniziò all'istante a rimettere a posto i vari pezzi.
Ricordava che la sua era stata una sua scelta volontaria. Quando si era disteso aveva abbracciato il giovane Nano perché... perché dopo quello che gli aveva detto Thorin, aveva bisogno di un po' di conforto.
" Ben svegliato!", esclamò la 'presenza' che lo aveva svegliato e che altri non era che Kìli. " Devo per caso essere geloso?", domandò poi il Nano con fare scherzoso, ma quando notò l'espressione triste sul volto di Bilbo divenne a sua volta serio.
Non era normale lo sguardo che aveva intravisto poco prima in Thorin e ciò che stava leggendo nel volto del suo piccolo amico era altrettanto... strano.
" Perdonatemi...", rispose piano lo Hobbit dopo essersi ripreso, riuscendo addirittura a non guardare in direzione di Thorin come avrebbe fatto normalmente.
Sentiva già le lacrime pungergli gli occhi all'idea di posare gli occhi sul Nano e per quel motivo - non voleva mostrarsi ancor più debole - prese una silenziosa decisione.
Si sarebbe comportato come se non esistesse fino alla fine del viaggio , e non si era mai sentito più sicuro in vita sua...
" Ehi... che succede?", domandò Fìli preoccupato.
" Niente... e credo che dovremo alzarci e fare colazione, poltrire non ci farà arrivare a casa vostra...", rispose lo Hobbit sforzando un sorriso, che apparve così falso che i due giovani si sentirono... quasi in colpa.
" Sì... hai ragione.", assentì Kìli, senza trattenersi dal scusarsi qualche attimo dopo come se la tristezza che aveva 'spento' Bilbo fosse causa sua.
Lo Hobbit però non rispose, e alzandosi, diede una rapida sistemata ai suoi indumenti stropicciati dal sonno - era un modo come un altro per tenersi occupato.
Fìli e Kìli seguirono i suoi movimenti, e scambiandosi un'occhiata carica d'apprensione, rivolsero lo sguardo verso Thorin che continuava silenzioso a pulire la sua arma.
Sembrava rassegnato e triste, ed ebbero quasi la certezza che gli atteggiamenti dei due fossero una cosa collegata.
" Io Thorin e tu Bilbo?", propose Fìli poco dopo, abbassando la voce.
" Perfetto.", assentì Kìli, e dopo aver rubato il 'bacio del buongiorno' a suo fratello, si apprestò ad imitare lo Hobbit, alzandosi a sua volta per ritirare i loro giacigli e cercando nel mentre un modo non troppo traumatico per interrogare il loro piccolo amico.
Una volta preparate tutte le sacche, si concessero una breve colazione tesa e silenziosa a base di frutta prima di rimettersi in viaggio. E come promesso il giorno prima, Bilbo prese posto sul pony di Kìli, accucciandosi contro il petto del Nano come se volesse letteralmente sparire o almeno nascondersi.
Era strano e sempre più preoccupante e, dopo uno scambio complice di sguardi, Fìli incitò il suo pony a raggiungere quello di Thorin ben deciso a vederci chiaro.
Bilbo si stupì non poco nel vedere il maggiore dei due spostarsi, diventando rigido come un pezzo di legno quando lo vide affiancare il Re.
" Ehi, tranquillo!", lo riprese subito Kìli notando l'improvvisa tensione. " Allora... che ti prende Bilbo?"
Era stato abbastanza diretto: non voleva fare inutili giri di parole.
" Ecco... ho dormito male.", rispose lo Hobbit, trovandosi impacciato davanti a quella domanda.
" Hai dormito abbracciato a Fìli. E se permetti, per esperienza so che non si può dormire male in quella posizione~", insinuò. " Inventati un'altra scusa, anche se preferirei la verità."
Bilbo rimase in silenzio.
Era così... palese?
Lo era sempre stato in realtà, ma quelli erano sicuramente i momenti peggiori.
" Con me poi parlare, lo sai no?", insistette il Nano tenendo un tono di voce basso e serio. " Thorin... ti ha per caso fatto qualcosa?"
Sì, mi ha spezzato il cuore e ha calpestato ogni mia più piccola speranza!, lo avrebbe voluto gridare da quanta rabbia e tristezza aveva in corpo, ma quando aprì bocca, Bilbo riuscì a dire solo: " No... abbiamo solo parlato, Kìli. Solo parlato."
Non aveva il coraggio per ammettere così apertamente i suoi sentimenti... soprattutto quelli così dolorosi.
" Di quale argomento?", lo incalzò prontamente Kìli.
" Non posso parlarne.", rispose con sicurezza. Poteva stare male o essere sul letto di morte, poteva accadere qualsiasi cosa: ma non avrebbe mai riportato nella mente dei due giovani il ricordo del loro padre.
" Bilbo..."
" È inutile. Non posso e non voglio dirti niente.", tagliò corto con più sicurezza.
Era ammirevole la sua testardaggine, quello Kìli lo ammetteva, ma non gli piaceva che proteggesse in quel modo suo zio. Bilbo stava male e Thorin gli aveva sicuramente detto qualcosa... e se non diceva niente, lui non poteva aiutarlo.
" Ma ti sta facendo soffrire...", mormorò, appoggiando il mento sulla testa dello Hobbit.
" Non è quello...", ammise Bilbo, sentendo il corpo di Kìli tendersi subito forza per quella rilevazione.
" Cosa?"
Lo Hobbit sospirò. Il Nano non lo avrebbe lasciato in pace fino a quando non avrebbe avuto una spiegazione ma Bilbo non era pronto a dirgli tutto.
" Mi sono solo reso conto che sono senza speranza.", mormorò.
" Bilbo... per Mahal, spiegati meglio. Altrimenti, non posso aiutarti...", lo pregò il giovane.
" È al di là del tuo aiuto. Ma non preoccuparti, doveva accadere. Anzi: dovevo rendermene conto quando ho rimesse piede nella Contea."
" Cosa?"
" Che è finita.", sorrise triste, e quell'espressione lasciò senza parole Kìli.
Il Bilbo che aveva conosciuto era... 'diverso'. Non si arrendeva ad era un gran testardo, riusciva anche a tenere testa a Thorin... quello che invece stava cercando conforto tra le sue braccia era solo l'ombra dello Hobbit che tanto adorava.
Che fine aveva fatto il suo Bilbo?

Thorin, nonostante gli sforzi, non riusciva a non pensare alla sera prima.
Da una parte era stato piacevole parlare con Bilbo perché gli mancava più di ogni altra cosa in quel mondo - anche più dei tesori di Erebor! -, ma dall'altra sentiva di aver sbagliato.
Doveva mantenere le distanze per il bene di entrambi...
" Thorin. Posso parlarti?"
Il Nano, distolto dai suoi pensieri, si voltò verso Fìli che lo aveva affiancato. Gli rivolse uno sguardo quasi stupito, poi assentì con il capo per concedergli udienza.
" Desideravo chiederti se... hai parlato con Bilbo.", domandò serio, e davanti al secco ‘sì’ del Nano, aggiunse un: " Cosa gli hai detto?"
Il Nano esitò.
Per la prima volta nella sua vita, non aveva la forza di parlare perché significava solo... mostrarsi debole e non poteva permetterselo.
" Zio...", esordì Fìli. " Non me ne andrò fino a quando non avrò una risposta."
Era sarò che lo chiamasse 'zio' così apertamente, si era sempre rivolto a lui in modo più 'rispettoso' e solo con Kìli - o con pochi altri - si permetteva di chiamarlo in quel modo. E se si stava comportando in quel modo era perché desiderava per davvero ottenere delle spiegazioni.
" La verità sulla famiglia.", rispose Thorin senza però entrare nei dettagli e Fìli, davanti a quell'affermazione, si rabbuiò non poco, ma non si perse d'animo.
Certo, Bilbo poteva essere rimasto sconvolto nell'apprendere la storia del loro passato, ma aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di più... e lo avrebbe scoperto.
" Solo questo?"
" Fìli è inutile.", tagliò corto il Re dopo qualche momento di silenzio.
Stranamente, non si sentiva in grado di sostenere una discussione con il nipote né con qualsiasi altra persona. Il parlare era sempre stato un suo punto di forza, ma in quell'istante voleva solo mettere fine a quella chiacchierata indesiderata... e non gli importava se quel suo atteggiamento potesse apparire agli occhi di Fìli come una fuga.
" So cos'hai in mente con tuo fratello.", riprese con voce dura. " E la risposta è no. Ho preso la mia decisione quando l'ho esiliato. Non posso ritrattare."
" Sei il Re, puoi!", ribatté Fìli, quasi... quasi arrabbiato da quell'affermazione. " E stai soffrendo tanto quanto Bilbo... non condannare entrambi per il tuo orgoglio."
" Sto donando a Bilbo un'opportunità di vita migliore.", si difese.
" E gli hai chiesto se è quella la vita migliore che vuole?"
Quella domanda lo colpì come una pugnalata in pieno petto.
" No.", ammise piano. " Ma il suo posto è nella Contea, con gli altri della sua razza. Il mio, il nostro Fìli, è ad Erebor con gli altri Nani..."
Il giovane scosse la testa. Improvvisamente non sembrava più arrabbiato, ma più che altro deluso dal comportamento del suo parente..
" Ti sbagli.", rispose. " Il nostro posto è quello che possiamo chiamare casa... il mio è ovunque sia Kìli. Che sia Erebor, le Montagne Azzurre o la Contea...", concluse serio, facendo poi fermare il suo pony per farsi raggiungere da quello del fratello.
Thorin, ovviamente, continuò la sua marcia riportando lo sguardo dritto davanti a sé.
Le parole di suo nipote rimbalzavano nella sua testa ferendolo con crudele verità... ma non avrebbe cambiato idea. Non poteva permettersi di tornare indietro... non dopo tutto quello che era successo.

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Outside a Saint, Inside a Devil



Heirs of Durin


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